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Continua la polemica dei treni off limits per i viaggiatori con pet in Italia. Più facile arrivare a Parigi

11/12/2011

Pubblichiamo di seguito una ricerca dell’Enpa sui viaggi ferroviari con animali al seguito. Le verifiche, che prendono in considerazione un ipotetico viaggio programmato per l’11 gennaio 2012, sono state effettuate il 1° dicembre, quando Trenitalia non aveva ancora completato l’aggiornamento del nuovo orario ferroviario 2012 (disponibile dall’11 dicembre 2011). Ciò significa che dal 1° dicembre ad oggi alcune situazioni potrebbero essere cambiate; ciò che invece continua a restare immutato è l’assurdo regolamento Trenitalia che impedisce l’accesso dei cani di taglia medio-grande sui treni ad alta velocità.
Trentadue o ventisette ore e uno o due cambi per coprire i 1.550 chilometri che separano Torino da Palermo; quasi 22 per i 1.540 km della tratta Bolzano – Palermo (con un cambio). Ma il ruolo di “scattista” spetta all’Intercity Night che parte da Milano alle 23.20 e, dopo un trasbordo a Napoli, raggiunge il capoluogo siciliano con un viaggio di “sole” 20 ore (per circa 1.480 km), vale a dire alle 19.27 del giorno successivo alla partenza.
Per i proprietari di animali con cani al seguito viaggiare in Italia è diventato una vera e propria odissea. L’Enpa ne ha avuto la conferma consultando “l’anteprima” dell’orario invernale 2012 di Trenitalia che, seppur incompleto – la stessa Trenitalia precisa che la nuova offerta riguarda il 71% dei treni, in prevalenza “Frecce” – rappresenta comunque un buon indicatore sul futuro del trasporto ferroviario nel nostro Paese.
Attenzione però: guai a lamentarsi per l’andatura-lumaca dei nostri treni. Su alcune tratte, infatti, risulta addirittura impossibile viaggiare insieme al proprio “cane”. E’ così, ad esempio, sulla Torino – Trieste, sulla Milano – Bari, sulla Milano – Lecce o perfino sulla Roma – Ancona (al momento sono tutti “Frecciarossa o Frecciabianca”). «Il problema nasce dall’assurdo regolamento sul trasporto di animali, adottato nell’autunno del 2008 da Trenitalia», spiega la Protezione Animali che aggiunge: «all’epoca, sotto la minaccia di vietare definitivamente la presenza degli animali sui treni, le ferrovie limitarono la presenza dei pet sui treni ad alta velocità, consentendo soltanto il trasporto dei quattrozampe di piccola taglia, mentre quelli di taglia media e grande venivano “messi al bando” e costretti a viaggiare esclusivamente sui vagoni di Intercity, Intercitynotte, Espresso e sui treni regionali.»
Con l’inaugurazione dell’alta velocità Trenitalia ha puntato tutto sui collegamenti veloci, più redditizi, e tagliato gli altri penalizzando soprattutto quelli sulle lunghe distanze. Con la conseguenza che i viaggiatori con cani al seguito o si improvvisano “ingegneri ferroviari”, per mettere a punto percorsi tanto improbabili quanto estenuanti, o rimangono a piedi. Un problema, questo, tanto più urgente in quanto il treno, se si esclude l’automobile, rappresenta il mezzo di trasporto più accessibile per gli animali.
raggiungere con l’alta velocità Parigi e la Francia, partendo da Torino o Milano. Infatti, la società cui è affidata la gestione del collegamento non prevede alcun limite per i quattrozampe, tranne un supplemento per quelli superiori ai sei chili di peso.
«L’esempio di altri Paesi europei e, in Italia, di TGV Europa – prosegue la Protezione Animali – dimostra nei fatti che non c’è alcuna valida ragione per limitare l’accesso dei cani sui convogli ferroviari. Al riguardo, sarebbe interessante sapere per quali motivi un pastore tedesco, un border collie o un meticcio impedirebbero a Trenitalia di offrire servizi di alta qualità, quando l’esperienza di altri Paesi dimostra esattamente il contrario.»
«Questo divieto assurdo, anacronistico e immotivato – conclude l’Enpa – è anche irresponsabile perché, oltre a limitare la libertà di circolazione di milioni di cittadini italiani e dei loro animali, deprime il comparto turistico di intere regioni, indirizzando la domanda verso località più facilmente accessibili. E rivela una buona dose di scarsa lungimiranza imprenditoriale, poiché non tiene conto dell’aumento esponenziale degli animali domestici in Italia; dunque della profittabilità dei “servizi pet-oriented”.»
Per questo, l’Enpa chiede a Trenitalia di cambiare rotta e si appella al Ministro dei Trasporti ed ai parlamentari delle regioni maggiormente colpite dai disservizi affinché le ferrovie rivedano le loro norme di trasporto sugli animali.


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