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I pappagalli verdi invadono Roma, un impatto da non sottovalutare

30/01/2021

Nelle strade della Capitale, la presenza di fauna selvatica come volpi e cinghiali ormai sono una normalità ma alzando gli occhi si può immaginare di essere in qualche località esotica  perchè in cielo volano liberi, soli, in coppia o addirittura in stormi, pappagalli dal piumaggio verde brillante. Sono i pappagalli di due specie diverse e alloctone: Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri) originario dell’Asia ed Africa e il Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus), proveniente dal Sudamerica ma perfettamente ambientati in una città come Roma che negli ultimi tempi è sempre piu? zoo a cielo aperto.
Un consistente gruppo è arrivato in citta? da un sequestro di circa 1.000 esemplari, fatto all’aeroporto di Fiumicino nel 1999. Non si sapeva come sistemarli, e pare che qualcuno li fece scappare. Altri si sono uniti con fughe domestiche o abbandoni.
Preso possesso del territorio grazie ad una capacita? di adattamento favorita da una citta? calda come Roma,  i pappagalli si sono moltiplicati andando a contrastare uccelli della loro portata, come gabbiani e cornacchie. Si scontrano, con violenza, per territorio e cibo.
Nelle città trovano cibo nei parchi, nei giardini e nei viali cibandosi di granaglie varie, semi selvatici, bacche di arbusti ornamentali e avanzi alimentari (perfino popcorn e patatine), ma se si dovessero spostare nelle campagne – come pare stia accadendo nei dintorni di Roma – probabilmente l’impatto sarebbe devastante. L’allarme è motivato dal fatto che nidifica nelle cavità occupando il territorio dei picchi e precludendo spazi di nidificazione a uccelli con le medesimi abitudini riproduttive, come storni e upupe.
Fortunatamente le loro preferenze finora sono rivolte soprattutto alle aeree urbane, dove il clima è più mite, ma il fenomeno della loro espansione non deve essere sottovalutato.


Categorie: Curiosità

Dumbo, Gli Aristogatti e Peter Pan, famosi cartoons per bambini, vietati ai minori di 7 anni: sarebbero razzisti

30/01/2021

Denigrano popolazioni e culture, veicolano stereotipi sbagliati, contengono messaggi dannosi. Con queste motivazioni Disney ha scelto di vietare ai minori di 7 anni alcuni dei suoi classici su Disney+ e di aggiungere un disclaimer all’inizio dei film in cui se ne spiegano le ragioni.  Nel mirino sono finiti Dumbo, Gli Aristogatti e Peter Pan che, in alcuni paesi come la Gran Bretagna, sono già stati sfilati dall’offerta dedicata ai più piccoli pur restando disponibili nella piattaforma. Nel disclaimer si rinvia a un’apposita pagina web che spiega nel dettaglio quali sono le “colpe” dei cartoon in questione che non sono stati rimossi perché, piuttosto, si apra una discussione intorno a tematiche delicate. Negli Aristogatti finisce sul banco degli imputati il siamese pianista Shun Gon, raffigurato con tratti caricaturali dei popoli asiatici. Canta in un inglese stentato e suona il piano con le bacchette. Nel film ci sono anche altri momenti in cui si ironizza sulla lingua e la cultura cinese. Per quanto riguarda ‘Peter Pan’, il cartoon è reo di chiamare i nativi americani ‘pellerossa’, mentre in ‘Dumbo’, si ridicolizza la schiavitù. I corvi e il loro numero musicale richiamano gli spettacoli in cui artisti bianchi con le facce annerite e gli abiti laceri imitavano e ridicolizzavano gli schiavi nelle piantagioni. Il leader del gruppo si chiama Jim Crow, che condivide il nome delle leggi che imponevano la segregazione razziale. Nel mirino anche il film del 1960 ‘Robinson nell’Isola dei Corsari’, dove i pirati sono etichettati come ‘faccia gialla’ e ‘faccia marrone’.  Già dallo scorso ottobre, alcune pellicole su Disney+ sono precedute da un disclaimer che avvisa lo spettatore dei contenuti ‘dannosi’ in esse presenti: “Questo programma include rappresentazioni negative e/o denigra popolazione e culture”, si legge nell’avvertenza. “Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono ancora. Piuttosto che rimuovere questo contenuto, vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo”. (rainews.it)


Categorie: Animali e Cultura

I gatti di “Pialassa Baiona” (RA), quando cibo, acqua e cure arrivano in barca

29/01/2021

L’impegno dei volontari nell’assistere  gli animali senza una famiglia a volte è veramente pesante. Solo l’affetto e la dedizione per queste creature bisognose di cure ed esposte ad ogni pericolo  sostengono questo vincolo morale.
Nella zona valliva chiamata “Pialassa Baiona” tra Ravenna e Porto Corsini da quasi un quarto di secolo esistono due una colonie di gatti, all’incirca 25 felini, di cui si sono presi cura per vent’anni una coppia.  Siccome buon sangue non mente, a loro è subentrata la figlia, una volontaria  dell’Enpa della sezione di Ravenna. La giovane di prende cura dei gatti stanziali su due isolotti, porta loro  cibo, acqua per quanto necessario per garantire il loro benessere.

“Per rendere possibile quanto sopra con un’indubbia fatica, si deve procedere al trasporto del tutto su un battello a motore – come riportato su ravennawebtv.it –. Ecco che abbiamo pensato a lei, proprio ieri, immaginandola alla guida della sua imbarcazione, sotto una pioggia ad intervalli, sospinta da un antipaticissimo vento. A questo quadro sconsolante va aggiunto che quando si verifica il fenomeno dell’acqua alta, la nostra eroica volontaria deve calzare degli stivali e muoversi in 30 cm d’acqua” prosegue l’Enpa.
“La Pialassa Baiona è una zona umida di straordinario fascino e bellezza, sia che vi siano il sole, la pioggia oppure la neve. In quella palude trovò rifugio, nell’agosto del 1849, Giuseppe Garibaldi, il quale braccato dagli austriaci riparò in un capanno, ubicato a poche centinaia di metri dal luogo dove vivono i felini randagi di cui la volontaria si occupa. In questi anni il numero dei soggetti che compongono la colonia, si è lievemente assottigliato, e quasi tutti i gatti sono stati sterilizzati.  Alcuni potrebbero domandarsi come mai, dopo tanti anni, continuino a essere presenti dei felini che vivono in libertà su alcuni isolotti. Tutto ha avuto inizio una ventina d’anni or sono, quando alcuni capannisti ebbero l’idea di portare sugli isolotti alcuni gatti, allo scopo di tenere lontani i topi.
Il fatto grave è che i suddetti signori non si occuparono mai dei felini e li abbandonarono al loro destino. I più forti sopravvissero e superarono la cinquantina di soggetti. L’Enpa da molti anni si sta occupando della colonia felina fornendo il cibo, ma anche provvedendo alla cattura dei mici per poi sottoporli a sterilizzazione o per curarne le patologie. Purtroppo infatti qualche mascalzone, alla chetichella, trova comodo abbandonare in quei luoghi le cucciolate indesiderate, avendo notato che qualcuno si occupa delle colonie feline” spiega l’Enpa.
“Comunque sia è bene precisare che ci troviamo dinanzi a gatti molto selvatici, difficili da catturare per sottoporli alla sterilizzazione. Tutto questo si comprenderà facilmente che per la nostra volontaria rappresenta una fatica non di poco conto e che questo encomiabile lavoro dimostra una grande sensibilità per gli animali randagi” conclude l’Enpa di Ravenna.

 


Categorie: Curiosità

La cinghialina Vittoria si rifugia in parrocchia in attesa di una casa per lei

29/01/2021

Vittoria è una cinghialina della stessa famiglia sterminata il 16 ottobre scorso nel parco Moderni di via Cava Aurelia. Una strage tanto inutile quanto crudele che non ha mancato di suscitare proteste nell’opinione pubblica. Ora questa giovane femmina di cinghiale è riuscita a scappare da un recinto  dove era tenuta andandosi a rifugiare nel campo sportivo della parrocchia di Sant’Ambrogio in via Girolamo Vitelli. Sul posto sono accorsi, oltre alle forze dell’ordine, rappresentanti dell’amministrazione comunale, dell’azienda sanitaria e di numerose associazioni temendo l’ennesimo  abbattimento L’animale rischia l’abbattimento. La LEIDAA ha chiesto alle autorità competenti di non procedere, impegnandosi a trasferire l’animale in un CRAS.
Don Marco – parroco di Sant’Ambrogio – ha garantito che alla cinghialina Vittoria, finche sarà nel campo sportivo, non verrà fatto alcun male. E’ una promessa – dichiara il parroco. Anche perché il recinto in cui la piccola ha cercato riparo è in territorio vaticano. E i vigili di Roma Capitale lì non hanno giurisdizione. E’ fuggita da un condominio in zona Pineta Sacchetti, Vittoria, approfittando di un buco nella recinzione dove veniva, generosamente ma superficialmente, foraggiata da volontarie Legalmente, a quanto sembra, il foraggiamento dei cinghiali infatti, è espressamente vietato dalla legge 221/2015 che prevede, per chi contravviene a tale divieto, l’arresto da 2 a 6 mesi o l’ammenda da € 500 a 2.000.
Speriamo per Vittoria sia possibile raggiungere indenne il CRAS dove vivere una esistenza lunga e serena.


Categorie: Varie

Banana al cane? Si ma non scivoliamo sulla buccia...

29/01/2021

Una nota azienda di produzione fruttifera ha voluto rivolgere una particolare attenzione ai nostri cani e il consumo delle banane.
Conosciuta e gustata in tutto il mondo, la banana riesce a dare una mano alla salute grazie alle sue diverse proprietà: particolarmente utile per il regolare funzionamento dello stomaco e delle difese immunitarie, è un frutto ricco di vitamine e sali minerali come potassio, magnesio e fosforo. Una domanda però nasce spontanea: dato che fa così bene, è possibile dare la banana ai cani? Facciamo il punto a riguardo.
Il gusto viene prima di ogni altro aspetto e la banana è uno dei frutti che il cane meglio gradisce ma è compito del padrone non lasciarsi trasportare dallo scodinzolare del suo fidato compagno. La risposta alla domanda quindi se il cane può mangiare la banana è si, ma con cautela. Trattandosi di un frutto dal contenuto moderato in zuccheri, questo è più di altri il frutto che è possibile dare all’amico a quattro zampe. La sua consistenza è ideale a prevenire il fenomeno della fermentazione nello stomaco dell’animale e al gusto gradevole si aggiunge la buona digeribilità e il contenuto di elementi essenziali per la salute del cane.

Perché la banana fa bene al cane
Il primo effetto della banana è aiutare il buonumore. Questa può costituire un premio per il nostro amico a quattro zampe. Oltre a ciò, tanti altri sono i vantaggi che il frutto può apportare. Il potassio è essenziale per tonificare i muscoli, per il rinforzo delle ossa e l’assorbimento efficiente del calcio. Il contenuto di fibre è un alleato del transito intestinale, la vitamina C sostiene la pressione sanguigna ed il sistema immunitario e il contenuto in probiotici regolarizza la flora intestinale, perciò può essere di grande aiuto in caso di problemi intestinali del cane.

Il segreto è nella misura
Le ragioni del sì sono molteplici però non bisogna sottovalutare il “ma” della questione. L’alimentazione per gli amici a quattro zampe non è facile poiché deve tener conto di molteplici fattori e come in ogni caso, l’abuso di un alimento può comportare alcune sgradevoli conseguenze: la stitichezza causata da un consumo troppo regolare o al contrario, abbondare con le porzioni è spesso causa di diarrea e malessere. L’abbondante consumo può causare anche l’iperattività grazie agli zuccheri presenti nella banana e bisogna sempre considerare anche un aspetto particolarmente delicato: le allergie. L’introduzione della banana nell’alimentazione del cane dev’essere graduale e richiede particolare attenzione verso eventuali reazioni che l’animale dimostra. Ecco che la quantità è importante: per il cane di piccola taglia sarebbe preferibile non andare oltre le due fettine da un centimetro, per la media taglia si potrebbe arrivare alla mezza banana e la grande taglia può deliziare anche una banana intera a settimana.
Pericolosa invece è la buccia. Ricchissima di fibre, questa parte della banana risulta troppo dura per l’animale quindi difficile da masticare. Il rischio di soffocamento è quindi assolutamente da scongiurare. Oltre al danno immediato, la buccia è l’elemento più in grado di ingenerare il fenomeno della stipsi. Il livello di potassio contenuto nella buccia risulta davvero troppo alto per l’amico a quattro zampe e purtroppo non è raro incontrare eventi convulsivi nel cane in seguito all’ingestione della buccia.

 


Categorie: Curiosità

I Vigili del fuoco danno l'addio a Kira, componente pioniera delle unità cinofile del Corpo Nazionale

29/01/2021

Il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ha perso Kira, pioniera dell’unità cinofila in servizio presso il comando di Cagliari. Kira, un Border Collie femmina nata il 14 febbraio 2004, è stata tra le prime 16 Unità Cinofile del Corpo Nazionale. Condotta dal suo stesso proprietario, il Vigile del Fuoco Coordinatore Gavino Fiori, ha svolto servizio nella regione dal 2007 fino al 2015, partecipando ad innumerevoli interventi di ricerca di cui tanti con esito positivo. Il cane e il suo conduttore hanno fatto da traino per la costituzione del Nucleo cinofilo VVF regionale e per la preparazione di altre unità cinofile. Col suo conduttore, Kira ha partecipato con profitto a diverse emergenze sia nazionali, come il terremoto dell’Aquila del 2009, sia regionali, come l’alluvione di Capoterra. Innumerevoli, infine, le sue partecipazioni agli interventi di soccorso tecnico per ricerca persona a Cagliari e in altri territori della regione. Tutti i Vigili del Fuoco, e in particolare le unità Cinofile Regionali e Nazionali, sono orgogliosi di aver avuto un collega a quattro zampe come Kira. (can)


Categorie: Varie

Una radiografia a una valigia fa scoprire 70 camaleonti all'aeroporto di Vienna

29/01/2021

Decine di camaleonti protetti e originari della Tanzania stanno ricevendo cure in uno zoo austriaco dopo essere stati scoperti in una valigia all’aeroporto di Vienna. Come da notizia della Bbc riportata dall’Ansa, gli animali sono stati individuati dalla sicurezza aeroportuale dopo una radiografia sospetta della valigia.
Sono circa 74 gli animali trovati nascosti in calzini e scatole. I funzionari hanno detto che il loro costo sul mercato nero ammonterebbe a circa 37.000 euro.
Un uomo di 56 anni di cui non è stata resa nota l’identità, proveniente dalla Tanzania, è stato successivamente arrestato e potrebbe dover pagare una multa fino a 6.000 euro, ha detto il ministero delle Finanze. “[I camaleonti] possono mimetizzarsi bene … ma alla fine non hanno superato in astuzia la macchina a raggi X”, ha aggiunto il ministero in una nota.
I camaleonti, anche di una sola settimana insieme a esemplari adulti, sono stati immediatamente trasportati allo zoo viennese di Schönbrunn per essere esaminati da specialisti. Tre non sono sopravvissuti al viaggio. (ANSA).


Categorie: News dal Mondo

Covi-19. Contagiati in Svezia due leoni e una tigre poi soppressa. In via di guarigione i gorilla dello zoo di San DiegoDue leoni e una tigre contagiati

28/01/2021

Una tigre e due leoni sono stati contagiati dal virus SarsCov2 lo scorso 13 gennaio, oltre ad un membro del personale, in uno zoo in Svezia . La conferma è arrivata il giorno successivo dai laboratori Idexx in Germania, che hanno analizzato i campioni prelevati dagli animali. A renderlo noto è l’Istituto svedese di veterinaria, sulla rete della Società internazionale per lo studio delle malattie infettive (Isid).
Gli animali avevano lesioni lievi nel tratto respiratorio, ma non segni di polmonite. La tigre contagiata era una femmina di 17 anni, cui è stata praticata l’eutanasia a causa dei gravi sintomi respiratori e neurologici, età avanzata e scarse possibilità di guarigione. La tigre aveva iniziato a manifestare i sintomi con la mancanza di appetito il 9 gennaio, per poi peggiorare rapidamente l’11 gennaio, quando è stata soppressa. Anche un’altra tigre, un maschio dello stesso gruppo, aveva lievi sintomi respiratori ma non neurologici.
Fra i quattro leoni che vivono nello zoo, due sono risultati positivi: hanno sintomi respiratori lievi, mentre non sono stati riscontrati quelli neurologici e l’appetito non è cambiato.
Anche il personale dello zoo che si prendeva cura di questi animali ha mostrato sintomi da infezione di SarsCoV2: uno di loro è risultato positivo al test, mentre per gli altri tre si è in attesa dei risultati.
Buone notizie per i tre gorilla dello zoo di San Diego contagiati da un inserviente a loro dedicato  positivo al Covid-19 . I grossi primati sono in via di guarigione e come dichiarato dalla direzione del parco “non hanno più sonnolenza, né tosse né muco dal naso”. 


Categorie: News dal Mondo

1 milione di firme per dire stop agli allevamenti di animali da pelliccia. E' la petizione lanciata da Humane society international

28/01/2021

Un milione di firme per dire stop agli allevamenti di animali da pelliccia: è l’obiettivo della petizione globale lanciata da Humane society international (Hsi), assieme al network Fur Free Alliance, che ha raccolto circa 15mila sottoscrizioni nei primi 10 giorni. ”Ci sono ragioni di ordine economico, ambientale, di salute pubblica e non da ultimo di benessere animale per chiudere gli allevamenti. Tra queste – dichiara Martina Pluda, direttrice Hsi per l’Italia – la seria possibilità che si produca una nuova variante del virus, che potrebbe compromettere l’efficacia del vaccino”. La campagna, a cui si può aderire online dal sito http://action.hsi-europe.org/bastapellicce, ha suscitato la mobilitazione della community che dopo aver firmato la petizione globale ha inviato oltre 3mila mail al ministro della Salute in questi primi giorni. A sostegno dell’appello il White Paper scientifico in materia di ‘Allevamento di ANIMALI da pelliccia, Covid-19 e il rischio di malattie zoonotiche’, recentemente pubblicato da Hsi e contenente le evidenze scientifiche che dimostrano come il Coronavirus possa saltare avanti e indietro tra visone e uomo, producendo mutazioni che potrebbero mettere a rischio l’efficacia dei vaccini fin qui rilasciati e in fase di distribuzione. Ad oggi, il virus è stato rilevato nel visone in quasi 400 allevamenti, di almeno 9 stati membri come Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Lituania, Grecia, Spagna, Francia e anche in Italia dove sono stati abbattuti 26,000 visoni. Il Sars-Cov-2 è stato rilevato anche in 16 allevamenti negli Stati Uniti e in uno in Canada. L’allevamento di ANIMALI da pelliccia rappresenta, pertanto, un grave rischio per la salute umana. (Ler/Adnkronos) 


Categorie: News dal Mondo

Kamala, clochard indiano, pur senza avere nulla riesce ad aiutare i cani randagi (video)

28/01/2021

Sarebbe già abbastanza difficile passare una giornata senza cibo. Ma c’è una persona straordinaria, vive nei pressi della stazione ferroviaria di Bhubaneswar, in India e, anche se nella più totale indigenza, ignora la sua povertà e fame per nutrire i cani randagi del posto.
E’ un uomo di 60 anni di nome Kamala anche se molti lo chiamano “man of God” uomo mandato da Dio per il bene che riesce a fare non avendo nulla.
Kamala è un senzatetto che aiuta i cani randagi e che, se necessario, arriva a non mangiare per sfamarli. Una storia che tocca il cuore e che racconta di come, a volte, il non avere niente porti ad avere tutto: quest’uomo, infatti, possiede un cuore d’oro ed enorme; una qualità che dimostra come non servano soldi per essere davvero umani.
Kamala non ha un lavoro racimola qualche soldo raccogliendo bottiglie e pulendo la stazione. Vive di elemosine e degli avanzi lasciati dai passeggeri dei treni.
Se riesce a comprare qualcosa di speciale lo divide con i 4zampe più bisognosi come i cuccioli.
Alcuni volontari hanno voluto far conosce questo “man of God” a quante più persone possibile con un video in rete perchè  potessero arrivare degli aiuti per lui e i suoi randagi.
Una bella storia che insegna come la ricchezza e la felicità non stiano nel portafoglio ma nel cuore.

 


Categorie: News dal Mondo

Quando a sfamare i mici di strada è un "gattaro" perchè accudire i mici di strada non è un mestiere (solo) per donne

28/01/2021

Il termine “gattara” è pressochè sconosciuto nella sua accezione maschile “gattaro”. Questo perchè nel numero di persone che amano i gatti e hanno a cuore anche i randagi a cui si dedicano, le donne sono la maggioranza. Ma Milano è forse la città apripista a una nuova figura di uomo che accudisce i gatti di strada: il gattaro. Ce lo fa conoscere Anna Marcucci con il suo articolo su corriere.it da dove emerge che nella città dove si è sempre proiettati al futuro il 30% di coloro che si dedicano a questa attività sono maschi.

Le gattare, si sa, sono donne. Ma esistono anche i gattari, uomini che si dedicano ai gatti liberi (in Italia, i gatti non sono più randagi dal 1991, grazie alla legge 281). Sono meno noti delle loro colleghe e su di essi c’è meno folklore. Inoltre, sembrano contraddire la nota associazione tra donne e gatti, ormai diventata quasi un luogo comune, con tanto di accudimento materno, cibo come comunicazione, dedizione, sacrificio e simili.
Chi sono allora i gattari? Qui è necessaria una precisazione linguistica: con gattara/o non si intende chi ama i gatti o ne tiene anche parecchi in casa, bensì chi si dedica ai gatti di strada, chi «fa il giro» per nutrirli e accudirli, ogni giorno. Infatti esiste anche la categoria dei «gattari occasionali», quelli che danno da mangiare ai gatti quando sono in campagna o in vacanza, succede a molti milanesi, dato che a Milano città in pratica non ci sono più gatti “randagi”, dopo decenni di sterilizzazioni. Racconta Gianluigi Baldon, che di lavoro fa l’acchiappa gatti e cani: «A Milano e dintorni, ormai un 30% sono maschi, di solito anziani, neopensionati che scelgono questo hobby altruista. Oppure come gli ortisti, che volentieri aprono una scatoletta ai mici che li vanno a trovare». Ma ci sono anche giovani:«Spesso un po’ fanatici, vorrebbero fare tutto loro e non ascoltano. Però sono bravi con gli animali» aggiunge Baldon.

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Categorie: Animali e Cultura

Animali trafitti da recinzioni, appello per salvarli. Nel VCO 7 casi in pochi giorni, interviene la Polizia provinciale

28/01/2021

E’ stato abbattuto un cervo rimasto infilzato sulla recinzione di una casa a Crodo, in Valle Antigorio, alta Ossola. Troppo gravi le ferite riportate dall’animale. E’ il settimo ungulato che muore a causa delle recinzioni di orti e villette. Gli altri episodi si sono verificati in Val d’Ossola – a Varzo, Premia, Bognanco – e uno nel Verbano. Spinti dalla fame, gli Animali si avvicinano a siepi e piante per mangiare e finiscono infilzati, con lunghe sofferenze e patimenti. Ora la polizia provinciale del VCO chiede a proprietari di recinzioni e ai comuni di intervenire. ”I proprietari – dice Riccardo Maccagno, responsabile della Polizia provinciale – possono posizionare accorgimenti che impediscano agli Animali di finire trafitti e i comuni mettere nei propri regolamenti comunali il divieto a realizzare recinzioni con terminali appuntiti o comunque pericolosi per gli Animali stessi e non solo. Evitiamo perdite importanti al patrimonio faunistico e soprattutto le gravi sofferenze a cui sono costretti gli animali infilzati” (ANSA).


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