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Abbandono animali, lo psichiatra: "un'aberrazione nel regno degli animali in cui l'uomo dovrebbe essere la forma di massima evoluzione"

05/08/2014

Con l’estate il vergognoso fenomeno dell’abbandono degli animali tocca il suo picco più alto, un atto socialmente condannato ma praticato da quanti escludono da un periodo felice come le vacanze esseri senzienti con cui hanno condiviso quotidianità e familiarità ma certo non affetto. Perché e come si può cancellare quello che comunque è un legame con un animale sapendo che probabilmente lo si sta condannando a morte.
Eppure cani, gatti e altri animali da compagnia ricavano il loro spazio nella famiglia e sono tasselli fondamentali nel gruppo. Spiega Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano: “Gli animali mettono in contatto emotivamente i bambini, danno sostegno, accudimento e affetto agli anziani, prevengono la solitudine e ci fanno ritrovare nei momenti difficili il piacere di amare”. Ecco perché abbandonarli significa cadere vittima di una miopia che non fa vedere le emozioni che gli animali sono in grado di regalare all’uomo”. Abbandonare gli animali è un gesto incivile e, spiega Cucchi, “un’aberrazione nel regno degli animali in cui l’uomo dovrebbe essere la forma di massima evoluzione”. Dal punto di vista comportamentale chi abbandona un animale non viene visto come membro affidabile di altri branchi dove rispetto, empatia, solidarietà e senso di appartenenza sono le matrici del successo e del benessere. Dal punto di vista psichiatrico e in questa società, l’abbandono degli amici a quattro zampe produce quindi una miopia emotiva che, conclude Cucchi “segna un periodo di declino dei valori come il rispetto per i legami affettivi.


Categorie: Curiosità