Nonostante le proteste di febbraio, che avevano portato il Comune di Milano a garantire che l’uso di animali vivi negli spettacoli del Teatro alla Scala non si sarebbe ripetuto, nonostante le condizioni in cui gli animali sono impiegati, con gravi rischi per la loro incolumità e per quella del personale del teatro, sono stati messi nuovamente in cartellone spettacoli che prevedono l’impiego di animali, con l’utilizzo di un cavallo e di un asinello nella Boheme di Puccini.
Sarebbe naturale pensare, in considerazione del fatto che il Sindaco Pisapia è il presidente della Fondazione alla Scala, che questi avrebbe fatto valere il peso della sua carica per bandire definitivamente l’uso di animali in teatro. Peraltro quest’attività non è soltanto tollerata dal Comune ma deve essere autorizzata dallo stesso che, se da una parte fa della difesa degli animali uno dei suoi vessilli, dall’altro ne consente l’uso sul palcoscenico contraddicendo anche le sue dichiarazioni ufficiali. Purtroppo bisogna constatare che questo impegno a tutela degli animali non ha ancora dispiegato grandi effetti.
Gli animali, che non sono neanche abituati a lavorare in un luogo pieno di rumori e di stimoli negativi – quale è per loro un teatro – vengono trasportati da Biella ad ogni rappresentazione, costretti a passare attraverso stretti corridoi e portati sul palcoscenico dove, un piccolo contrattempo, potrebbe causare un disastro: basti pensare a cosa potrebbe accadere se uno degli animali precipitasse, per un qualche motivo, nella buca dell’orchestra.
«Voglio sperare che l’assessore Bisconti e il Garante Pocar vogliano far valere il loro ruolo e far terminare questo spettacolo indegno per Milano mantenendo le promesse che erano state fatte a febbraio», ha detto nei giorni scorsi Ermanno Giudici, presidente dell’Enpa di Milano, che aggiunge: «In troppi casi, sulle politiche a tutela degli animali, il Comune di Milano animali è rimasto fermo ad affermazioni di principio che, nonostante la buona volontà, non si sono concretizzate. Dopo l’amministrazione Moratti, che della protezione degli animali aveva celebrato un “costoso culto della personalità” al quale raramente seguivano azioni concrete, siamo arrivati a quella di Giuliano Pisapia, che su questo tema rischia di non staccarsi dai blocchi di partenza facendo fare una brutta figura all’assessore Chiara Bisconti ed al Garante Valerio Pocar. In questa vicenda sembra che l’unico protagonista che mantenga negli anni le sue posizioni, a dispetto di buon senso e rispetto degli animali, sia il sovrintendente Lissner, che evidentemente si sente padrone a casa d’altri. Spero che questa ostinazione non dia corpo ad altro tipo di tragedia di quella rappresentata sul palcoscenico.»
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