La triste storia di Lucky torna sui ggiornali. Il suo assassino è stato arrestato per violenza contro la moglie e i figli. L’uomo, lo scorso 21 giugno, avrebbe picchiato, legato e chiuso in una busta di plastica il cagnplino Lucky gettandolo poi in un cassonetto. Recuperato dai volontari dell’associazione Amici del Cane, il piccolino è comunque morto dopo due giorni. Sulla vicenda la Procura di Latina aveva aperto un’inchiesta e ora il suo assassino è stato arrestato per violenze familiari. Secondo quanto emerso dalle indagini l’uomo è colpevole di maltrattamenti e violenze nei confronti della moglie e dei figli.
Da anni si studiano le interconnessioni tra violenze su animali e comportamenti violenti nei confronti degli umani, per cui il maltrattamento e/o uccisione di animali viene scientificamente identificato quale potente indicatore di pericolosità sociale essendo il primo comportamento alla base di una escalation di violenze fra cui scippi, rapine, rapimenti, violenze sessuali, assalti, omicidi. Dagli stessi dati emersi dalle indagini scientifiche italiane più recenti il maltrattatore o uccisore inizia l’“addestramento” alla violenza, con animali. Spesso, la violenza intra famigliare e lo stalking sono associati ad abusi su animali poiché i partner violenti minacciano di ferire o uccidere gli animali domestici o maltrattano fisicamente questi animali come strumento di controllo, terrore e potere sulle donne e i minori presenti in famiglia. La violenza domestica su animali, quindi, oltre ad essere un fenomeno da contrastare di per sé, è un importante indicatore di pericolosità per le donne e sintomo di una situazione esistenziale patogena nei minori.
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