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Whisper, ultima corgi della Regina Elisabetta, si è spenta dopo una malattia al Castello di Windsor. Come ogni proprietario grande dolore per Sua Maestà

29/10/2018

The Sun, un insider di Buckingham Palace ha rivelato che la Regina Elisabetta II è particolarmente addolorata per la perdita di Whisper, l’ultima cagnolina corgi entrata a far parte della sua famiglia a 4zampe. Elisabetta II è una sovrana dal carattere di ferro poco incline alle tenerezze anche con i suoi familiari più giovani ma quando si tratta dei suoi cavalli e ancor più dei suoi amati corgi, il suo cuore si scioglie.
Whisper aveva 12 anni ed era stata adottata da Elisabetta II nel 2016 dopo la morte del suo padrone. La Regina ha infatti deciso di adottarla dopo che la famiglia di Bill Fenwick, il guardiano di Sandringham, morto da qualche tempo le ha chiesto di farlo. Lo scorso aprile la regina aveva già perso il suo amato Willow e così Whisper era rimasto l’ultimo esemplare a corte della razza tanto amata dalla sovrana: quella dei corgi.
La regina e Whisper, dicono i ben informati, avevano un rapporto molto stretto e la cagnolina seguiva Sua Maestà ovunque. 
Whisper, malata da qualche tempo, è morta al Castello di Windsor. Ci vorrà del tempo per lenire il dolore e consolare la Regina Elisabetta ma Vulcan e Candy, due dorgis (ovvero un incrocio tra un bassotto e un corgi) faranno del loro meglio.


Categorie: News dal Mondo

Disponibile on-line la versione italiana del film Dominion, documentario di denuncia della violenza sugli animali

29/10/2018

Dopo l’anteprima a Torino, della versione doppiata in italiano del film Dominion, il nuovo documentario di denuncia della violenza sugli animali di ogni specie, scritto, diretto e realizzato da Chris Delforce, dell’associazione australiana Aussie Farms (www.DominionMovement.com) è ora on line. Dominion racconta in modo estremamente toccante gli orrori dello sfruttamento animale in ogni settore, ma soprattutto in quello degli allevamenti per l’alimentazione umana.
Alla proiezione a Torino hanno partecipato circa 100 persone, provenienti da tutta la regione e anche da più lontano. Tante le persone commosse e sgomente, ma quasi tutti hanno voluto guardarlo fino in fondo. Una testimonianza per tutte: “Due ore di dolore e rabbia, ma istruttivo.”
Moltissimi i ringraziamenti per il lavoro fatto da AgireOra per il doppiaggio (l’italiano è l’unica lingua nella quale c’è stato il doppiaggio in voce) e per la diffusione in Italia del film. Diverse delle persone presenti si sono dette intenzionate a proiettarlo in una sala della propria città e ancora di più sono le richieste che arrivano via mail e su Facebook per chiedere informazioni su come fare a organizzare una proiezione.
Dal 15 ottobre, il video è disponibile on-line per tutti, gratuitamente: si può vederlo on-line oppure scaricarlo, sia in formato leggero che in alta risoluzione per la proiezione nei cinema o altre sale.


Categorie: Animali e Cultura

Vandali in azione a Vercelli e a L’Aquila. Distrutti i rifugi e scacciti gatti e cani, anche quelli malati

29/10/2018

Sono circa trenta gatti fatti scappare di notte dopo che alcune persone maligne e incoscienti sono entrate di nascosto nel gattile comunale di Vercelli, gestito dall’associazione Baffi e Code. I vandali, dopo aver forzato la porta d’ingresso della struttura, hanno tagliato la recinzione esterna facendo scappare gli animali; inoltre hanno aperto le gabbie dove erano rinchiusi alcuni esemplari sterilizzati, e hanno portato via due computer e un telefono. Sul posto i carabinieri e il personale dell’associazione. In mattinata anche la sindaca Maura Forte e l’assessore Emanuele Caradonna hanno effettuato un sopralluogo, per verificare l’entita’ dei danni e ascoltare i volontari. “Siamo meravigliati di questi atti vandalici senza senso – sottolineano -; abbiamo garantito all’associazione l’impegno a intervenire in base alle loro necessita’ e richieste”.
Poco diverso quanto accaduto a L’Aquila dove alcuni individui hanno compiuto un vero e proprio atto di intimidazione ai danni dei volontari Enpa di Ofena. Ignoti hanno divelto la recinzione di un piccolo box usato come stallo per i randagi, si sono introdotti nella struttura dove hanno vandalizzato due cucce, devastato le ciotole, distrutto le coperte. In quel recinto viveva Rocky, un randagio di 7 anni che non aveva mai dato fastidio a nessuno, ma, anzi era accudito con affetto dai residenti di Ofena (L’Aquila) che non gli negavano mai una carezza e non gli facevano mai mancare cibo né acqua. I danni, stima l’Enpa di Ofena, dovrebbero ammontare a diverse centinaia di euro. Una cifra, questa, che per la realtà dei volontari Enpa di Ofena è davvero importante. E’ invece impossibile quantificare economicamente le conseguenza psicologiche di questo gesto criminale.
«L’unico dato positivo è che i teppisti non se la sono presa con Rocky. Il cane è riuscito a scappare e a mettersi in salvo. Il danno, tuttavia, è enorme perché il recinto – spiega Federica D’Addario, responsabile della locale Sezione Enpa – ci era stato concesso in comodato d’uso da una concittadina residente all’estero. Noi lo utilizzavamo come punto d’appoggio,come stallo temporaneo per i randagi che insistono sul territorio».
Adesso i volontari temono di non poter più utilizzare quello spazio così prezioso. E per il Comune di Ofena, che sul piano del contrasto al randagismo lascia molto a desiderare, questa sarebbe una perdita gravissima. «Siamo stanchi – prosegue D’Addario – perché sono mesi che richiamiamo  l’amministrazione comunale e il sindaco alle loro responsabilità di legge, sollecitandoli a fare di più nella lotta contro questo triste fenomeno. Ma ci troviamo di fronte a un muro di gomma: purtroppo, ne prediamo atto, non c’è la volontà politica di affrontare il problema. E le conseguenze di ciò, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Perché l’illegalità genera altra illegalità o, meglio, la convinzione che essa sia la norma.».
Naturalmente, l’Enpa di Ofena ha denunciato alle autorità il grave atto intimidatorio di cui l’associazione è stata oggetto.


Categorie: Varie

Cammelli tra le mucche di una malga sulle Dolomiti. Il proprietario entusiasta: "Stanno bene, non hanno freddo"

27/10/2018

Tre cammelli asiatici vivono sulle Dolomiti, alla Tuffalm, una malga ai piedi del massiccio dello Sciliar a 1.270 metri di quota sopra Fiè. “Da tempo volevo prendere dei cammelli, perché mi piacciono gli animali particolari, ma mia moglie mi rispondeva sempre che ero matto”, spiega Sepp Haselrieder, gestore della Tuffalm.
“Durante la festa per il mio 50/o compleanno – racconta – mi hanno bendato gli occhi e mi hanno portato all’aperto. Pensavo a uno spettacolo di ballerine e invece mi sono trovato davanti questi cammelli. Parenti e amici, in tutto una ventina di persone, hanno raccolto i soldi per regalarmi questi splendidi animali”. I turisti che passano di qui sono entusiasti e fanno dei selfie con i tre cammelli Sharan, Tiguan e Touran. Gli animali stanno bene sulle Dolomiti, non soffrono né il freddo né la neve. Stando in montagna ovviamente il loro pelo è diventato più folto. Alla Tuffalm sono di casa, oltre ai tradizionali animali da malga, anche lama e alpaca. (ansa)


Categorie: Curiosità

Onlus Sos Pappagalli contro Portobello di Antonella Clerici: ‘Lasciate libero il pappagallo’

27/10/2018

“Tenere un animale inchiodato è contro ad ogni logica”. Così si esprime Sergio Giovannetti, il presidente dell’Associazione Culturale Ornitologica, mettendo sotto accusa Portobello, lo storico programma che fu di Enzo Tortora e che torna in tv da sabato 27 ottobre in prima serata con la conduzione di Antonella Clerici. La trasmissione viene presa di mira anche da Sos pappagalli che ha qualcosa da ridire su come viene trattato il pappagallo, oggi come allora simbolo dello show.
“Come si vede nello spot già in onda il pappagallo, un amazzone fronte gialla, non è più lasciato libero sul trespolo, ma ben legato sull’asta di legno. E incoraggiato a ripetere più volte il nome della trasmissione”, precisa Giovannetti, che si dice pronto a denunciare il programma se le condizioni del pappagallo non migliorano. “Sia chiaro – aggiunge poi – non sono contro il programma, ma tenere un animale inchiodato è contro ad ogni logica. In più, ci tengo a dire che i pappagalli ripetono con cognizione di causa. Sono animali sensibili, ripetono solo su loro spontanea volontà, non certo perché incoraggiati”. Inoltre sembrerebbe avere sul rostro un pezzo di scotch trasparente, probabilmente per evitare che possa beccare a scopo di difesa o offesa o che possa manifestare eventuali segnali di disagio. Immagini che avrebbero urtato la sensibilità dell’opinione pubblica, soprattutto gli amanti di questi animali.
Per questo Sergio Giovannetti ha avviato una petizione online, che ha raggiunto già 2.500 firme, per chiedere che al pappagallo venga tolta la catena e che sia assistito per tutto il tempo della trasmissione da un veterinario. “È molto semplice capire perché un pappagallo non deve mai essere legato ad una zampa – spiega il veterinario Lorenzo Crosta – . Questo uso proviene dalla falconeria. Ma un pappagallo non è un falco che arriva sulla preda a oltre 100 chilometri orari e uccide un animale con la forza degli arti. Un pappagallo ha arti inferiori non idonei a questo tipo di sforzo. Pertanto con uno strattone può subire delle fratture oltre che dei traumi psichici“. Una considerazione supportata anche dall’articolo 544-ter del codice penale sul maltrattamento degli animali che vieta di tenere animali selvatici o esotici alla catena o legati al trespolo. “Il rischio è di dare al pubblico un’immagine sbagliata – aggiunge Alicia Andrews presidente della onlus Sos Pappagalli -. Noi cerchiamo di educare il pubblico a come occuparsi correttamente dei pappagalli, mentre la Rai sta remando proprio controcorrente qui. Maltrattare un animale non è giusto specialmente quando lo fai in modo diseducativo per il pubblico e per i bambini in particolare. I pappagalli sono super intelligenti e sensibili, molto di più di quanto crede la gente”.(tvzap.kataweb.it)

 


Categorie: Animali e Cultura

Chiede l'elemosina con cuccioli appena nati: i passanti non ci stanno e chiamano la Municipale

26/10/2018

Ad appena due giorni di vita, i cucciolini erano tenuti per strada da un questuante per impietosire i passanti e ottenere un’elemosina più generosa. Ma non è andata così e dopo alcune segnalazioni di cittadini indignati per lo sfruttamento di quei piccoli, la Polizia Municipale li ha recuperati e ricoverati al canile municipale. L’intervento è avvenuto questa mattina in via Galliera.
Gli agenti hanno chiamato subito un veterinario, che ha verificato il buono stato di salute dei cuccioli e ha richiesto il loro ricovero al canile insieme alla propria mamma per l’accudimento necessario. Una volta terminato lo svezzamento, i cuccioli potranno essere adottati. Il questuante che li teneva per strada, su una coperta accanto alla ciotola per le elemosine, a quanto si apprende non e’ stato denunciato, perche’ non e’ stato riscontrato maltrattamento degli animale (?).

 


Categorie: Varie

La bella storia di Lucia: gattina randagia ipovedente di Lipari trova l’adozione del cuore a Bergamo

26/10/2018

A vederla rincorrere una palletta di carta sul pavimento della sua casa nessuno potrebbe mai immaginare che la gatta Lucia non ha il dono della vista. E nessuno potrebbe mai pensare che appena due mesi prima di conoscere la sua nuova famiglia  – era Ferragosto – la gatta Lucia vagasse in mezzo al nulla nelle campagne di Lipari (Messina), con il serio rischio di incappare in una brutta avventura.
E invece, la gatta Lucia, che sembrava condannata a una vita da randagia è stato fortunata. Molto fortunata. E non solo perché quel giorno di Ferragosto è stata soccorsa da due volontarie dell’Enpa di Lipari, Norma Chiarelli e Federica Bertagnolli, ma – anche – perché è stata al centro di una straordinaria catena di solidarietà. Una catena lunga ben 1.350, dalle Isole Eolie fino a Bergamo. Ne sono state protagoniste le Sezioni Enpa di Bergamo e di Lipari che hanno curato il trasferimento della micia nel gattile Enpa di Bergamo, rendendo possibile una straordinaria adozione del cuore.
Infatti è proprio nella struttura gestita dalla Protezione Animali che Lucia ha conosciuto la sua famiglia:  Sara, Ottavio e Mr. Wu, un gattone grigio ipovedente e Fiv positivo, sopravvissuto a un brutto incidente stradale. Ora Lucia gioca spensierata. Ormai quei giorni difficili passati a vagare nelle campagne di Lipari sono soltanto un brutto ricordo.


Categorie: Curiosità

Bolillo, il ‘cane-mascotte’ in marcia con la carovana dei migranti partita dall’Honduras

26/10/2018

In Honduras lo chiamavano ‘La bestia’, dal nome del treno merci al quale si aggrappano i migranti per attraversare il Messico. Ma questo pitbull, che viaggia con la carovana di migranti honduregni partiti il 13 ottobre da San Pedro Sula e diretti negli Stati Uniti, negli ultimi giorni è stato ribattezzato ‘Bolillo’, dal nome di un pane tipico messicano. ‘Bolillo’ perché è il soprannome che alcuni messicani danno agli americani, perché bianchi e “senza troppo sapore”. E ‘Bolillo’ perché da quando la marcia è cominciata il pitbull ha dovuto limitare la sua dieta alimentare appunto ai ‘bolillos’, visto che questi panini di farina di frumento sono anche molto economici.
Proprio come i migranti di questa carovana, che secondo le stime dell’Onu conta oltre 7mila persone, il cane ha percorso 800 chilometri dal 13 ottobre. Ha attraversato la frontiera fra Guatemala e Messico nuotando nelle acque del fiume Suchiate vicino all’imbarcazione a bordo della quale viaggiava il suo padrone, Adalberto Lopez. E lunedì è saltato come lui su un camion per risparmiare qualche chilometro di marcia sulla strada spossante verso la frontiera nord del Messico.
“Nessuno lo ferma”, dice orgoglioso il suo padrone. Questo migrante honduregno ha deciso di portarlo con sé perché nel suo Paese – racconta – nessuno se ne sarebbe occupato come lui, e anche in modo da poter fare conoscere al cane altri Paesi. “Morirà con me”, afferma Adalberto Lopez con tono categorico. “Il mio cane fa ridere la gente”, aggiunge. Con il suo pelo color caffellatte e gli occhi gialli, Bolillo si attira l’affetto di chiunque incontri.

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Categorie: News dal Mondo

Cacciatore muore nelle campagne di Ascoli Piceno: uno dei suoi cani lo veglia, l'altro va a dare l'allarme a casa

26/10/2018

Un cacciatore muore, probabilmente per cause naturali, e uno dei suoi due cani resta a vegliarlo, mentre l’altro cerca di dare l’allarme. E’ successo a Spinetoli (Ascoli Piceno): l’uomo, un falegname di 69 anni, è stato trovato morto in un fosso. Era andato a caccia ieri e i familiari hanno dato l’allarme quando hanno visto uno dei due cani che era andati con lui a caccia tornare indietro da solo. E’ scattato l’allarme e sono cominciate le ricerche. I due cani si erano divisi i compiti: uno è rimasto lì a vegliare il padrone e l’altro è tornato a casa dando, a suo modo, l’allarme.
La moglie del cacciatore, vedendo tornare a casa uno dei due cani del marito, ma non l’uomo e l’altro cane. ha capito che poteva essere successo qualcosa di brutto. Ad accertare le cause del decesso sarà l’autopsia.
Ancora una volta i quattrozampe hanno dimostrato di sapersi comportare non solo come amici fedeli, sarebbe scontato, ma come validi soccorritori. Che dire di fronte al cacciatore che gettò il cane dall’auto in corsa e poi lo fece sopprimere perchè, sopravvissuto, era tornato a casa?

 


Categorie: Varie

Mamma gatta investita e abbandonata da pirata della strada a Mezzago, salvi i suoi piccoli. Gatta in prognosi riservata, gattini all'Asilo dei Cuccioli Enpa

26/10/2018

Cosa succede quando una gatta che sta ancora allattando viene investita? Di tragico non c’è solo la sua brutta fine, ma anche il destino dei suoi piccoli, condannati a una morte certa. È quello che sarebbe successo a Mezzago (Monza) un sabato pomeriggio se una signora non si fosse fermata davanti una micia distesa sull’asfalto.
La vicenda risale al 29 settembre: Simona sta percorrendo una strada nelle campagne del piccolo comune brianzolo. A un tratto si trova davanti la sagoma di un gatto e si ferma per spostarlo per evitare che venga nuovamente investito. L’animale sembra morto – ha gli occhi sbarrati – ma poi Simona si accorge che respira ancora, allora l’avvolge in un asciugamano e lo porta da un veterinario a Vimercate (Monza).
Il medico constata che è una giovane mamma: quindi, da qualche parte, ci sono dei giovanissimi gattini che rischiano di morire di fame.
Simona ha un appuntamento ma lo mette in secondo piano: è più importante trovare i gattini. Con Sara, una signora della zona che sa che lì c’è una colonia felina, si mettono a setacciare ogni angolo del posto. Dopo due ore, all’interno di un cascinotto, trovano il primo cucciolo che viene consegnato al gattile di Monza. Le donne tornano subito a Mezzago a cercare gli altri, e passano tre ore prima di trovare altri tre batuffoli di pelo.
I quattro cuccioli, di circat tre settimane vengono trasferiti a casa di Milena, volontaria dell’Enpa di Monza, veterana dell’Asilo dei Cuccioli con molti anni di esperienza nell’allattamento a biberon di gattini piccoli. I fratelli – Oslo, Stoccolma, Dublino e Greta – stanno crescendo forti e sani e tra un paio di mesi saranno pronti per essere adottati.
Simona ha affidato mamma gatta alle cure di un’associazione animalista che opera nel Vimercatese. “Marley” – così l’ha chiamata – sta facendo dei piccoli miglioramenti: nell’impatto ha subito un brutto trauma cranico e la frattura della mandibola e viene sottoposta a nutrizione forzata. Appena si sarà riassorbito l’ematoma cerebrale dovrà essere operata alla mandibola. La prognosi rimane tuttavia riservatissima.
Enpa ricorda che da marzo 2016 il Codice della Strada recita che chi investe un animale ha l’obbligo di fermarsi e di soccorrerlo.

         


        Categorie: Varie

        Le razze canine pericolose non esistono, la Gran Bretagna pronta a cambiare la legge

        25/10/2018

        Il Paese della Regina Elisabetta si sta preparando a un passaggio epocale, una vera rivoluzione copernicana.  Infatti, secondo quanto rende noto l’Anmvi (Associazione Nazionale Medici e Veterinari Italiani), è iniziato il percorso parlamentate per la revisione del Dog Dangerous Act vecchio ormai di 30 anni. A farsi promotrice di questo cambiamento è la Commissione Ambiente della Camera dei Comuni che in un rapporto parlamentare suggerisce proposte gestionali alternative al semplice divieto. Insomma – questo il messaggio che arriva anche da Londra – di razze canine intrinsecamente pericolose non ce ne sono.
        C’è ancora, invece, una normativa assurda e infondata che nel tempo ha preteso un altissimo tributo di sangue. Perché in Gran Bretagna questa normativa insensata ha avuto come corollario l’uccisione di molti cani, colpevoli di appartenere a una razza “proibita” o anche solo di somigliare ad essa. Così fu per il povero Lennox, strappato dalle braccia della sua piccola proprietaria, una bambina autistica che con il suo cane aveva stretto un legame speciale, e mandato a morire solo perché le sua sembianze ricordavano vagamente quelle di un pitbull. In quell’occasione Enpa fu il motore di una stroardinaria mobilitazione internazionale, ma né gli appelli, né le petizioni e neanche la disponibilità ad adottare in Italia il povero cane, valsero a salvargli la vita.
        Si cambi questa legge e lo si faccia presto – dice Enpa – perché ne va della vita di tantissimi esseri senzienti, mandati a morire per un futile pregiudizio umano. 


        Categorie: News dal Mondo

        Italian Horse Protection presente con uno stand a Fieracavalli di Verona dal 25 al 28 ottobre per la tutela dei cavalli

        25/10/2018

        Dopo due anni di assenza, IHP. torna a Fieracavalli per sensibilizzare al rispetto dei cavalli e delle loro caratteristiche etologiche, slegandoli da ogni concetto di utilizzo.
         «Parleremo di benessere e gestione naturale, racconteremo i casi di maltrattamento che abbiamo seguito in questi anni e presenteremo le nuove attività in programma, tra cui i corsi di formazione e la creazione di un team investigativo. Durante i giorni della fiera – spiega l’associazione – trasmetteremo anche dei video attraverso la pagina Facebook, per raccontare a chi è a casa questo mondo che troppo spesso è sconosciuto ai non addetti ai lavori».
        A Fieracavalli sarà presentata anche la petizione per chiedere al governo e ai presidenti del Coni e del Comitato Paralimpico di vietare che cavalli destinabili alla macellazione (c.d. DPA) possano essere iscritti nei ruoli della Fise, Federazione Italiana Sport Equestri o di qualsiasi altra Federazione sotto l’egida del Coni.
        «Ricordiamo, infatti, che lo scorso 5 dicembre la FISE ha introdotto questa possibilità con la sconcertante decisione di modificare il Regolamento federale. Sin da allora – conclude l’Ihp – ha fatto appello al presidente della Fise perché tornasse sulle sue decisioni e al presidente del Coni affinché intervenisse per revocarle. Ma ad oggi le varie iniziative non hanno sortito alcun effetto: chiederemo pertanto ai cittadini di sottoscrivere e divulgare la petizione, che dopo Fieracavalli sarà pubblicata online».
         


        Categorie: Eventi e Appuntamenti