20/01/2021

Si dice che un cane che morde una persona non fa notizia ma se a mordere è l’uomo allora si. E’ un po’ come quando a soffrire di allergia non è l’uomo ma il gatto. I gatti infatti, sono animali che, come noi, possono soffrire di allergie, con sintomi paragonabili ai nostri: difficoltà respiratorie, eruzioni cutanee, problemi intestinali fino, nei casi più gravi, allo shock anafilattico.
A innescare le reazioni allergiche nei gatti possono essere i pollini, gli alimenti, gli antiparassitari e la saliva delle pulci (iniettata dal parassita al momento della puntura per non far coagulare il sangue). Ma quello che forse suscita stupore è che gli animali domestici possano essere allergici anche ai loro umani. Più esattamente le persone possono essere fonte di allergia attraverso i loro peli, capelli e (orrore) scaglie di pelle morta. Per questo, visto che (si spera) sono dispersi nell’ambiente in quantità molto limitate, sono rari i casi in cui i gatti diventano intolleranti nei confronti degli uomini, mentre è più diffuso il contrario.
L’allergia felina all’essere umano si presenta di solito in forma di dermatiti miliari, ovvero caratterizzate dalla comparsa di vescichette e da perdita di pelo, che compaiono principalmente attorno alla testa e al collo dell’animale.
È necessario allora separarsi dal gatto? Assolutamente no, la convivenza gatto-umano è possibile anche in questo caso. Un po’ come l’allergia al gatto può essere sconfitta, o almeno aggirata.
La soluzione sta, molto semplicemente, nell’utilizzo di farmaci che contengono piccole dosi di allergeni similari a quello “incriminato”, dal momento che un gatto allergico all’uomo è di solito sensibile anche ad altri allergeni. Così facendo, poco alla volta l’organismo del nostro amico si abitua a noi e alla fine non proverà più fastidio.
Possiamo, anche in caso di allergia del gatto continuare a condividere gli spazi e le coccole senza limitazioni.

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