L’unico rifugio per animali di Gaza combatte per proteggere centinaia di cani durante la guerra
Prendendosi cura di oltre 400 cani e 130 gatti all’interno del suo rifugio e delle sue case affidatarie, e di innumerevoli altri per strada, la dedizione del rifugio è evidente. Attualmente, le immagini strazianti del fumo dei bombardamenti, insieme alle esplosioni assordanti, sono fin troppo presenti dalla posizione del rifugio, facendo precipitare gli animali residenti in una paura implacabile.
Quando è arrivata la direttiva per i residenti di Gaza di evacuare l’incredibile cifra di 1 milione di persone nell’arco di un giorno, la squadra del rifugio è entrata coraggiosamente in azione. Di fronte a un pericolo immenso, hanno assicurato che sia gli animali domestici che i loro proprietari fossero portati in salvo. Nonostante le minacce incombenti, i soccorritori impegnati rimangono imperterriti, fermi nella loro missione di proteggere gli animali dalle conseguenze devastanti della guerra. tanti gli animali paralizzati o privi degli arti per le bombe.
Ma anche le associazioni italiane, pur non potendo intervenire sul posto, sono in attività. pronte ad intervenire appena possibile.
“Abbiamo già pronti aiuti, farmaci, mangime, alimenti che possono servire per gli animali e più in generale per le famiglie che hanno animali“. Ha dichiarato a LaPresse Giusy D’Angelo , una delle amministratrici dell’Enpa, a proposito degli aiuti destinati agli animali coinvolti nel conflitto tra Israele e Hamas, soprattutto a Gaza. “Al momento la possibilità di inviarli non dipende da noi, la Striscia di Gaza è inaccessibile. Normalmente ci appoggiamo ad hub locali come la Croce Rossa, appena possibile saranno inviati”, aggiunge la D’Angelo, forte delle sue precedenti esperienze al confine ucraino.
“Nel caso del Medioriente, come in tutte le guerre, bisogna distinguere tra gli animali da reddito, prevalentemente capre e pecore, e i ‘pet,’ – spiega a LaPresse – gli animali da compagnia. I primi in questi casi vanno in panico, nella fuga diventano anche pericolosi e possono travolgere le persone o andare a schiantarsi da soli. Per quanto riguarda invece i cani o i gatti, spesso cercano riparo – spiega ancora – Ma sono più compassionevoli, si prendono cura delle proprie famiglie”. In rete ci sono infatti diversi video che mostrano cani o gatti vegliare le vittime di alcuni attacchi nella Striscia di Gaza, o accompagnare alcuni sfollati.
L’esperta cinofila spiega che nel caso del Medioriente al momento non è possibile pensare a dei centri di accoglienza per gli animali: “Siamo ancora nella fase di raccolta, anche di informazioni, da persone sul campo. Ma siamo pronti ad aiutare”
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