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Ancora sacerdoti “anti-cani”, vano anche il messaggio di Papa Francesco

10/04/2013

Più di 450 chilometri separano Dese (Venezia) da Narni, centro abitato della provincia ternana. Due città quasi agli antipodi, ma unite in questi giorni dalle prediche anti-animali di due sacerdoti che, a fronte della gravissima crisi economica del nostro Paese, hanno invocato uno stop alle spese per i quattrozampe; spese che, secondo loro, dovrebbero essere dirottate ad altri fini.
«I sacerdoti protagonisti di queste infelici esternazioni sembrano aver dimenticato il forte messaggio lanciato da Papa Francesco che ha richiamato le responsabilità dell’uomo verso il Creato», commenta l’Ente Nazionale Protezione Animali che prosegue: «ma sembrano ignorare quanto sia importante la relazione uomo-animale, e quanto benessere milioni di persone traggano dal vivere insieme ad un gatto o ad un cane, grazie ad una relazione di reciproco affetto e accudimento».
Aiutare un animale, dunque, significa aiutare anche le persone. Gli anziani che nel loro quattrozampe hanno trovato una compagnia preziosa e fedele, nonché un valido sostegno affettivo; i giovani e gli adulti per i quali tale relazione rappresenta una salutare via di fuga dalle attuali difficoltà della vita quotidiana. Del resto, i primi a non nutrire dubbi sul punto sono proprio gli italiani, disposti a rinunciare ad una serata al cinema o ad una gita fuori porta, ma non al loro amico.
«Nessuno ha “l’esclusiva” sul Creato – aggiunge la Protezione Animali –: Esso invece appartiene a pieno diritto, senza distinzione di specie o di razza, a tutti gli esseri viventi che lo abitano». 


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