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Il WWF racconta i segreti degli animali di Halloween: pipistrelli, serpenti e ragni, fanno paura ma sono benefici

31/10/2018

Halloween è la festa in cui si gioca con alcune piccole grandi “paure” e a farlo sono soprattutto i più piccoli, che non rinunciano al tradizionale “dolcetto o scherzetto” o a travestimenti “spaventosi”. Fra le cose che fanno paura, per molti, ci sono anche alcuni animali, ormai entrati a far parte di un’iconografia un po’ spettrale. I pipistrelli ‘sembrano’ grandi ratti con le ali, i serpenti sono spesso considerati simbolo del male e il verso dell’allocco ricorda i più terribili film horror, ma in realtà queste specie hanno un ruolo molto importante in natura e nascondono innumerevoli qualità e segreti, che il WWF vuole rivelare proprio in vista della festa più spaventosa dell’anno.
pipistrelli sono un gruppo di animali molto particolari, basti pensare che sono gli unici Mammiferi capaci di volare! In Italia ne esistono più di 30 specie. Spesso non ispirano molta simpatia alle persone, che forse non sanno quanto siano utili all’ambiente, poiché si nutrono di insetti e zanzare. La loro “vita” notturna, la somiglianza a grossi ratti con le ali e l’abitudine di stare in colonie numerose che occupano spazi bui come le grotte non hanno certamente aiutato i pipistrelli a risultare più simpatici all’uomo, che in molti casi viene condizionato da superstizioni e credenze popolari infondate. I pipistrelli, al contrario, sono animali davvero interessanti: comunicano fra loro tramite ultrasuoni, grazie a cui sono anche in grado di catturare centinaia di insetti ogni notte e di orientarsi in spazi completamente privi di luce! Anche i serpenti sono da sempre vittime di pregiudizi e leggende. Storia e religione hanno contribuito a creare un’immagine del tutto distorta di questi animali, che ancora oggi sono spesso vittime di orribili gesti. Molti serpenti, infatti, vengono uccisi ogni anno, perché considerati pericolosi e simbolo del male, nonostante siano tutti specie protette e la loro uccisione costituisca un reato penale.
I serpenti presenti in Italia, con diverse specie appartenenti alle famiglie di Viperidi e Colubridi, sono animali fondamentali per gli ecosistemi in cui vivono e sono dotati di caratteristiche davvero uniche! Privi di zampe, riescono però a muoversi agilmente grazie a contrazioni muscolari del tronco e delle squame, alcuni anche ad arrampicarsi sugli alberi e a muoversi tra i rami. Solo un basso numero di specie, poi, sono velenose: in Italia, ad esempio, solo 5 Vipere lo sono, ma normalmente il veleno di nessuna di queste rappresenta un pericolo mortale per un uomo adulto e in salute, tant’è che l’inoculazione del siero risulta più pericolosa del veleno stesso e rappresenta una pratica quasi abbandonata.

L’allocco, dopo il gufo reale, è il più grande rapace notturno che abbiamo in Italia. Il piumaggio grigio-bruno e gli occhi scuri lo rendono altamente mimetico: un vero fantasma della notte! Spesso la sua presenza viene rivelata solo dal verso: inconfondibile, spettrale e inquietante per chi gira di notte in zone boscate e -soprattutto- non conosce questa specie. Il suo verso risuona spesso anche nelle scene di film horror ambientate di notte nei boschi e non lo rende certo un rapace amichevole. L’allocco, invece, è un animale del tutto innocuo, che rifugge l’uomo ma è utilissimo all’ambiente e agli agricoltori. È infatti un predatore di roditori e per chi abita vicino a zone verdi, un fedele vicino di casa: abita aree boscose, parchi e giardini, si nasconde di giorno e di notte si trasforma in un abile cacciatore.
Da sempre associato al buio e alla paura, il ratto è un roditore presente in quasi tutto il mondo e su di lui sono molti i miti e le credenze da sfatare. Si tratta di due specie (il ratto nero e il ratto norvegese) che si adattano a numerosi ambienti e per questo abitano spesso anche zone antropizzate. Questa grande capacità di vivere negli ambienti più diversi e alla loro abitudine a frequentare case, paesi e città, sono fra i motivi per cui l’uomo è così intimorito da questi animali. Nei secoli passati, poi, i ratti sono stati veicolo di gravi epidemie e questo ha alimentato l’odio per questi roditori. Pochi si sono invece concentrati sulle loro straordinarie capacità: i sensi sviluppatissimi (olfatto, udito e tatto in particolare) li rendono tra gli animali più adattabili e di successo che si sono evoluti sul pianeta.
ragni sono un gruppo di invertebrati, gli aracnidi, che comprende quasi 50.000 specie differenti! Si tratta di animali dalle forme e dimensioni molto variegate, con due cose in comune: hanno 8 zampe e sono abili predatori. Purtroppo anche i ragni sono da sempre vittime di pregiudizi: la simbologia negativa del ragno è diffusa in ogni continente e le sue abitudini notturne hanno spinto anche alcune religioni a descriverlo come animale oscuro e pericoloso. La credenza che il suo morso sia quasi sempre letale ha generato, poi, un’associazione immediata e inconscia tra l’aspetto dell’animale predatore e le conseguenze del morso stesso. In realtà solo in un ridottissimo numero di specie il morso è davvero pericoloso per l’uomo: in Italia sono pochissime le specie velenose, mentre la maggioranza dei ragni è del tutto innocua. Sono invece abili architetti: la tela che alcuni di loro producono è un capolavoro di geometria e costituita da un materiale sericeo tra i più resistenti in natura! (ansa)


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Halloween, gli animalisti temono per i gatti neri: "Teneteli al sicuro, le menti contorte e malvagie non mancano"

31/10/2018

Halloween: una notte di paura… soprattutto per i gatti neri. Questi particolari amici a quattro zampe, da secoli tormentati dalla superstizione secondo la quale porterebbero sfortuna, il 31 ottobre sono spesso le vittime numero uno di menti contorte che si “divertono” a compiere riti pseudo-satanici. L’allarme è lanciato dall’Enpa di Monza e Brianza, che con una nota diffusa sui social spiega: “Ne è passato di tempo da quando, nei tempi bui del Medioevo, in Europa i gatti, in particolare quelli neri, venivano considerati l’incarnazione di Satana.  E per questo messi al rogo assieme alle loro padrone accusate di stregoneria e anche la credenza che li voleva portatori di sfortuna sta, seppur lentamente, scomparendo. Altri pregiudizi hanno preso piede perché i felini neri, che col loro mantello scuro erano particolarmente efficaci nella caccia notturna ai topi, erano i preferiti dei pirati. La loro presenza su terraferma, quindi, annunciava l’arrivo dei pirati e l’imminente pericolo. Oggi sono rimaste poche le persone che preferiscono cambiare direzione  se un micio nero attraversa la strada, e sono invece numerosi gli estimatori dei gatti che vedono nel mantello di questo colore un tocco di fascino in più”. Quindi, l’avvertimento: “Manca poco ad Halloween, la festa del 31 ottobre e puntualmente arrivano notizie di riti satanici in cui vengono sacrificati gatti neri. Per fortuna le statistiche riguardanti il numero di gatti spariti o morti sono tanto allarmanti quanto prive di fondamento. Tuttavia Enpa consiglia ai proprietari di gatti neri di monitorarli per quanto possibile in questo periodo e di tenerli al sicuro in casa nei giorni attorno al 31 ottobre, soprattutto durante le ore serali e notturne. Un po’ di prudenza non guasta!” (affaritaliani.it)

 


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Esche topicida a Pietra Ligure: cane salvato dall'accortezza della proprietaria che denuncia sospetto. Servono sistemi “cruelty free” per il contenimento dei topi

31/10/2018

Piuma, un cane di taglia piccola di Pietra Ligure (Savona), sarebbe morto tra atroci sofferenze, se la sua proprietaria non si fosse accorta che, durante la passeggiata, aveva ingoiato una bustina di topicida abbandonata (illecitamente) più o meno intenzionalmente nelle aree comuni di un condominio. Soltanto le immediate cure del veterinario hanno salvato la bestiola; un esposto alla Procura della Repubblica ed al sindaco di Pietra Ligure è già stato inoltrato dalla proprietaria del cagnolino, per chiedere l’accertamento di responsabilità penali a carico dell’autore che, pare, non sia nuovo allo spargimento di veleno.
Del caso si stanno interessando anche le Guardie Zoofile volontarie della Protezione Animali di Savona, che temono vi siano altre esche: potrebbero uccidere, se già non lo hanno fatto, gatti liberi ed animali selvatici. La Protezione Animali savonese, che ricorda come sia compito del comune di Pietra Ligure provvedere alla bonifica della zona, sta operando da anni per cercare di indirizzare le amministrazioni comunali e condominiali verso sistemi “cruelty free” (i più efficaci) di contenimento delle popolazioni di topi. Si tratta, soprattutto, di ridurre le disponibilità alimentari e di evitare l’accesso dei roditori ai locali che contengono cibo, favorendo quindi la naturale riduzione della fertilità della specie; soluzioni simili sono già in corso di applicazione con buoni risultati in diverse città italiane.

L’uso delle esche avvelenate è consentito solo ad aziende certificate e con attrezzature mirate alla sola “specie bersaglio”. Terminata la somministrazione, la popolazione ricomincia a crescere molto velocemente ristabilendo la situazione precedente; il veleno utilizzato (a base di dicumarone) provoca nei soggetti imponenti e ritardate emorragie interne che ne causano la morte tra atroci dolori.

Nella foto il cane Piuma


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Maltempo fa vittime anche tra gli animali selvatici. Enpa: Friuli, Lazio, Liguria, Trentino Alto Adige applichino la legge e gli diano una tregue dalla caccia 

31/10/2018

Di fronte all’urto degli eventi meteorologici catastrofici, che hanno causato tante vittime e tanti danni, anche tra gli animali, le Regioni Friuli, Lazio, Liguria, Trentino Alto Adige, dovrebbero provvedere a tutelare, per quanto possibile, il nostro prezioso patrimonio di fauna sospendendo ogni forma di caccia. Una misura ragionevole e di buon senso stabilita dalla legge nazionale 157/92. Questa, infatti, all’articolo 19 prevede per le Regioni la possibilità di “vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica per […] particolari  condizioni  ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità”.
 «Apprezziamo il provvedimento, sia pure tanto limitato, assunto in Veneto dal presidente Zaia, che – dichiara Annamaria Procacci, consigliera nazionale nonché responsabile Ufficio Fauna Selvatica – tutela con tutta evidenza anche la vita di chi vorrebbe continuare a cacciare; un segnale di responsabilità e di attenzione per tutti».
La sospensione dell’attività venatoria – osserva Procacci – si rende necessaria non soltanto per l’impatto immediato che l’ondata di maltempo ha avuto sui selvatici ma, soprattutto, per le conseguenze a lungo termine sugli habitat e sulle popolazioni di animali, duramente colpiti dagli eventi calamitosi di  questi giorni.


Categorie: Varie

Impegno della Polstarada Toscana a tutela e salvataggio degli animali e dei consumatori

31/10/2018

 

Prosegue l’impegno della Polstrada in Toscana anche in favore degli animali, spesso intercettati ai margini delle strade o trasportati su mezzi inadeguati.
Sabato scorso, la Sezione di Livorno ha fermato un TIR con a bordo 41 bovini destinati a un allevamento vicino Caserta. I poliziotti, che stavano sorvegliando l’Aurelia, hanno notato che uno degli animali era morto. Ma l’autista, un 40enne originario del Molise, ha fatto presente agli agenti che quello spostamento lo stava effettuando in condizioni di sicurezza, sapendo che i controlli della Polstrada sul trasporto di animali vivi sono frequenti. Aveva ragione, tant’è che il veterinario dell’ASL ha confermato il decesso per cause naturali della povera bestia. Il conducente prima di ripartire ha ricevuto i complimenti dalla Polstrada.

Sempre Sabato pomeriggio la Sezione di Arezzo ha pizzicato un camionista con un carico di 150 pesciolini stipati in una vasca con acqua putrida. Erano carpe che l’uomo, un cinese di 48 anni, aveva prelevato nel perugino per portarle a Prato, ma è stato fermato in A/1 da una pattuglia della Sottosezione di Battifolle. I poliziotti hanno verificato che nella vasca non c’era ricambio di ossigeno, tant’è che la maggior parte dei pesci era moribonda. La ASL di Arezzo ha confermato tutto, tant’è che la Polstrada ha sequestrato il carico allo straniero, che dovrà pure pagare una multa di oltre 5.000 euro.
Ieri mattina, infine, la Sezione di Siena ha salvato Odi, un meticcio di 4 anni, mentre vagava lungo la Siena-Bettolle, a quell’ora molto trafficata. Alla centrale operativa della Polstrada erano giunte tante telefonate per segnalare il pericolo che l’animale finisse stritolato da auto e TIR che gli sfrecciavano accanto. Sul posto è stata dirottata una pattuglia del Distaccamento di Montepulciano che ha rintracciato l’animale vicino Sinalunga, mentre zigzagava tra una corsia e l’altra. I poliziotti, facendosi scudo con l’auto di servizio e aiutandosi con le bandierine rosse, hanno rallentato il traffico per cercare di raggiungerlo. All’inizio Odi era diffidente e non si faceva avvicinare, ma gli agenti non si sono scoraggiati, tant’è che ne hanno conquistato la fiducia. Lui a quel punto si è fatto accarezzare e dopo qualche coccola è salito sull’auto, ove è stato pure rifocillato e poi condotto presso la ASL di Torrita di Siena. Lì gli investigatori sono risaliti al padrone, di Bucine, che si era accorto della sparizione del cane la sera prima. La figlia, disperata, temeva di non poterlo più riabbracciare e il padre per ritrovarlo le ha provate tutte, mettendo pure le foto di Odi in rete. Ma la Polstrada è stata più lesta riuscendo a farlo tornare presto dai suoi cari.


Categorie: Varie

Quando un gatto è in passerella fascino e grazia sono assicurati. In Turchia sfila una top model a 4zampe

30/10/2018

La Turchia è una nazione dove i gatti sono molto amati e rispettati per la loro aristocratica bellezza e anche per il fascino magnetico che sanno sprigionare. Tutto questo ha trovato ulteriore conferma nel video di una gatta salita su una passerella conquistando la scena con la sua innata eleganza oscurando le modelle.
E’ successo in Turchia dove una snella gattina è salita in passerella durante una sfilata all’Esmod International Fashion Show, che si tiene ogni anno a Istanbul. Del resto, in inglese si chiama “catwalk” e non c’è niente di più appropriato di un gatto che ci cammina.
“Eravamo tutti scioccati”, dirà il fashion designer Gosken Hakki Ali a Dodo, sito specializzato in animali in difficoltà. Ma i pochi secondi passati dalla gatta, in realtà, sono bastati per attirare l’attenzione e regalarle la fama digitale: il filmato, subito postato in rete, ha ricevuto in poco tempo oltre 100mila visite.
Come si può vedere, la grazia naturale del felino supera quella artefatta delle modelle. Questioni di natura.
Non è chiaro come il gatto sia riuscito a raggiungere la passerella. Ma non appena si è impadronito della scena ha subito catturato l’attenzione di tutti. La sua nonchalance gli è valsa, oltre alla notorietà, anche la possibilità di una carriera: “Un futuro per lei nel mondo della moda? Perché no”, conclude Gosken Hakki Ali.


Categorie: Curiosità

Il naso dei cani è il mezzo più veloce per individuare e curare le persone affette da malaria ancora asintomatiche

30/10/2018

Ha occhi dolcissimi e un naso eccezionale, la piccolaFreya, alleata dei ricercatori nella lotta alla malaria. Nel naso dei cani, infatti, si cela un’arma segreta e super-sensibile per la diagnosi della malaria. Questi animali possono essere ‘addestrati’ per annusare e segnalare la malattia nelle persone, secondo uno studio della Durham University presentato all’American Society of Tropical Medicine and Hygiene Annual Meeting di New Orleans. I ricercatori hanno dimostrato che gli animali, fra cui la piccola Freya, uno Springer Spaniel, sono stati addestrati appositamente e sono riusciti a ‘fiutare’ la malaria in centinaia di calzini indossati da bimbi infetti e non. Questo risultato potrebbe portare a primo test rapido e non invasivo per diagnosticare la malaria, ha detto il gruppo guidato da Steve Lindsay.
La ricerca, finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation, è stata condotta in collaborazione con alcune strutture del Gambia. Il team ha usato calzini di nylon per ‘raccogliere’ l’odore di bimbi apparentemente sani dai 5 ai 14 anni del Gambia, che poi sono stati sottoposti a un test per capire se erano portatori del parassita P. falciparum. I calzini sono stati quindi portati in Gran Gran Bretagna, e in una prima fase sono stati fatti annusare a un meticcio (frutto di un incrocio fra un Golden Retriever e un Labrador) di nomeLexi e ad un Labrador di nome Sally, addestrati ad hoc.
In totale 175 campioni sono stati testati, inclusi quelli di 30 bimbi positivi alla malaria. I cani hanno identificato correttamente il 70% dei campioni positivi e il 90% di quell negativi. In un secondo tempo, un terzo cane, Freya, è stato addestrato per la stessa missione. “I nostri risultati mostrano che i cani addestrati potrebbero diventare un sistema per diagnosticare la malaria in persone che non mostrano sintomi, in modo più veloce e semplice”, fanno sapere i ricercatori.
“Riconoscere le persone infette dalla malaria ma per il resto sane – commenta Umberto D’Alessandro della Medical Research Council Unit The Gambia alla London School of Hygiene & Tropica Medicine – è un processo lungo e laborioso che richiede di raccogliere campioni di sangue da analizzare in un laboratorio ben attrezzato. L’opportunità di usare cani addestrati a questo scopo è promettente, e i risultati mostrano che è possibile identificare le persone infette dal loro odore”. Sono necessarie ulteriori ricerche, concludono i ricercatori, che ora scommettono sul naso dei quattrozampe per contrastare la malaria. (adnkronos)


Categorie: News dal Mondo

Tigri e rinoceronti in cattività: la Cina vuole legalizzare l'uso di pelli e ossa. La condanna del Wwf

30/10/2018

Il WWF esprime la sua profonda preoccupazione per l’annuncio della Cina di legalizzare sia l’uso di parti di tigre e corno di rinoceronte prelevati da animali allevati in cattività sia il commercio interno oggetti antichi ricavati da tigri e rinoceronti. E invita con urgenza la Cina a mantenere il divieto del commercio di ossa di tigre e corno di rinoceronte: un commercio che ha un impatto drammatico nella conservazione di queste due specie iconiche.
Il divieto dovrebbe essere inoltre esteso affinché riguardi il commercio di qualunque prodotto a base di tigre e non solo a base di ossa.
“È profondamente preoccupante il fatto che la Cina abbia annullato un divieto, durato 25 anni, sulla commercializzazione di ossa di tigre e corno di rinoceronte. La legalizzazione di questo commercio avrà conseguenze devastanti a livello globale”,ha dichiarati il leader del WWF Wildlife Practice, Margaret Kinnaird, che aggiunge: “Il commercio di ossa di tigre e corno di rinoceronte è stato vietato nel 1993. La ripresa di un mercato legale per questi prodotti è un’enorme battuta d’arresto agli sforzi per proteggere le tigri ei rinoceronti in natura”.
“L’esperienza del commercio dell’avorio all’interno della Cina ha chiaramente dimostrato come sia difficile controllare l’illegalità nei prodotti a base di animali in via d’estinzione nel momento in cui ne esiste un commercio legale. Ciò non solo potrebbe portare al rischio che il commercio legale fornisca copertura al commercio illegale, ma questa politica stimolerà anche la domanda che era in diminuzione da quando il divieto è stato messo in atto”.
Sia le ossa di tigre che il corno di rinoceronte sono stati rimossi dalla farmacopea della medicina tradizionale cinese nel 1993 e la Federazione Mondiale delle Società di Medicina Cinese ha rilasciato una dichiarazione nel 2010 che esorta i membri a non utilizzare le ossa di questo felino minacciato o altre parti di specie in via di estinzione.
Anche se limitato all’antiquariato e all’uso negli ospedali, questo commercio probabilmente aumenterà la confusione dei consumatori e delle forze dell’ordine su quali prodotti sono e non sono legali, e probabilmente aumenterà il commercio di altri prodotti di tigre e rinoceronte.
“Con popolazioni selvagge di tigri e rinoceronti a livelli così bassi e di fronte alle numerose minacce che mettono a rischio il futuro di queste specie, legalizzare la commercializzazione di “parti” di questi animali in Cina è semplicemente un errore dalle dimensioni drammatiche. Questa decisione sembra essere in netta contraddizione con la leadership che la Cina ha dimostrato di recente nell’affrontare il commercio illegale di specie selvatiche, compresa la chiusura del mercato nazionale di avorio, un punto di svolta per gli elefanti calorosamente accolto dalla comunità globale”, ha aggiunto Kinnaird.
Il WWF chiede anche alla Cina di stabilire un piano chiaro e un calendario ben definito per chiudere gli impianti di allevamento di tigri in cattività usati per scopi commerciali. Questi allevamenti rappresentano un alto rischio per la conservazione delle tigri selvatiche, complicando l’applicazione e aumentando la domanda nei prodotti di tigre.


Categorie: News dal Mondo

Non lupi ma cani: test genetico svela gli autori dell'uccisione di 25 pecore in Val Venosta

30/10/2018

Un triste episodio smentisce ancora una volta che i responsabili delle aggressioni alle greggi siano i lupi e di conseguenza il loro sterminio significherebbe mettere fine a queste sanguinarie mattanze.
Oltre una ventina di pecore morte sono state trovate all’inizio di ottobre al maso Zerminig, ubicato in una tranquilla località all’imbocco della valle di Schlandraun sopra Silandro. Alcuni dei cadaveri presentavano ferite da morso nella zona della gola. Secondo gli esperti che hanno svolto i rilievi sul posto, autori di questi attacchi sarebbero stati dei cani. Sui corpi delle pecore sono state riscontrate infatti solo ferite superficiali, senza che – apparentemente – gli autori di tali ferite si siano poi anche nutriti della carne delle proprie vittime.
Secondo l’Ufficio caccia e pesca gran parte degli animali sarebbe morta a seguito di una caduta o sarebbe stata inseguita e ferita a morte. Non potendo però escludere con certezza che l’autore dell’episodio fossero uno o più lupi, gli esperti hanno raccolto alcuni campioni di DNA per farli analizzare. Un cadavere di pecora è stato inviato a Bolzano per farlo studiare all’Istituto Zooprofilattico. Nella zona sono state anche montate alcune fototrappole, il cui prodotto fotografico non è stato ancora analizzato. Sono però stati resi noti i risultati del test del DNA, che ha confermato: a uccidere le 25 pecore è stato un branco di cani.

 


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Delfino vittima del maltempo muore per le mareggiate ad Ostia (RM). Inutile il tentativo di soccorso dell’Enpa di Roma

30/10/2018

C’è anche un delfino tra le vittime della forte ondata di maltempo che in queste ha colpito Roma e il litorale. Il cetaceo è stato spinto a riva dalle forti mareggiate che hanno flagellato Ostia. Il povero animale deve aver sbattuto violentemente contro la struttura di legno di un stabilimento balneare della località balneare, restando incastrato sotto la pedana. A nulla è servito l’intervento dei volontari della Sezione Enpa di Roma, accorsi sul posto dopo aver raccolto diverse segnalazioni. Quando sono arrivati, il delfino – immobile e semicoperto dalla sabbia – era già deceduto. L’Enpa di Roma non ha potuto far altro che segnalare il decesso a chi di competenza. Secondo le prime ipotesi della Protezione Animali, il cetaceo è morto in seguito al forte impatto con la struttura.    


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Pocho, la star dell'antidroga, fa sequestrare due tonnellate di stupefacenti e la camorra lo vuole morto

29/10/2018

Pocho è un jack russel di 9 anni, idolo dell’unità cinofila della polizia di Napoli, dotato di un infallibile fiuto nella ricerca della droga. Grazie a lui, come riporta rainews.it, sono state sequestrate quasi due tonnellate di sostanze stupefacenti. Ecco perché si vocifera che la camorra vorrebbe farlo fuori, impresa non facile visto che Pocho è tanto abile quanto integerrimo mentre lavora agli ordine del suo conduttore Sandro. Pocho non nasce poliziotto ma è stato acquistato in un allevamento nel 2009 e ha trascorso i primi mesi di vita con una famiglia che si è poi trovata costretta a rinunciare a lui e l’ha donato alla polizia. Il nome che in spagnolo significa “piccolo” deriva dal soprannome del calciatore Ezequiel Lavezzi, idolo dei tifosi del Napoli. Da subito, è stato notato il suo talento nello scovare stupefacenti. In coppia con Sandro è imbattibile, forte anche della piccola taglia che gli consente di infilarsi dappertutto. E’ addestrato a non aver paura di nulla e, soprattutto, a non cedere alle lusinghe di un buon bocconcino, né di una cagnolina messa appositamente sul suo percorso. Dietro ci sono ore di addestramento e tanto amore e passione per Pocho e gli altri cani che svolgono un ruolo tanto importante non solo nella ricerca delle droghe ma anche nelle azioni di salvataggio e soccorso. 


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I San Bernardo in udienza da Papa Francesco per il 50esimo anniversario di fondazione del Club Italiano San Bernardo

29/10/2018

Sarà dedicata all’incontro in piazza San Pietro fra Papa Francesco e una delegazione dell’Ente nazionale della cinofilia (Enci) con un gruppo di cani San Bernardo, benedetti dal Santo Padre, la copertina e il servizio di apertura del numero di novembre della rivista dell’ associazione. L’incontro si è svolto il 19 settembre scorso e rimarca l’ente, in un nota, “Papa Francesco si è complimentato con il capo delegazione Giovanni Morsiani e si è intrattenuto a lungo con i cinofili anche per il valore sociale di questi cani che salvano tante vite umane”.
“Siamo molto emozionati per questa grande opportunità di incontrare Papa Francesco – spiega Giovanni Morsiani -. Avevamo inviato una richiesta di incontro lo scorso anno e adesso siamo molto soddisfatti che tutto questo sia diventato realtà. Per noi questo ha un significato che va al di là di un semplice incontro perché ci permette di chiudere nella maniera migliore i festeggiamenti per i 50 anni dalla fondazione del Club”.
L’incontro è avvenuto a coronamento dei festeggiamenti per il 50esimo anniversario di fondazione del Club Italiano San Bernardo, il sodalizio italiano che tutela la razza intitolata a “San Bernardo di Mentone”. Il Club Italiano San Bernardo, unico sodalizio ufficialmente riconosciuto in Italia per la tutela, la selezione e la promozione culturale del cane di San Bernardo, fu fondato nel 1967 da Antonio Morsiani e da un gruppo di appassionati, fra i quali Albert de la Rie e Alois Schmid. (Font ansa)

 


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