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Cane di Lipari disperso in dirupo difficile da raggiungere. All'appello per salvarlo rispondono due speleologi catanesi

31/03/2021

 Un cane di nome Cesare e’ finito in un vallone (una vera e propria gola profonda), in localita’ Lami, a Lipari, e da dieci giorni non si riesce a soccorrere. A Lipari sono tutti mobilitati anche con l’ausilio di un drone. La veterinaria Laura Gulotta, i vigili del fuoco che hanno fatto ben tre interventi per salvarlo e numerosi volontari. Il Cane e’ in un luogo impervio con una fitta di vegetazione ed alberi. A dare l’allarme e’ stata la signora Santina Curro’. La veterinaria ha anche lanciato l’allarme sui social per invitare qualche esperto a raggiungere le Eolie. Un vero e proprio sos. “C’e’ un Cane, anziano, sordo, che da dieci giorni vaga in un vallone di difficile accessibilita’ – ha scritto – i vigili del fuoco hanno tentato invano eppure lui, vecchietto, resiste! Vi chiedo col cuore a chi e’ disposto ad attraversare zone impervie, capace di dotarsi di materiale adatto, tipo taglia erbe, a contattare Manori Wijayaratne o Angela Falanga, oppure anche me perche’ non c’e’ piu’ tempo: Cesare e’ stremato”.
All’accorato appello lanciato sui social, dalla veterinaria hanno risposto due speleologi. Insieme ai volontari della Protezione civile, diretti da Nico Russo ed ai tanti rappresentanti isolani proseguiranno la ricerca del Cane che manca da casa da 11 giorni. Le squadre di volontari in piu’ punti perlustreranno il vallone, alquanto complicato da raggiungere. Per la visione dei luoghi e’ stato utilizzato anche un drone.


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Winelivery supporta Enpa con acquisti on line per Pasqua

31/03/2021

Dal 29 marzo fino al 5 aprile, Winelivery supporta Enpa con acquisti on line.
Il servizio che consegna vino, birra e drink in meno di 30 minuti alla temperatura ideale, in occasione della Pasqua devolve da sempre parte dei suoi ricavi ad una Onluse quest’anno sceglie l’Enpa. L’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali quest’anno festeggia i 150 anni dalla fondazione e Winelivery ha deciso di devolvere loro parte dei ricavi delle vendite di Pasqua. “In questo periodo di distanziamento sociale abbiamo imparato tutti il valore dei nostri amici a 4 zampe, sia come compagni di vita, qualche volta come ottime scuse per uscire di casa, ma soprattutto come grande fonte di affetto”, afferma Andrea Antinori Founder di Winelivery. Aiutare gli animali, partecipando a questo progetto, è davvero semplice: dal 29 marzo fino al 5 aprile basta scaricare l’app di Winelivery, accedere alla selezione “Pasqua Solidale” e scegliere i prodotti con il bollino Enpa. Nella selezione ci saranno colombe, uova di Pasqua, coniglietti di cioccolato e qualche bollicina: ogni prodotto potrà essere acquistato per sé o anche regalato.


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Gettato in mare con un masso al collo dal proprietario, Max viene salvato da un pescatore e trova una nuova meravigliosa famiglia e una sorellina

31/03/2021

Si è conclusa con una condanna a soli 4 mesi di reclusione per l’uomo di 59 che a San Stino di Livenza (VE), aveva tentato di affogare il suo cane in mare.
Incredibilmente l’uomo aveva adottato il cane, un border collie di nome Max, in un rifugio del Friuli-Venezia Giulia, per poi decidere di sbarazzarsi di lui riportandolo in canile ma decidendo di sopprimerlo con studiata crudeltà. Aveva legato al collo dell’animale un masso, poi lo aveva gettato in mare.
Qualche volta anche gli animali hanno una buona stella perchè alla scena, da lontano aveva assistito un pescatore. Con pochi colpi di remo, Martin Azzini il pescatore, si era portato vicino a dove aveva visto qualche strano movimento trovando il cane in difficoltà e, con non poca fatica è riuscito a trarlo in salvo, issandolo sulla sua imbarcazione con ancora il masso appeso al collo. Il pescatore  poco prima del salvataggio aveva visto un uomo che fissava l’acqua e il cane, e quando gli aveva chiesto spiegazioni lui aveva risposto che il cane non era suo.
Ma la vile bugia è miseramente crollata quando i vigili di Caorle, vicino Venezia, a seguito di una ricerca, hanno scoperto che il microchip della bestiola era intestato proprio a quell’uomo sul pontile. Il proprietario è stato indagato per tentata uccisione del suo cane, e nella sentenza di primo grado il pm ha contestato all’imputato di aver compiuto con crudeltà atti idonei a cagionare la morte del proprio cane. La sentenza è stata emessa a fine febbraio, e il tentato annegamento risale alla fine del 2020.
Il giudice, oltre alla condanna a quattro mesi di reclusione per il proprietario, ha disposto la confisca del cagnolino e ne ha autorizzato l’immediato affido. Max, portato al canile Enpa di Ponzano Veneto, ha qui trovato un’adozione meravigliosa. Una coppia di Roma, hanno deciso di andare a prenderlo. I due hanno già una femmina di border collie di nome Leila. Quando hanno letto la storia di Max, non sono riusciti a rimanere indifferenti dinanzi ciò che era stato costretto a subire. “Abbiamo letto la sconvolgente storia di Max tramite i social, e avevamo già l’idea di adottare un cane di questa razza perché ne avevamo appena persa una. Se possiamo dare una mano a queste anime noi lo facciamo”.

Immagine facebook

 


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Allevatori e lupi, sulla Maiella una convivenza che fa scuola grazie al cane pastore abruzzese. Grande interesse dei media tedeschi

31/03/2021

L’esperienza degli allevatori della Maiella e il cammino fatto dal Parco Nazionale per favorire la coesistenza tra grandi carnivori e attività dell’uomo all’attenzione della stampa internazionale. “Cani da guardia del gregge: possiamo imparare dall’esperienza italiana?”, è la domanda che si è posta la testata web ‘Bayern24’ di Monaco di Baviera in un ampio articolo.
“Il lupo sta ampliando il proprio areale di distribuzione non solo in Italia, ma in tutti i Paesi europei, tra cui la Germania. Il modello che desta grande interesse in Europa – spiega Simone Angelucci, veterinario del Parco nazionale della Maiella – è quello che rappresenta i nostri 120 allevamenti che convivono con una delle più alte densità di lupi al mondo. Non che questo sia scontato né che per i nostri allevatori non vi siano problemi da affrontare quotidianamente, ma l’incontro tra i dati scientifici del Parco della Maiella e le voci degli allevatori stessi testimonia che una convivenza non solo è possibile, ma, anche, in qualche modo, ‘esportabile'”.
Doris Fenske e Christiane Büld-Campetti hanno raccolto le voci del pastore Mirko Di Francesco di Serramonacesca e dello stesso Angelucci.
Di Francesco, con le sue 600 pecore e otto cani pastore abruzzese a guardia del gregge, ha spiegato ai colleghi tedeschi che investire sulla custodia del gregge e su un gruppo ben assortito di cani da guardiania gli ha permesso di non avere nessun attacco per anni. “Anche se i cani sembrano completamente rilassati, la loro attenzione non cade mai. Quando i cani si allertano, radunano le pecore e le proteggono attivamente, portandole al di fuori della zona di pericolo”.
“Il 95 per cento del cibo del lupo sulla Maiella è costituito da cinghiali, cervi e caprioli – riferisce Angelucci, riportando gli esiti degli studi portati avanti da anni dai tecnici del Parco – Le predazioni sul bestiame avvengono solo dove gli allevamenti mostrano particolari vulnerabilità, legate a una scarsa custodia, che a volte si verifica anche negli allevamenti meglio forniti e abituati ad attuare sistemi di prevenzione idonei. Riconosciamo il grande merito dei nostri allevatori e cerchiamo di sostenerli anzitutto sburocratizzando le procedure di indennizzo, che stiamo migliorando e velocizzando (siamo arrivati a rimborsare a 24 ore dalla denuncia del danno) e sostenendoli con sistemi di prevenzione pensati per ciascuna azienda e adattati ad ogni particolare contesto”.
L’area della Baviera è interessata dalla presenza di alcuni branchi di lupi che stanno creando non pochi problemi all’allevamento locale, il governo bavarese sta cercando correre ai ripari. Sarà utile l’esperienza della Maiella? Intanto, la prossima estate, una delegazione del Parco e di allevatori della Maiella sarà ospite del progetto LIFE LifeStock e porterà un gruppo di cani da pastore ai colleghi del Tirolo austriaco.

(ANSA).


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Animali selvatici feriti: non toccateli e chiamate gli addetti al recupero

31/03/2021

La Lipu Fvg ha preparato un vademecum per spiegare cosa fare quando ci si imbatte in un esemplare in difficoltà. I cuccioli preferiscono restare con i genitori. Le femmine di capriolo non riconoscono il loro Bambi se contaminato con l’odore dell’uomo
Un gufo reale

La LIPU del Friuli Venezia Giulia ricorda a chi trova un animale selvatico in difficoltà, ferito, morto o impossibilitato a rimanere libero, che è opportuno che chiami subito i numeri previsti per il recupero della fauna selvatica indicati dalla Regione FVG o in alternativa le Stazioni forestali, i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine.

Prima di richiedere il recupero di giovani animali selvatici è bene comprendere i loro comportamenti e ricordarsi che preferiscono rimanere con i genitori che li alimentano correttamente e provvedono alla loro educazione, piuttosto che finire in un centro di recupero.
E ’utile sapere che nel corso della giornata i genitori si possono allontanare per procurarsi il cibo e in questi casi lasciano la loro prole nascosta per periodi più o meno lunghi.  I giovani di alcune specie, come il gabbiano reale o la cornacchia grigia dopo aver lasciato il nido passano alcuni giorni a terra per completare l’addestramento al volo; in questi casi i genitori alimentano la loro prole e vigilano sulla loro incolumità quindi, generalmente, è meglio evitare di disturbarli. Si ricorda inoltre che le capriole riconoscono i propri cuccioli anche dal loro odore, quindi se i cerbiatti vengono contaminati dall’odore umano potrebbero venire abbandonati!

In attesa dell’intervento è opportuno sapere che gli animali selvatici in difficoltà vogliono evitare ulteriori stress e preferiscono rimanere nascosti, lontani da altri animali (uomo compreso), senza rumori, in ambienti tiepidi e poco luminosi e di solito sono poco interessati al cibo.

Chi trova numerosi uccelli malati o morti nello stesso posto e nel medesimo periodo, è opportuno che segnali subito il fatto alla Stazione forestale più vicina o ai Vigili del Fuoco o alle forze dell’ordine.
Può essere utile scattare qualche foto ma è opportuno non toccare gli animali.

Recapiti per recupero Fauna selvatica ferita o morta nella Regione FVG  (aggiornamento marzo 2021)


Categorie: Curiosità

Quando al gatto vengono le lentiggini ci dobbiamo preoccupare?

30/03/2021

Coccolando il nostro micio, un giorno ci può capitare di notare delle macchiette scure sul suo musetto a cui non avevamo fatto caso prima. Sono le lentiggini dei gatti, o meglio la  Lentigo simplex.
Sono macchie nere o marroni su labbra, naso e vicino agli occhi, e non sapendo di che si tratta è logico chiedersi se possano essere qualcosa di grave. In realtà sono innocue e il motivo per cui appaiono è solitamente una condizione genetica comune nei gatti di colore arancio, tabby (rigati), fiamma, tartarugato e calico (a tre colori). Spesso questi punti, vere e proprie lentiggini, compaiono quando il gatto è ormai di mezza età o anziano, ma ci sono casi di gatti in cui iniziano a comparire a un anno di età e crescono con l’invecchiamento del gatto.
Secondo Ask the Cat Doctor, queste macchie scure appaiono principalmente sulla bocca, sul naso, all’interno delle orecchie e sui bordi delle palpebre del tuo gatto. In sostanza, in qualsiasi punto in cui la pelle o le mucose del tuo gatto sono visibili, c’è la possibilità che appaiano le lentiggini.
Negli esseri umani con capelli rossi, l’esposizione al sole è accompagnata dall’apparire delle lentiggini, un fenomeno presente anche nella genetica felina. Questo è il motivo per cui i gatti rossi sono più inclini allo sviluppo delle lentiggini.
Le lentiggini del gatto di solito compaiono prima sulle labbra per poi diffondersi in altre aree del corpo. In alcuni casi, queste macchie possono persino apparire sui cuscinetti dei piedi.
Fatto interessante per le lentiggini del gatto, a differenza degli esseri umani, l’esposizione al sole non aumenta le possibilità del tuo gatto di sviluppare le lentiggini.

 

macchie nere gatti
 

Il comparire di lentiggini non deve essere motivo di preoccupazione ma non trascuriamo di  tenere d’occhio le gengive, la bocca e i denti dei nostri gatti.
Queste macchie piatte nere o marroni sul gatto sono completamente innocue. La Lentigo simplex è è solo un fattore estetico senza necessità di trattamenti.
Se la lentiggini nere o marroni restano piatte, non sono alte sulla pelle, non c’è motivo di preoccuparsi. Se invece si nota come se la lentiggine fosse sollevata sulla pelle , allora questo è qualcosa che richiede il parere del veterinario.

 


Categorie: Curiosità

Agnelli stipati in un tir, autisti sanzionati dalla polizia stradale in A13 nel Bolognese

30/03/2021

Gli autisti di un autoarticolato che trasportava un carico di agnelli vivi in Puglia sono stati sanzionati dalla Polizia Stradale di Altedo, nel Bolognese, dopo la scoperta che gli animali erano tenuti stipati nel semirimorchio, senza spazio per muoversi e senza acqua. I due camionisti, entrambi ungheresi sui 30 anni, hanno ricevuto una multa di circa 15.000 euro. La scoperta e’ stata fatta ieri lungo l’autostrada A13, nel corso dei controlli della Polstrada sui mezzi pesanti. Gli autisti hanno tradito un certo nervosismo, che ha convinto gli agenti ad approfondire l’accertamento con l’aiuto dei veterinari dell’Ausl di Bologna e San Giorgio di Piano, visto che dal rimorchio provenivano i lamenti degli animali trasportati. Gli esperti hanno confermato che gli agnelli erano senza cibo e disidratati, ammassati in uno spazio ristretto e molto in sofferenza. Gli stessi agenti li hanno abbeverati collegando l’impianto idrico della caserma al mezzo pesante e, insieme ai veterinari, hanno sanzionato i due autotrasportatori. (ANSA). 


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Per le "staffette" con cani e gatti un vagone riservato sui treni dello Stato. Lo chiede la Garante per gli Animali di Napoli

30/03/2021

Da Napoli arriva la proposta alle Ferrovie dello Stato di “statalizzare” le staffette che ogni anno spostano migliaia di animali in cerca di adozione da Sud a Nord. L’iniziativa arriva dopo il terribile incidente dello scorso febbraio su iniziativa di Stella Cervasio, Garante per la Tutela degli Animali per il Comune di Napoli, che ha spiegato a Kodami come nasce e a che è punto è la proposta.
La proposta punta a statalizzare le staffette, coinvolgendo direttamente le Ferrovie dello Stato. Dell’iniziativa della Cervasio, insieme ad altre associazioni animaliste sta discutendo la cosa direttamente coi dirigenti della società.
Quello delle cosiddette “staffette”, ovvero persone che spostano animali in cerca di adozione da Sud a Nord è un fenomeno complesso e difficile da monitorare. Ogni anno sono migliaia i cani e i gatti randagi o provenienti da canili che vengono trasportati. Il più delle volte con mezzi di fortuna e in condizioni quasi al limite della sopravvivenza. Un trasporto messo in atto tanto da volenterosi animalisti pronti a tutto pur di aiutare gli animali in cerca di casa quanto spesso da persone che foraggiano un business al limite della legalità. I viaggi possono durare anche oltre le 35 ore e avvengono  con auto o furgoni messi a disposizione dagli stessi volontari o con vere e proprie ditte, alcune a norma di legge altre no, che si occupano proprio di questo tipo di spostamenti.
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Categorie: Varie

Non cura il suo cucciolo con il femore rotto, denunciata donna a Faenza

30/03/2021

Una vicenda incredibile per la crudele indifferenza di una donna 35enne verso il suo cagnetto con un femore rotto lasciato senza cure.
Ad individuare il cane lasciato in un recinto gli agenti della Polizia locale dell’Unione della Romagna faentina che hanno denunciato la donna per maltrattamento di animali per non aver fatto curare il proprio cane. Tutto è partito, come pubblicato dal corrierediromagna.it, quando, nei giorni scorsi, durante un controllo in un condominio alle porte della città, gli agenti hanno notato, all’interno di un recinto, il cucciolo di cane di piccola taglia che zoppicava vistosamente. Nell’abitazione erano presenti solo i figli della proprietaria, già nota alle forze di polizia, che in quel momento si era allontanata assieme al suo convivente. Il nucleo della polizia giudiziaria ha così deciso di sequestrare l’animale provvedendo a sottoporlo a visita veterinaria; l’esame radiologico ha evidenziato una frattura scomposta del femore destro, secondo il medico non di recentissima data, cosa che ha portato il cucciolo a dover convivere con un dolore lancinante per diverse settimane. Inoltre, il cane non era stato registrato all’anagrafe canina e quindi era sprovvisto del microchip d’identificazione, uno degli obblighi di legge ai quali sono tenuti i proprietari degli animali domestici. Il cucciolo, dell’apparente età di dieci mesi, è stato affidato alla sezione faentina dell’Enpa. Nei prossimi giorni l’animale verrà sottoposto a un intervento chirurgico per la riduzione della frattura scomposta.


Categorie: Varie

L'elefante africano delle foreste e' su orlo estinzione e quello delle savane in pericolo

30/03/2021

 L’elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclotis), una delle due specie di elefante diffuse in Africa, e’ sull’orlo dell’estinzione. Lo comunica l’International Union for Conservation of Nature (Iucn) che, nel suo ultimo aggiornamento della ‘lista rossa’ delle specie minacciate, ha etichettato l’animale come specie “in pericolo critico”. L’elefante africano della savana (Loxodonta africana) e’ invece considerato “in pericolo”, la seconda delle tre categorie nella quale vengono classificati gli animali in pericolo. In precedenza i due animali, considerati un’unica specie prima che i test del Dna ne rivelassero la natura distinta, erano classificati semplicemente come “vulnerabili”. Negli ultimi trent’anni la popolazione di elefanti africani delle foreste e’ scesa dell’86%, mentre gli elefanti africani della savana sono diminuiti del 60% negli ultimi 50 anni. Appena mezzo secolo fa, l’Africa ospitava un milione e mezzo di elefanti. L’ultimo censimento su larga scala, effettuato nel 2016, segnalava invece la presenza di appena 415 mila esemplari.
A minacciare gli elefanti non è solo il ‘poaching’, ovvero il bracconaggio legato alla tratta delle zanne, che ha toccato il picco nel 2011, ma la progressiva distruzione dell’habitat naturale per fare spazio ai terreni agricoli.
«Se non pianifichiamo in modo appropriato l’utilizzo delle terre, questi animali continueranno a essere uccisi in modo indiretto anche se fermeremo il poaching e la caccia illegale», ha spiegato Okita-Ouma. A indicare la strada giusta ci sono alcune riserve dove, grazie a un’accurata gestione, la popolazione dei pachidermi si è stabilizzata o addirittura cresciuta. E’ il caso degli elefanti delle foreste che vivono nelle aree protette del Gabon e della Repubblica del Congo o degli elefanti della savana che abitano nell’area di conservazione transfrontaliera del Kavango-Zambezi, estesa sul territorio di cinque diversi Paesi.


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Sacerdote messicano dice messa con il suo cane malato per non lasciarlo solo

29/03/2021

Una giovane donna messicana ha condiviso l’immagine del un parroco di una città di Coahuila de Zaragoza  che partecipa alla celebrazione della messa tenendo in grembo il suo cane.
Il sacerdote, prima dell’inizio della funzione, si è scusato spiegando che il suo cucciolo era molto malato e se lo avesse lasciato solo avrebbe pianto, così lo ha portato a messa con lui come ha riportato sul suo account Twitter @tupelirosafav la ragazza che ha dato la notizia.
Un gesto tenero e protettivo che non ha mancato però di scatenare critiche sui social Nonostante sia stato criticato per le sue azioni, il sacerdote si è difeso dicendo che “non voleva abbandonarlo”.
Molti degli utenti hanno capito questo gesto d’amore, avendo belle parole per il religioso “Se è malato e non l’hai lasciato solo, questo è un atto d’amore”.
I nostri animali domestici sono responsabilità di ciascuno di noi. Quando sono malati, ancor più, hanno bisogno di cure e attenzioni come i bambini e vedono in noi quelle figure quasi “genitoriali” che possono farli star meglio. È meglio avere qualche critica che lasciare sole queste creature in situazioni difficili.
Fonte: https://twitter.com/tupelirosafav


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Morfeo, il primo gatto contagiato dai proprietari con il Covid-19, è guarito e sta benissimo

29/03/2021

Morfeo è uno dei gatti che fanno compagnia ai cittadini di Venezia ed è stato il primo gatto italiano ad essere contagiato dal Covid-19.  Morfeo è un micio soriano di 10 anni, ed è stato contagiato dai suoi padroni tra ottobre e dicembre 2020.
A seguito del contagio, il povero Morfeo ha avuto una polmonite bilaterale che, come riportato sul twitter di tgcom24 è stata curata dalla veterinaria Nicoletta Mason la quale ha riferito che il gatto “si è ristabilito perfettamente”.
?Il micio aveva una forte tosse e la veterinaria che lo ha curato lo ha prelevato dalla casa per portarlo nel suo ambulatorio e fargli i tamponi, scoprendo così che aveva contratto il Covid. I risultati sono stati poi inviati all’Istituto zooprofilattico delle Venezie per contribuire al tracciamento nazionale del decorso della pandemia. Questa comunicazione è poi giunta all’Organizzazione Mondiale per la Salute degli Animali, OIE, che l’ha poi resa pubblica.
Nei giorni scorsi un altro gatto di Novara è risultato essere positivo al Covid, in particolare contagiato dalla variante inglese della Sars Cov2. Il gatto è in via di guarigione dopo le cure ricevute dal servizio veterinario dell’Asl di Novara.

 


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