A San Benedetto del Tronto, un peschereccio ha pescato a strascico in una sola “cala” ben 20 quintali di palombi. La notizia è stata pubblicata su molti quotidiani locali, che hanno mostrato le foto dei pescatori entusiasti per l’“impresa” e del pesce in mostra in attesa di essere portato al mercato ittico (nella foto).
Peccato però che l’“impresa è un vero colpo alla biodiversità dell’Adriatico, già segnata dagli effetti della pesca intensiva.
Secondo quanto dichiara MedReAct è probabile infatti che, considerata la quantità pescata, le reti a strascico della Giuseppina Madre abbiano attinto ad una nursery di palombi, con ripercussioni sull’intera popolazione di questa specie. Il palombo è una specie classificata in pericolo dall’Unione per la Conservazione della Natura (IUCN). Come altre specie di squali, il palombo cresce molto lentamente e raggiunge la taglia di riproduzione dopo diversi anni, producendo solo pochi piccoli, fattore che lo rende quindi particolarmente vulnerabile alla pesca. Inoltre, il palombo è minacciato dalla grande percentuale di individui sessualmente immaturi, per cui si prevede una riduzione della popolazione del cinquanta per cento nei prossimi venti anni a causa del prelievo eccessivo.
La scomparsa del palombo dall’Adriatico porterebbe a un’alterazione di tutta la catena alimentare marina, causando effetti devastanti come, ad esempio, un’esplosione demografica delle sue prede.
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