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Due rarissimi Ibis eremita depongono uova su un tetto di Roma: “Evento eccezionale, non disturbare e non interferire in alcun modo”

30/04/2021

Due rarissimi Ibis eremita, una specie quasi estinta e minacciata secondo la lista Rossa dell’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), hanno deposto delle uova a Roma, su un tetto di una nota azienda. L’Enpa, insieme ad altri volontari del WWF, ha raccolto la segnalazione e si è recata sul posto per monitorare la situazione in piena sicurezza per gli animali. L’ibis eremita, infatti, è una specie classificata “in pericolo di estinzione” ed oggetto di un importante progetto di reintroduzione finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life+ e che coinvolge Austria, Germania e Italia. Per questo motivo, gli operatori Enpa hanno prontamente allertato il personale del Progetto Waldrapp.
I due esemplari di Ibis eremita (Geronticus eremita) Hannibal e Smudo hanno deciso di sostare e nidificare sul terrazzo, una cavità artificiale creata ai piani alti, corrispondente al balcone dell’area di svago del personale. Accompagnati dal personale dell’azienda, e con tutte le dovute cautele e discrezione, è stato possibile identificarli con certezza, e grazie ai trasmettitori Gps di cui sono stati dotati gli uccelli per il loro live tracking, sarà possibile risalire anche alle tappe del loro viaggio. I volontari hanno raccomandato al personale aziendale di non avvicinarsi ai volatili né di dar loro da mangiare, al fine di evitare ogni forma di disturbo, per garantire il benessere degli animali nonché il rispetto delle normative vigenti.
L’ibis eremita (geronticus eremita) è un uccello che un tempo era diffuso in tutto il bacino mediterraneo, dall’Europa meridionale al nord Africa al Medio Oriente. Attualmente, a causa del bracconaggio, delle modifiche degli habitat e dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura, questa specie è in grave pericolo di estinzione: ne rimangono circa cinquecento esemplari localizzati prevalentemente in Marocco.


Categorie: Varie

La sua mamma umana è in dolce attesa e per lui non c'è più posto. La triste storia di Pepe per assurde convinzioni

30/04/2021

In passato, circolavano immotivate preoccupazioni riguardo la presenza degli animali domestici in casa durante la gravidanza. Per paura di contrarre malattie, ad esempio, gatti e cani venivano allontanati dall’abitazione quando la donna aveva la certezza di essere in dolce attesa. Per fortuna, grazie alla sempre più crescente divulgazione di informazioni da parte di medici ed esperti del settore, molti di questi tabù sono stati sfatati. Ma qualcuno si rifiuta di capire o coglie l’occasione per liberarsi di un animale non più gradito.
E’ quanto capitato al piccolo Pepe di sei mesi. Quella che lui considerava la “mamma” rimane incinta, per lui non c’è più posto, ora è in cerca di una casa.
Pepe sta passando giorni terribili: aveva un posto dove stare, dormire e giocare e degli umani che sembrava proprio gli volessero bene. Poi, però, tutto è scomparso. Pepe ha perso tutto perché la sua mamma umana è in dolce attesa.
Una storia incredibile, ma vera. L’avvento di un cucciolo di umano ha fatto sì che lui non potesse più rimanere dentro quella casa e per lui è scattato si sono aperti i cancelli di un canile. Una scelta di cattiveria o ignoranza
Le famiglie che aspettano un bimbo ed hanno animali domestici non hanno nulla di cui preoccuparsi: tutte le malattie che possono potenzialmente colpire cani e gatti, infatti, non sono in alcun modo trasmissibili agli esseri umani. Gli agenti patogeni causano insorgenza di patologia in una sola specie.
L’unica malattia che può essere trasmessa alla futura mamma e di conseguenza al feto è la toxoplasmosi (leggete anche questo post) ma si tratta del gatto. La presenza di un cane, invece, può addirittura aiutare la donna incinta a mantenersi in forma grazie alle passeggiate all’aria aperta che migliorano umore e circolazione. Il cane (ma questo vale in ogni situazione) deve essere correttamente vaccinato (fare attenzioni ai richiami annuali) e sverminato (anche questo da controllare annualmente) e infine bisogna controllare la presenza di parassiti esterni. In quest’ultimo caso e durante la gravidanza è sempre meglio lo faccia qualcun altro in famiglia. Con queste tre semplici precauzioni e con una corretta igiene quotidiana non solo il cane “avverte i cambiamenti ormonali e difende la propria padrona dal mondo esterno” ma protegge il proprio ruolo di amico fedele e di compagnia.
Ma torniamo al piccolo Pepe. Qualcuno, però, si è accorto di lui e ha dato modo a questa storia di venire ancor più alla luce. Parliamo dei volontari di ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), i quali hanno pubblicato un appello sulla loro pagina ufficiale di Facebook. Un modo per far sì che Pepe possa trovare al più presto una famiglia, responsabile, che si prenda cura di lui per sempre. Pepe 6mesi,6kg,futura taglia media/piccola(12kg),si affida vaccinato e chippato, si trova in Calabria ma viaggerà con staffetta autorizzata dopo la prassi per adozione. Cambiamo il suo destino, si merita una famiglia che lo reputi membro ?per info 3420376626

 


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Sequestro allevamento a Trecastelli (AN), 600 cani in sofferenza. Le Associazioni denunciano: “Urge velocizzare i tempi”

30/04/2021

Enpa, LAV, Lndc Animal Protection e Oipa sono coese nel denunciare la drammatica situazione in cui versano gli oltre 600 cani ancora presenti all’interno dell’allevamento marchigiano. Cibo, cucce, medicinali, antiparassitari così come volontari e veterinari a supporto non sono sufficienti, ci sono a oggi gravi criticità che vanno risolte rapidamente: l’imminente fine delle risorse economiche, la migliore gestione dei cani – malati e non – e delle strutture di permanenza degli animali, così come la lentezza delle sterilizzazioni.
Dopo quasi tre mesi dal sequestro dell’allevamento “Itshow Kennel By Amico Cane” a Trecastelli (AN) dove è presente un grave focolaio di brucellosi canina, la situazione per la maggior parte degli oltre 600 cani ancora detenuti al suo interno è a tutt’oggi grave.
“Ci sono molte criticità da risolvere nel più breve tempo possibile”, dichiarano Enpa, LAV, Lndc Animal Protection e Oipa che, come altre associazioni locali, si sono prontamente attivate per dare massimo e concreto supporto agli animali: dall’acquisto di cibo, cucce, medicinali e antiparassitari, tosatrici, fino alla presenza in loco di volontari e veterinari, nell’ovvio rispetto delle norme dettate dalla situazione contingente.
Ma la situazione resta allarmante: cani ammassati, di molto eccedenti la capienza della struttura, con 8-10 animali in poco più di un metro quadrato; impossibilità di collocare cucce per carenza di spazio; cani a pelo lungo con piaghe da decubito poiché costretti a vivere sui propri escrementi; tanti altri cani destinati a vivere per lunghi mesi esclusivamente all’interno dei trasportini (fino a 5 insieme), azzannandosi spesso tra di loro come possono testimoniare anche i volontari e i veterinari LNDC ed ENPA presenti sul posto.
Le Associazioni animaliste chiedono interventi urgenti per migliorare la situazione degli animali e per garantire loro assistenza e cure. In primis lo stanziamento di nuove risorse economiche per l’accudimento e la cura dei cani perché, da quanto riferito dal Sindaco di Trecastelli, quelle attuali si esauriranno entro inizio giugno al massimo. E’ necessario, pertanto, riorganizzare la gestione dei cani, tenendo conto dell’infezione da Brucella canis: lo spostamento degli animali negativi in un’altra struttura va troppo a rilento, soprattutto considerando che occorrono circa 40 giorni per avere gli esiti dei test e che, questi, vanno ripetuti due volte.

Così come è necessario velocizzare i prelievi e testare quanti più cani possibili partendo nell’immediato almeno dai cuccioli e, allo stesso tempo, sterilizzare a tappeto tutte le femmine presenti nella struttura.
Sarebbe anche auspicabile avere uno o più veterinari fissi all’interno dell’allevamento, in quanto gli animali hanno bisogno di monitoraggio e di cure costanti. Indispensabili, poi, i container già messi a disposizione dalla Protezione Civile per decongestionare la struttura e che però, ad oggi, non sono ancora arrivati.
Le Associazioni, infine, fanno presente la necessità di accelerare l’adozione dei cani sani che in questo modo troverebbero accudimento e serenità in una famiglia, alleggerendo al contempo la struttura. Le famiglie già iscritte in lista d’attesa per accogliere uno di questi cani sono più di cinquemila. Le Associazioni chiedono, in conclusione, di elaborare un protocollo efficiente per la gestione in sicurezza dei cani, con l’obiettivo di affidare od ospitare in strutture adeguate quelli sani, prestando nel frattempo cure e assistenza a quelli malati.

Foto web


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Gli animali di sei circhi siciliani non hanno più cibo, Enpa invia aiuti a Palermo. Rocchi: “Non più rimandabile la riforma per riconversione dei circhi in spettacoli senza animali”

30/04/2021

Gli animali di sei circhi siciliani non hanno più cibo. I titolari hanno lanciato l’allarme e, ieri pomeriggio, si sono incontrati a Palermo al circo che si trova al centro commerciale Forum. L’Ente Nazionale Protezione Animali, attraverso la Sezione di Palermo è intervenuta sul posto in aiuto degli animali, portando varie forniture di fieno.
“L’Enpa porta aiuti agli animali dei circhi. Qualche mese fa sarebbe stata fantascienza ma in tempi di necessità, nonostante noi continuiamo a contrastare con tutte le nostre forze lo sfruttamento degli animali nei circhi, non possiamo non intervenire di fronte alle condizioni degli animali che, oltre ad essere privati della loro libertà, stanno soffrendo le conseguenze dell’attuale momento di crisi. Ancora una volta Enpa è costretta a intervenire per soccorrere animali di un comparto per il quale i vari ministri della Cultura degli ultimi anni non sono riusciti a incidere, rimandando ogni volta l’unica riforma possibile: la riconversione dei circhi in spettacoli viaggianti senza animali. Una riforma non più rimandabile!


Categorie: Varie

LNDC: "Nelle mani giuste" perchè non esistono ‘cani cattivi’, ma esistono cattivi ‘padroni’

30/04/2021

La LNDC, Lega Nazionale del Cane Animal Protection nell’ultimo anno ha soccorso oltre 3500 pitbull e ne ha accuditi più di 1200 grazie a 600 volontari che si dedicano ad una importante missione: portarli via dai loro aguzzini, curarli e rieducarli con l’ausilio di veterinari comportamentalisti, istruttori cinofili e volontari qualificati. Chi conosce e ama gli animali sa che non esistono ‘cani cattivi’, ma esistono cattivi ‘padroni’ e i Pitbull, sfortunate creature, sono molto spesso vittime di uomini senza scrupoli che cercano di trasformarle in inconsapevoli macchine di morte al solo scopo di trarne dei profitti. Noi siamo impegnati a salvare questi cani segnati da un destino crudele fatto di maltrattamenti di ogni tipo e combattimenti clandestini.
Ed è proprio a loro che abbiamo dedicato un’importante campagna di sensibilizzazione e informazione dal titolo “Nelle mani giuste” che porta il volto di Raffaella Mennoia, storica autrice di Maria De Filippi e grande amante degli animali.
Per questa campagna è stata attivata una landing page ad hoc visibile a questo link, sulla quale è possibile acquisire informazioni sul Pitbull, chiedere consigli, chiarire pensieri o sfatare idee scrivendo al dog trainer LNDC, specializzato in queste tipologie di cani. Al medesimo link, inoltre, è possibile conoscere le storie di alcuni dei cani salvati da abbandono e maltrattamenti, che curiamo, assistiamo e proteggiamo. Tanti di loro sono adottabili, pronti per essere accolti in casa, mentre tanti altri, quelli che ancora portano i segni delle sofferenze subite possono essere adottati a distanza.
Dopo anni di soprusi, vogliamo dare loro una vita degna di essere vissuta.

Aiutiamoli a non lasciarli soli


Categorie: Cani, Eventi e Appuntamenti

Il bisonte, grande animale estinto da 100, anni torna a vivere nelle riserve d'Europa (video)

29/04/2021

Potremmo immaginare di essere nelle praterie nordamericane dove i pellerossa vivevano grazie alla presenza dei bisonti, bestioni alti oltre due metri e pesanti fino a una tonnellata. Ma non è così, siamo in Europa dove alcuni programmi di reintroduzione del bisonte europeo sta avendo un grande successo. In Europa questi animali si erano estinti nel 1919, ora ce ne sono novemila, discendenti da soli 12 esemplari che erano stati tenuti in cattività e che sono stati lentamente reintrodotti in natura.
Preziosa mandrie di quello che è stato il più grande animale selvatico terrestre sono tornate a pascolare nei parchi naturali d’Europa dalla  Spagna all’Ucraina. L’ultimo esemplare nato e cresciuto in natura fu ucciso circa novant’anni fa nel Caucaso, e da allora per quasi un secolo non si è più visto

Un tempo il bisonte europeo, che è un po’ più grosso del più famoso bisonte americano, si poteva avvistare facilmente dal Caucaso alla taiga scandinava, dalle pianure britanniche alle colline delle Ardenne, dai Vosgi tedeschi ai Carpazi. Contrariamente ai pellerossa che uccidevano solo i bisonti necessari per sopravvivere sia perché avevano rispetto di tutti gli animali sia perché sapevano che senza di loro sarebbero morti di fame e di freddo, gli europei, come i pionieri in America, ne fecero strage per la carne e vendere la loro pelle.

A partire dagli anni Cinquanta si cominciarono ad ottenere i primi successi: nel giro di qualche anno, una mandria selvatica di circa 100 esemplari fu reintrodotta nella foresta di Bia?owie?a, tra la Bielorussia e la Polonia, uno dei posti più selvaggi rimasti in Europa per diffondersi poi verso ovest fino alla penisola iberica.
In Spagna i bisonti selvatici, potrebbero aiutare a fermare gli incendi estivi
Secondo gli ambientalisti, i bisonti potrebbero aiutare la Spagna a limitare i grandi incendi estivi, ripulendo il sottobosco e limitando il rischio della diffusione del fuocoL’Est Europa rimane comunque la zona in cui la reintroduzione del bisonte europeo ha ottenuto i successi principali. Il crollo dell’Unione Sovietica ha portato, a partire dagli anni Novanta, uno spopolamento delle zone rurali, che ha favorito il proliferare dei bisonti. Ne sono stati avvistati anche a Chernobyl, nelle zone disabitate in seguito all’incidente nucleare del 1986, e che nel frattempo si sono riforestate e popolate di molti animali selvatici che hanno approfittato dell’assenza umana. La loro presenza ha provocato  proteste e in certi casi danni ingenti alle proprietà di chi in quelle zone abita ancora, in parte perché i bisonti sono animali imponenti e apparentemente minacciosi. In realtà, hanno spiegato i ricercatori, sono schivi con gli umani e non rappresentano un pericolo. In molti casi le mandrie più numerose stanno cominciando ad attrarre un turismo di appassionati di animali e natura, in zone che fino a un po’ di tempo fa erano poco o per niente frequentate, creando nuove opportunità di business.

Nel 2022 infatti verranno introdotti nel Kent tre femmine e un maschio di bisonti nella speranza che comincino a riprodursi naturalmente. Generalmente ogni femmina produce un piccolo all’anno.I bisonti verranno dalla Polonia e dai Paesi Bassi, entrambi posti dove sono stati reintrodotti con successo.
Il motivo del progetto non è solo per incentivare la diffusione della specie ma anche perché questi animali aiutano
a far crescere foreste di conifere. Si tratta di un anello mancante nell’equilibrio ecologico del paese.Anche l’ Italia con il parco Natura Viva, in provincia di Verona, aderisce al programma europeo di riproduzione e allevamento e  al momento ne ospita una coppia con la sua progenie.


Categorie: News dal Mondo

Vibrisse Shake, il soft drink per happy hours felini

29/04/2021

Se dal Giappone è arrivato il primo vino destinato ai gatti, il Miao Miao Nouveau, la rivista agrodolce.it annuncia che l’Italia lancia la prima bevanda in lattina per gatti, Vibrisse Shake. a produrla la Croci Spa, un’azienda di Varese,  fondata nel 1990. La società ha in catalogo oltre 8.000 referenze che spaziano dagli accessori alle collezioni di abbigliamento per cani fino al pet food e ora i soft drink per animali.
Vibrisse Shake è un alimento complementare ad alto contenuto di liquidi, altamente dissetante e gustoso grazie alla presenza di carne o pesce nella misura del 5% sul totale. La carne e il pesce vengono finemente sminuzzati per essere facilmente assimilabili anche da cuccioli e gatti anziani o con particolari problemi.
Perfetto per essere somministrato lontano dai pasti come gustoso spuntino o aggiunto ai normali pasti della giornata. Ideale anche come «aggiunta» al cibo secco soprattutto per quei gatti che non amano l’umido e hanno ancora più necessità di essere idratati. Con una formulazione totalmente Grain Free, Vibrisse shake è perfetto anche per i gatti più delicati o con sensibilità alimentare.
Vibrisse Shake è un brodo da destinare all’alimentazione quotidiana dei propri gatti. È proposto sul mercato in vari gusti: pollo, tonno e anatra per senior, kitten e gatti adulti. Vibrisse Shake è un alimento complementare ad alto contenuto di liquidi. La carne e il pesce sono finemente sminuzzati in modo da rendere il prodotto ideale anche per cuccioli e gatti anziani. L’iniziativa di Croci Spa non è dettata solo dal desiderio di rincorrere la moda del momento o dalla volontà di sfruttare le enormi prospettive di crescita del mercato degli animali da compagnia: la nuova bevanda va a soddisfare le esigenze nutrizionali dei mici che tendono a bere poco e per questo sviluppano calcoli e insufficienza renale.
Basta versare il contenuto della lattina in una ciotola e il gatto, quando va a mangiare o a bere, avrà modo di dissetarsi con la speciale bevanda. Un packaging pratico per un drink gustoso e dissetante che anche i gatti più esigenti potrebbero amare.

 


Categorie: Curiosità

Covid-19. Due gatti domestici contagiati dai proprietari nel Regno Unito. Uno è morto

29/04/2021

Due casi di trasmissione del Covid-19 dall’uomo al gatto domestico. Come riporta Agi la notizia arriva dal Regno Unito, ed è stata descritta dalla rivista Veterinary Record, riportando indagini degli scienziati dell’Università di Glasgow, riconosciuti nell’ambito di un programma di screening della popolazione felina del Regno Unito. I due esemplari contagiati, appartenenti a razze diverse, provenivano da due famiglie separate e mostravano segni respiratori da lievi a gravi. Il team, in collaborazione con il servizio di diagnostica veterinaria della School of Veterinary Medicine della struttura universitaria, ipotizza che entrambe le infezioni siano state trasmesse ai felini dai loro proprietari, che avevano manifestato sintomi associati a Covid-19 prima dei gattini. Il primo caso riguarda Ragdoll, una cucciola di quattro mesi adottata da una famiglia in cui il proprietario aveva sviluppato sintomi coerenti con l’infezione da SARS-CoV-2 alla fine di marzo 2020, ma non era stato sottoposto a test PCR. Durante il mese di aprile, la gattina è stata portata dal veterinario per difficoltà respiratorie. Le sue condizioni sono peggiorate rapidamente ed è stato necessario sopprimerla. L’autopsia ha confermato danni ai polmoni compatibili con una polmonite virale ed è stata riscontrata l’infezione da SARS-CoV-2. Il secondo caso riguarda una femmina siamese di sei anni proveniente da una famiglia in cui è stato riconosciuto un caso di Covid-19.
Dei due casi si sono occupate le autorità preposte, che avrebbero documentato, analizzando singolarmente i due casi, il salto di specie del virus da uomo a gatto, mentre non ci sarebbero attualmente prove di trasmissione da gatto a uomo.


Categorie: News dal Mondo

Save the Dogs e Green Impact lanciano un appello alla Regione Campania per applicare sanzioni a chi tiene i cani a catenaHA CANE ALLA CATENA

29/04/2021

La Campania è la Regione più virtuosa del Mezzogiorno sul divieto di tenere i cani a catena. La legge attuale però non prevede sanzioni per chi viola le regole. Save the Dogs e Green Impact lanciano un appello alle autorità e la petizione #liberidallacatene per chiedere l’introduzione di multe severe e far diventare la Campania un modello di riferimento non solo al Sud ma in tutta Italia.
Non basta la presenza di una legge a fermare la pratica ancora ampiamente diffusa di legare un cane alla catena. Ne è un esempio la Campania, unica Regione del Mezzogiorno ad avere una legislazione avanzata e completa in tema di detenzione dei cani a catena (La Legge Regionale dell’ 11 aprile 2019 n. 3 vieta tassativamente “la detenzione di animali d’affezione a catena o ad altro strumento di contenzione similare”). La Regione però non ha previsto sanzioni per chi viola la legge e la mancanza di multe severe per chi maltratta un animale, legandolo magari a vita, rende di fatto la normativa non efficace.
Proprio per questo motivo, Save the Dogs and Other Animals – associazione italiana impegnata nella lotta al randagismo e nella tutela degli animali – e Green Impact – startup non lucrativa che promuove pratiche trasformative ecologiche ed economiche – lanciano un appello al Governatore De Luca e una raccolta firme per chiedere l’introduzione di multe severe e rendere efficace la legge già esistente. L’obiettivo è far diventare la Campania un modello di riferimento virtuoso non solo nel Mezzogiorno ma in tutta Italia.
“La Campania ha emanato una legislazione esemplare sul divieto di detenzione degli animali di affezione, proprio in virtù di questo chiediamo alla Regione di fare un ulteriore passo avanti introducendo una sanzione proporzionata alla gravità del reato, come già previsto dalla legge regionale in Umbria e in Puglia. E’ necessario fare in modo che la normativa possa essere applicata con le giuste sanzioni per poter lavorare concretamente verso un cambiamento non solo legislativo ma culturale”, dichiara Sara Turetta, Presidente di Save the Dogs and Other Animals.
Per aderire alla campagna di raccolta firme #liberidallecatene e chiedere multe severe per chi incatena un cane in Campania: savethedogs.eu/la-vita-a-catena-non-e-vita/
L’impegno di Save the Dogs sul territorio. Nel 2019 Save the Dogs ha scelto la Campania come prima Regione italiana dove avviare il progetto #Nonunoditroppo per contrastare il randagismo, altra piaga da combattere sul territorio. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Animalista Oreste Zevola che opera all’interno del canile ARPAD di Licola Mare, Pozzuoli (Na), ad oggi sono state realizzate 499 sterilizzazioni, 73 adozioni, 184 microchippature e risolti 20 casi di maltrattamenti.


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‘Staffette, dall’amore al business’: la prima videoinchiesta di Kodami sulla movimentazione di cani e gatti da sud a nord Italia tra adozioni e illegalità

29/04/2021

Enpa ha partecipato e segnalato sul sito l’inchiesta del magazine Kodami sul mondo dei viaggi di animali per raggiungere le famiglie adottive.
Un business tra i due e i tre milioni di euro all’anno per un traffico di cani e gatti randagi al limite della legalità. In gergo si chiamano “staffette”: sono i trasporti di animali da compagnia da Sud a Nord Italia fatte per le adozioni. Manca un dato istituzionale ma, attraverso i profili social più attivi, emerge come siano circa 1000 i cani che, ogni settimana, vengono trasferiti. Per ogni cane trasportato viene richiesto un corrispettivo che in media si aggira tra i 50 e i 60 euro ad esemplare e che può arrivare a superare i 200 euro, a seconda della taglia e della tratta percorsa. E’ quanto emerge dall’analisi del magazine sul mondo animale Kodami.it (Gruppo Ciaopeople), con la prima videoinchiesta svolta in Italia sul fenomeno.
È un questione che coinvolge cani di diverse tipologie (liberi sul territorio o abbandonati o provenienti da canili) che vengono caricati sui furgoni nelle regioni del centro-sud e inviati alle famiglie adottanti o in canili del Nord. Una media di 4000 mila soggetti al mese di cui poco si parla, poiché non ci si riferisce alla tratta dei cuccioli dell’Est Europa che emerge più spesso sui media. Le staffette viaggiano sulle reti sociali e al massimo balzano agli onori delle cronache nazionali solo quando succede qualcosa di terribile, come la morte avvenuta il 14 febbraio 2021 di due staffettisti, Elisabetta Barbieri e Federico Tonin, per un incidente stradale. ‘Staffette, dall’amore al business’ è l’inchiesta di Kodami, firmata dalla direttrice di Kodami Diana Letizia, che parte proprio da questo episodio di cronaca.
«La videoinchiesta mostra i due lati della medaglia del motivo per cui da anni sulle strade italiane la movimentazione di animali randagi è così frequente – spiega Letizia – Da una parte l’assenza delle Istituzioni, nello specifico delle Regioni e dei Comuni che dovrebbero provvedere al benessere e alla tutela degli animali e, dall’altra, il sacrificio dei volontari che non hanno gli strumenti adatti per arginare il fenomeno del randagismo e mossi dall’amore ritengono così di salvare il maggior numero di animali possibili. In questo scenario, emerge anche l’assenza di controlli sulle strade da parte delle Forze dell’ordine e la poca attenzione al fenomeno che – al di là dei tanti casi di adozioni poi positive – consente nel buio dell’assenza dello Stato a persone senza scrupoli di approfittare del buon cuore delle persone e lucrare sulla pelle degli animali».
«”Staffette, dall’amore al business” è un’inchiesta giornalistica che si avvale della consulenza dei maggiori esperti in Italia in materia di benessere animale e nello specifico di etologia canina come la veterinaria comportamentalista Elena Garoni, gli istruttori cinofili Luca Spennacchio e David Morettini che da anni portano avanti seminari, incontri e pubblicazioni legati alla sensibilizzazione dei volontari e delle famiglie adottanti sul tema, associazioni come Stray Dogs International Project che ha creato un’App per il monitoraggio e il censimento dei randagi sul territorio per favorire una più stretta collaborazione tra i volontari e gli enti locali e la testimonianza diretta di Carla Rocchi, presidentessa dell’Enpa», prosegue la direttrice di Kodami. «Nel nostro paese non sappiamo nemmeno quanti sono gli animali liberi e quelli presenti in strutture. L’ultimo dato ufficiale, ovvero fornito dal Ministero della Salute sul numero di cani in canili sanitari o rifugi in Italia è online sul sito del dicastero e riguarda il 2020: 118.857 animali sono stati “ospitati”, 42.360 dei quali sono andati in adozione. Guardando la ripartizione è evidente la disparità tra Sud e Nord ma è lampante anche l’assenza di report da parte di alcune Regioni, come la Calabria o la Sicilia, che risultano “non pervenuti”. Dati dunque non completi e che chiaramente mostrano quanto la tutela degli animali non sia tra le priorità dello Stato, tanto da consentire agli enti locali di non fornire nemmeno la documentazione».
La videoinchiesta di Kodami “Staffette, dall’amore al business” è stata lanciata in prima visione sulla pagina ufficiale di Facebook martedì 27 aprile 2021 alle ore 21. È fruibile anche sul canale YouTube di Kodami e naturalmente sul sito www.kodami.it, dove è accompagnata da un long form con estratti video, infografiche e l’inchiesta testuale.


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Due gattini uccisi in una scuola durante lo sfalcio dell'erba, disperazione del giardiniere. Enpa diffida il Comune di Pomezia: con più prevenzione e frequente manutenzione del verde si poteva evitare

28/04/2021

Due gattini sono stati uccisi durante le operazioni di sfalcio dell’erba in una scuola di Torvaianica la scorsa settimana, altri due si sono salvati e sono stati adottati dalle maestre. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha inviato al Comune di Pomezia una diffida affinché vengano prese misure precauzionali e in modo che tragici incidenti come questo non si ripetano più.
“Le insegnanti ci hanno informati – scrive l’Enpa di Pomezia nella diffida firmata da Lorena Moscetti, Commissario della Sezione di Pomezia– che l’erba era davvero molto alta, arrivando ai fianchi in un alcuni punti. Probabilmente se la manutenzione venisse fatta più frequentemente e con più attenzione questi fatti non accadrebbero”. L’Enpa di Pomezia ha concluso la diffida al Comune affermando “ci aspettiamo un vostro intervento in merito perché ciò non avvenga più”.
“Quello che non si può accettare – prosegue Lorena Moscetti – è che si eseguano lavori di questo tipo senza ispezionare prima le aeree. Il personale scolastico era a conoscenza della presenza dei felini. Anche perché è rinomato che negli spazi verdi ci siano specie autoctone e vanno tutelate”
Un plauso invece va alle maestre che hanno deciso di adottare i due gattini sopravvissuti e alla sensibilità dimostrata dai tanti presenti, lo stesso operaio che ha eseguito i lavori era sconvolto dall’accaduto, ha prestato subito soccorso e ha contribuito alle spese veterinarie.


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Adozione di cani, le conversazioni su Facebook. L'analisi ANSA e DataMediaHub: sui social non solo leoni da tastiera ma terra fertile per benessere anmale

28/04/2021

I social, a cominciare da Facebook naturalmente, vengono perlopiù dipinti come fonte di odio e ‘fake news’. Comportamenti e dinamiche che ovviamente si verificano ma che rappresentano solo una parte di quanto avviene. Di recente Facebook ha reso noto che in favore di organizzazioni no-profit e cause personali, a livello mondiale, più di 5 miliardi di dollari sono stati donati tramite raccolte fondi su Facebook e Instagram, di cui 2 miliardi da febbraio 2020. ANSA e DataMediaHub hanno voluto indagare uno dei lati buoni di Facebook analizzando le conversazioni relative all’adozione di cani all’interno della piattaforma più popolata del pianeta, e del nostro Paese, in Italia, dall’inizio del 2021 a ieri.
Complessivamente, all’interno delle fanpage, dei gruppi pubblici e dei profili verificati, sono stati prodotti poco meno di 52mila post sull’argomento.
Post che hanno generato circa 2.5 milioni di interazioni (like + ‘reaction’ + commenti e condivisioni) da parte delle persone. Il post che ha generato maggior coinvolgimento è stato postato il 26 gennaio scorso all’interno del gruppo ‘Tutti insieme appassionatamente con gli animali’. Nonostante il gruppo conti poco più di 3mila membri, il post ha ottenuto oltre 2mila tra mi piace e le altre reaction e, soprattutto, più di 75mila condivisioni. Una storia a lieto fine visto che, come non era difficile immaginare, abbiamo potuto verificare che il cane in questione è stato adottato.
Gli altri due post che hanno generato il maggior engagement sono di una delle principali organizzazioni di volontariato, L’Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA), che dalla pagina della sezione di Napoli ha lanciato un appello per l’adozione di quattro cuccioli, e quello della pagina dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (ENPA), che ha per protagonista un cucciolone con una storia triste alle spalle. In entrambi i casi l’obiettivo di trovare una casa ai cani in questione è stato raggiunto. L’infografica fornisce gli ulteriori dettagli dei dati su like, reaction, condivisioni e commenti dei tre post in questione.
Due dei tre post in questione sono relativi a cani in Sicilia, e anche il terzo riguarda Napoli e dunque il Sud Italia. Infatti, purtroppo, il fenomeno del randagismo e dell’abbandono dei cani è particolarmente diffuso in tutto il Mezzogiorno, e non si contano le migliaia di cani (e altri animali domestici) che quotidianamente, grazie all’opera di volontari e ‘staffette’ vengono portati al Centro-Nord alle persone che generosamente decidono di prendersene cura.
Ecco che allora abbiamo chiesto alla coordinatrice di una rete di volontari del Comune di Grammichele (CT), Graziella Palmieri, alcune cose sul fenomeno.

1) Il comune di Grammichele come combatte il fenomeno del randagismo e dell’abbandono di cani? Il Comune di Grammichele, tramite le volontarie accreditate presso il suo Ufficio Randagismo e Benessere Animali, presente anche su Facebook con pagina propria, attua le linee guida per il contrasto al randagismo dell’ Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, in vigore dal 2018, che prevede il censimento della popolazione canina vagante e la limitazione delle nascite tramite sterilizzazione gratuita, effettuata tramite le ASP di competenza per territorio e distretto . Ovviamente senza le volontarie comunque poche rispetto alle necessità, siamo circa 8, più qualche cittadino di buon cuore, nulla sarebbe attuabile.

2) Quanti volontari lavorano attivamente per curare e dar da mangiare ai cani ai quali date ospitalità attraverso l’ufficio benessere animali e lotta al randagismo? Come vi sostenete economicamente? Ci sovvenzioniamo per la maggior parte con mezzi propri, donazioni di privati anche da Malta e a volte adottanti dei nostri cuccioli. Il comune riesce allo stato attuale a fornire piccole sovvenzioni che coprono ben poco. I numeri raggiunti nell’ultimo anno tra sterilizzazioni, anagrafe e adozioni sono abbastanza soddisfacenti, abbiamo avuto circa 70 adozioni dalla scorsa estate ad oggi, tutte tramite supporto di altre volontarie e famiglie raggiunte tramite social, opportunamente valutate dalla volontaria che si occupa delle adozioni (che sarei io). Il più grande problema ed ostacolo allo stato attuale e la mancanza di un rifugio, utilizziamo attualmente un singolo box comunale e numerosi stalli privati e personali sempre al collasso, incluse le ns abitazioni.

3) Qual è la rilevanza di Facebook per aiutarvi a trovare persone che vogliano adottare i cani che ospitate? Facebook, le condivisioni, il passaparola, la collaborazione con volontarie e strutture del Nord e di Malta, nel nostro caso, sono di vitale importanza. É la sola finestra che ci dà visibilità. Insomma, il lavoro dei volontari rischierebbe di essere vano nel dare casa e amore ai cani se questi tramite Facebook non riuscissero a dare visibilità alla loro opera e dunque entrare in contatto con coloro che scelgono di adottarli.

Abbiamo ulteriormente approfondito il tema analizzando le conversazioni all’interno di alcune delle principali pagine e dei principali gruppi, per numero di follower/membri, che fanno questa opera di divulgazione e comunicazione che abbiamo visto essere così rilevante. La pagina Facebook con il maggior numero di follower, tra quelle esaminate, è quella dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (ENPA). Seguono quella di Pronto Soccorso Animali TV e Casa Bau, Uno per Tutti – Tutti per Loro. (proseguire la lettura cliccando qui)


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