Il 17 di Gennaio, oggi, è Sant’Antonio, Sant’Antonio Abate protettore degli animali che viene rappresentato con un maiale a fianco. Perchè l’iconografia affianca al monaco un suino che per la Chiesa incarna molti degli aspetti più bassi dell’anima umana, come l’ingordigia, la lussuria e la sporcizia?
La tradizione lo spiega in modo variegato e con molte sfaccettature che esaltano la figura del porcellino ai piedi del santo.
Con nessuna logica temporale, un leggenda popolare narra che in passato non c’era il fuoco sulla terra e la gente gelava e pregava Sant’Antonio. Egli si mise all’opera ed è andò all’inferno portando con sè un maialino “figurati che cosa potevano pensare i diavoli vedendo un santo all’inferno!”. Il maialino, appena entrato all’inferno, si scatenò andando in giro ovunque, correndo, un vero diavolerio. Lucifero si arrabbiò dicendo al Santo di riprendersi il maiale perchè stava creando scompiglio. Nel frattempo Sant’Antonio aveva sulle mani un bastone di ferro particolare: si dice che dentro ci fosse un’anima di ferro. Lo mise sul fuoco e l’anima divenne incandescente. Quando Sant’Antonio uscì dall’inferno con il suo maiale disse ” Foco foco, foco giocondo, foco foco per tutto il mondo” spargendo tutte le scintille che stavano dentro al bastone. Ecco che da lì il mondo ha avuto la possibilità di avere il fuoco e di scaldarsi.
Un’altra narrazione più veritiera racconta del tormento che il demonio avrebbe inferto al monaco tentandolo più volte, apparendogli sotto forma di un porco, ma dal monaco combattuto e sconfitto e per questo motivo, nell’iconografia cattolica Sant’Antonio Abate è raffigurato con un maialino ormai ammansito ai piedi, a simboleggiare la vittoria dell’eremita contro le tentazioni. Nei secoli, però il significato di quest’immagine del maialino e il santo si è trasformato, da vincitore sul maiale-diavolo, a protettore del maiale-amico e, per estensione, di tutti gli animali domestici.
A partire dall’XI secolo, i monaci della congregazione religiosa degli “Antoniani” iniziarono a curare i malati dal cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio” (Herpes Zoster) con unguenti preparati con il grasso dei maiali che allevavano nei loro monasteri così il maialino di Sant’Antonio era considerato una presenza benefica che, secondo la tradizione, la notte del 17 gennaio, durante la notte, va a far visita agli animali e, se questi gli riferiscono di non essere trattati bene, lui non avrebbe fatto nulla, durante l’anno, per preservare i loro padroni dalle avversità.
Trattiamo bene tutti gli animali e raccomandiamoli tutti a Sant’Antonio!
Categorie: Animali e Cultura, Eventi e Appuntamenti
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