Due coniugi residenti in un appartamento letteralmente esploso per il malfunzionamento di una bombola gpl nel centro di Barletta sono rimasti gravemente feriti. La coppia a causa delle ustioni e delle escoriazioni è stata immediatamente trasferita al Policlinico di Bari. In quell’appartamento però con i due coniugi viveva un’altro familiare, il gatto Peppino.
Peppino era da anni in quella casa, quasi un figlio per i due coniugi rimasti feriti appena tornata la calma è tornato dove c’era la sua casa e non si è spostato per due giorni.
Sui suoi baffetti bruciati dalle fiamme, come riportato da repubblica.it, Peppino mostra le conseguenze dell’esplosione e dopo quei minuti di panico è tornato sulle macerie della palazzina in cerca della sua famiglia. La sua storia è stata raccontata dai volontari: “Anche Peppino piange e soffre per quanto accaduto alla sua padrona e per la distruzione della sua casa – scrivono nel loro appello su Facebook – Lo dimostra la straziante foto che lo vede tra le macerie in attesa di un ritorno immediato”. “Sta benone”, assicurano i volontari dell’Enpa che se ne sono presi cura e lo ospiteranno fino al ritorno della padrona.
Peppino non era però l’unico micio al civico 21 di via Curci. Domenica mattina, a poco più di 72 ore dall’esplosione, l’associazione ha recuperato un altro dei gatti dispersi nel crollo: Lupin. “È visibilmente provato e dopo il recupero ad opera dei nostri volontari Annarita e Raffaele è stato preso in custodia da alcuni parenti della proprietaria dell’appartamento e trasportato in un ambulatorio veterinario per verificarne lo stato di salute”.
Ai volontari non è poi sfuggita la presenza tra le macerie di almeno un’altra gatta, Gervasia. Il primo tentativo di recupero eseguito con una gabbia trappola e la collaborazione di polizia locale non è andato a buon fine, a causa dello stato di agitazione della gatta, restìa ad avvicinarsi all’uomo. Ma il cordone di solidarietà messo in piedi da Barletta continuerà a restare attivo: “Nel caso in cui vengano avvistati gatti in prossimità della palazzina – è la richiesta dell’Enpa – chiediamo di contattare tempestivamente i nostri volontari”.
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