I nostri animali vivono sempre più a lungo. Merito di cure migliori, alimentazione più equilibrata e una maggiore attenzione al loro benessere. È una bella notizia, ma comporta anche nuove responsabilità. Perché con l’allungarsi della vita dei nostri pet, cresce anche il bisogno di comprendere e accompagnare la loro vecchiaia, una fase delicata che non va mai sottovalutata. Per questo l’Enpa di Brescia ha dedicato un approfondimento a come prendersi al meglio cura di loro.
Spesso i cambiamenti non si notano subito. Un cane o un gatto può sembrare in forma anche a 10 o 12 anni, magari con qualche pelo bianco in più ma lo stesso sguardo di sempre. Eppure, proprio come noi, anche loro affrontano un naturale processo di invecchiamento, fatto di rallentamenti fisici e cambiamenti comportamentali. È la cosiddetta età geriatrica: nel cane inizia intorno ai 6-9 anni, a seconda della taglia; nel gatto, intorno agli 8 anni, diventando evidente dopo i 12.
Come cambia un animale anziano. Imparare a osservare i piccoli segnali è fondamentale. Ecco i campanelli d’allarme più comuni:
1.Meno attività fisica: giocano meno, si stancano prima, dormono di più.
2.Problemi di mobilità: fatica a salire le scale, difficoltà ad alzarsi o saltare.
3.Variazioni di peso: aumento o perdita senza motivo apparente.
4.Cambiamenti comportamentali: disorientamento, irritabilità, alterazioni del sonno.
5.Problemi dentali: alito cattivo, difficoltà a mangiare.
6.Riduzione di vista e udito: meno reattività agli stimoli.
7.Pelo opaco, pelle secca o escoriazioni.
8.Maggiore sete e frequenza urinaria.
9.Difficoltà respiratorie: affanno, tosse.10.Cambiamenti nell’appetito.
Anche il cervello risente del tempo che passa. Alcuni animali sviluppano una disfunzione cognitiva simile all’Alzheimer umano. Possono sembrare smarriti, non riconoscere luoghi familiari o persone, ripetere comportamenti incompleti (come chiedere di uscire e rientrare subito dopo), avere disturbi del sonno o della memoria. Troppo spesso questi segnali vengono scambiati per “normali”, quando invece possono e devono essere affrontati con l’aiuto del veterinario.
L’importanza della prevenzione e dell’osservazione
La medicina preventiva è essenziale. Visite regolari, una dieta bilanciata, attività fisica adatta all’età e tanta osservazione quotidiana possono fare la differenza. Non aspettiamo che il dolore si manifesti in modo evidente: i nostri animali soffrono in silenzio. Non sempre piangono o si lamentano, ma comunicano con lo sguardo, i gesti, le abitudini che cambiano. Sta a noi saperli ascoltare.
Vecchiaia non è fine vita: è un nuovo modo di viverla
Prendersi cura di un animale anziano richiede più attenzione, ma non significa rinunciare alla qualità della vita. Anzi. Molti cani e gatti “senior” continuano a vivere esperienze piene, relazioni profonde e momenti indimenticabili con chi li ama. Serve pazienza, empatia, e la consapevolezza che in questa fase sono ancora più bisognosi di noi.
Non trattiamoli come “già alla fine”: stanno solo vivendo in modo diverso. E c’è ancora tutto il tempo per le coccole sul divano, le passeggiate lente, le ciotole piene d’amore.
Categorie: Cani, Cura e gestione, Gatti
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