Al Festival di Cannes è stato presentato EO del regista polacco Jerzy Skolimowsky, un film che ha diviso la critica ma che di certo non è passato inosservato e che ha per protagonista un asino. Riportiamo un estratto del pezzo scritto da Gabriele Niola per Esquire:
“Solitamente sono i cani e non gli asini gli animali per i quali ci commuoviamo, con i quali empatizziamo e nelle cui storie il cinema sguazza. Invece EO sceglie di riservare quel trattamento lì, quello sentimentale, alla storia di un asino, chiamato come dice il titolo: EO (in inglese si pronuncia come il suono del raglio). Le sue avventure iniziano in un circo, passano per rapitori, camionisti, calciatori, banditi, preti e figli scapestrati, EO incontra un’umanità varia e diversa con la quale non ha mai il rapporto che può avere un cane (anche questo contribuisce a rendere tutto interessante), della quale non si cura ma da cui inevitabilmente è sballottato.
Non si pensi però che l’asino sia un pretesto per raccontare storie di uomini. È tutto il contrario, le piccole storielle di esseri umani trascurabili sono il pretesto, cosa avviene all’asino è il cuore! Jerzy Skolimowski è un esperto di film che non hanno bisogno di parole, e il suo divertimento nel riuscire a dirci tutto su quell’animale senza che né possa parlare, né possa effettivamente recitare è tangibile. EO è un film a tratti divertente e a tratti drammatico, che riprende uomini come animali e animali come uomini per divertirsi con il pubblico, farlo ridere e ovviamente (lo si capisce dalle ambizioni) sorprenderlo di continuo senza timore di sfociare anche nel dramma.
Animali e Cultura
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