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Etologia, Marchesini: il parametro del “welfare”, se considerato da solo, spesso inadatto a garantire il benessere degli animali

15/04/2015

«Molti credono che per dare benessere a un cane o a un gatto sia sufficiente garantirgli una quantità adeguata di cibo, far in modo che abbia sempre acqua fresca e pulita, mettergli a disposizione un giaciglio comodo e tenerlo al riparo dalle intemperie, evitargli inutili sofferenze e situazioni di paura, proteggerlo dai pericoli e accudirlo nel migliore dei modi. È indispensabile rimarcare l’importanza di questi aspetti di base che chiamiamo parametri di welfare. Spesso, tuttavia, si assiste a un benessere fittizio perché non basato sulle caratteristiche effettive dell’animale e troppo incentrato sul welfare». E’ quanto ha sostenuto Roberto Marchesini in occasione dell’incontro dal titolo “Nuovi orizzonti del benessere per il cane” svoltosi sabato 11 aprile a Roma presso la Città dell’Altra Economia.
«Se bastassero questi indicatori – ha precisato Marchesini – ci troveremmo a pensare che una zebra in uno zoo stia meglio che nella savana, giacché i fattori di welfare sono di gran lunga più rispettati nello zoo, piuttosto che nella savana dove scarseggiano cibo e acqua, dove le intemperie sono all’ordine del giorno e si vive nella costante paura di essere predati. Eppure le zebre se potessero fuggirebbero dallo zoo per andare nella savana e non perché prive di saggezza, quanto perché solo lì la zebra può pienamente realizzare la sua dimensione esistenziale. Il benessere non è una campana di vetro o una prigione dorata bensì una condizione che prevede diversi aspetti oltre alle attenzioni di base. Ogni specie però richiede un’attenzione specifica, per questo qui ci concentreremo solo sul cane. Durante le mie ricerche, sono arrivato a una conclusione: promuovere il benessere del cane è propedeutico a qualunque attività, sia di tipo pedagogico che di tipo psicoterapeutico e che è sempre il cane in ultima istanza che ti dice se si trova o no in una condizione di benessere. Penso che solo un atteggiamento biocentrico possa realmente cogliere il senso del benessere animale, abbandonando l’antropomorfismo che, spesso dietro all’apparenza del rispetto e del benessere, nasconde alcune delle peggiori forme di maltrattamento». (enpa.it)


Categorie: Animali e Cultura