Nell’atrio della stazione ferroviaria di Piacenza, in queste serate di emergenza gelo, saranno ammessi i clochard anche con i loro animali. A comunicarlo è il vicesindaco, con delega alla Tutela degli Animali, che spiega: ”Tale servizio umanitario, rispettoso tanto dei diritti delle persone quanto di quelli degli animali, evita che vengano separati i cani dai loro proprietari, solo perché senza un ricovero per la notte”. “In queste giornate di temperature molto rigide – aggiunge -, nessun senzatetto dovrà separarsi dal proprio amico a quattro zampe, che potrà quindi essere alloggiato al caldo nell’atrio della stazione messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato, ed essere al coperto con il suo proprietario”.
”Ringraziamo quindi le Ferrovie dello Stato, Croce Rossa e Anpas – conclude l’assessore Baio – per la disponibilità e per aver aderito all’appello rivolto loro in tal senso”.
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“Il canile deve essere una tappa, l’adozione, invece, la meta”. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha sintetizzato così il suo pensiero al termine dell’incontro organizzato, a Palazzo d’Orleans, con le associazioni animaliste maggiormente rappresentative e alla presenza dell’assessore della Salute, Ruggero Razza, e dei vertici dei Servizi veterinari, per confrontarsi sul tema del randagismo nell’Isola. Nel corso della riunione è emerso, in modo unanime, come la legge regionale in vigore, la 15/2000, non debba essere modificata, ma solamente revisionata in qualche piccola parte. “Non siamo qui – ha detto il governatore – per cercare le responsabilità di qualcuno, ma solo per capire le cause del mancato risultato su una tematica alla quale nel corso di tutti questi anni non è stata assegnata la giusta importanza”. “Le ultime tristi vicende di Sciacca e di qualche altro comune dell’Isola – ha aggiunto – hanno, giustamente, acceso i riflettori sulla vicenda. Per apportare i correttivi chiedo il vostro aiuto perché sono convinto la nostra grande forza siano le associazioni di volontariato, che ogni giorno vivono e affrontano sul campo i problemi”. Quasi una ventina gli interventi che si sono susseguiti in circa due ore di incontro. Tutti concordi nel confermare la bontà dell’attuale legge, con la necessità, però, di procedere a una campagna massiccia di sterilizzazione degli animali e con la contestuale microchippatura per un’anagrafe canina aggiornata. Chiesti più controlli nei canili e maggiore sensibilizzazione dei Comuni, moltissimi dei quali senza strutture adeguate, e dei servizi veterinari.
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Due profughi molto, molto speciali, provenienti da una zona martoriata dalla guerra senza fine tra Iraq e Siria ritroveranno la serenità e avranno garantita in una riserva per grandi felini in Sudafrica. Si proprio in una riserva per animali accoglierà Simba e Said, due splendidi leoni maschi. A darne notizia Fiona Miles, responsabile dell’organizzazione animalista «Four Paws».
I due felini dopo un periodo trascorso in un rifugio in Giordania dove erano stati accolti l’anno scorso emaciati, disidratati e psicologicamente destabilizzati dalle esperienze patite nei due zoo mediorientali sono arrivati nella struttura «Lionsrock» nei pressi di Bethlehem, nel Sudafrica occidentale, a nord del Lesotho con un volo della Qatar Airways.
Simba, di quattro anni, e «Said, di due, sono stati inseriti in uno spazio semi-libero dove sono già ospitati un’ottantina di leoni provenienti da diversi Paesi e diverse situazioni. Altri felini sono stati salvati da allevamenti finalizzati a fornire i leoni per le battute di caccia grossa.
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Sostituire i test sugli animali con metodi alternativi, farli solo quando necessario e su pochi animali e minimizzarne lo stress: sono questi i tre principi per un uso più etico degli animali nelle sperimentazioni sui farmaci nell’Unione europea, che l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha deciso di adottare e su cui due suoi comitati, quello per i farmaci ad uso umano (Chmp) e quelli ad uso veterinario (Cvmp), hanno pubblicato le loro linee guida.
Anche se l’obiettivo finale è evitare l’uso di animali vivi nelle sperimentazioni, precisa l’Ema, in alcune aree della ricerca medica continueranno ad essere necessari per proteggere la salute umana e animale, e l’ambiente, finché non saranno sviluppate alternative adeguate.
La legislazione europea richiede alle aziende autorizzate a vendere i farmaci di adottare questi tre principi (in inglese detti delle 3r – replacement, reduction e refinement) e gli standard sul benessere animale in tutti gli aspetti del loro lavoro, in particolare per la realizzazione dei vaccini. Con il trasferimento della sede da Londra ad Amsterdam tra il 2018 e 2019, rileva l’Ema, sarà più difficile per l’Agenzia mettere questo fronte al centro delle attività, che comunque rimarrà uno degli obiettivi di lavoro.
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L’odore penetrante si sente già in cortile. Entrando nella casa, buia e sporca, oltre 30 gatti e gattini si nascondono, scappano da tutte le parti mentre i volontari dell’Enpa e le gattare della provincia cercano di acchiapparli. Alcuni hanno pochi giorni, altri sono gravemente disidratati e denutriti. Ciotole dappertutto, panni sporchi, pavimenti e mobili in condizioni igieniche disastrose, cumuli di escrementi ovunque. Così Anna Ghezzi denuncia su laprovinciapavese.it quanto avvenuto in un appartamento di Pavia.
In un appartamento trasformato in una sorta di lager per gatti sono arrivate due volontarie, chiamate dalla proprietà che, dopo aver sfrattato l’inquilino moroso da anni si è trovata di fronte una situazione oltre i limiti della decenza. Le volontarie hanno cercato di verificare le condizioni dei gatti rinchiusi nella casa e hanno portato via una mamma con due micini di pochi giorni e altri due cuccioli che sembrano avere poco più di tre mesi ma, probabilmente ne hanno il doppio. L’inquilino, un 65enne che occupava l’appartamento, , è stato sfrattato una decina di giorni fa e nella casa devastata ha lasciato ben 30 gatti. «I proprietari in questi giorni si sono occupati dei gatti pagando una persona che portasse loro da mangiare e da bere – racconta Roberta, una delle due volontarie – ma ora occorre trovare uno stallo a questi gatti. Alcuni sono in condizioni penose, hanno bisogno di essere curati, uno è cieco: alcuni erano chiusi negli armadi, in bagno escono da sopra i mobili». Per continuare a leggere l’articolo cliccare qui.
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La neve che nella notte fra domenica e lunedì ha imbiancato Roma non ha colto impreparati gli operatori del Bioparco. Questi avevano già predisposto una serie di misure per tenere gli animali al caldo e al riparo.
I ricoveri al chiuso sono riscaldati, alcuni sono dotati di impianti a pavimento, come quello delle scimmie antropomorfe.
L’area delle scimmie più piccole del mondo (tamarini e uistitì) è provvista di un moderno impianto di riscaldamento, che si attiva quando la temperatura scende al di sotto di quella programmata (intorno ai 22°). Sono inoltre presenti piastre termiche.
Nell’area interna degli elefanti asiatici e all’interno della ‘Casa delle giraffe’, la presenza di pompe di calore permette di mantenere una temperatura costante di circa 15 gradi. Gli ippopotami pigmei possono contare su una potente lampada riscaldante, mentre i tapiri hanno a disposizione, all’interno della stalla, una lettiera di truciolato e una piastra riscaldante.
Particolare attenzione c’è per gli animali del Rettilario, dove ogni teca ha la temperatura regolata secondo le esigenze della specie. Nell’area interna del drago di Komodo si trova un sistema di ‘riscaldamento combinato’: oltre alla pompa di calore e al riscaldamento a pavimento, è presente una lampada molto potente (4.500 watt).
Gli operatori compiono un attento monitoraggio su eventuali sintomi dell’esposizione al freddo e predispongono diete speciali per alcune specie, che consistono in pasti a base di alimenti ad alto contenuto calorico.
Tra gli animali c’è anche chi oggi ha festeggiato l’arrivo della neve, come i macachi del Giappone, i cammelli della Battriani, gli orsi e i lupi, che si sono esibiti in corse e capriole sul manto bianco.
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Da anni sul tetto del castello di Pozzolo Formigaro (Alessandria), sede degli uffici comunali, sono state posizionate delle reti per impedire ai piccioni di posarsi e nidificare. Purtroppo, con il passare del tempo, queste reti sono diventate delle vere trappole per uccelli, che dopo esservi rimasti impigliati, muoiono a seguito di una lunga agonia. Il tutto nell’indifferenza della istituzioni. La denuncia arriva dal nucleo delle Guardie Zoofile Enpa di Alessandria. A nulla – spiega il caponucleo Piero Rapetti – sono vale le nostre ripetute richieste alle autorità di porre rimedio a questa situazione (si tratta peraltro di un reato).
Ne ha fatto le spese un povero piccione, trovato dai volontari Enpa e Oipa mentre si dibatteva furiosamente nel tentativo di liberarsi da quelle reti. Per salvare l’animale si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco, i quali, hanno recuperato l’uccello grazie a un’autoscala. Fortunatamente, il piccione non ha riportato gravi ferite: messo in sicurezza sarà presto restituito al suo ambiente.
Non altrettanta solerzia hanno mostrato le autorità comunali di Pozzolo Formigaro, che, nonostante le ripetute sollecitazioni non hanno ancora messo in sicurezza sicurezza le reti.
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“Visto che la politica continua ad essere distratta rispetto alle tematiche ambientali ci rivolgeremo direttamente ai cittadini con una campagna di sensibilizzazione elettorale da parte della Natura”. Così la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi annuncia l’avvio di una campagna apartitica “in stile Wwf” su tutti i canali digitali. “Saranno i cittadini che condivideranno la campagna del Wwf a mandare un forte messaggio a chi si appresta a rappresentarli nelle istituzioni”, aggiunge Bianchi.
“Abbiamo deciso di affidare al lupo, alle energie pulite, all’acqua, al paesaggio, al mare – spiega – il compito di risvegliare una politica assopita, di richiamare la centralità del tema ambientale, fondamentale per la vita, la sicurezza, la salute ed il benessere equo e sostenibile dei cittadini”.
L’ambiente, rileva Bianchi, “è l’argomento fantasma di questa campagna elettorale. L’arretratezza del dibattito politico nel nostro Paese, purtroppo, si misura anche da questo: dal confronto sulle politiche ambientali si valuta la capacità del nostro Paese di affrontare le sfide dell’efficienza e dell’innovazione nei campi della ricerca, della produzione, dell’amministrazione pubblica. Risparmiare l’energia, rendere più efficienti i nostri sistemi produttivi, diminuire i nostri rifiuti e gli sprechi alimentari, riutilizzare i materiali, utilizzare energie pulite, abbattere i gas climalteranti, conservare il nostro patrimonio naturale, vuol dire non solo vivere più a lungo e in buona salute – aggiunge la presidente del Wwf – ma progettare il futuro dei nostri figli e il benessere dell’Italia, uno dei Paesi del G7, che dovrebbe essere all’avanguardia nel mondo”.
In questa campagna elettorale, osserva Bianchi, “è indispensabile concentrarsi sulle emergenze ambientali dall’inquinamento alla carenza di verde nelle nostre città, dal bracconaggio ai crimini di natura fino ad arrivare allo sviluppo di una nuova economia capace di creare benessere e occupazione rispettando la natura”.
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L’analisi del Dna fa riscrivere l’origine dei cavalli domestici: il loro progenitore non veniva dalle steppe dell’Asia centrale ma dalla Mongolia e aveva i colori dei dalmata. È quanto emerge dalla ricerca pubblicata su Science, coordinata da Alan Outram e dallo studioso franco-italiano Ludovic Orlando, rispettivamente dell’Università britannica di Exeter e dell’Università danese di Copenaghen.
Attraverso le analisi genetiche fatte su 88 cavalli antichi e moderni, provenienti da luoghi ed ere diverse dell’Eurasia, i ricercatori hanno dimostrato che il progenitore dei cavalli domestici era un antenato del cavallo di Przewalski, conosciuto anche come pony della Mongolia. Dalle analisi emerge, ad esempio, che molti dei primi cavalli di Przewalski non erano marroni chiari come quelli attuali, ma avevano un aspetto simile ai cani dalmata della carica dei 101: bianchi con macchie scure.
“Il nostro studio – ha spiegato Orlando – ribalta letteralmente i modelli attuali sulle origini dei cavalli.
Quello che era considerato l’ultimo cavallo selvatico sulla Terra, il cavallo di Przewalski, è in realtà il discendente dei più antichi cavalli domestici”. Il riferimento dello studioso è ai cavalli della civiltà Botai, originari delle steppe dell’Asia centrale nell’attuale Kazakistan, i primi ad essere stati addomesticati circa 5.500 anni fa. Questi cavalli – ha concluso – nel corso degli ultimi millenni sono riusciti a sfuggire alla pressione umana e sono ridiventati selvatici”.
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Capitán un meticcio di 16 anni argentino, di Cordoba, ha amato il suo umano morto 11 anni fa, con un sentimento mai venuto meno fino alla sua morte. La storia di Capitain è così speciale da aver fatto il giro dei media di tutto il mondo. Questo cane dal grande cuore è morto per un’insufficienza renale cronica che da tempo lo aveva debilitato. La malattia non gli ha però impedito di recarsi alle sei di ogni giorno al cimitero municipale di Villa Carlos Paz per visitare la tomba di Miguel Guzmán, il suo padrone che speriamo abbia ritrovato sul Ponte dell’Arcobaleno.
Negli ultimi tempi, come riportato da tg24.sky.it, i veterinari che lo accudivano si erano resi conto che Capitán aveva perso la vista e riusciva a malapena a camminare. Nonostante ciò è riuscito fino alla fine a non mancare la sua visita quotidiana sulla tomba del padrone. Fino alla scorsa domenica quando i custodi del cimitero non lo hanno visto aggirarsi come sempre intorno ai vari sepolcri, scoprendolo poi in un vialetto privo di vita.
L’aspetto più sorprendente della storia è quello di come Capitain sia riuscito trovare la sepoltura del padrone. Molti si chiedono come sia stato possibile per l’animale ritrovare esattamente la tomba di Guzmán. Secondo il racconto dei Guzmán, Capitán era sparito pochi giorni dopo la morte del suo padrone facendo perdere ogni traccia di sé. La sorpresa per la famiglia è arrivata un anno dopo quando, durante una visita al cimitero, ha ritrovato l’animale a guardia della tomba del vecchio padrone. “Quando siamo andati con mio figlio al cimitero, l’abbiamo trovato lì”, aveva detto la signora Guzmán a La Voz Interior. “Damián (il figlio) ha iniziato a chiamare e il cane si è avvicinato a noi, abbaiando, come se stesse piangendo”. La donna ha poi raccontato di tutti i tentativi fatti per cercare di riportare a casa Capitán che invece ha scelto di rimanere nei pressi del cimitero per vegliare la tomba del padrone.
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Chi non è mai stato colpito dai malanni stagionali? Quando le stagioni cambiano è quasi una certezza matematica il portarsi appresso un pacchetto di fazzoletti o prevedere di passare qualche giorno a letto influenzati.
Anche i nostri amici a quattro zampe soffrono i cambi stagionali nonostante siano molto più discreti di quanto possiamo essere noi umani quando il raffreddore ci attanaglia. Ci vuole un occhio attento per accorgersi che il nostro cane, gatto o furetto si è ammalato. È bene sapere inoltre che le malattie stagionali possono essere anche molto insidiose.
“Ma il mio animale soffre il freddo?”
Sì: tutti i Pet soffrono il freddo, anche se non allo stesso modo. In base alle razze, sia di cane che di gatto, e alla tipologia di pelo, la tollerabilità al freddo varia: pensiamo per esempio ad un San Bernardo o ad un Siberian Husky, che hanno una folta pelliccia e amano le basse temperature; diversamente succede invece ad un bassotto piuttosto che ad un Pincher che hanno un pelo corto e fino. Il rischio di ammalarsi durante l’autunno e l’inverno è indubbiamente maggiore rispetto al resto dell’anno per le caratteristiche climatiche del periodo, a cui si aggiungono le caratteristiche fisiche dell’animale e la sua tolleranza a umidità e freddo.
Malattie più comuni
Le malattie più comuni sono, come anche nel nostro caso, quelle legate all’apparato respiratorio: raffreddori, tracheiti, bronchiti e polmoniti che, se non curate tempestivamente, possono avere gravi conseguenze sul nostro amico a quattro zampe.
Un altro rischio tipico di questa stagione è l’intossicazione da anti-gelo. Questi liquidi sono dolci e appetibili per i nostri cani e gatti. Importante porre attenzione che gli animali non corrano il rischio di ingerirli.
Sintomi a cui prestare attenzione
I sintomi più evidenti di un “raffreddamento” sono:
In caso invece il nostro animale abbia ingerito qualcosa (es. neve sporca) i sintomi più evidenti sono:
Come aiutare il nostro amico a 4 zampe?
La corretta alimentazione
Porre attenzione all’alimentazione dei nostri animali domestici ne preserva la salute in qualunque stagione. Se fuori fa freddo e i nostri animali escono molto e giocano molto all’aperto, sarà necessario che abbiano un maggiore apporto energetico per mantenere costante la loro temperatura corporea. Come? Dare cibi più grassi. Un maggiore apporto di grassi rende il cibo più appetitoso e quindi l’animale incamera più energia. Inoltre gli acidi grassi vanno a contribuire alla crescita di un mantello folto, che permette dunque una maggiore protezione al freddo.
Sono da preferire mangimi che abbiano una concentrazione energetica molto elevata e apportino 3500 Kcal/ kg con una concentrazione di grassi pari :
I liquidi sono sempre importantissimi: il nostro animale deve sempre avere un buon apporto idrico. Se fuori è freddo è bene che l’acqua non sia fredda o ghiacciata, addirittura alle volte è meglio lasciargliela tiepida.
Gli animali che vivono in appartamento invece, dove la temperatura si aggira intorno ai 20° C, non hanno bisogno di modifiche alla dieta. Stessa cosa anche per quegli animali che escono solo per la passeggiatina e per i bisogni.
Un aiuto ulteriore
Un aiuto in più per i nostri amici a quattro zampe per contrastare le problematiche dovute alle basse temperature è l’utilizzo di creme protettive per le zampe. Quando vengono portati in passeggiata con le basse temperature infatti, la cute dei nostri animali è più soggetta ad escoriazioni e tagli, dovuti al freddo. L’applicazione di queste creme sulle zampe prima di portarli in passeggiata idrata e protegge la cute e favorisce una minor incidenza di lesioni alle zampe. In commercio ne esistono di diverse tipologie, il veterinario può consigliarvi la migliore per il vostro animale.
Lo staff della Clinica Veterinaria Modena Sud
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