Questa è stata un’estate nera per il notevole incremento di segnalazioni riguardanti gattini in difficoltà. Ad ogniuno di noi potrebbe capitare quanto accaduto a due giovani cicliste mentre pedalavano su un tornante nei pressi Brescia e hanno sentito dei gattini miagolare a bordo strada, dove passa lo scolo dell’acqua. Le due atlete hanno trovato due piccoli gatti abbandonati e hanno contattato i volontari dell’Enpa di Brescia.
“Quando siamo arrivati sul posto- racconta l’Enpa di Brescia – non c’era nessuna traccia della mamma e anche guardando le condizioni dei gattini abbiamo avuto l’impressione che qualcuno li avesse lasciati lì volontariamente”. La Sezione della Protezione Animali di Brescia li ha quindi recuperati e li ha affidati ad una balia che si sta prendendo cura di loro.
Ma se capitasse a noi di trovare dei gattini abbandonati senza la mamma sapremmo come affrontare la situazione? Per questo motivo, la Protezione Animali ha deciso di diffondere alcuni consigli utili per chi si trova a soccorrere cuccioli felini.:
Prima di intervenire, valutare la situazione “Prima di toccare i gattini – spiega l’Enpa – è importante assicurarsi che la madre non si sia semplicemente allontanata per cercare cibo. In molti casi, il ritorno della mamma avviene entro poche ore (solitamente 3 o 4). Se però la madre non ricompare, e dopo aver verificato che i gattini non appartengano a nessuno nei dintorni, bisogna prendere una decisione: ho il tempo e la possibilità di prendermi cura di loro o devo trovare subito un’altra soluzione?”
Cure essenziali per chi decide di tenere i gattini Se si sceglie di prendersi cura dei piccoli, la prima cosa da fare è una visita dal veterinario per capire l’età dei gattini e come gestire la loro alimentazione. Serviranno biberon e latte in polvere specifici per gatti. Nel caso ci si trovi impossibilitati a comprare latte per gattini, ad esempio fuori dall’orario di apertura di farmacie e veterinari, si può ricorrere temporaneamente a una siringa (senza ago) e latte di capra o di asina a lunga conservazione. L’Enpa sottolinea però: “Niente latte di mucca! È troppo pesante e provoca quasi sempre diarrea”. Se proprio non ci sono alternative, va diluito molto, ma è una soluzione da evitare il più possibile.
Dopo il pasto, occhio ai bisogni Dopo averli nutriti, i gattini hanno bisogno di essere stimolati per fare i loro bisogni, proprio come farebbe la mamma. “Appoggiate i piccoli sul palmo della mano e con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua tiepida, simulate le leccate della mamma sulle parti intime”, suggerisce l’associazione. Una volta sazi e dopo i bisogni, è il momento della nanna, preferibilmente in una cesta con una boule d’acqua calda coperta da un asciugamano, per simulare il calore materno.
Lo svezzamento: un processo graduale Intorno alle tre o quattro settimane di vita, i gattini cominceranno la fase dello svezzamento. Si può iniziare a mescolare il latte con mousse specifiche per cuccioli, ma “senza fretta, ognuno ha i suoi tempi”, ricorda l’Enpa.
Se non riuscite, chiedete aiuto Se non si è in grado di occuparsi dei gattini, la soluzione migliore è rivolgersi a un’associazione di volontariato locale che si occupa di animali. “Meglio contattare queste realtà durante il giorno, in modo che possano organizzarsi e trovare una balia disponibile nella zona.”
L’Enpa conclude ringraziando chiunque decida di prestare aiuto a un essere vivente, animale o umano, sottolineando che “è così che possiamo rendere il mondo un posto migliore”.
I rifugi però sono al collasso e i recuperi sembrano non finire mai, le balie sono esauste e gli stalli tutti pieni da mesi, c’è bisogno di aiuto e di supporto. Se qualcuno volesse approcciarsi al mondo delle balie e delle tate ci contatti in privato”.
Per chi volesse poi sostenere chi si prende cura di queste creature sfortunate può donare latte in polvere o cibo “kitten” o acquistare latte e pappe dalla nostra Amazon wishlist.
Categorie: Cura e gestione, Gatti
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