Il Centro di incremento ippico di Ferrara sta per chiudere e la Regione Emilia Romagna ha stabilito che i 17 cavalli e due esemplari di asino romagnolo ospitati nella struttura dovranno andare
all’asta il prossimo 14 settembre, un’asta che potrebbe significare morte.
Infatti 14 di questi animali sono classificati “Destinati alla Produzione di Alimenti per il consumo umano (Dpa)”, cioe’ al macello. Lo fa sapere la consigliera regionale verde, Gabriella Meo, lanciando un appello: “Salviamoli dal macello”.
I cavalli appartengono a razze diverse, tiro pesante rapido, arabo, bardigiano e le associazioni animaliste hanno fatto pressione sulla consigliera affinchè si rivolgesse all’assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, chiedendo di evitare il macello a “questi animali che, per buona parte della loro vita, hanno ‘prestato servizio’ in una struttura della Regione per il miglioramento delle razze equine tramite la fecondazione artificiale”.
Il centro di Ferrara, nato nel 1937, e’ sempre stata una struttura di rilievo a livello nazionale per la riproduzione, primo in Italia ad adottare l’inseminazione artificiale.
Gli animali possono essere salvati facilmente, spiega la Meo: ‘la destinazione da Dpa a ‘non Dpa’ puo’ essere cambiata volontariamente in qualsiasi momento dal proprietario. La scelta – sostiene – non compromettera’ la vendita degli animali che, nel migliore dei casi, portera’ nelle casse regionali solo poche migliaia di euro. Se alcuni resteranno invenduti, poi, gia’ diversi soggetti si sono fatti avanti per adottarli e garantire loro un giusto pensionamento’.
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