E’ quasi impossibile immaginare che un luogo bello e dolce come la laguna veneta possa essere anche teatro di tanto egoismo e crudeltà.
Una associazione animalista veneta ha fatto pervenire al Comune e alla Provincia di Venezia una denuncia che porta allo scoperto il triste fenomeno di cani tenuti come “prigionieri” nei casotti da pesca sulle palafitte in laguna, costruiti nell’area fra Pellestrina e Chioggia. Dalla segnalazione risulterebbe che i cani, oltre a vivere in uno spazio ristrettissimo, almeno due per baracchino, senza riparo dal sole e dalle intemperie, sono malnutriti per renderli più aggressivi nel loro ruolo di cani da guardia che non scenderanno mai sulla terra ferma per fare una corsa o annusare l’erba. Sembrerebbe anche che quando un cane sta male o muore, e in quelle condizioni non deve essere difficile, viene annegato e gettato in mare. Ad avvalorare tanto orrore le numerose carcasse di cani rinvenute nel corso degli anni lungo la spiaggia antistante.
A seguito della denuncia Gianfranco Bettin, assessore comunale ai diritti degli animali ha chiesto alla Polizia municipale di indagare e fargli pervenire entro oggi un rapporto. Parimenti la presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto, sta facendo indagini e accertamenti.
La vicenda dei cani delle palafitte è finita su internet con una pagina Facebook scatenando un diluvio di e-mail di protesta indirizzate alle istituzioni e alle forze dell’ordine.
I cani tenuti in condizioni inaccettabili sulle palafitte dovrebbero essere non più di una decina. Se saranno confermati i maltrattamenti denunciati, non dovrebbe essere difficile trovargli una sistemazione più confortevole.
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