Ivana Sandri, responsabile dell’Enpa del Trentino e Guardia Zoofila Enpa, ha consegnato al Corpo Forestale una copia dei due video che documentano l’inseguimento di un orso da parte di due automobilisti. Le riprese, come noto, sono state realizzate nella giornata di ieri 12 giugno ad Arco (Trento) e si riferiscono a due diversi episodi, in due distinte zone della città. Nei video si vede chiaramente un orso che corre terrorizzato lungo la carreggiata mentre, incalzato da un’automobile, fugge dalle zone abitate. Con il loro comportamento irresponsabile, i due automobilisti non solo hanno violato svariate norme del Codice della strada – a partire dall’uso del cellulare durante la guida – creando un pericolo per le altre auto e i pedoni, ma hanno determinato una situazione di disturbo alla fauna selvatica. Situazione che, in casi analoghi, è stata punita nel quadro del reato di maltrattamento di animali (articolo 544 ter del Codice Penale). E che potrebbe esserlo anche in questa circostanza.
Gli inseguimenti, infatti, hanno sottoposto l’animale a un forte stress, obbligandolo a correre al massimo della propria velocità (gli orsi possono raggiungere la velocità di 50km all’ora e su uno dei tachimetri la lancetta segna una velocità di 45 km all’ora) per lunghi tratti, perché costretto in strade senza vie di fuga laterali. Nei punti in cui si aprivano spiragli per la fuga, l’orso ne approfittava, sperando di sottrarsi all’inseguimento. In uno dei video si nota che la macchina stava spingendo l’animale verso una persona che si trovava sulla strada. L’animale l’ha evitata, oltrepassando la carreggiata e scomparendo fra i cespugli.
«Molto probabilmente l’orso di Arco si era avvicinato alla città perché attirato dalla frutta dei campi. Il clamore suscitato da questo avvistamento ci pare ingiustificato, poiché – spiega Ivana Sandri – nei territori in cui vivono animali selvatici può accadere che durante le ore notturne, quando le strade e i centri abitati sono deserti, si avvicinino in cerca di cibo. Frutta, ma, soprattutto quei rifiuti edibili che o non vengono correttamente conferiti nei bidoni, oppure vengono lasciati in cassonetti facilmente accessibili dalla fauna».
Inoltre è altrettanto normale che gli animali selvatici utilizzino la viabilità creata dall’uomo per spostarsi più facilmente e più velocemente. Tra l’altro è doveroso ricordare che molte strade invadono gli habitat della fauna selvatica, obbligando così gli animali ad attraversarle. Per questo Enpa ha più volte sollecitato la creazione di quei corridoi faunistici che, come è stato dimostrato, migliorano la sicurezza stradale e riducono i contatti tra animali e attività antropiche.
«Nel caso in cui si dovesse incontrare un animale selvatico sulla strada – conclude Sandri – è necessario fermarsi e consentirgli di allontanarsi in sicurezza. Chi insegue gli animali viola il codice della strada, causa situazioni di pericolo, determina disturbo della fauna e spesso commette anche il reato penale di maltrattamento».
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