Quando quasi tutte le speranze si erano perse, per Dea, un segugio maremmano caduta in una buca all’interno del bosco di di Campochiesa nel savonese, è arrivato il lieto fine. A salvarla, dopo quattro giorni durante i quali non si riusciva a raggiungerla, un team specializzato del Gruppo Speleologico Alpino, i disostruttori, che hanno fatto esplodere alcune microcariche per aprire un varco e riuscire a raggiungere il cane e liberarlo. A portare a termine l’operazione e tirare fuori materialmente la cagnolona è stato Valerio Pizzoglio, che nel 2009 aveva lavorato all’Aquila, partecipando anche al salvataggio di Marta Salvatao, una studentessa imprigionata per 24 ore nella Casa dello Studente.
Dea si era persa durante una battuta di caccia al cinghiale e anche il collare dotato di gps non dava più il segnale e solo il giorno successivo il proprietario era riuscito a individuare l’area in cui si trovava il cane, guidato dal suo abbaiare. La tana in cui era rimasta intrappolata Dea fa parte di un dedalo scavato sotto una collina abitata dai tassi, che scavando molte buche e cunicoli hanno reso difficile la precisa localizzazione del cane. Per consentire agli esperti del Soccorso Alpino di liberare il terreno sovrastante la buca è stato necessario intervenire con una ruspa ma il proprietario del terreno, diviso da vecchia ruggine famigliare con il padrone del cane, non sembrava disposto ad acconsentire al passaggio dei cingolati, poi fortunatamente vista la mobilitazione generale nella lotta contro il tempo ha acconsentito e sono iniziate le non facili operazioni per raggiungere il cane.
Finalmente alle 21,40 di domenica Dea è tornata tra le braccia del suo proprietario Corrado Parodi che l’ha abbracciata incredulo mentre lei locopriva di baci
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