Consentire l’uso dei farmaci umani anche per gli animali di affezione ed equini non destinati al consumo umano. E’ quanto prevede una proposta di legge che spiega: ‘La modifica è urgente anche sul piano della coerenza rispetto a quanto sancito in tema di prescrizione di farmaci a uso umano dove c’è l’obbligo per il medico curante di prescrivere il principio attivo per consentire al paziente l’acquisto del farmaco meno costoso, realizzando cosi’ l’obiettivo del contenimento della spesa pubblica sanitaria e la salvaguardia della salute dei cittadini’.
Una analoga previsione normativa non è infatti ancora stata introdotta in ambito veterinario prosegue- che è regolato da un decreto legislativo (193 del 6 aprile 2006) che, interpretando restrittivamente (e ingiustificatamente) la direttiva 2004/28/Ce, vincola il medico veterinario a una scala di utilizzo del farmaco anche quando vi siano in commercio prodotti con medesimo principio attivo o giudicati piu’ adatti dalla piu’ recente letteratura scientifica’.
Se questa limitazione si giustifica per l’animale da reddito e destinato al consumo umano, in quanto l’eventuale assunzione di farmaci da parte di tali animali potrebbe astrattamente tradursi in un rischio per la salute dei cittadini, non trova pero’ fondamento per gli animali da compagnia, per i quali i termini precauzionali menzionati non hanno alcun significato, essendo esclusa ogni ipotesi di destinazione al consumo umano”.
Questa situazione è in palese contrasto con la volonta’ piu’ volte espressa dall’Europa stessa di voler garantire il welfare animale, con gli interessi e disponibilita’ di spesa di molti cittadini e dello stato stesso.
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