Tra il 2019 e il 2023 sono stati almeno 7.200 i casi riconosciuti dall’Inail come aggressioni sul lavoro da parte di animali. Stiamo parlando di casi di infortunio sul lavoro. Questi incidenti possono causare lesioni di varia gravità, da semplici graffi e morsi a fratture, lussazioni e, in rari casi, anche decessi. E’ quanto si legge nel nuovo numero del periodico “Dati Inail”, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto.
Da un’analisi ad hoc sugli animali protagonisti dell’aggressione, quello che causa più infortuni sul lavoro non è da allevamento, bensì uno molto comune nelle nostre case: il cane. Nel 60%-70% dei casi osservati, infatti, l’aggressione si concretizza in morsi di cani, ricorrentemente “del cliente” mentre si consegna la posta o della merce, durante la raccolta dei rifiuti o in una prestazione sanitaria domiciliare. Seguono con circa il 15% i bovini, che con calci o semplici spinte e schiacciamenti causano lesioni ai lavoratori. Quasi altrettanto numerosi gli infortuni generati da punture di insetti (14%). Più contenuti gli incidenti con cavalli (3%, imbizzarriti che calciano o disarcionano), suini (1%, soprattutto morsi) e ovini (1%, per calci, morsi e cariche).
Gli animali più pericolosi, però, sono quelli più piccoli: sei dei nove decessi riconosciuti in occasione di lavoro nell’intero periodo (2019-2023) sono stati causati da shock anafilattico per la puntura di api, vespe o calabroni.
Le vittime della caccia sono più numerose
Avere a che fare con gli animali comporta dei rischi come in ogni altro settore lavorativo che chi opera per la tutela degli animali conosce. Ma si tratta di attività di cura che vanno fatte, certamente con la massima attenzione e con la formazione adeguata per prevenire il più possibile i rischi. Certo non come la caccia, che in confronto ha prodotto una strage.
Secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia (AVC), nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023, l’Italia ha registrato un totale di 67 decessi legati ad incidenti di caccia. La stagione venatoria 2019-2020 ha visto 24 morti, quella 2020-2021 ha registrato 14 decessi, mentre le stagioni 2021-2022 e 2022-2023 hanno contato rispettivamente 13 e 8 morti.
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