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Coppia di cicogne torna da 26 anni a fare il nido sullo stesso traliccio dell'elettricità nel salernitano

29/03/2021

Quel traliccio dell’elettricita’ in localita’ Termini, ultimo nel territorio comunale di Sala Consilina, ai confini con Teggiano, e’ lo stesso dal 1996. Un palo alto, non lontano dal fiume Tanagro, la cui sommita’ da ventisei anni e’ la casa di una coppia di cicogne bianche che sceglie di trascorrere il periodo da marzo ad agosto nel cuore del Vallo di Diano, a Sud di Salerno. Il primo ad arrivare e’ il maschio che prepara il nido. E quest’anno ha solcato i cieli del parco tra il 10 e l’11 marzo scorsi. Poi, come sempre, qualche giorno fa e’ arrivata la femmina. Negli anni, in quel rifugio sono venuti alla luce circa 80 cicognini. Dopo trenta giorni di cova, i nuovi nati spiccano il volo in estate inoltrata, partendo quindi dal parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni verso mete esotiche.


Categorie: Varie

Deformità, infestazioni di parassiti e alti tassi di mortalità: le torbide caratteristiche dell'industria scozzese del salmone in una nuova indagine sotto copertura

29/03/2021

Una grande inchiesta sull’industria scozzese del salmone rivela sofferenze diffuse su scala industriale, violazioni della legislazione sul benessere degli animali e tassi di mortalità scioccanti. L’indagine sotto copertura e il relativo report intitolato “Gabbie subacquee, parassiti e pesci morti: perché è necessaria una moratoria sull’espansione dell’allevamento dei salmoni in Scozia”, pubblicato oggi da una rete globale di ONG in 30 paesi e guidata dall’organizzazione per il benessere degli animali d’allevamento Compassion in World Farming, scopre la triste realtà di molti pesci allevati in gabbie in mare per produrre il famoso salmone scozzese. In Italia l’investigazione è stata rilasciata oggi da Animal Equality, Animalisti Italiani, Animal Law, CIWF Italia Onlus, ENPA, Essere Animali, Jane Goodall Institute Italia, Marevivo e Sea Shepherd Italia.
La Scozia è il terzo produttore mondiale di salmone atlantico d’allevamento (circa 38 milioni di pesci prodotti nel 2019), con esportazioni in oltre 50 paesi, e il governo scozzese sostiene un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030. L’Italia è fra i primi 10 importatori di salmone scozzese. Oltre il 96% della produzione di salmone scozzese è gestita da cinque aziende: Cooke Aquaculture, Grieg Seafood, Mowi, Scottish Sea Farms e The Scottish Salmon Company. Compassion ha condotto indagini su 22 allevamenti in totale, sia utilizzando la tecnologia dei droni sia, in 6 allevamenti, i sommozzatori. L’inchiesta è stata condotta tra settembre e novembre 2020. In molti di questi allevamenti, gli investigatori hanno trovato gravi infestazioni di pidocchi di mare e alti livelli di mortalità.
Gli investigatori hanno trovato pesci stipati in spoglie gabbie sottomarine, dove questi migratori naturali non hanno altro da fare che nuotare senza meta in condizioni anguste fino all’età di 2 anni. Il grado di sofferenza di questi animali è tale che la mortalità può raggiungere il 25% prima che il gruppo sia destinato alla macellazione.
I salmoni sono esseri senzienti, non dovrebbero essere sottoposti a queste terribili condizioni. A livello industriale si sta fallendo nel proteggere questi animali, e questo deve cambiare. Abbiamo bisogno di fermare immediatamente la continua espansione dell’allevamento del salmone scozzese”.
I pidocchi di mare sono parassiti che si nutrono della pelle, del sangue e del muco dei pesci. Il loro numero è cresciuto con l’espansione dell’industria del salmone, che deve ancora implementare un trattamento o un metodo di prevenzione efficace, positivo per il benessere e rispettoso dell’ambiente. I metodi che l’industria ha sviluppato nel tentativo di liberare i pesci dai pidocchi di mare – compresi i trattamenti chimici tramite dei bagni, i trattamenti con termolicer e idrolicer (l’esposizione del salmone ad acqua estremamente calda o fredda) – sono crudeli e inefficaci. Molti pesci muoiono a causa di questi trattamenti.
Non solo l’allevamento del salmone è dannoso per il benessere degli animali, ma anche per l’ambiente. I rifiuti organici e chimici degli allevamenti di salmone scozzesi stanno cambiando la chimica dei sedimenti e uccidono la vita marina sul fondo del mare. I rifiuti degli allevamenti possono portare a una cattiva qualità dell’acqua e a fioriture algali dannose. Anche i medicinali e le sostanze chimiche, come gli antibiotici e gli insetticidi, vengono rilasciati nell’ambiente, e molti di questi sono noti per essere tossici per i pesci e altri organismi marini, così come per gli uccelli e i mammiferi. Inoltre, l’allevamento di pesci carnivori, come il salmone, è responsabile di gran parte della pesca industriale dei nostri oceani già impoveriti. Milioni di tonnellate di pesce catturato in natura sono ridotte a farina di pesce e olio di pesce per nutrire i pesci negli allevamenti intensivi. (enpa.it)


Categorie: News dal Mondo

Addestrava i cani con collari a scarica elettrica. Cacciatore denunciato dai carabinieri forestali a Campello sul Clitunno

29/03/2021

Usava i collari elettrici sui propri cani di razza segugio italiano durante la caccia, un uomo di 70 anni, di Campello sul Clitunno, che e’ stato denunciato dai carabinieri forestali. Il cacciatore e allevatore di cani e’ ritenuto responsabile del reato di detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze per aver utilizzato i collari elettrici su quattro segugi. Il settantenne e’ stato colto in flagranza di reato dai militari durante un controllo caccia nella zona montana fra Campello sul Clitunno e Cerreto di Spoleto; aveva il telecomando appeso al collo – riferiscono i carabinieri – e pronto all’uso per attivare la scarica elettrica sul collare indossato dai cani in modo da correggere eventuali comportamenti scorretti della muta. Durante le perquisizioni nella sua abitazione sono stati trovati e sequestrati 14 radiocollari. Per accertare le condizioni di salute di tutti i cani di proprieta’ del cacciatore e per le valutazioni sulle conseguenze fisiche e comportamentali da questi subite per l’uso di scariche elettriche, i carabinieri forestali si sono avvalsi della collaborazione dei servizi veterinari della Usl Umbria 2 di Spoleto e della consulenza di personale del dipartimento di Medicina veterinaria dell’Universita’ degli studi di Perugia, per gli aspetti rilevanti in materia di medicina comportamentale, etologia e benessere animale. (ANSA).


Categorie: Varie

"Rosa e Matilda. La felicità si costruisce insieme”, per far imparare ai bambini ad amare e rispettare la natura anche se dobbiamo stare in casa

27/03/2021

I nostri bambini in questo complicato momento sono costretti a rinunciare alla vita all’aperto, nei parchi, in campagna regaliamogli allora la possibilità di entrare in sintonia con la natura  per amarla, rispettarla seguendo Rosa, un pennuto molto speciale.
Il libro nasce dall’incontro, vero, tra un pollo di allevamento caduto da un camion che lo stava trasportando al macello e tratto in salvo da Monia Monti, pedagogista ed esperta di meditazione e mindfulness. Da questa bellissima storia è nato un libro intitolato “Rosa e Matilda. La felicità si costruisce insieme”.
Rosa, un gallo straordinario scambiato per una gallina, salvatosi dal macello vi avvicinerà in modo semplice e divertente a temi importanti come la compassione, l’amore e il rispetto per gli animali. La storia di Rosa è una metafora della vita che esorta a fare scelte per non rimanere ingabbiati in situazioni che creano infelicità. Insegna a coltivare pensieri positivi e un atteggiamento di fiducia per ottenere grandi risultati. Esorta a cambiare le abitudini per aprirsi a nuove opportunità. Sprona a definire i propri obiettivi per realizzare una vita di successo. Incoraggia a costruire relazioni sane e positive che aiutino a crescere. Una lettura che toccherà il vostro cuore e vi donerà tanta felicità. Età di lettura: da 6 anni.


Categorie: Animali e Cultura

Ritrovato Grisù, il gatto fatto scendere dal treno domenica scorsa. Enpa: “Grazie all'impegno di volontari e Polfer. Ora più attenzione e sensibilità.”

27/03/2021

Lieto fine per Grisù, la micia di 14 anni che era stata fatta scendere dal treno Lecce- Torino di domenica scorsa da un capotreno. Gli agenti della Polfer e i volontari Enpa non hanno mai smesso di cercarlo e di sperare. Ieri mattina la gioiosa scoperta: Grisù non aveva mai lasciato la stazione di Pescara. Aveva trovato un posticino al sole, protetto da un cespuglio. E così l’hanno trovata gli agenti della Polfer. Sul posto sono subito accorsi i proprietari, la figlia dei signori che era venuta appositamente a Pescara per cercarla, e i volontari dell’Enpa di Pescara.
Immensa la felicità al momento del ricongiungimento. La  gattino, infatti, abituato alla cattività, è anziano e si temeva per la sua salute. Grisù invece sta bene, ha bevuto, e oggi dopo un buon pasto è pronto a ripartire per tornare dai suoi proprietari, un’anziana coppia del Salento, che la stanno aspettando con trepidazione.
“Il lieto fine che speravamo!- ha affermato la Presidente Enpa, Carla Rocchi – non potevamo iniziare la giornata in modo migliore. Ringrazio i volontari dell’Enpa di Pescara e gli agenti della Polfer che hanno preso a cuore il destino della micia senza mai arrendersi! Ora speriamo che gravi condotte di questo tipo non si ripetano più e vengano debitamente sanzionate. Serve più attenzione e sensibilità”.


Categorie: Varie

"Si possono lavare le auto, non gli animali, è una questione sanitaria" sit-in toelettatori a Bologna

27/03/2021

“Pensate che hanno aperto il lavaggio delle auto, dei tappeti o dei piumini, e non laviamo le pellicce dei nostri animali che vivono a casa con noi. È una questione igienico-sanitaria”. Tra le tante categorie messe in ginocchio dalla chiusura dovuta alle restrizioni anti-contagio, una sembra galleggiare in un limbo: quella di chi si prende cura degli animali i toelettatori. Sono chiusi da fine dicembre e oggi sono in presidio a Bologna sotto la sede della Regione Emilia-Romagna e chiedono di essere considerati attivita’ essenziale, sia “per una questione igienico-sanitaria”, sia perche’ “siamo veramente essenziali per il benessere dell’animale e la sua tutela”, spiega Patrizia Silvestri, organizzatrice del sit-in. Pur riconoscendo che l’Emilia-Romagna “e’ stata una delle prime, con l’ordinanza del 24 aprile scorso a far riaprire immediatamente le toelettature perche’ riconosceva la necessita’ del benessere animale”, ricorda Silvestri, “chiediamo un confronto tra Regione e Stato perche’ ci dia l’autorizzazione” di riaprire. Allo Stato, in particolare, “chiediamo coerenza con quello che e’ stato deciso l’anno scorso con le nostre riaperture”, perche’ siamo “quasi un presidio medico per gli animali”, spiega Laura Zanella, toelettatrice a Rimini e organizzatrice del presidio insieme a Silvestri. Infatti, “lavoriamo in sinergia con i veterinari, collaboriamo con loro spessissimo: siamo le sentinelle, ci accorgiamo di tantissime difficolta’ degli animali e problematiche di salute che inviamo immediatamente ai veterinari. E quindi il nostro lavoro e’ utile”. E soprattutto, garantiscono, sicurezza, perche’ “non abbiamo nessun rischio di contagio: non lavoriamo con le persone ma solo ed esclusivamente con gli animali, la persona ce lo porta alla porta e lo viene a ritirare dopo un paio d’ore”


Categorie: Varie

Pasqua 2021. Enpa lancia la campagna a favore degli agnelli: #FAIRESTAREMEVIVO

26/03/2021

E’ partita la campagna di comunicazione dell’Ente Nazionale Protezione Animali, ormai un appuntamento tradizionale, per invitare a non mangiare agnello durante le festività pasquali. Purtroppo, infatti, in nome della tradizione ancora oggi nei menù di Pasqua in troppi non rinunciano all’agnello. E nonostante le numerose campagne di informazione e sensibilizzazione in tanti non sono davvero consapevoli di ciò che comporta: cuccioli di appena un mese, strappati alle loro madri per imboccare la strada dei mattatoi dove li attende una barbara uccisione. L’ultima cosa che vedranno è la morte cruenta dei loro fratelli. Siamo proprio certi che le tradizioni non si possano cambiare o interrompere?

Una tradizione che invece Enpa rinnova con piacere è quella delle colombine e dei coniglietti solidali, specialità e dolci tipici di queste festività che si possono acquistare sullo shop online di Enpa o direttamente attraverso le Sezioni per sostenere le attività dell’ente a favore degli animali più bisognosi.

Shop item

In tema di acquisti solidali, quest’anno Winelivery, la nota App per bere, ha deciso di supportare l’Ente nazionale Protezione Animali. Dal 29 marzo fino al 5 aprile, infatti, scaricando l’app e scegliendo di acquistare i prodotti pasquali con il bollino ENPA si potrà sostenere l’associazione e i suoi trovatelli.


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Tagliarono coda al bulldog sostituirono il microchip, condannati proprietari a Firenze, cane confiscato

26/03/2021

Avrebbero maltrattato il loro cane, un bulldog francese, tagliandoli la coda e rimuovendogli il microchip. Con quest’accusa due cinesi sono stati condannati dal tribunale di Firenze, che ha disposto la confisca dell’animale.
A dare notizia della sentenza è l’Enpa, parte civile nel processo, a favore della quale il giudice ha disposto un risarcimento del danno pari a 500 euro.
Le indagini che hanno portato al processo sono partite nel 2018, quando le guardie zoofile dell’Enpa, intervenute su segnalazione di alcuni cittadini, hanno trovato l’animale durante un controllo in un capannone industriale a Campi Bisenzio (Firenze).
Il personale del Nucleo Provinciale Guardie Zoofile ENPA, procedeva al sopralluogo dove veniva rinvenuto diversi cani, tra i quali un bulldog francese con un microchip non appartenete agli stati firmatari degli accordi comunitari e extracomunitari sulla importazione dei cani tra le nazioni aderenti, lo stesso cane era stato sottoposto a caudotomia.
Successivamente le indagini proseguivano ai fini della ricostruzione relativa ai passaggi di proprietà dell’animale, dove ad ulteriore controllo fu rilevato sullo stesso cane un nuovo microchip italiano, con certificato di iscrizione all’anagrafe canina ideologicamente falso e intestato ad un cittadino di nazionalità marocchina residente a Castel Volturno e di fatto irreperibile.
La Procura della Repubblica di Firenze dettagliatamente informata procedeva nei confronti delle due persone disponendo la perquisizione domiciliare e locale dei luoghi in disponibilità dei due indagati, delegando gli accertamenti al Nucleo Provinciale Guardie Zoofile ENPA e al Comando della Polizia Municipale di Campi Bisenzio, dove nel corso delle operazioni veniva rinvenuto materiale inerente alle indagini delegate. La sentenza ha ancora una volta confermato, tra l’altro, anche il maltrattamento di animali in sede di interventi estetici praticati sugli stessi per i quali sussiste il reato di cui all’art. 544 ter del Codice Penale


Categorie: Varie

Rapporto su cani tenuti a catena: in Italia poche regioni "virtuose". Associazioni: è maltrattamento. Servono nuove leggi e divieti Roma

26/03/2021

Sembra impossibile, ma legare un cane ad una catena, magari per tutta la durata della sua vita, oggi è ancora legale in gran parte d’Italia. Lo rivela il Rapporto “Verso il divieto di tenere i cani legati alla catena” realizzato da Green Impact, startup non lucrativa che promuove pratiche trasformative ecologiche ed economiche, in collaborazione con Save the Dogs and Other Animals, associazione italiana impegnata nella lotta al randagismo e nella tutela degli animali. Il Rapporto, il primo di questo genere, passa in rassegna le normative regionali Italiane e quelle di numerosi Stati dell’Unione Europea ed extra-UE, individuando carenze legislative e modelli positivi. Un documento realizzato grazie ai preziosi contributi di esperti nel campo del diritto, dell’etologia e della veterinaria quali il Prof. Enrico Alleva, (etologo italiano), il Prof. Ádám Miklósi (etologo ungherese), la Prof.ssa Regina Binder (Università di Medicina Veterinaria, Austria), il Dott. Alexandre Barchiesi (Consiglio Svedese dell’Agricoltura, Dipartimento per la Salute e il Benessere degli animali) e la Dott.ssa Heather Rally (medico veterinario USA). “Per la prima volta viene analizzata dal punto di vista etologico, veterinario e legale una pratica di cui non si parla mai abbastanza – spiega la Presidente di Green Impact Gaia Angelini – e che è ancora largamente diffusa, in Italia e nel mondo, per mancanza di informazione ma anche di normative chiare ed efficaci”. Da quanto emerge nel Rapporto in Italia ci sono regioni che sulla carta appaiono “virtuose”, come l’Umbria e la Campania, e che vietano chiaramente la detenzione dei cani a catena, ma quando si approfondisce si scopre, ad esempio, che la Regione Campania non ha previsto sanzioni, rendendo la norma sostanzialmente non attuabile. Fanno abbastanza bene anche Abruzzo, Emilia-Romagna (che è stata la prima regione italiana nel 2013 ad aver vietato l’utilizzo della catena per i cani), Lombardia, Veneto e Puglia mentre fanalino di coda sono Liguria, Basilicata e Sicilia, regioni che non hanno regolamentato la materia, lasciando un vero e proprio vuoto normativo. “Risulta evidente la necessità e l’urgenza di rivedere nella maggior parte delle regioni italiane le leggi che regolamentano la detenzione a catena – commenta la Presidente di Save the Dogs, Sara Turetta – perché risultano poco chiare, incapaci di tutelare davvero gli animali o piene di deroghe che lasciano spazio a troppe scappatoie. Ci auguriamo che il divieto di detenzione a catena diventi parte integrante di una legge nazionale sul maltrattamento e che, in caso contrario, Governatori prendano provvedimenti affinché la normativa sia coerente con la rinnovata sensibilità degli italiani su questi temi”, conclude Sara Turetta. Le ricerche effettuate dimostrano che è doveroso vietare la detenzione dei cani a catena perché si tratta di una condizione incompatibile con il loro benessere. Benché, infatti, le normative spesso distinguano tra un cane detenuto a catena e un cane a catena in condizione di maltrattamento, gli scienziati e i ricercatori che hanno contribuito al Rapporto concordano che la vita di un cane costretto alla catena è, in sé e per sé, una forma di maltrattamento, con conseguenze oggettive sullo stato psicologico, emotivo e fisico dell’animale. (askanews)


Categorie: Varie

Donna ubriaca si schianta in auto, airbag uccide il suo cane a bordo. Denunciata 54enne a Cervia

26/03/2021

Ubriaca si schianta in auto, airbag uccide cane a bordo Denunciata 54enne. Rifiuta etilometro e inveisce contro i vigili  E’ andata a sbattere contro una recinzione causando cosi’ la morte del proprio cane che, trasportato sul sedile anteriore lato passeggero, ha subito un trauma dovuto all’impatto con l’airbag. Quindi, nonostante lo stato confusionale e l’alito vinoso, ha rifiutato di sottoporsi a etilometro. Protagonista dell’incidente verificatosi verso le 21 di domenica su via Palazzone a Cervia, sul litorale ravennate, e’ una donna di 54 anni denunciata a piede libere dalla polizia locale per il rifiuto di essersi sottoposta a etilometro. Per lei sono inoltre scattati il ritiro della patente e il fermo del veicolo. Da ultimo oltre a diversi verbali relativi a infrazioni al codice della strada, dovra’ pagare pure un verbale da 533,33 euro per il mancato rispetto delle norme covid-19 sugli spostamenti. Secondo quanto riportato in una nota, tutto e’ accaduto quando la donna ha perso il controllo della vettura: agli agenti intervenuti e’ apparsa non orientata nel tempo e nello spazio, non ricordando nulla di quanto accaduto e del proprio cane ormai morto. Sul posto e’ stata quindi fatta intervenire in via precauzionale un’ambulanza del 118: la donna all’inizio ci e’ salita; poi pero’ ha dato in escandescenza con i paramedici rifiutando di essere accompagnata in pronto soccorso e inveendo contro gli agenti. Dalle successive verifiche e’ emerso che prima di terminare la propria corsa contro la recinzione, la 54enne aveva gia’ urtato un veicolo in sosta. (ANSA).


Categorie: Varie

Nelle campagne senesi si aggirerebbe una leonessa. Ricerche palmo a palmo sul territorio

26/03/2021

Dopo la pantera avvistata nelle pianure pugliesi ora sarebbe apparsa una leonessa a spasso per le strade sterrate di Radi, frazione di Monteroni d’Arbia (Siena). E’ la voce insistente che negli ultimi giorni si è diffusa tramite i social circa l’avvistamento di un presunto animale feroce. La polizia di Siena è stata allertata da parte del conducente di uno scuolabus e di una maestra che hanno parlato di aver visto girare una leonessa, come riferito in un primo momento. Successivamente i due testimoni, non proprio sicuri, avrebbero parlato forse di un lupo. La polizia ha comunicato che dalle prime verifiche fatte al circo di Vienna, che staziona a Siena, attraverso il controllo dei registri, non risultano mancare animali; peraltro il circo non avrebbe leoni ma solo tigri. Gli agenti stanno facendo ricerche con l’elicottero che sta sorvolando la zona di Radi ma non risultano altre segnalazioni né avvistamenti. Oltre alla polizia, le ricerche sono portate avanti da carabinieri, forestali, polizia provinciale, vigili urbani e vigili del fuoco. A seguito della segnalazione, ancora tutta da verificare, il sindaco di Monteroni d’Arbia, Gabriele Berni, ha diffuso un messaggio alla cittadinanza raccomandando di prestare attenzione.


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“Serial killer dei gatti”, Enpa di Roma: intervento congiunto Polizia locale e Asl Veterinaria

25/03/2021

Ieri in attuazione dell’Ordinanza emessa lo scorso 14 marzo dalla Sindaca Raggi che ha disposto l’allontanamento degli animali domestici di una nota accumulatrice romana e la loro sistemazione in altro luogo idoneo, imponendo alla signora il divieto di detenere altri animali, si è tenuto il primo intervento congiunto tra Polizia Locale e ASL Rm2 per il controllo dell’abitazione della signora di via Lavinio. Non è stato trovato alcun animale e la donna ha affermato di aver ceduto il gatto ad un frate di sua fiducia senza voler fornire ulteriori informazioni e sostenendo di averlo regolarmente acquistato in un negozio di animali a Via Appia a Roma.
Sul posto era presente anche l’Enpa di Roma insieme a Earth Odv e Lega Nazionale per la Difesa del Cane sez. Ostia. I volontari hanno potuto constatare quanto emerso dalle registrazioni di un video girato domenica scorsa da una vicina di casa, ovvero la presenza di una visibile striscia di sabbietta per gatti con escrementi, probabilmente caduta da una busta rotta, che partiva dall’edificio della signora e arrivava fino ai cassonetti. Un indizio che fa pensare che il gatto, volendo credere alla versione dell’accumulatrice, sia stato comunque ceduto da pochissimo tempo. Sempre nel video oltre alla sabbietta si vede la presenza di una lettera azzurra vicino al cassonetto. Circostanze che i volontari hanno trovato alquanto sospette, lasciando pensare che la signora sia stata preventivamente avvisata da qualcuno sul giorno dell’intervento presso la sua abitazione.
“L’Ordinanza della Sindaca Raggi è sicuramente un importante passo in avanti per cercare di porre definitivamente fine questa annosa e macabra vicenda – afferma Ilaria Riccitelli, Consigliere di Enpa Roma -ma è fondamentale che eventuali interventi futuri per la presenza di animali siano eseguiti con tempestività e senza alcun preavviso “.
“L’ordinanza è l’unico strumento che può fermare questa persona nel commettere maltrattamento a danni degli animali oltre che verso se stessa, mi auguro vivamente che i controlli futuri, siano frequenti e fatti con la massima attenzione dalla Polizia Locale e senza fughe di notizie”. Così Emanuela Bignami, Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di Ostia.
“In questo momento, in casa della signora non ci sono animali” dichiara Valentina Coppola, presidente di EARTH, “ma questo non significa che non ci saranno neanche domani e, in ogni caso, le condizioni in cui è stata trovata l’abitazione costituiscono un pericolo per la salute pubblica. È necessario un intervento coraggioso e coercitivo da parte della Polizia Locale e dei Servizi Sociali, affinché la signora sia dichiarata socialmente pericolosa e venga accolta in una casa famiglia. Solo così potrà realmente cessare un incubo durato 20 anni.”
Le Associazioni Animaliste insieme al Coordinamento Gatti di Via Lavinio hanno lanciato un appello sui social per cercare di rintracciare il gatto, nella speranza che sia stato effettivamente ceduto a qualcuno, magari in buona fede e del tutto ignaro della situazione, e pere essere certi che l’animale non venga restituito alla signora.
Il video della vicina di casa pubblicato sulla pagina Facebook del Cordinamento gatti di Via Lavinio ??https://fb.watch/4pw5ZBVza7/


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