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A Firenze prosegue il giro di vite per proprietari di cani indisciplinati: verifiche su dotazione guinzaglio, raccolta deiezioni e iscrizione anagrafe canina

31/05/2017

Continuano a Firenze i controlli sui proprietari di cani da parte della polizia municipale. Nell’ultima settimana sono stati effettuate numerose verifiche in orari diversi da parte del reparto territoriale di Rifredi. In cinque casi, all’interno del Giardino dell’Orticultura, i proprietari sono stati multati perche’ non tenevano il loro animale al guinzaglio. I vigili, in servizio in divisa e borghese, hanno inoltre multato anche il proprietario di un cane di media taglia per aver violato l’art.672 del codice penale relativo alla custodia di animali: il suo cane aveva infatti morso un bambino. Dall’inizio del servizio mirato, si spiega dal Comune, sono stati effettuati 821 controlli ed elevate 22 sanzioni, tra queste 4 per l’omessa raccolta delle deiezioni (160 euro), 15 per non utilizzo del guinzaglio (60 euro), 2 per mancanza di iscrizione all’anagrafe canina (200 euro) e una per omesso trasferimento di proprieta’ (100 euro).


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Vacanze e animali. Per il 78% dei torinesi le vacanze si fanno insieme ai propri pet

31/05/2017

Per il 78% dei torinesi gli animali domestici devono partire in vacanza con i propri padroni. Ad accertarlo Ë l’Osservatorio di Sara Assicurazioni che, con l’estate alle porte, ha chiesto agli abitanti del capoluogo del Piemonte come si comportano nei confronti dei loro animali domestici quando si preparano ad andare in vacanza. Un tema attuale visto che, secondo la Lav (Lega anti vivisezione) ogni anno in Italia vengono abbandonati 80mila gatti e 50mila cani.
Dall’indagine condotta, risulta che il 78% dei torinesi è convinta che il proprio compagno a quattro zampe andrebbe portato con sé in vacanza, e solo il 6% lo affiderebbe a parenti e amici. Il 10%, invece, lo lascerebbe in casa con la garanzia che una persona possa badare alle sue necessità. Quasi la totalità (il 98%) concorda sul dare maggiori sanzioni a chi li abbandona o li maltratta. Inoltre, il 44% dei torinesi considera l’animale domestico un membro della famiglia. Il legame tra animale e padrone è così forte che il 44% li considera membri effettivi della famiglia, per il 18% dei torinesi rappresentano una compagnia e il 20% vede in loro invece un amico fidato.


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La Puglia "apre la caccia a cani e gatti", bufera su Emiliano. Lui replica: "E' una caz....". Ma nel testo del ddl c’è

31/05/2017

A lanciare l’allarme sui social è stata l’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, che sulla propria pagina Facebook ha segnalato che in Puglia “si vorrebbe aprire la caccia ai cani e ai gatti”. “Attenzione – si legge in un post – ci sono persone che dicono che la proposta della Puglia di uccidere cani e gatti ‘inselvatichiti’ sia una bufala. Nonostante quanto dice Emiliano, il ddl c’è eccome, è sul sito della regione Puglia”.
Il post dell’Enpa ha scatenato una vera e propria protesta nei confronti del governatore della regione Puglia, Michele Emiliano, che sempre tramite social ha etichettato la notizia come una “ca… totale”.”Qualche burlone sedicente 5 Stelle (ma io non ci credo) ha messo in giro un post Facebook che dice che in Puglia si aprirà la caccia a cani e gatti – scrive Emiliano – È una caxxata totale. In Puglia mai nessuno darà la caccia a cani e gatti, dovrebbero passare sul mio cadavere. Bannate quel deficiente che vi ha detto queste bugie. Fate girare. Grazie”.
Citati da Emiliano, sulla questione sono intervenuti anche i pentastellati: “Il sedicente Presidente di Regione ha purtroppo perso un’altra occasione per rimanere in silenzio rimediando così una ennesima brutta figura – si legge sul portale pugliacinquestelle.it – la notizia non l’ha diffusa il M5S ma è apparsa sul portale di una importante associazione animalista. Il ddl in oggetto esiste e si discute domani”.
Ad allarmare gli animalisti è l’articolo 31 del ddl 67/2017 ‘Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio’, presentato dall’assessore regionale all’Agricoltura Leonardo Di Gioia. Nell’articolo criticato dall’Enpa “cani e gatti inselvatichiti” sono inclusi tra le specie per le quali il presidente della giunta regionale, sentito l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) può autorizzare “il controllo”. Queste specie, si legge nel ddl, “moltiplicandosi eccessivamente arrecano danno alle colture agricole, al patrimonio faunistico, alle attività e produzioni zoo-agroforestali e ittiche” e al patrimonio storico e artistico.
Le operazioni di “controllo”, specifica il testo, “esercitato elettivamente”, sarebbero praticate con “metodi ecologici sulla base delle indicazioni fornite dall”Ispra. Quanto al controllo di cani e gatti inselvatichiti, recita ancora il ddl, “sono fatte salve le disposizioni previste dalle normative vigenti”. Solo in casi estremi, la regione può autorizzare l’abbattimento e la cattura per gli esemplari “appartenenti alla popolazione responsabile del danno”.
Dure le proteste degli utenti, che su Facebook hanno bollato l’iniziativa come “vergognosa” e “offensiva”.
A difesa del Governatore della Puglia l’Enpa ha dichiarato: “Di Emiliano conosciamo e apprezziamo l’impegno in sede di Conferenza Stato-Regioni contro lo sterminio dei lupi. Delle associazioni professionali agricole (di alcune in particolare) conosciamo al contrario la pulsione ossessiva per un controllo pervasivo della fauna selvatica; un controllo che non risolve affatto i presunti problemi causati dai selvatici alle colture, ma serve solo ai cacciatori per sparare, sparare, sparare. Tra l’altro, nel citato ddl è consentita anche la caccia con l’arco (articolo 29). Siamo quindi certi che Emiliano farà cancellare dal disegno di legge questa “caxxata totale” (che intanto nel testo c’è). Lo ha scritto su Facebook, del resto. E poi siamo sicuri che a lui non piacerebbe veder un cane o un gatto inselvatichito (e chi lo dice, poi, che sia inselvatichito?) colpiti a morte da fucilate o trafitti dai dardi di novelli Robin Hood dai simpaticissimi accenti dei dialetti pugliesi, che possono meglio figurare nell’arte e nella conoscenza, non nella cultura della morte.


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Lupo impiccato a Rieti: responsabilità politica del Ministro e della campagna d’odio. Scomparsa l’ipotesi di uccidere i lupi è scomparso anche il piano di tutela

31/05/2017

«Apprendiamo da fonti di stampa che un altro lupo sarebbe stato impiccato e ucciso, nel Reatino, con modalità che ricordano la brutale esecuzione avvenuta poche settimane fa a Soverato. Come in quella occasione, quando l’animale venne addirittura scuoiato, anche stavolta gli animalicidi avrebbero “firmato” il loro delitto con gli slogan tanto cari a certa parte del mondo degli allevatori». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali. «Restiamo in attesa di conferme da parte degli inquirenti, riteniamo tuttavia che sia ormai stata oltrepassata la soglia di guardia: anche se la notizia non dovesse essere confermata dagli investigatori che stanno lavorando sul caso è comunque indicativa del clima fin troppo avvelenato, contro i lupi e più in generale contro i selvatici che si respira ormai nel nostro Paese».   Secondo l’Enpa, il principale responsabile politico di questa situazione è il Ministro Galletti, il quale, spalleggiato dalla fazione più estremista degli allevatori, è stato tra gli artefici di essi di una vera campagna di terrore che ha finito per incendiare gli animi e che evidentemente ha fatto perdere il senso della misura a qualcuno. «Se il Ministro dell’Ambiente, istituzionalmente preposto alla tutela delle biodiversità e non certo alla programmazione di uccisioni contro una specie particolarmente protetta, è veramente sensibile come dice alla protezione del più grande predatore italiano ci dica che fine ha fatto il Piano di Tutela del Lupo. Fino a quando si parlava di uccisioni di animali, il Piano sembrava essere la prima emergenza del Paese, poi – aggiunge Enpa – una volta bocciata la norma ammazzalupi, affossata dalle Regioni e da una campagna di mobilitazione senza precedenti, è finito nel dimenticatoio; è stato insabbiato».   Per questo, Enpa chiede di calendarizzare il prima possibile nella della Conferenza Stato-Regioni l’approvazione del Piano di Lupo, depurato ovviamente della possibilità di uccisioni. E chiede ciò avvenga prima di una ulteriore escalation di sangue e di gesti emulativi. 


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Barbra Streisand condivide su Istagram il dolore per la scomparsa della sua cagnolina Samantha

31/05/2017

Chi ha perso il suo pet sa quanto dolore si provi e che grande vuoto lasci la sua scomparsa nella nostra vita. Dopo tanti anni passati insieme, condividendo vita quotidiana, momenti di felicità, tristezza e avversità, la mancanze del nostro amicosi fa sentire e trasforma le giornate, cambiandone la routine. E’ stato proprio l’amore per la sua cagnolina Samantha, appena scomparsa, che ha fatto condividere a una diva riservata come Barbra Streisand il dolore per la perdita della sua amica pelosa con quanti le vogliono bene. La grande artista ha pubblicato una foto che la ritrae insieme alla cagnolina spiegando che il figlio “Jason ha scattato questa foto il 14 maggio, nel giorno della festa della mamma. E’ stata l’ultima volta che sono stata immortalata insieme alla mia ragazza adorata Samantha Che possa riposare in pace. Ricordo con amore ognuno dei 14 anni che ho trascorso con lei.”. Solo cinque giorni prima la cantante aveva pubblicato un’altra foto di Sammie per festeggiare il suo 14esimo compleanno.
Lo scorso ottobre, sempre su Instagram, Streisand aveva condiviso la preoccupazione per la salute di Samantha a ridosso di un’importante operazione.


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Aiutiamo con il crowdfunding la sezione Enpa di Siracusa a creare un punto di cura e adozione

30/05/2017

In Sicilia, i volontari vivono una vera e propria odissea quotidiana. Arrivano segnalazioni per cani e gatti, ma sempre più spesso anche cavalli, tartarughe, conigli, uccellini, etc.… Tutti abbandonati, malati, denutriti, maltrattati, allo stremo delle loro forze. Le Istituzioni sono totalmente assenti o, pur chiamando gli organi competenti, non ci sono interventi e tantomeno ricoveri nelle strutture idonee, convenzionate con i Comuni. Ogni giorno ci troviamo davanti a scene strazianti, di cani e gatti investiti sul ciglio della strada o abbandonati dopo i combattimenti clandestini o torturati per puro sadismo o malati di rogna, di leishmaniosi, di gastroenterite, di cimurro. Queste bestiole soffrono nel corpo e nell’anima hanno bisogno di cure, di una casa in cui vivere nel periodo di convalescenza, di un luogo dove riacquistare la serenità e la fiducia nell’uomo, in modo da poter trovare una nuova famiglia che li accolga.
Vorremmo offrire una casa a queste bestiole sfortunate, un passaggio e ristoro dove troveranno, cure, cibo, riparo e tanto amore. Noi volontari siamo economicamente distrutti dalle spese: medicine, cibo, fatture veterinarie, pensioni private, spese di viaggio per i più fortunati che trovano casa fuori regione. Ci appelliamo a tutti coloro che amano gli animali, aiutateci a costruire sul nostro territorio un piccolo rifugio per questi esseri sfortunati, aiutateci ad aiutarli.
Abbiamo trovato un appezzamento di terreno di 5000 mq, recintato e con un piccolo prefabbricato di 40 mq da rifinire, il costo è di € 15.000, ma con un acconto di € 5.000 il proprietario è disponibile a fare il compromesso. Successivamente dovremo trovare gli altri € 10.000 e il resto per l’atto dal notaio, acquistare cucce, box e recinzioni, ma l’importante è partire. (Enpa)

DONATE ORA CLICCANDO QUI


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Lara Trump, nuora del Presidente, rivendica il diritto di vivere per i beagle usati nei test di laboratorio. Ora i cani a fine “carriera” vengono soppressi (video)

30/05/2017

Lara Trump, nuora del presidente Donald Trump, ha deciso di usare la sua notorietà per dare voce ai problemi degli animali, in particolare l’adozione dei beagle usati per i test nei laboratori. La Trump racconta di aver avuto fin da piccola un forte trasporto verso gli animali e il loro benessere e per questo ha deciso di scendere in campo. Una decisione nobile ma offuscata dalla dirigenza di Beagle Freedom, l’associazione che la donna ha deciso di sostenere, perché  a capo c’è Kevin Chase, un uomo condannato a sei anni in prigione aver molestato  e perseguitato dei ricercatori.
Gli obiettivi del progetto Beagle Freedom però  sono più che validi. Far sì che come già avviene in cinque Stati si consenta di adottare decine di migliaia di cani e gatti dopo i test di ricerca salvandoli dall’eutanasia. Gli attivisti sperano che Lara Trump possa focalizzare un’attenzione trasversale sui loro sforzi.
La Trump era stata invitata come ospite speciale al recente “Rosso, Bianco e Beagle” del gruppo North Hollywood, a Washington. Ma ha annullato la sua presenza  all’ultimo minuto a causa di una indisposizione, inviando un breve messaggio video per dire che ha sempre “amato” il gruppo e augurava “i migliori saluti per una serata incredibile”.
Al Beagle Freedom Project affermano di aver parlato spesso con Lara Trump dopo le elezioni presidenziali e che ha messo a disposizione il suo staff per organizzare  tornei di golf e casinò finalizzati ad aiutare e raccogliere fondi attraverso aste.
“Lei vuole veramente essere il primo membro della famiglia presidenziale che combatte per gli animali”, ha dichiarato Kevin Chase, responsabile delle operazioni. “Di solito è roba militare, veterani, bambini, mangiare sano. Lei invece, ha dichiarato:”voglio finalmente essere la voce dei bisogni degli animali”. “


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“Stop viral animal cruelty”, le immagini di maltrattamenti animali sul web si rimuovono con Oipa

30/05/2017

Sul web circolano sempre più frequentemente video e immagini di maltrattamenti contro gli animali che, oltre a rappresentare spesso un reato, urtano la sensibilità degli utenti e costituiscono un pericolo per eventuali emulatori. Da oggi, grazie al progetto OIPA “Stop viral animal cruelty”, gli utenti che troveranno online video o immagini di maltrattamenti potranno segnalarlo direttamente attraverso il sito www.oipa.org/italia/viralcruelty, compilando un modulo apposito, e richiederne la rimozione. Il servizio, reso possibile dalla collaborazione tra OIPA e la società Tutela Digitale, prevede l’attivazione, entro 48 ore dalla segnalazione, di un tentativo di rimozione attraverso tutti gli strumenti a disposizione di un team di specialisti del web e della eliminazione di contenuti illeciti dalla rete, producendo una relazione tecnica che certifica l’esistenza del contenuto illecito nella rete. Un eventuale esito negativo della procedura di rimozione può dipendere dalle politiche di gestione di alcuni siti web, social network o Internet Service Provider.
“Già da tempo consigliavamo a chi ci segnalava video e foto di violenza sugli animali circolanti sulweb di non contribuire alla diffusione, in quanto molto spesso gli autori di tali pubblicazioni cercano proprio visibilità, come emerge anche da alcuni casi di cronaca, ad esempio la vicenda dell’uccisione del cane Angelo – spiega Massimo Comparotto, presidente OIPA Italia – ma ci siamo resi conto che era necessario, sia come forma di prevenzione che di rispetto verso gli animali, creare strumenti pratici e veloci per segnalare tali illeciti, evitare una divulgazione nociva togliendo il “palcoscenico” agli autori di queste crudeltà, e in parallelo procedere ai sensi di legge con l’intervento delle autorità”. Per risalire agli autori materiali delle azioni mostrate, Ë infatti necessario procedere con una denuncia dinnanzi all’Autorità Giudiziaria competente.
Il progetto si propone di rispondere a una sempre maggior domanda di regolamentazione specifica e univoca sul controllo delle pubblicazioni di contenuti online, che – come spiega l’avv. Sveva Antonini, Responsabile del Dipartimento Legale di Tutela Digitale – “se è stata implementata nel settore della lotta alla contraffazione e pirateria on line, o da ultimo nel settore di tutela dei minori con l’approvazione alla Camera della Legge contro il Cyberbullsimo  – che fornisce strumenti pratici agli stessi minori per proteggersi nella rete -, in egual misura tale tutela dovrebbe aprirsi a campi in cui risulta pressochè  assente, come appunto l’abuso e il traffico illecito di animali, nonché  l’incitamento all’odio razziale sui social. Speriamo con questo progetto di poter dare un contributo in questa direzione”.


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“I cani non hanno colpe”, se un cane sbaglia, siamo noi ad aver sbagliato con lui. In uscita il nuovo libro di Diana Lanciotti

30/05/2017

Dopo il successo de L’esperta dei cani, esce il diciassettesimo libro di Diana Lanciotti. Una raccolta di “casi risolti” affrontati in nove anni, da quando cioè si occupa della rubrica “Parliamone insieme” sulla rivista Amici di Paco. Insieme a esperti del settore (educatori, veterinari, allevatori) unendo alla “tecnica” la sua profonda sensibilità, Diana ha saputo guidare tanti proprietari in balia delle onde verso un approdo sicuro, al fianco dei loro cani, scoperti o ritrovati come i veri e insostituibili “migliori amici”. Con il suo nuovo libro “I cani non hanno colpe”, l’autrice ancora una volta sceglie un titolo e un approccio non convenzionali per aiutare tanti proprietari a ritrovare la serenità accanto ai loro quattrozampe. Il ricavato (compresi i diritti d’autore) è come sempre devoluto al Fondo Amici di Paco per aiutare gli animali senza famiglia. Acquistarlo è perciò un gesto di grande solidarietà.
«Non esistono cani cattivi né cani non adatti alla convivenza con gli uomini. Se un cane sbaglia, siamo noi ad aver sbagliato con lui. E il più delle volte – spiega l’autrice – si tratta di problemi di incomprensione. Se partiamo da questo presupposto forse riusciremo a risolvere tanti piccoli e grandi problemi che, finora, ci hanno fatto dire: “ho un cane difficile”, “non so come fare”, “non riesco a farmi capire”. Parlandone insieme possiamo aiutarci ad affrontare le difficoltà con animo sereno».
Nessun cane sbaglia per colpa sua. La colpa è sempre nostra. Quando un cane manifesta un comportamento scorretto, il più delle volte dipende da noi e non è il suo comportamento a dover essere corretto, ma il nostro. I suoi errori sono l’effetto dei nostri errori, che quindi vanno evitati.
I cosiddetti problemi comportamentali infatti sono una definizione di comodo sotto la quale si cela la nostra incapacità di capirli e farci capire.
Il nuovo libro di Diana Lanciotti, dal costo di 18 euro,  può essere acquistato in libreria o direttamente dall’editore: sul sito amicidipaco.it o telefonando allo 030 9900732. Comprandolo direttamente dall’editore il ricavato per la beneficenza è maggiore.


Categorie: Animali e Cultura

Gattini "rubati" a Lavagnola (Savona), si cercano due donne

30/05/2017

Due donne, spacciandosi per volontarie della Protezione Animali, si sono impadronite di tre gattini di poche settimane della colonia felina libera di Lavagnola (Savona), in via Santuario 10; i piccoli erano vicino alla madre, che li stava ancora allattando.
Naturalmente non sono collaboratrici della Protezione Animali che invece, tramite propri volontari, questa volta veri, sta cercando di recuperare la gatta e farla correttamente “slattare”, mettendole sotto altri tre gattini abbandonati recuperati ieri a Finale Ligure, ed alla fine sterilizzarla.
Le Guardie Zoofile volontarie dell’Enpa stanno svolgendo gli accertamenti per capire gli scopi del “furto” (che sembra sia avvenuto anche l’anno corso) ed eventualmente denunciare le due donne, perché è tassativamente vietato, oltreché maltrattare o spostare, prelevare gatti liberi di colonia felina a meno che, non sembra questo il caso perché la cucciolata ha ancora bisogno del latte materno, non si renda necessario per curarli per malattie o lesioni; chi avesse informazioni utili è pregato di telefonare alla sede della Protezione Animali, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, al numero 019 824735.


Categorie: News dal Mondo

Tornano i Cicogna Days, visite guidate Lipu fino al 28 giugno sulle tracce della cicogna bianca, animale ricco di simbologie dalle origini antichissime

29/05/2017

Visite guidate per ammirare da vicino la nidificazione della cicogna bianca, specie presente con sole 300 coppie nel nostre Paese. Sono i Cicogna Days, che la Lipu organizza fino a mercoledì 28 giugno, con eventi in Lombardia, Calabria e Sicilia. Il ritorno della cicogna bianca – ricostruisce la Lipu in una nota – è da far risalire a metà anni ’80, quando, dopo secoli di estinzione, ha ripreso a nidificare nel nostro Paese. Da allora, in pochi anni, le coppie nidificanti sono cresciute fino ad  arrivare alle attuali 300 coppie.
Prevalentemente migratrice, i quartieri di svernamento sono posti oltre il Sahara, nel Vecchio Continente la Cicogna bianca è presente soprattutto nei Paesi  orientali e nella regione iberica, mentre ulteriori aree di nidificazione vanno dal Nord Africa al Medio Oriente, fino all’Asia centrale e orientale. Inconfondibile per il suo piumaggio candido e per le notevoli dimensioni, anche 115 centimetri di lunghezza per  un’apertura alare superiore ai 160 centimetri, la cicogna bianca, in piedi, può essere alta oltre 1 metro. Particolarmente lunghe le piume del collo e del petto, e importante è anche il becco, che può misurare anche 20 centimetri e risulta particolarmente adatto alla cattura di vari tipi di prede: insetti, piccoli mammiferi o uccelli, rettili e anfibi. La cicogna ha sempre evocato, fin dall’antichità, forti significati simbolici. Uno di questi è l’amore coniugale, oppure quello della pietà (in latino pietas) verso i genitori nel momento in cui essi diventano anziani e non più in grado di procurarsi il cibo. Questa sensibilità suscitò rispetto verso questi animali da parte degli Egizi, mentre nell’antica Roma le monete consolari riportarono rappresentata una cicogna insieme al busto  allegorico della pietas. Questo simbolo della cicogna resistette a lungo attraverso Medioevo e Rinascimento. In altri Paesi, come Cina e Giappone, la cicogna ha ispirato il simbolo della longevità. Le cicogne sono inoltre apprezzate fin dall’antichità perchè danno la  caccia ai serpenti. I Tessali, popolo dell’antica Grecia, punivano per questo motivo con la morte chi uccideva le cicogne.
Per conoscere il programma delle visite cliccare qui.


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Le farfalle minacciate dai cambiamenti climatici e dall'abbandono delle campagne. Il 13% è a rischio

29/05/2017

L’Italia è terra d’insetti e di farfalle. Gli insetti rappresentano l’80% delle specie viventi sulla Terra, secondi per numero solo ai batteri. E nonostante garantiscano la sopravvivenza delle comunità vegetali di ogni ecosistema grazie all’impollinazione, si tratta della classe animale che ha visto estinguersi il maggior numero delle proprie specie a causa dell’uomo. Generalmente poco amati, c’è un’eccezione: le farfalle. Sebbene questi splendidi insetti, trovino  in Italia un ambiente favorevole sia per la posizione geografica che per la diversità di ambienti, montagna, pianura, d’acqua dolce e costieri e il Belpaese ospiti la più alta ricchezza di farfalle in Europa, il 13% delle farfalle diurne è classificato come a rischio estinzione, su un totale di 288 specie autoctone inserite nella Lista Rossa Iucn. Un nefasto gradino più alto del podio dell’estinzione lo occupa l’Euphidra maturna, presente ormai con una sola popolazione in provincia di Cuneo; poi otto specie, tra le quali la Papilio Alexanor, vivono escluviamente in manciate di ettari in Piemonte, Valle d’Aosta, in Sardegna centrale e sulle Isole pontine. E non manca chi, come la Melitaea britomartis, durante lo svernamento soffre l’innalzamento delle temperature invernali e a causa dell’assottigliamento dei manti nevosi sull’arco alpino.
”Contrariamente a quanto si immagini – spiega Francesco Barbieri, entomologo per il Parco natura Viva – le farfalle italiane sono legate agli ambienti aperti dei pascoli e delle praterie, dove svolgono il ruolo cruciale dell’impollinazione. Questi ecosistemi tuttavia stanno subendo un progressivo abbandono da parte dell’uomo, provocando la riforestazione naturale dell’ambiente e la chiusura dello spazio  vitale per questi animali”.
“La loro distribuzione limitata poi – aggiunge l’esperto – non ne aiuta nè il monitoraggio nÈ la conservazione. E non va meglio in Europa, dove la percentuale del rischio estinzione sale al 19%”. Oltre alla riconversione del territorio, un ulteriore fattore di minaccia è da imputare al cambiamento climatico, soprattutto per le specie d’alta quota.


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