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Coronavirus. Lav, avere più rispetto per la natura: allevamenti intensivi fra principali cause diffusione malattie

20/03/2020

La pandemia in corso “ci insegna che dobbiamo cambiare il rapporto con la natura, l’alimentazione e gli animali per sopravvivere insieme” dice la Lega Antivivisezione (Lav) ricordando che “la storia umana è piena di epidemie e pandemie ma quelle degli ultimi anni hanno avuto in comune un rapporto diretto con lo sfruttamento degli animali. La diffusione e la crescita degli allevamenti intensivi di animali nel pianeta è oggi una delle principali cause di diffusione di malattie animali (zoonosi) e di passaggi di virus da animali a uomini con la conseguente diffusione di epidemie o peggio pandemie – osserva la Lav – Esempi ne sono l’epidemia di influenza aviaria, proveniente dalle concentrazioni di volatili in est asiatico, o dei suini in Messico, da uno dei maggiori allevamenti di suini del Pianeta”.
Dal 2018 in Cina, prosegue l’ong, “si sta diffondendo la peste suina, che ha costretto le autorità di diversi Paesi dell’Asia ad uccidere circa 450 milioni di suini nel corso del 2019, costringendo la Cina ad approvvigionamenti di carne congelata, anche dal nostro Paese.
Il nuovo coronavirus “si è diffuso nel mercato degli animali Huanan, nella città di Wuhan – ricorda la Lav – I mercati dove si vende carne cruda, sono presenti in tutto il mondo, e in Cina la loro situazione è tra le peggiori: vi si trovano volpi, cammelli, conigli, struzzi, capre, cani e una lista infinita di altri animali, tra cui il pangolino. Ogni animale porta con sé il suo virus e, all’interno del mercato, lo trasmette ad altre specie. Questi mercati sono un esempio di crudeltà verso gli animali, di comportamenti alimentari capaci di consumare qualsiasi essere, e dell’adozione di comportamenti sanitari pericolosi per tutti, come ormai ampiamente provato.

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