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Consiglio di Stato ferma la caccia in Umbria: smentite le associazioni venatorie

17/01/2025

Enpa, LAV, LIPU, LNDC, WWF diffidano la Regione nel dare immediata esecuzione dell’ordinanza e disporre l’immediata chiusura della caccia a Beccaccia e Turdidi. Con l’ordinanza odierna il la sesta sezione del Consiglio di Stato ha accolto la domanda cautelare di Enpa, LAV, Lipu, LNDC e WWF, assistite dall’avv. Andrea Filippini,Una delle forme di caccia più redditizie in novembre è la scaccia di boschetti e siepi alla ricerca di tordi e merli disponendo l’immediata chiusura della caccia per turdidi e beccaccia, confermando quanto già disposto con decreto lo scorso dicembre.
La Regione Umbria, su suggerimento di alcune associazioni venatorie, invece di dare applicazione a quanto disposto dalla decisione del Consiglio di Stato ha lasciato interpretare in modo del tutto arbitrario una modifica normativa (peraltro palesemente incostituzionale) intervenuta a fine dicembre, riconoscendone una efficacia retroattiva e consentendo di fatto la caccia fino a fine gennaio a specie per le quali la caccia è chiusa da dicembre.
Quanto accaduto è un fatto gravissimo commentano Enpa, LAV, Lipu, LNDC e WWF: alcune associazioni venatorie in modo del tutto scorretto e irresponsabile hanno strumentalizzato una nota della Regione Umbria per instillare nei cacciatori l’idea che si potesse continuare a cacciare. La Regione ha ignorato la nostraIl comportamento delle beccacce segnalazione motivata da ragioni tecniche, di fatto confermate dal Consiglio di stato con l’ordinanza odierna.
Il risultato è che è stato di fatto concesso ai cacciatori di uccidere impunemente centinaia di uccelli selvatici appartenenti a specie per le quali la caccia era chiusa, come confermato da numerose foto e video di beccacce e tordi abbattuti da cacciatori che irridevano le associazioni ambientaliste. Questi animali sono stati uccisi illegittimamente solo perché chi avrebbe dovuto operare nell’interesse generale ha preferito dare ascolto solo ai soliti dirigenti venatori che hanno dimostrato di essere ubriachi di potere al punto di prendersi gioco delle istituzioni e delle norme. Le associazioni di protezione ambientale continueranno a presidiare gli interessi
collettivi denunciando in tutte le sedi questi abusi sempre più frequenti a causa di un mondo, quello della caccia, che ha raggiunto livelli di estremismo senza precedenti. Le regioni e le istituzioni pubbliche dovrebbero aprire gli occhi e smettere di farsi dettare l’agenda da chi ha dimostrato di essere dannoso, incompetente e inaffidabile e la stessa cosa dovrebbero fare i cacciatori che continuano a fare affidamento su chi per ottenere consenso e potere è disposto ad esporli a rischi e sanzioni.


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