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Dopi 31 anni il Giappone tiprende la caccia commerciale alle balene: una minaccia per i cetacei in via d'estinzione

02/07/2019

Il Giappone riprende la caccia alle balene a scopi commerciali, dopo 31 anni di interruzione. Due baleniere hanno lasciato il porto di Shimonoseki, nel sud dell’arcipelago, dopo che Tokyo ha formalmente lasciato la Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene (Iwc), decisione annunciata alla fine dello scorso anno. Altre cinque imbarcazioni per la caccia alle balene hanno preso il mare da Kushiro, nell’isola settentrionale di Hokkaido.
Il ministero giapponese dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca ha fissato una quota di 227 balene cacciabili fino a fine 2019, per evitare un forte impatto sulle risorse cetacee: nella quota sono comprese 52 balene Minke, 150 balenottere di Bryde (detta anche di Eden) e 25 balene sei, la balenottera boreale. “Da oggi”, ha dichiarato il ministro, Takamori Yoshikawa, “chiedo ai cacciatori di cacciare le balene in osservanza della quota e puntare a un ritorno di questa industria della caccia alla balena”.
Nonostante i 31 anni di interruzione, il Giappone aveva comunque continuato a praticare la caccia alle balene per scopi scientifici, una scelta che aveva suscitato polemiche internazionali da parte degli ambientalisti. Secondo le indicazioni fornite a dicembre scorso dal portavoce del governo, Yoshihide Suga, la caccia alle balene sarà permessa solo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva del Giappone, mentre sarà vietata nelle acque dell’Antartide e nell’emisfero australe.
La ripresa da parte del Giappone della caccia alle balene per scopi commerciali mette sotto pressione la popolazione di cetacei nel mondo, già minacciata non solo dalla pesca ma anche dalla cattura accidentale nelle reti nonché dal cambiamento climatico. Nonostante decenni sotto protezione, diverse specie sono ancora fortemente a rischio: tra queste, segnala l’International Union for Conservation of Nature, ci sono varie specie di balenottere e balene franche.

– Balenottera azzurra: con oltre 33 metri di lunghezza e più di 150 tonnellate di peso, è il più grande animale vivente sulla Terra. Di recente è stata stimata una popolazione mondiale tra i 5 mila e i 15 mila esemplari.

– Balenottera boreale: Con i suoi 20 metri di lunghezza e 50 tonnellate di peso, è la terza in ordine di grandezza tra le balenottere. è anche tra i cetacei più veloci: raggiunge i 50 chilometri orari. La popolazione è stimata in 50 mila esemplari.

– Balena franca Nord Atlantica: Era la preferita dai cacciatori di balene per la quantità di grasso e la sua tendenza a stare vicino alle coste. Oggi ne sopravvivono circa 400 esemplari nell’Oceano atlantico nord-occidentale, mentre in quello nord-orientale è di fatto considerata estinta.

– Balena franca Nord Pacifico: concentrate nel mare di Bering e nel Golfo dell’Alaska, secondo alcune stime ne potrebbero rimanere in vita solo poche decine. Secondo il Center for Biological Diversity, è la specie più a rischio in assoluto.


Categorie: News dal Mondo

Il caldo torrido stermina intero allevamento di tacchini in Lombardia

02/07/2019

 


Categorie: Varie

Gatto e caldo torrido: come aiutarlo a superare le alte temperature e intervenire nei colpi di calore

02/07/2019

Se il cane con il gran caldo mostra tutto il suo affannoso disagio, il gatto, pur essendo amante del tepore in inverno, con le alte temperature estive è esposto al rischio di colpi di calore che potrebbero mettere a repentaglio la vita del micio.
In caso di sofferenza anche il gatto ci manda dei segnali che non dobbiamo sottovalutare.
Al gatto va data la possibilità di ripararsi e riposare in locali ombrosi e areati perchè se esposto alle alte temperature  dei forti periodi di canicola è concreto il rischio che vada in ipertermia. Questa condizione, è provocata da un aumento eccessivo della temperatura corporea del felino che può provocare danni irreversibili all’animale o addirittura la morte.
Ecco perché diventa di vitale importanza capire come prevenire tali attacchi.
I sintomi di ipertermia più comuni e da tenere sotto controllo sono 5:

Respiro affannoso: a differenza dei cani, i gatti non respirano mai con la bocca aperta a meno che non ci sia un problema. Generalmente una respirazione di questo tipo porta il gatto ad aprire la bocca e tirare fuori la lingua per ingoiare più aria, mentre la respirazione diventa più veloce.
Salivazione abbondante: i gatti sono tutto fuorché reputati per sbavare dappertutto. Se il felino ha una salivazione più abbondante del solito, sarà necessario rinfrescarlo velocemente.

Agitazione: se il gatto ha troppo caldo, sarà estremamente agitato, muovendosi in ogni senso per darsi sollievo. Inoltre potrebbe risultare disorientato o farsi una lunga toeletta.

Gengive rosse: se le gengive del gatto diventano improvvisamente rosse o estremamente pallide, significa che c’è un problema.

Vomito: proprio come gli umani, un colpo di caldo può provocare vomito nel gatto. In tal caso, è necessario agire con rapidità poiché il felino rischia di disidratarsi rapidamente.

Altri sintomi da non sottovalutare sono debolezza e tremori muscolari.

Cosa fare se il gatto soffre di colpi di calore?
Se il gatto dovesse presentare uno o più sintomi, sarà necessario agire velocemente. Bisognerà dunque abbassare la temperatura del felino in modo graduale, ad esempio portando l’animale in un luogo della casa più fresco ed al riparo dalla luce del sole, magari anche con un ventilatore. Importante sarà anche bagnare la bocca del gatto con un diffusore in modo da fargli ingerire liquidi e prevenire la disidratazione e, successivamente, applicare sul mantello e sulla testa del micio dei panni bagnati con dell’acqua fresca.
Anche se il gatto dovesse dare segni di miglioramente dopo l’abbassamento della temperatura, sarà necessario comunque portarlo rapidamente da un veterinario affinché controlli che non ci siano effetti collaterali.


Categorie: Curiosità

Lasciato al caldo chiuso sul balcone, cane si lancia dal quarto piano di un palazzo a Torino

02/07/2019

Poteva finire in tragedia per il cane e anche per qualche passante la crudele segregazione a cui è stato sottoposto un labrador a Torino,
Un cane che i padroni avrebbero lasciato da solo al sole sul balcone di casa nella calura del pieno pomeriggio si è improvvisamente lanciato di sotto dal quarto piano di un palazzo. Un volo nel vuoto di diversi metri concluso con lo schianto dell’animale su un’auto parcheggiata proprio sotto lo stabile. Nella caduta il cane, un grosso esemplare di labrador di colore nero, ha sfondato anche il parabrezza della vettura provocandosi profonde ferite ma è rimasto miracolosamente vivo. Proprio l’impatto con l’auto ha evitato quello peggiore col terreno e forse la morte. L’animale si sarebbe gettato nel vuoto per la disperazione.
Dopo il terribile impatto, il cane è stato soccorso da alcuni passanti che hanno allertato immediatamente i servizi veterinari. Il labrador infine è stato preso in consegna dal personale di un centro per animali del capoluogo piemontese e trasportato in una clinica veterinaria di Moncalieri dove è stato ricoverato. L’animale si sarebbe gettato nel vuoto per la disperazione. Auspichiamo una punizione esemplare per i proprietari.

 


Categorie: Varie

Emergenza caldo e cavalli: fiaccherai di Firenze"monitorati" dagli animalisti

02/07/2019

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha vietato l’attività delle ‘botticelle’ quando la temperatura supera i 30 gradi, per salvaguardare i cavalli che scarrozzano i turisti per la Capitale. E a Firenze, come se la passano i cavalli dei fiaccherai con queste temperature da bollino rosso? “Peggio che a Roma”, secondo la responsabile Lav Firenze, Francesca Bucelli. “Ma provare a riproporre il modello romano, qui pare non sia possibile” sostiene.
Spiegando: “Già nel 2014 presentammo un’istanza al Comune di Firenze per risolvere la questione fiaccherai, cioè salvare i cavalli senza danneggiare economicamente questa attività. Chiedemmo di convertire le licenze dei fiaccherai in licenze taxi e, successivamente, alcune restrizioni sulla circolazione. Chiedemmo anche di abbassare a 30 l’attuale soglia di 35 gradi, oltre la quale, secondo il regolamento comunale, i cavalli non possono uscire. L’istanza al Comune però non ha mai avuto alcun seguito”. Anche la “biciclettata di sensibilizzazione” sul tema promossa lo scorso anno dalla Lav per le vie del centro è stata perlopiù uno “slalom burocratico” per ottenere i permessi e organizzare l’evento, spiega Bucelli. (firenzetoday)

 


Categorie: Varie

Bellissimo lieto fine per "mamma anatra". Trovata in una ditta a Macherio (Monza), ora vive sul Lambro con i suoi piccoli

01/07/2019

Dopo la triste vicenda di “Caffè” che viveva presso il laghetto della Villa Reale di Monza, ennesima vittima causata dal menefreghismo e dalla cattiveria di alcune persone, l’Enpa di Monza raccontare una storia che invece ha avuto un bellissimo lieto fine perché, per fortuna, esistono anche persone sensibili e responsabili che danno valore alla vita di tutti gli animali e non solo a quella dei loro cani.
La segnalazione arriva da una ditta di Macherio (Monza): una femmina di germano reale è in cova in un angolo del parcheggio interno, quindi in un ambiente non idoneo e pericoloso per lei e per la futura prole, anche in considerazione del fatto che spesso nel parcheggio, oltre alle macchine, girano cani senza guinzaglio. Non solo, il corso d’acqua più vicino al luogo scelto per depositare le uova è lontano circa 800 metri, una distanza che renderebbe impossibile per mamma germano portare lì tutti i piccoli dopo la nascita, attraversando parcheggio e strade trafficate.
Dal momento che i dipendenti raccontano di essersi accorti della presenza di mamma anatra circa due settimane prima e che in quel lasso di tempo l’avevano aiutata fornendole cibo e acqua dalla mensa, nei giorni scorsi l’operatore Enpa Sergio e la volontaria Marica si recano sul posto con l’intenzione di mettere in sicurezza mamma e uova con una recinzione temporanea e tornare poi a recuperarli dopo la schiusa.
La mamma, posizionata vicino ad alcuni macchinari molto rumorosi e con la presenza quotidiana di macchine e dipendenti, seppur intimorita non si è mai allontanata dalle sue quattro uova, così come anche durante l’operazione di montaggio della recinzione attorno a lei.
Ma c’è una sorpresa. Non appena mamma anatra si alza dal nido ecco che spuntano 4 piccole testoline che, a giudicare dal piumaggio ancora bagnato di due di loro, erano uscite dall’uovo da pochi minuti. A questo punto, la missione di messa in sicurezza si trasforma in missione di recupero e anche in questa delicata fase, la “mamma coraggio”, pur di non lasciare i suoi piccoli, si fa catturare senza problemi.
Messa lei in un trasportino e i piccolini in un altro per evitare che nell’agitazione del momento potesse schiacciarli, l’ambulanza Amici Cucciolotti attrezzata per il trasporto di animali riparte alla volta del rifugio in via San Damiano.
Sistemati per la notte in un recinto per essere rifocillati, la mattina seguente, mamma e piccoli belli pimpanti vengono portati da Marica al parco di Monza e liberati nel fiume Lambro in una zona tranquilla verso la porta di Villasanta (MB): prima gli anatroccoli per evitare che la mamma voli via, e poi lei che, appena li sente pigolare, si tuffa in acqua vicino a loro. E insieme si mettono subito a nuotare allontanandosi, un quadretto familiare idilliaco che, si spera, non venga minacciato da qualche pericolo!
In caso di ritrovamento di germani con piccoli evitate di avvicinarvi troppo (la madre potrebbe abbandonare i piccoli). Per avere informazioni, non esitate a contattare il rifugio di Monza di Via San Damiano 21 allo 039-835623 o scriveteci su facebook enpa.monzaebrianza.


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Felice esito per "l'orsetto triste" del Kosovo. Grazie a quanti hanno aderito alla petizione, ha ritrovato il sorriso

01/07/2019

A quanti hanno ancora dei dubbi sull’efficacia delle petizioni e mailbombing – riocorda l’Enpa di Monza – è doveroso ricordare che proprio grazie alla mobilitazione generale per il cucciolo di orso trovato mesi fa sulla strada principale del Parco Nazionale Sharri, in Kosovo, e poi rinchiuso in una cassa di legno nella cantina di una casa all’interno del parco, è arrivato un bellissimo lieto fine.
La fondazione Four Paws si era subito attivata dando la disponibilità ad accogliere l’orsetto nel Bear Sanctuary, un paradiso naturale a 20 chilometri da Prishtina dove vivono altri 19 orsi bruni, purtroppo le autorità locali del Parco di Sharri avevano declinato l’offerta.

Four Paws ha così organizzato un mailbombing indirizzata al Ministro per l’Ambiente e Pianificazione Territoriale del Kosovo e le adesioni sono state così tante che proprio pochi giorni fa il ministero ha finalmente autorizzato il trasferimento del cucciolo al Bear Sanctuary.
Qui il suo recupero sarà seguito attentamente: il contatto con l’uomo sarà ridotto allo stretto necessario e, dopo un periodo di 6-9 mesi, il piccolo verrà rivalutato per vedere se esiste la possibilità di un suo rilascio in natura.
Su Facebook il bellissimo video:

Nella foto l’orsetto finalmente libero


Categorie: News dal Mondo

Orso M49, Enpa: bene il Ministro Costa con il no al colpo di mano di Trento. Ora rafforzare misure di prevenzione e puntare su formazione e comunicazione. Mail Bombing di Enpa a Salvini

01/07/2019

L’Ente Nazionale Protezione Animali esprime grande apprezzamento per l’intervento del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che dalla propria pagina Facebook ha preso posizione sulla cattura di M49. Infatti, secondo il ministro, non ci sono i presupposti scientifici affinché si proceda in questo senso: M49 non è un orso pericoloso. Per eventuali danni che esso dovesse causare c’è lo strumento dei risarcimenti.«Auspichiamo che, di fronte all’autorevole presa di posizione del titolare dell’Ambiente, il presidente Fugatti e la Provincia di Trento rinuncino a un pericoloso “braccio di ferro” con il governo centrale. Un eventuale colpo di mano sarebbe del tutto illegittimo e illegale, e porterebbe la Provincia nel mirino della Corte dei Conti. Ma, soprattutto, avrebbe conseguenze gravissime per l’animale e per la sua incolumità. Ricordiamo infatti che l’orsa Daniza morì proprio durante un tentativo di cattura», spiega l’associazione.
Per questo, dalla sua pagina Facebook, Enpa ha lanciato un mail bombing a Matteo Salvini con la richiesta di intervenire sul Presidente della Provincia di Trento, invitandolo alla moderazione sulla questione M49. In poche ore, l’appello della Protezione Animali ha già superato le 34mila visualizzazioni.
«Dobbiamo puntare non su campagne di allarmismo ingiustificato, come si è fatto sinora, ma sulla prevenzione e, soprattutto, su formazione, informazione e comunicazione all’opinione pubblica e agli allevatori. Come peraltro previsto dal Piano di conservazione dell’orso bruno (Pacobace). E’ ovvio che in caso di danni agricoltori e allevatori devono essere risarciti tempestivamente, dimostrando di aver fatto tutto il possibile per evitarli, quei danni».


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Deteneva illegalmente esemplari tutelati da Convenzione Cites. Cc Forestale denuncia uomo nel Crotonese

01/07/2019

Aveva realizzato tra la propria abitazione e le sue immediate adiacenze, a Isola Capo Rizzuto, un piccolo rettilario con due pitoni e sette tartarughe detenuti illegalmente. Un uomo che non è stato in grado di fornire documentazione attestante la provenienza lecita di tutti gli esemplari, è stato denunciato dai carabinieri Forestale di Crotone.
    In particolare i militari, durante il controllo, hanno trovato un pitone moluro, un pitone albino e sette tartarughe di terra (Testudo hermanni), tutte specie animali particolarmente protette dalla Convenzione internazionale di Washington (1973), conosciuta con l’acronimo Cites.
    All’attività di controllo oltre ai militari di Crotone hanno partecipato gli specialisti del Nucleo Ctes di Reggio Calabria, con il supporto dei militari della Tenenza CC di Isola Capo Rizzuto.
   


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Abbandonata e investita, Arya si strascina in strada per una settimana. Qualcuno rompe il muro dell'indifferenza e la salva

01/07/2019

È stata abbandonata e investita ed è rimasta per più di una settimana in strada con una paralisi alle zampe posteriori che ha trascinato a terra fino a corroderle. È la storia di Arya una cagnolina meticcia, di circa due anni, che è stata ritrovata sabato scorso in una stazione carburanti situata lungo una strada a scorrimento veloce. Un ragazzo l’ha notata ed ha allertato le autorità competenti. È stata trasferita alla Asl e poi affidata alla Lega nazionale del cane, sezione di Benevento.
«L’abbiamo già portata dai nostri veterinari di fiducia – dichiara all’Adnkronos Marco Castaldi, responsabile della sezione -, è stata sottoposta ad una serie di esami e ricoverata per 48 ore. Arya ha la colonna vertebrale spezzata, le zampe posteriori paralizzate ed è anche incinta. Era molto denutrita, la strada è tutta in salita ma la speranza è l’ultima a morire».
Gli abbandoni nel Sannio sono in aumento. «Da metà maggio ad oggi – spiega Marco – siamo già a 70 cani abbandonati, per la maggior parte cucciolate e mamme che vengono lasciati in strada anche in pieno giorno. Quest’estate sta andando anche peggio rispetto alla precedente».


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Sequestrati 53 cuccioli di cane trasportati illegalmente e in condizioni critiche. Denunciato 40enne a Arezzo

01/07/2019

Un 40enne è stato denunciato perché stava trasportando in auto 53 cuccioli di cane per piazzarli sul mercato nero. Il fatto è avvenuto vicino al casello di Arezzo sull’A1, è entrata in azione una pattuglia della polstrada di Battifolle nella mattinata di oggi, giovedì 28 giugno. Gli agenti hanno descritto il 40enne come una persona “dall’aspetto poco rassicurante” e per questo l’hanno fermato: originario di Napoli, aveva precedenti per droga, ma da tempo aveva deciso di dedicarsi al traffico di animali. Nell’abitacolo della sua station wagon sono state trovate sei gabbiette di plastica con piccolissimi cuccioli di cane. Le bestioline erano in uno spazio angusto, quelle di sotto erano costrette a essere colpite dalle deiezioni degli animali di sopra. I cuccioli erano 53, tutti con non più di 70 giorni di vita, tra cui 34 bulldog francesi, 2 carlini, 12 maltesi, 1 barboncino e 4 volpini. Erano allo stremo delle forze ma, grazie alle coccole dei poliziotti che li hanno rifocillati e al successivo intervento dei veterinari della AUSL di Arezzo, se la caveranno. Se il loro viaggio non fosse stato interrotto dalla Stradale, buona parte dei cuccioli non ce l’avrebbe fatta, considerate la tenera età, le condizioni di trasporto, il caldo e la pesante afa. L’uomo ha dichiarato di aver prelevato i canini oltre confine, per poi piazzarli nel Napoletano, dalla cui vendita si sarebbero potuti ricavare più di 60.000 euro. A lui, denunciato per maltrattamento e traffico illecito di animali, la Polstrada ha pure sequestrato l’auto, le gabbie e le bestioline. Tutte ora sono al sicuro e in buone mani, tant’è che appena si riprenderanno dalle fatiche del viaggio saranno affidate a persone che, con tanto amore, faranno loro dimenticare questa triste avventura.


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