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Al via tavolo su animali sequestrati e confiscati. le associazioni ambientaliste e animaliste: "No alle aste"

24/11/2011

Su cura, ricovero e custodia degli animali sequestrati o confiscati in base alle normative, Enpa, LAV, Legambiente, Lega nazionale difesa del cane, Lipu e Wwf uniscono le proprie forze annunciando la costituzione di un Tavolo di confronto e di iniziativa comune e quale prima azione hanno avanzato alcune proposte concrete al Governo per recuperare i fondi necessari per dare adeguata risposta agli obblighi previsti da convenzioni internazionali, regolamenti comunitari e leggi italiane. Fino ad oggi la custodia degli animali eseguita secondo le normative, in assenza di un’adeguata strategia nazionale preventiva e con le palesi difficoltà di impegno per Stato ed Enti locali, è stata parzialmente fatta salva grazie alla costante ed insostituibile dedizione del volontariato anche se le strutture di cura e recupero sono poche e con scarsi aiuti e le associazioni non possono assumere in toto gli oneri propri delle Istituzioni. Quale primo atto del Tavolo comune Enpa, LAV, Legambiente, Lega nazionale difesa del cane, Lipu e Wwf hanno quindi recapitato ai neo Ministri dell’Ambiente, della Salute, dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole alcune proposte per il recupero delle risorse economiche necessarie: destinare al mantenimento in vita degli animali le sanzioni pecuniarie di scopo conseguenti al loro sequestro, prevedere una sanzione accessoria che consenta di sostenere le spese di gestione degli animali commisurandole alle aspettative di vita in cattività della specie, adeguare i diritti speciali di prelievo CITES che oggi sono irrisori e indipendenti da quantità e valore degli animali commercializzati e anche dieci volte più bassi degli analoghi costi pagati in altri Paesi europei. In Italia, per esempio, con soli 15,49 euro si paga il diritto speciale di prelievo CITES per qualsiasi quantità e/o valore commerciale di animali o loro parti commercializzate, mentre in Inghilterra bisogna pagare qualcosa come 160,00 euro, dieci volte di più! Vorremo evitare che – concludono Enpa, LAV, Legambiente, Lega nazionale difesa del cane, Lipu e Wwf – come prima scelta, quasi più per disimpegno che per efficace soluzione, lo Stato scelga la messa all’asta degli animali vivi confiscati che, seppur prevista per alcune specie dalla Convenzione di Washington, se non adeguatamente strutturata e organizzata metterebbe in pericolo la loro stessa sopravvivenza, potrebbe far tornare le vittime nelle mani dei carnefici, e non ultimo facendo introitare potenzialmente alle casse dello stato soltanto somme irrisorie.


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