““Vita” è morta, ma dopo aver vissuto anni felici con la sua famiglia umana. Non sapeva, non poteva sapere di essere diventata il simbolo della lotta vittoriosa contro la vergogna di Green Hill. Senza quell’immagine, quel “volo” tra le mani dei salvatori che ha fatto letteralmente il giro del mondo, mi sarebbe stato più difficile condurre in Parlamento la battaglia di tutto il fronte animalista perché fosse vietato, nel nostro Paese, allevare cani, gatti e primati destinati ai laboratori. Alla fine la mia proposta di legge è stata approvata e grazie a questo testo Green Hill, chiuso dalla Procura di Brescia, non riaprirà, né potranno riaprire simili fabbriche di morte. È una vittoria di cui sono orgogliosa, che oggi dedico volentieri alla memoria di “Vita”: ormai immemore dell’inferno dov’era nata, Vita continuerà a correre felice nel paradiso dei cani”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla ricorda la cagnolina simbolo della campagna contro il canile-lager di Montichiari.
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