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Giallo a Marigliano, scoperto un cimitero abusivo per 60 cani. Camorra o traffico illegale di animali?

09/01/2012

Una vera scena horror quella che si sono trovati davanti i Vigili Urbani di Marigliano allertati da “Striscia la Notizia” intervenuta sul posto in seguito a una segnalazione anonima. Le carcasse di 60 cani morti giacevano in località lago di Frezza chiusi in buste di plastica dopo essere stati crudelmente soppressi e privati del microchip per renderli irrintracciabili. Le associazioni animaliste  chiedono che si faccia chiarezza sull’accaduto per capire come sia stato possibile perpetrare nel tempo una tale strage di massa, chi ne siano gli autori e perché.
Si chiede che le indagini facciano luce sulla soppresione di questi animali, se si tratta solo di un caso di abbandono illegale delle carcasse degli animali morti o se ci si trovi di fronte ad un rito usato in ambito camorristico per provare il coraggio dei nuovi affiliati nel compiere come prova lo sgozzamento dei cani.
La strage non è di vecchia data visto che la Provincia aveva bonificato solo pochi mesi fa l’intera area. Una altra possibile ipotesi è riconducibile a qualche canile che, non più in grado di mantenere i cani, ha ha pensato di liberarsene sopprimendoli e abbandonandone i corpi. Anche le indagini collegherebbero il cimitero abusivo di cani al mondo dei canili autorizzati. Il ritrovamento nel sito di pastori tedeschi, pitbull, rottweiler, cani anche molto piccoli, alcuni adirittura cuccioli, fa sospettare, vista la rimozione del microchip che qualcuno dichiari l’animale ancora in vita, pur di continuare a ricevere i finanziamenti assicurati dai Comuni per ogni animale ospitato e assistito.
Da non trascurare anche l’ipotesi di un traffico internazionale di animali  alla luce delle molte  segnalazioni di cani che dalla Campania partono per l’estero. Non è escluso che nel trasferimento regolare di animali dal Sud Italia al Nord Italia e il Nord Europa possa nascondersi il traffico di animali, dotati di microchip falsi che appartengono ai cani uccisi, destinati alla vivisezione o al mercato delle razze di lusso.
In attesa che la la Procura di Nola concluda gli esami relati all’inchiesta per individuare i responsabili di tale scempio, i cadaveri dei poveri cani sono stati sistemati nelle celle frigorifere della società cooperativa ‘Dog park’, situata a Ottaviano.


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