“Come tutti i veri alpini, anche il generale Iroso non e’ morto, e’ semplicemente andato avanti, per restare comunque sempre nei nostri cuori”. Cosi’ il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda l’epopea
del mulo Iroso, l’ultimo mulo alpino rimasto in vita, con la matricola 212 ancora stampigliata sullo zoccolo, che oggi, a 40 anni, e’ “andato avanti”, come usano dire gli alpini di un loro commilitone che non c’e’ piu’.
“Tante volte ci siamo incontrati con Iroso – ricorda Zaia – e ogni volta era come ritrovare un vecchio amico, non solo un animale di accarezzare e rispettare. Un amico degli alpini, di noi grandi come dei tanti bambini che se ne innamorarono incontrandolo, all’adunata degli alpini di Treviso 2017, come in occasione del suo compleanno che festeggiammo a Vittorio Veneto.
In lui c’e’ stata una fierezza straordinaria, con la quale ha rappresentato tanti valori: l’alpinita’, la storia del nostro territorio, l’identita’ del Veneto e delle genti di montagna”.
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