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Giornata Mondiale degli Oceani, un documentario per difendere i mari dai predatori umani

08/06/2021

Oceans Day 2021, oggi 8 giugno è la Giornata Mondiale degli Oceani  istituita dal 1992 e ufficialmente riconosciuta dall’Onu dal 2008.
Ali e Lucy, la giovane coppia di registi di Seaspiracy, hanno voluto realizzare un documentario visibile su Netflix per raccontare il loro viaggio per il mondo, documentando i danni giganteschi della pesca industriale su un ecosistema marino depredato.

Entrambi amiamo gli oceani da che abbiamo memoria. Il mare ci ha dato molta gioia e ispirazione, ed era il nostro sogno girare, un giorno, un documentario sulle meraviglie della vita marina.
Ma appena abbiamo iniziato a girare e a scoprire cosa stava accadendo nel mare, abbiamo capito che il documentario doveva mostrare questo lato della storia, che per lungo tempo è stato per lo più nascosto. Siamo stati testimoni di terribili distruzioni, abusi e corruzione, e sapevamo di dover divulgare quanto l’industria globale della pesca stia massacrando gli oceani, al di fuori della nostra vista. Abbiamo rotto l’assordante silenzio riguardo il ruolo della pesca e di come stia svuotando i nostri mari, decimando l’habitat e colpendo il nostro clima.
L’Italia ha 32 Aree Marine Protette, ma queste sono meno del 10% del totale della sua areaGIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI | Universo Donna marittima. 
Ma ancor peggiore è il fatto che la Corte dei Conti Europea ha scoperto che solo nell’1% di queste aree, così come in quelle di altri stati UE, è vietata la pesca. Infatti, il 59% delle aree protette del Mediterraneo è più soggetto alla pesca a strascico delle aree non protette.
Il Mediterraneo è il mare più sovrasfruttato al mondo in termini di pesca, e tutte le acque lungo la bellissima costa italiana sono classificate in cattive condizioni. Ecco perché, come paese membro del G7 e dell’UE, chiediamo a Roberto Cingolani, ministro dell’Ambiente, di creare e rinforzare almeno del 30% entro il 2030 le riserve marine italiane con divieto di pesca.
Queste zone a pesca vietata proteggeranno la vulnerabile fauna selvatica che è prossima al collasso, e assicurerà a questi habitat una possibilità di ripresa. 
Questo dev’essere uno sforzo globale, per questo chiediamo ai leader mondiali di unire le forze e proteggere almeno il 30% dei nostri oceani entro il 2030. 

Perché è così importante? Le risposte nella petizione lanciata dai due giovani

 


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