Il cadavere di un cavallo era stato messo in mostra nella vetrina di una galleria d’arte nel centro di Ginevra per oltre dieci giorni. Indignate le reazioni dei ginevrini come quelle di tantissimi cittadini che nel tour europeo di questa “opera d’arte” hanno mostrato il loro dissenso. Ma tutte le proteste non avevano convinto la “Zabriskie Point”, la società che ha organizzato la mostra, che il cadavere di un cavallo penzoloni sorretto da due cinghie non fosse un’opera d’arte ma una scena di cattivo gusto più vicina ad una trovata pubblicitaria che all’arte.
A sospendere la macabra esibizione, un’incidente tecnico: una delle cinghie di sostegno si è rotta, lasciando il cavallo appeso per il collo e con una gamba rotta: questa disgustosa scena è stata visibile ai passanti per un paio d’ore prima che la galleria decidesse di togliere il corpo del cavallo morto.
Rimane comunque l’indignazione e la condanna per per tutti quegli artisti che, pur di avere un ampio ritorno di pubblicità, non esitano a spacciare per opere d’arte composizioni disgustose nel più totale spregio per esseri senzienti e per gli amanti dell’arte.
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