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Cassazione convalida l'omicidio colposo al proprietario di due pitbull che uccisero due persone

03/01/2012

Per la Suprema Corte, nella tragica eventualità che un cane uccida, il proprietario è da ritenersi responsabile. E’ quanto ha sentenziato la Cassazione nei confronti di un uomo, un quarantenne pugliese, giudicandolo colpevole di duplice omicidio colposo per omessa custodia dei suoi due pitbull che nel 2002 aggredirono e uccisero due uomini.
Dopo essere già stato condannato dalla Corte d’appello di Lecce, nell’ottobre 2010, per duplice omicidio colposo, l’uomo ha cercato di giutificarsi dichiarando che non poteva essere imputata a lui la colpa della morte dei due uomini perché i suoi cani erano fuggiti, non per omessa custodia, ma perché ignoti, introdottisi furtivamente nella sua villa, avevano poi lasciato il cancello aperto conentendo ai pitbull di uscire.
La Quarta sezione penale con entenza 48429 ha respinto il ricorso dell’uomo ritenendolo inammissibile e, confermando la condanna per duplice omicidio colposo, ha evidenziato che “non può essere messo in discussione che la morte dei due uomini è riconducibile ai due cani di proprietà del ricorrente”. A confermarlo “la presenza sul corpo delle vittime di plurime lesioni da morsi di cane in punti vitali e le concordi testimonianze delle persone, compresi i carabinieri intervenuti sul posto, che hanno assistito alla parte finale dell’aggressione, quando gli animali stavano ancora infierendo sui due malcapitati”. La Cassazione nel convalidare la sentenza ha tenuto conto che,  “l’atteggiamento palesemente aggressivo tenuto dai cani quando, rifugiatisi nell’abitazione dell’imputato, dopo il fatto, manifestarono palese aggressività anche nei confronti di chiunque tentasse di avvicinarsi a loro, compreso il padrone”. Per la Suprema Corte il proprietario dei due cani è da ritenersi responsabile “per la mancata adozione delle cautele e sussistente il rapporto di causalità tra la sua condotta e l’evento verificatosi”. Inoltre, le dichiarazioni rilasciate dall’uomo ai Carabinieri dove si era recato per denunciare la scomparsa dei cani non contengono alcun riferimento al tentativo di furto subito da parte di quegli ignoti che avrebbero fatto scappare i cani.
La sentenza non specifica la durata della pena che sarà inflitta al condannato ma l’art. 589 c.p. prevede una condanna che può arrivare fino a dodici anni.


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