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Gli animali consapevoli come l’uomo, lo sostengono gli scienziati della “Dichiaraizone di Cambridge”. Dalla Chiesa ancora una voce contro: gli animali non sono intelligenti né coscienti

17/09/2012

Moltissimi animali – tutti i vertebrati e tra gli invertebrati, il polpo – sono coscienti e consapevoli di sé, al pari dell’uomo. E’ quanto sostiene la “Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza”, firmata da un gruppo di scienziati alla presenza del matematico britannico Stehpen Hawking. La Dichiarazione di Cambridge rappresenta una svolta poiché segna la fine del vecchio paradigma secondo cui l’uomo sarebbe l’unico essere autocosciente del pianeta; paradigma che fornito il presupposto logico/razionale al dominio e allo sfruttamento delle altre specie viventi.
Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare emerito di Bologna, dalle colonne del Resto del Carlino di domenica lamenta come i media ogni santo giorno, dedichimo ampio spazio agli animali, mentre non risulta analoga attenzione per l’infanzia che muore di fame. “Ciò che preoccupa è l’emergere di una concezione antropologica che tende a cancellare qualsiasi confine tra persona e animale. Solo l’uomo è ‘persona’, cioè un soggetto sussistente di natura razionale, esistente in sé e per sé, dotato di un corpo materiale, ma anche di uno ‘spirito’ immateriale, che lo rende autocosciente, intelligente, libero, responsabile. Solo l’uomo può dire ‘io’, perché è in grado di autocomprendersi come ‘soggetto’, capace di relazione, di comunione, di dialogo interpersonale. Per questo, l’uomo è diverso dagli animali e possiede una dignità che deriva dal suo essere fatto a immagine e somiglianza di Dio”.
Il Catechismo della Chiesa cattolica (cf. nn. 2415-2418) afferma che Dio ha consegnato gli animali all’uomo, perciò è lecito che egli se ne serva per provvedere alle sue necessità. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sono accettabili se rimangono dentro limiti ragionevoli. Pertanto è lesivo della dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e abusare della loro vita. Ma è pure indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate a sollevare la miseria umana”.
La posizione di Monsignor Vecchi viene argutamente commentata e argomentata nell’articolo a firma Anna Mannucci apparso sul sito della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente

 


Categorie: Animali e Cultura