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Ugo, incastrato su un albero di 15 metri a Pesaro e salvato dai Vigili del Fuoco grazie anche all’Enpa di Pesaro

02/08/2021

Era incastrato da due giorni sopra un albero altissimo. Si sentivano i miagolii ma nessuno riusciva a vederlo. Ugo, un gatto di due anni di Pesaro non riusciva più a scendere. La proprietaria si è rivolta una prima volta ai vigili del fuoco per intervenire ma non sono riusciti a vederlo. Sempre più disperata allora ha chiamato l’Enpa di Pesaro. Una volta sul posto Cristiana e Sabrina, volontarie dell’Enpa di Pesaro che sono riuscite con un binocolo ad individuare finalmente il gatto: Ugo aveva le zampe intrappolate tra i rami e non riusciva a scendere da quella pianta alta 15 metri.
La sera sono quindi tornati i vigili del fuoco e hanno iniziato l’operazione di salvataggio. Ugo è stato liberato dalla squadra vigili del fuoco che ha dovuto tagliare diversi rami per raggiungerlo. Sul posto la proprietaria del gatto, le volontarie dell’Enpa che si sono prese cura del micio e la Polizia locale. Il gattino era affamato e spaventato, ma ha potuto riabbracciare felice la sua proprietaria.

Se capitasse anche a noi di avere il nostro micio su un albero alto, irragiungibile e non sappiamo come potrebbe reaggire ad un tentativo di recupero, non affidiamoci all’improvvisazione, potremmo mettere a repentaglio la salute della nostra e del gatto . Meglio chiamare i vigili delgatto obeso su albero fuoco o chiedere consiglio al veterinario di fiducia, che conosce meglio la psicologia felina e può suggerirci l’approccio più efficace e sicuro.
Fare scendere un gatto dall’albero non è sempre semplice, anche perché – per una ragione che appureremo – una volta salito spesso e volentieri non sa come ritornare sui propri passi e tornare al suolo. Malgrado una spiccata agilità dimostrata quando si arrampica verso l’alto, il gatto non è in grado di essere altrettanto abile nella fase di discesa.
Non è escluso che ci possa trovare di fronte a una situazione di incapacità oggettiva a scendere. Ecco perché non dobbiamo indugiare e aspettare troppo a lungo che il micio torni giù. Disperato potrebbe lanciarsi nel vuoto rischiando la propria vita in un tentativo disperato di uscire da una situazione fuori dalle sue possibilità.
Fare scendere un gatto dall’albero non è facile perché l’intrepido arrampicatore deve capire che per scendere deve ripercorrere il percorso al contrario. C’è chi ignora la paura e cerca di ripercorrere il tronco velocemente e con la faccia rivolta verso il suolo, mentre altri si limitano a chiamare aiuto, sgolandosi fino a quando qualcuno non si accorge di loro.

gatto nero riposa su albero

Per fortuna i gattari esperti possono aiutarci. Fare scendere un gatto dall’albero richiede metodo. Perché lo faccia in autonomia, possiamo provare a richiamare la sua attenzione a voce o con un bocconcino appetitoso.

Nel caso in cui il micio dovesse essere duro da convincere possiamo avvicinarsi con l’ausilio di una scala che ci viene sorretta da qualcuno che rimane al livello della strada.In questo caso, però, dobbiamo andargli incontro con un trasportino, in maniera tale da metterlo in sicurezza prima possibile.
Se nessuna di queste opzioni è praticabile, conviene chiedere l’intervento dei vigili del fuoco. Loro infatti, oltre ad avere degli strumenti certamente più idonei, sono addestrati per affrontare situazioni di pericolo.


Categorie: Varie

Il serial killer dei gatti di Brighton (GB) condannato a 5 anni di carcere. Ne ha accoltellati sedici 'senza motivo e con crudeltà'

02/08/2021

Pesante condanna a 5 anni di reclusione nel Regno Unito per Steven Bouquet, un addetto alla sicurezza privata ribattezzato dai media britannici “il cat killer di Brighton” per aver accoltellato fra il 2018 e il 2019 16 gatti nella cittadina balneare a sud dell’Inghilterra: uccidendone nove e ferendone sette. Contro di lui – come riportato dall’Ansa – sono scattati i rigori della legge ad hoc approvata negli ultimi anni sull’isola per punire il maltrattamento immotivato degli animali.Di cosa hanno paura i gatti? - I Miei Animali La sentenza è stata emessa di fronte alla Chichester Crown Court dal giudice Jeremy Gold, che ha spiegato d’aver inflitto 3 mesi di carcere all’impassibile imputato dalla testa calva per il possesso ingiustificato di un coltello identificato come arma atta a offendere; e il resto della pena per le brutalità perpetrate sulle bestiole. In udienza sono state raccolte le testimonianze di diversi proprietari dei gatti presi di mira da Bouquet: in genere animali domestici catturati nei giardini o nelle vicinanze di alcune case di Brighton. Il giudice ha sottolineato “la crudeltà” esibita senza motivo dalla guardia giurata verso le sue vittime a quattro zampe e la sofferenza provocata alle persone “le cui famiglie avevano a cuore la vita” di quei mici. (ANSA).


Categorie: News dal Mondo

Il commovente addio dell’Enpa di Voghera a Bullo, ospite del rifugio. Al suo posto già un'altra creatura bisognosa

02/08/2021

Il dolore che si prova per la perdita di un animale è immenso e solo chi ha accolto nella propria famiglia un quattro zampe può capirlo. Pochi però si immaginano cosa voglia dire perdere un trovatello di un fifugio. Un cane che con l’impegno, attraverso il volontariato, hai cercato di farlo stare bene, farlo sentire amato, coccolato. Questo post dei volontari dell’Enpa di Voghera parla di questo amore e di questa perdita. Un sentimento che da Nord a Sud unisce i volontari Enpa di tutta Italia. Addio bullo!

“ADDIO BULLO”
Ti abbiamo risollevato da terra un’infinità di volte, siamo corsi solerti ad ogni tuo inconfondibile richiamo ma neanche moltiplicando per mille tutto ciò si riesce a quantificare il bene che ti abbiamo voluto fino alla fine, fino ad oggi.
Di parole per te ne servono veramente poche, finirebbero solo per sminuire tutto quello che è stato.
L’unica cosa da considerare è che è assurdo che un cane per trovare serenità, affetto e attenzioni debba vivere all’interno di un canile.
È stato un vero privilegio averti al fianco silenzioso e riservato per tutti questi anni.
Ciao Bullo, sei stato un caro amico, passeggia elegante come facevi un tempo…. quel lungo corridoio alla mattina presto non sarà più lo stesso da domani.

Nell’immaginario collettivo i canili e i gattili rimandano alla tristezza, alla disfatta esistenziale, alla rassegnazione emotiva quando, al contrario, sono luoghi profondamente educativi che insegnano a coltivare valori profondi, positivi unitamente a priorità esistenziali.
In questi luoghi smantellare il box di un caro amico con il quale si sono condivisi anni e anni è si un momento di dolore che mette ben in mostra, lì ammassati tutti i simboli di una vita effettivamente vissuta a metà ma è un dolore che non ti annichilisce anzi ti rinforza il cuore e si trasforma in immediato gesto di aiuto per qualcun altro….. ed è così che quella cuccia passerà ad un altro cane esattamente come i giochi e le ciotole…… e in questi 2 metri quadrati di oggetti ammucchiati è condensato tutto l’affetto che è stato dato a qualcuno attraverso gesti diretti e la partecipazione di chi pur non essendo con noi qua dentro conosce, aiuta e ricorda dando valore alle vite vissute.
In quel box ora c’è una nuova amica prontamente accolta perché bisognosa.
In un susseguirsi continuo di avvenimenti tutto scompare di fronte al grande insegnamento della vita che tra gioie e dolori fa svanire l’effimero valorizzando un impegno che non può mai permettersi di venir meno a se stesso.I canili e i gattili sono luoghi preziosi non solo per gli animali in difficoltà ma anche per coloro che con recettività vogliono arricchire la propria anima….

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Categorie: Storie del cuore