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Gatto imprigionato nel cappio di un bracconiere nel Reggiano salvato da volontaria Enpa

12/03/2021

Ennesimo criminale atto di bracconaggio ai danni di un povero gatto finito in un laccio-trappola posizionato da un bracconiere nella campagna della zona di Canali, una frazione di Reggio Emilia. Il laccio metallico, con i tentativi del micio di liberarsi, si era tanto stretto intorno al collo che aveva già tagliato la carne.
Se non fosse riuscito a sganciarsi dalla trappola per il gatto sarebbe finita molto male. Fortunatamente, con il laccio ancora intorno al collo, il piccolo felino si è trovato sulla strada di una volontaria dell’Enpa che lo ha prontamente recuperato e portato nel gattile di via Felesino, a Reggio Emilia, per curare le lesioni e rifocillarlo.
Sarebbe finita nel peggiore dei modi se il gatto finito nel laccio di un bracconiere non fosse riuscito, in qualche modo, a divincolarsi dalla trappola che gli stava per costare la vita.
Le condizioni generali del gatto e le ferite stanno migliorando, ma resta la gravità del gesto. L’Enpa ha sporto formale denuncia ai carabinieri forestali. Oltre alle sanzioni previste dalla Legge 157/92 (caccia) il colpevole rischia la reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5mila a 30mila euro e, qualora ne derivasse la morte dell’animale, la pena è ulteriormente aumentata della metà.
Un esame del veterinario ha confermato che il cappio utilizzato è una trappola tipica dei bracconieri per catturare lepri, volpi e altri animali selvatici. Viste le profonde lacerazioni subite, la fortuna ha voluto che il laccio si sia staccato altrimenti il povero micio sarebbe morto di stenti sul posto.
Quest’episodio è la conferma purtroppo di come il bracconaggio sia ancora un fenomeno presente sul territorio.


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