Oggi è la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”, un motivo in più per soffermarsi a fare un esame di come si stiano affrontando i cambiamenti climatici e il degrado ambientale che costituiscono una minaccia enorme per umani e animali in tutto il mondo e che l’Europa per superare queste sfide, si era impegnata ad adottare un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, volta al miglioramento dell’ambiente e alla tutela umana e animale.
la Giornata mondiale dell’Ambiente – che si celebra dal 1972 – si concentra sul ripristino del territorio, sulla desertificazione e sulla resilienza alla siccità. Il claim è: ‘La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration’. Sono temi di dialogo tra politica e scienza.
L’Unione Europea ha avuto il grande merito di porre sul tappeto la questione della transizione verso un’economia più verde e ha rappresentato uno di questi rari momenti in cui la politica si è riappropriata della sua funzione di indirizzo. Oggi, purtroppo, quella scelta strategica, viene rimessa in discussione in nome di un’idea di progresso legata a modelli economici novecenteschi. Modelli che sono i principali responsabili della crisi ambientale e climatica di cui tutti noi stiamo pagando un prezzo elevatissimo così come il dietrofront sullo stop ai pesticidi o il ritorno di fiamma per i combustibili fossili, sono la testimonianza più evidente del cambio di rotta che potrebbe portarci indietro di mezzo secolo.
«L’Europa non è questa. La tutela dell’ambiente, la protezione della biodiversità, la salvaguardia delle specie a rischio sono parte integrante del DNA di Bruxelles. Ed è stato proprio grazie a queste sue caratteristiche distintive che – sottolinea Enpa – l’Unione europea è diventata in tutto il mondo, e lo è ancora, un modello dal quale gli altri Paesi traggono ispirazione soprattutto in tema di politiche ambientali».
Secondo la Protezione Animali, l’Europa non deve rinnegare sé stessa; deve invece seguire con rinnovata determinazione la strada sin qui percorsa. Un cammino che ha permesso a Bruxelles di sviluppare un’economia più eco-friendly, per questo apprezzata dai consumatori. «Ovviamente non viviamo nel migliore dei mondi e c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda il dramma degli allevamenti intensivi e il sistema alimentare basato sul consumo di carne, che – prosegue l’associazione animalista – causa ogni anno la morte di miliardi di animali reclusi, oltre ad essere dannoso per la salute umana e per l’ambiente. Anche su questo l’Europa, sospinta dalla sensibilità dei propri cittadini, sta facendo significativi passi avanti, come conferma l’interesse per il tema della carne coltivata, che, guarda caso, ha incontrato l’ostilità delle grandi lobby agricole».
«Se l’Europa deve rimanere fedele ai propri ideali, è altresì necessario che i cittadini, tutti i cittadini – conclude Enpa – sostengano attivamente Bruxelles nelle sue politiche “green”, vanificando i tentativi controriformisti delle lobby e dei loro sostenitori che vorrebbero vanificare decenni di conquiste ambientali».
Categorie: Animali e Cultura, Eventi e Appuntamenti
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