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La caccia alla volpe in tana è una barbarie da perseguire. Tutti possiamo fare qualcosa

26/02/2019

In Italia la volpe è cacciabile nel corso di tutta la stagione venatoria. Inoltre, i piani provinciali di ‘contenimento’ della specie, prevedono estensioni, sia temporali che spaziali. Ne consegue che le volpi possono essere uccise durante tutto il corso dell’anno ed anche nelle zone dove normalmente la caccia è vietata. Particolare efferatezza  caratterizza la caccia in tana, dove cani di piccola taglia, appositamente addestrati, entrano nelle tane allo scopo di far uscire adulti e cuccioli che diventano bersagli dei cacciatori. Molto spesso, però, gli stessi cani ingaggiano scontri furibondi con i cuccioli e con le madri, intente a proteggerli. Con il risultato che molte volpi – sia cuccioli che adulti – vengono sbranate, mentre i cani riportano spesso gravi ferite. Tutto ciò accade perché in alcuni casi le volpi possono essere competitrici dei cacciatori nel predare capi di “fauna di interesse venatorio”. Ma ciò che accade nelle tane delle volpi assume rilevanza penale, in quanto configura il reato di maltrattamento di animale, con la violazione dell’art.544 ter e bis del Codice penale. Se un cucciolo viene sbranato, se un cane da tana risulta ferito, si possono configurare gli estremi per poter segnalare i responsabili all’autorità giudiziaria.
In termini generali, sono comunque vietate tutte quelle modalità che causino strazio o gravi sofferenze agli animali coinvolti, se non espressamente legittimate dalla norma in questione.
Ma dietro alla caccia alla volpe ci sono diversi crimini, non solo i combattimenti mortali della caccia in tana, ma anche la diffusione delle esche avvelenate che miete ulteriori vittime impreviste.
Qui un articolo di questi giorni che riporta la notizia di cani avvelenati,”circostanze che si ripetono con regolare scadenza quando vengono rilasciate le lepri, e qualcuno getta le esche con la speranza che siano mangiate dalle volpi.” Continuate ad aiutarci e condividete la petizione che chiede lo stop della cacca in tana!

Le volpi e non solo loro, vi ringrazieranno


Categorie: Curiosità

"La città dei gatti", mercoledì 27 febbraio a Roma la presentazione del libro di Annamaria Rivera sulla rispettosa convivenza uomo-animali

26/02/2019

È possibile immaginare un mondo nel quale l’interazione tra umani e animali – in tal caso, gatti, gabbiani e anche cani – sia specchio e nel contempo modello per una convivenza improntata al riconoscimento reciproco, all’accoglienza, alla cura?
Con La città dei gatti Antropologia animalista di Essaouira (Edizioni Dedalo, 2016), l’antropologa Annamaria Rivera ci mostra come, estendendo “l’osservazione partecipante” di una società urbana marocchina – quella di Essaouira, città portuale affacciata sull’Oceano Atlantico – fino a comprendere anche alcune categorie di non-umani che ne sono parte integrante, si arrivi a coglierne più profondamente lo spirito, la cultura, le relazioni sociali, le trasformazioni nel corso del tempo. Con ciò sfidando anche la visione stereotipata dell’Islam che domina in Occidente.L’appuntamento con la presentazione del libro di Annamaria Rivera è a Roma il 27 febbraio nella sala lettura della Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura, al MIPAAF (via XX Settembre 20). L’evento inizia alle 15.


Categorie: Animali e Cultura

Lea, prigioniera in una grotta del palermitano, dopo 5 giorni di tentativi salvata da due speleologhe

25/02/2019

Recuperato dalla squadra di tecnici del Soccorso alpino e speleologico siciliano il cane rimasto intrappolato domenica scorsa in fondo a una grotta, nelle campagne di Santa Cristina Gela (Palermo). Le operazioni sono state rese più difficoltose dalla dimensione estremamente ridotta dei cunicoli di accesso. Lea, questo il nome del segugio femmina di 8 anni, probabilmente inseguendo un coniglio era entrata in uno cunicolo alla fine del quale si sviluppa un sistema di pozzi con altri passaggi molto stretti. Il padrone ha tentato di raggiungerla, ma è riuscito a percorrere solo pochi metri. Nei giorni successivi sono stati fatti altri tentativi, tutti andati a vuoto. Mercoledì sera è stata allertato il Soccorso alpino e speleologico siciliano che ha inviato sul posto una squadra di speleologi.
I tecnici della stazione Palermo-Madonie hanno fatto un primo tentativo ma hanno dovuto rinviare l’intervento a ieri per la necessità di allargare un passaggio troppo stretto. Messa in sicurezza l’area e attrezzati i cunicoli con un sistema di corde fissate al muro per mezzo di appositi chiodi (spit), i tecnici del Sass si sono addentrati fino a raggiungere il pozzo ma del cane non c’era nessuna traccia e in tarda serata le operazioni sono state interrotte. Stamattina, però, il padrone avrebbe sentito abbaiare Lea in lontananza. Due speleologhe, infine, hanno recuperato l’animale che era stato comunque nutrito in questi giorni, e alle 17 si è concluso l’intervento.


Categorie: Varie

Il business dei combattimenti tra cani genera un fatturato da 3 miliardi di euro

25/02/2019

Il business illegale della lotta tra cani, che in Europa ha un fatturato-monstre di 3 miliardi di euro derivati dal giro di scommesse clandestine con puntate minime da 250 euro nelle arene di bassa categoria e vette da 10 mila quando a sfidarsi sono esemplari dal pedigree sostanzioso, magari ben sbandierato sui siti Internet dove la promozione dei match è confusa dietro una più innocente, e solo apparente, «vetrina».
Secondo la Lav (Lega italiana antivivisezione), dopo la grande stagione del controllo camorristico a fine Anni 90, quando la onlus quantificò in mille miliardi di lire il giro d’affari, il fenomeno cresce di nuovo e parecchio (+5-10% di denunce all’anno nell’ultimo biennio), ma sotto mentite spoglie:
“Per focalizzare la dimensione della violenza sprigionata da alcuni gruppi si può ripercorrere il dettaglio degli addebiti mossi alla banda attiva fra Imperia, Pavia, Teramo e la Serbia, che un’indagine per un po’ rimasta in sonno ha infine permesso di attribuire a 25 indagati. «Organizzavano la compravendita o lo scambio di cani di grossa taglia, di tipo molossoide e prevalentemente sprovvisti di micro-chip, su tutto il territorio italiano oppure provvedevano alla loro importazione dall’estero e li allevavano in varie località per impiegarli in combattimenti”
L’obiettivo? «Potenziare la muscolatura dei vari esemplari – qui torniamo alle parole dei magistrati – aumentare in modo innaturale l’aggressività, desensibilizzarli rispetto all’anomala attività di allenamento». Il riflesso è «un danno alla salute degli animali e la morte di un numero indeterminato». Per approfondire il testo cliccare qui


Categorie: Varie

Coral Dream viene abbattuto durante le prove dell'Anello d'Oro ad Arezzo

25/02/2019

E’ caduto a terra fratturandosi l’arto anteriore ed è stato in seguito abbattuto per l’impossibilità di essere curato. Come riporta il Corriere dell’Umbria è morto così Coral Dream, cavallo anglo arabo di otto anni di proprietà del fantino di Narni Alessandro Scoccione. L’incidente è avvenuto ad Arezzo, durante le prove libere del torneo equestre l’”Anello d’Oro”, a cui il fantino non era nemmeno iscritto. La corsa, organizzata dall’Arezzo International Horse. è stata annullata a seguito dell’incidente. (nelcuore.org)


Categorie: Varie

Sei stressato? Attenzione il tuo gatto rischia l’obesità

25/02/2019

I gatti con padroni nervosi, irritabili e scontrosi hanno una maggiore probabilità di sviluppare obesità o di vivere stati di ansia o aggressività. Lo afferma uno studio della Nottingham Trent University che stabilisce una correlazione tra il carattere del padrone e la salute del felino.
La ricerca ha coinvolto oltre 3mila persone che possiedono un gatto, la cui personalità è stata valutata attraverso test psicologici. A queste persone è stato poi chiesto di descrivere il proprio gatto. È venuto fuori che i soggetti con una personalità definita “nevrotica” dai ricercatori – ovvero molto aggressivi e irritabili – raccontavano di possedere gatti in sovrappeso o addirittura obesi.
A differenza di coloro, invece, con una personalità più socievole e aperta, i cui gatti vantavano uno stato di salute nettamente migliore e uno stile di comportamenti decisamente meno aggressivo e più docile verso gli estranei.


Categorie: Curiosità

Jovanotti si prenderà cura di 8 cuccioli abbandonati davanti il canile di Vasto fino alla loro adozione

25/02/2019

A darne notizia i volontari dell’Associazione “Amici di Zampa”, della quale il noto rapper italiano è sostenitore da tempo. E’ stato lo stesso Jovanotti a contattare l’associazione anni fa dopo aver visto sulla pagina Facebook la foto di un cagnolino che assomigliava molto al suo da poco deceduto. Da allora ogni anno invia dei contributi all’associazione e perfino una sorta di vitalizio mensile per un cane, in particolare, rimasto paralizzato a seguito di un incidente stradale.
“Anche in questa circostanza – dichiara la presidente dell’associazione Rosanna Florio a Vastoweb – Jovanotti non ha voluto far mancare il suo appoggio annunciandoci l’intenzione di adottare a distanza i cuccioli che ignoti hanno abbandonato di fronte al nostro canile nella speranza però che trovino una casa e una famiglia pronta ad accoglierli.
Jovanotti la prossima estate terrà un concerto sulla spiaggia di Vasto e i volontari di “Amici di Zampa” sperano possa trovare un momento per far loro visita.


Categorie: Curiosità

Cavalli mascherati da zebre per scoprire la funzione delle strisce

23/02/2019

Cavalli mascherati da zebra, ma che non hanno nulla a che fare con il Carnevale: sono stati i protagonisti dell’esperimento che conferma definitivamente la funzione delle strisce di questi animali, dimostrando che, oltre a confondere i predatori, servono a tenere lontani gli insetti, soprattutto i tafani, che trasportano malattie anche mortali. Pubblicato sulla rivista Plos One, lo studio si deve ai ricercatori dell’università britannica di Bristol e dell’università della California a Davis.
Il rompicapo sulla funzione delle strisce delle zebre andava avanti da 150 anni. Per molto tempo si è ipotizzato che servissero per mimetizzarsi e sfuggire ai predatori o che fossero un sistema di segnalazione per le altre zebre, ma nel 2014 questo gruppo di ricerca e anche altri avevano messo a confronto cavalli e zebre e visto che i tafani preferivano posarsi più sui cavalli. Questo aveva cominciato a far intuire che le strisce delle zebre hanno la funzione di allontanare i parassiti che succhiano il sangue e che sono portatori di malattie mortali, come la peste equina. Ora i ricercatori lo hanno provato definitivamente con un esperimento che ha analizzato ancora più nel dettaglio il comportamento dei tafani intorno a cavalli e zebre. Lo studio ha dimostrato che questi insetti si avvicinano a entrambe le specie, ma poi riescono ad atterrare con minore successo sul mantello delle zebre. Questo perché, secondo Martin How, dell’università di Bristol, «le strisce probabilmente infastidiscono il sistema visivo degli insetti durante gli ultimi momenti di avvicinamento». Inoltre, lo studio ha osservato il comportamento degli insetti attorno agli stessi cavalli, che nel frattempo erano stati «mascherati» con cappotti di stoffa zebrata. Proprio come con le zebre, quando i cavalli indossavano i cappotti subivano meno attacchi da parte degli insetti perché non riuscivano a posarsi sul mantello. Questo ha escluso altre cause che potessero scoraggiare i tafani, come differenze di comportamento o odore, tra cavalli e zebre.


Categorie: Curiosità

“Noi Possiamo Entrare! Storie regole e consigli per una serena vita a sei zampe"

23/02/2019

“Noi Possiamo Entrare!” è un libro che fornisce un cocktail di informazioni, consigli pratici, storie vere e sentimenti puri nei rapporti tra persone ed animali.
La pubblicazione, come afferma lo scrittore, Salvatore Cappai, racconta in maniera semplice, senza tecnicismi, lo stato dell’arte della legislazione italiana in materia di tutela degli animali e non solo.
“Noi Possiamo Entrare!”, tra le altre cose, spiega le norme che consentono o vietano l’ingresso degli animali da compagnia nei vari luoghi pubblici o privati nei quali le persone trascorrono la quotidianità (parchi, teatri, musei, ristoranti, ospedali ecc.); parla dei diritti e delle tutele ormai riconosciuti agli animali, ma fa presenti anche i doveri e le responsabilità dei loro proprietari.
Accanto al focus normativo sono presenti racconti di amicizie indissolubili tra uomo e animale.
Si parla, ad esempio, delle visite in ospedale da parte dei propri animali, della pet therapy di travel dog blogging; si affronta la scomoda tematica della lotta al randagismo; si racconta la relazione tra i non vedenti e le loro guide a quattro zampe.
Unico nel suo genere, il libro si pone come punto di partenza per una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei singoli proprietari; dalle leggi alla vita quotidiana con un animale da compagnia, con interventi e racconti diretti di persone che a questi ultimi hanno dedicato la vita.
Una lettura piacevole, grazie all’utilizzo di un linguaggio diretto, mai stucchevole ma interessante e accattivante.


Categorie: Animali e Cultura

Lo strano caso di Elli, la gattina nera che sta diventando bianca per la vitiligine

22/02/2019

Non è per la vecchiaia, ma dallo sbiancamento del pelo si direbbe il contrario. In realtà, ad aver fatto “scolorire” la gatta Elli è stata una condizione genetica, la vitiligine.
Rara negli esseri umani, ancora di più negli animali, la sindrome ha causato una progressiva perdita dei pigmenti del pelo.
Così, Elli si è letteralmente trasformata: da gatta nera a chiazze bianche a palla di neve con qualche chiazza scura.
Nonostante il cambiamento esterno, Elli è una gattina di 3 anni in perfetta salute. Curiosa, giocherellona e coccolona come sempre.
Lo assicura la sua padrona Nicole, che ha trovato Elli e sua sorella in una fattoria locale quando avevano appena quattro mesi.
Erano in cattive condizioni e avevano un disperato bisogno di cure mediche.
Come ha raccontato a LoveMeow, 9 mesi dopo averla presa con sé, notò una piccola macchia bianca sul pelo nero di Elli.
Da quel momento il suo aspetto iniziò a cambiare. Incerta e spaventata dalle condizioni di Elli, Nicole la portò dal veterinario, per scoprire che la sua gatta era affetta da vitiligine.
Ora Elli è una gattina unica nel suo genere che si gode la vita! (diregiovani)


Categorie: Curiosità

I maiali più felici se allevati in stalle con paglia. Lo dice una ricerca della LUB

22/02/2019

I maiali sembrano piu’ felici se fotografati in una stalla con paglia. E’ il risultato di un progetto di ricerca congiunto della Libera Universita’ di Bolzano e dell’Universita’ di Goettingen, in Germania, che ha studiato l’effetto provocato dalle immagini degli animali sui consumatori. A circa mille cittadini tedeschi e’ stato richiesto di valutare le fotografie di un suino in una stalla con una lettiera in paglia o con un pavimento a doghe e di dire se, a loro parere, il suino sembrasse felice o triste. I risultati mostrano che i dettagli della stalla in cui e’ raffigurato il maiale influenzano fortemente il modo in cui l’animale viene percepito. “L’allevamento dei maiali nelle stalle in cui gli animali vivono su un pavimento di cemento con fessure per il deflusso del letame liquido, e’ percepito in maniera molto problematica – afferma uno degli autori, il prof. Achim Spiller dell’Universita’ di Gottinga – La stalla con giacigli di paglia e’ considerata molto piu’ naturale e rispettosa degli animali”. “I risultati sono utili per capire come il pubblico giudichi i sistemi di allevamento. Un sistema a doghe, valutato negativamente dalla maggior parte delle persone, non viene percepito in maniera piu’ positiva anche se le immagini mostrano animali dall’aspetto felice. Allo stesso modo, la percezione positiva di una stalla con la lettiera di paglia non risente di un eventuale aspetto triste del maiale”, spiega Gesa Busch, ricercatrice della Lub e coautrice dello studio. Attualmente la Lub sta conducendo un’indagine tra i consumatori altoatesini per capire la loro valutazione del benessere animale nel campo della produzione di carne bovina.


Categorie: Varie

Kenya, fotografato il leopardo nero: sono le prime immagini dal 1909

22/02/2019

La pantera o leopardo nero, in Kenya, non è più solo una leggenda: il fotografo naturalista Will Burrard Lucas è riuscito a immortalare il felino nel Laikipia Wilderness Camping e ha pubblicato gli scatti sul suo blog.
Le immagini costituiscono la prima documentazione scientifica sull’animale dal 1909 e probabilmente sono le prime in assoluto realizzate con trappole fotografiche ad alta definizione.
Il termine “pantera”, ha sottolineato l’edizione online della rivista ‘National Geographic’, che ripubblica le foto di Burrard Lucas, è un termine generico che designa qualsiasi grande felino con pelliccia nera.
L’esemplare fotografato in Kenya è in realtà un leopardo affetto da una particolare forma di melanismo, un eccesso di pigmentazione definibile come il contrario dell’albinismo. “Fin da piccolo sono affascinato dalle storie di pantere nere” ha scritto il fotografo sui social. “Questo è un sogno che diventa realtà”. (dire)


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