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Espulse dalla Turhia 40 mucche di razza olandese per la crisi diplomatica tra i due Paesi

29/03/2017

Nello scontro tra Turchia e Olanda, a farne le spese sono 40 mucche di razza Holstein: l’Unione dei produttori di carni rosse della Turchia ha deciso di rispedire al mittente i bovini, tipicamente olandesi, in segno di dissenso nei confronti di Amsterdam dopo l’escalation di tensione degli ultimi giorni.
Bulent Tunc, presidente dell’Unione dei produttori, con sede a Canakkale, sulla costa egea del Paese, ha dichiarato al quotidiano Hurriyet che si tratta di una “forma di protesta simbolica”, dettata però da “enorme disappunto” per l’opposizione di Amsterdam ai comizi di ministri turchi nel Paese. “Se non le riprenderanno, le macelleremo e distruibuiremo la carne gratuitamente”, ha poi aggiunto.
“Le mucche Holstein olandesi sono diventate molto comuni nel nostro Paese ma questa razza sta cominciando a causare gravi problemi”, ha sottolineato, sostenendo che la Turchia dovrebbe concentrarsi sull’allevamento di bestiamo proprio. “Abbiamo le nostre razze di qualità”. Le polemiche sono scoppiate in seguito al divieto di atterraggio che le autorità olandesi hanno emesso lo scorso 10 marzo nei confronti di un aereo che avrebbe dovuto portare il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, a Rotterdam per un comizio.


Categorie: News dal Mondo

Emergenza bocconi avvelenati a Parma, telecamere nelle aeree cani per scoraggiare i killer

29/03/2017

Stanco di assistere alla morte di animali innocenti per mano di qualche mascalzone che, forte dell’anominato, sparge bocconi avvelenati nei parchi cittadini, un giovane di Parma, Michele Delmonte, ha deciso di chiedere al Sindaco della sua città di fare qualcosa per smarcherare queste persone abiette.
Considerando la gravissima situazione relativa alla diffusione estremamente allarmante dei bocconi avvelenati nella gran parte delle aree verdi della città di Parma, molto spesso in prossimità anche di scuole e asili, chiediamo che vengano al più presto installate telecamere di sorveglianza nei parchi e nelle aree cani. Ricordiamo che gli animali (non solo cani ma anche gatti uccelli ecc) che ingeriscono le esche avvelenate subiscono una morte atroce o nel migliore dei casi danni fisiologici permanenti. Ci sono già state numerose vittime quindi la situazione è di estrema, grave urgenza, capace di mettere a rischio anche l’incolumità dei bambini. Consideriamo quindi come unico possibile deterrente l’installazione di telecamere a sorveglianza continua.
Per sostenere la richiesta di Michele è possibile firmare qui.


Categorie: News dal Mondo

Se incontriamo un cinghiale, 'usare la strategia del torero'. I consigli dei Carabinieri Forestali per incontri imprevisti

29/03/2017

Dal “rispetto della distanza senza mai voltare le spalle” alla “strategia del torero”, ma “la prima regola è quella di non avvicinarsi e di non bloccare mai una possibile via di fuga per l’animale”: sono alcuni consigli dei Carabinieri Forestali in caso di incontri imprevisti con i cinghiali dopo le numerose scorribande degli ungulati nelle nostre città che hanno fatto scattare un vero e proprio allarme tra i cittadini. Ritrovarsi faccia a faccia con un cinghiale non è quindi così improbabile: il cinghiale è un animale selvatico con un altissimo tasso di riproduzione, non ha più un vero predatore in natura (sarebbe il lupo, ma ne son rimasti davvero pochi) ed è praticamente onnivoro cibandosi di ghiande e castagne così come di carcasse di animali e scarti ed è per questo che vengono in città attratti dall’abbondanza di cibo.
“Il cinghiale – spiega il colonnello Carlo Costantini, Comandante Gruppo Carabinieri Forestale di Roma – non è un animale aggressivo né pericoloso. Tende sempre a fuggire l’uomo e diventa pericoloso solo se ferito o impossibilitato alla fuga.
E’ fondamentale, così, non frapporsi mai fra lui ed una possibile via di fuga”. “E’ importante non avvicinarsi mai – ribadisce Costantini – In caso di avvistamento è opportuno segnalarlo subito anche al nostro servizio di pronto intervento 1515”.
Solo in caso di emergenza e come piano estremo “nel raro caso in cui il cinghiale tendesse a ‘caricare’ – specifica Costantini – si può adottare la strategia del ‘torero’, scansandosi repentinamente all’ultimo momento, senza mai mostrargli le spalle, ripeto solo come extrema ratio”.
Infine attenzione se si è in compagnia di un cane: i cinghiali lo riconoscono come un predatore minaccioso, perché lo associano al lupo o ai cani dei cacciatori, e come ben sanno proprio i cacciatori di cinghiali, in un ipotetico scontro ad avere la peggio sarebbe proprio il cane.
Le regole generali in caso di incontro con specie selvatiche quindi prevedono di mantenere la distanza di sicurezza, non procedere verso di loro e non frapporsi tra gli animali e la loro via di fuga; osservare la distanza soprattutto se sono con i piccoli (tutte le mamme sono imprevedibili se temono per l’incolumità dei propri cuccioli); non avvicinarsi ai piccoli, la mamma potrebbe trovarsi nei paraggi, non dare cibo, né lasciare residui per evitare di attrarre specie che “per natura sono e devono rimanere cacciatrici”. Fonte: ansa)


Categorie: News dal Mondo

La forfora nel gatto. Piccolo vademecum per fronteggiare il problema

28/03/2017

Gli umani afflitti dalla forfora fanno il possibile per sconfigerla ma questa fastidiosa patologia può affligere anche i gatti e allora dobbiamo sapere cosa fare per reastituire loro un mantello lucido e senza forfora.
Nel caso di un gatto, la forfora si forma per un danneggiamento della pelle che cadendo si deposita sul pelo in piccole scaglie bianche. Queste scaglie bianche escono, soprattutto, quando si accarezziamo o gratiamo il gatto o quando lo fa da solo. La forfora può essere causata da vari motivi come scabbia, pulci, cattive condizioni di vita del gatto o perché ha la pelle secca. Su come.it un sintetico e pratico vademecum su come affrontare il problema forfora senza però sostituirsi al veterinario.
– Prima di tutto cerchiamo di capire qual è la causa della forfora. Non è lo stesso trattare la forfora per pelle morta da quella per scabbia o rogna.
– Non utilizzare shampoo antiforfora per le persone perché non serve a nulla per i gatti, inoltre non lavare mai il gatto con shampoo o doccia schiuma per umani, il PH della pelle è diverso dal loro, quindi si potrebbe danneggiare l’equilibrio della sua pelle. Comprare un prodotto specifico che combatta la forfora negli animali domestici.
– Evitare di lavare il gatto e utilizzare shampoo o gel per gatti poiché seccheranno ancora di più la pelle, causando ulteriore pelle morta. I gatti si lavano da soli quando ne hanno bisogno. Un gatto siberiano o a pelo lungo, basta spazzolarlo per eliminare la pelle morta.
– Aggiungere tonno nella dieta del gatto, in quanto fornisce benefici che aiuteranno a trattare la forfora. Bene aggiungere anche un cucchiaio di dolce al suo mangime per aiutarlo ad avere più grasso sulla pelle.
Altri prodotti naturali da aggiungere alla dieta del micio sono olio di semi, di arachide o di lino nel cibo abituale, utilissimi per migliorare la salute della sua pelle e curare la forfora. — Una ciotola d’acqua pulita e fresca da bere sempre a disposizione aiuterà a mantenere la sua pelle idratata.
– Si può provare ad accellerare la caduta della pelle morta così da arrestare il problema con un bagnetto, mettendo nell’acqua solo farina di avena, un rimedio naturale ottimo per la forfora del gatto, essendo un idratante naturale per la sua pelle.
Ricordiamoci che non c’è miglior rimedio della prevenzione. Per cui, facciamo in modo che il gatto abbia una dieta sana, una vita sana e attenzioni nella cura del manto. Non eccedere nel cibo evitando che sia spesso un mangime grasso.
Se la forfora del gatto non migliora o addirittura peggiora, rivolgiamoci al veterinario per far valutare lo stato di salute generale del piccolo felino per assicurarci che la forfora non sia associata a un’altra causa. Se non è associata a nulla, basterà uno shampoo speciale e altri consigli veterinario per eliminarla.


Categorie: Curiosità

Conserva in casa trofei di caccia illegali: denunciato 80enne di Reggio Emilia

28/03/2017

E’ finita con una denuncia la macabra passione di un anziano di Reggio Emilia per i trofei di caccia illegali.
L’uomo conservava in casa trofei di caccia e parti di animali: i carabinieri forestali di Reggio Emilia hanno sequestrato nell’abitazione di un commerciante reggiano di 80 anni sei zanne di elefante africano, una testa di leone imbalsamata e un esemplare di leopardo. L’uomo è stato denunciato alla Procura per detenzione illegale di specie di animali protetti. I trofei di caccia, tutti sprovvisti della documentazione necessaria ad attestarne la regolare provenienza, sono risultati anche tutelati dalla Convenzione di Washington, che regola il commercio internazionale di specie animali e vegetali a rischio estinzione.


Categorie: News dal Mondo

Giù le mani dal canile di Palermo. Straordinaria vittoria delle associazioni animaliste: bloccato il trasferimento dei cani

28/03/2017

Nella serata di ieri è finalmente arrivato l’atteso stop al contestatissimo trasferimento dei cani ospitati nel canile di Palermo. A darne tempestivamente la notizia l’Enpa. “Grandissimo successo delle associazioni animaliste. Contro la deportazione volontari e attivisti, non solo palermitani, hanno da giorni attuato una mobilitazione che è culminata con un presidio davanti alla struttura. Il Comune ha anche accettato la proposta delle associazioni che chiedevano un tavolo di confronto sulle attività di prevenzione e contrasto al randagismo e non piccole “mancette“. L’auspicio è che si possa finalmente aprire un dialogo costruttivo tra istituzioni e associazioni, nell’esclusivo interesse degli animali. Subissato dalla critiche, anche sulla sua pagina Facebook, il sindaco Leoluca Orlando ha chiesto al prefetto di Palermo, Antonella Di Miro, di “convocare un tavolo con la Regione e il Comune al fine di permettere i necessari chiarimenti sulle operazioni di svuotamento del canile municipale”, paventando il rischio di “gesti inconsulti”.
L’auspicio è invece che si possa finalmente aprire un dialogo costruttivo tra istituzioni e associazioni, nell’esclusivo interesse degli animali”. 


Categorie: News dal Mondo

"Prezzi più accessibili per i farmaci veterinari" La LNDC torna a spronare il Parlamento per una normativa equa che non penalizzi gli animali

28/03/2017

La LNDC prosegue la sua battaglia perché i veterinari possano prescrivere farmaci a costo contenuto anche per gli animali e mettere fine a una ingiusta discriminazione. Nel frattempo l’associazione sta studiando possibili azioni legali per i prezzi esageratamente più cari.
I farmaci veterinari infatti costano in media 4-5 volte più di quelli per l’uomo, nonostante il principio attivo sia identico, e attualmente i proprietari di animali non hanno modo di risparmiare denaro perché i veterinari sono obbligati a prescrivere il farmaco a uso veterinario anche se quelli a uso umano sono molto più economici. Inoltre, c’è il sospetto di un “cartello” data l’eccessiva similitudine tra i prezzi dei farmaci veterinari di prima registrazione e quelli generici.
Di questo ha parlato la delegazione di Lega Nazionale per la Difesa del Cane nell’ultima audizione in Commissione Igiene e Sanità al Senato, dove sono in discussione i DdL nn. 499 e 540 relativi alla riforma del Decreto Legislativo 193/2006 che regola l’utilizzo e la prescrizione dei farmaci veterinari. La presidente Piera Rosati, il vicepresidente Luca Lombardini (veterinario) e l’avv. Alessandro Dondero hanno ampiamente argomentato come la questione sia, prima ancora che legislativa, “un problema di mercato e del suo scorretto funzionamento”.
Ad esempio, il principio attivo Prednisolone nell’ottobre del 2016 – periodo in cui è stata effettuata una specifica ricerca di LNDC –  esisteva (esiste) per uso veterinario esclusivamente nella composizione quantitativa da 5 mg con l’effetto di obbligare all’assunzione contemporanea, per i cani di più grandi dimensioni, di numerose compresse (anche 8/10).  Per contro, esiste, nella versione “umana”, nel dosaggio 25 mg. Ovviamente, l’utilizzo del farmaco umano consentirebbe l’assunzione di un minore numero di compresse con un significativo risparmio economico per i proprietari degli animali bisognosi di cure.
I disegni di legge in discussione cercano in qualche modo di ampliare l’uso dei farmaci umani ma di fatto lasciano spazio ad ampia interpretazione, potrebbero rendere quindi la questione ancora più controversa. È fondamentale quindi che venga concessa ai medici veterinari la possibilità di prescrivere farmaci umani generici tutte le volte che ce ne sia bisogno, al fine di tutelare la salute dei nostri familiari a quattro zampe a prezzi contenuti, tanto più in questo difficile momento di crisi economica, insiste LNDC.
Per questi motivi LNDC continua la propria battaglia e invita tutti a firmare la petizione per un’equa politica dei prezzi dei farmaci veterinari, a tutela del diritto costituzionale di cura per tutti gli esseri senzienti.


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Enpa: no alla mercificazione dei randagi, no alla “mancia” di 480 euro per l’aozione. Si sospenda la procedura e si apra un confronto con le associazioni

28/03/2017

L’Enpa, con la sua presidente nazionale Carla Rocchi, ribadisce ancora una volta la propria contrarieta? alla concessione, da parte del Comune, di un bonus di 480 euro per ogni cane adottato dal canile. «Cosi? come e? stata organizzata – dichiara la presidente di Enpa – questa iniziativa rischia di alimentare un vero business sulla pelle dei cani. Sembra infatti che non siano previsti controlli ne? pre ne? post affido sugli adottanti e che lo stesso controllo veterinario previsto sei mesi dopo l’avvenuta adozione possa essere in qualche modo bypassato dai malintenzionati. Questo progetto presenta lacune molto gravi che potrebbero avere gravi conseguenze per la salute, per il benessere e forse persino per l’incolumita? degli animali».
Insomma, la situazione e? molto seria. Proprio per questo, la senatrice PD Silvana Amati, che Enpa ringrazia, ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute e al Ministro della Giustizia sottolineando come la strategia seguita dal Comune di Palermo non affronti e non risolva le vere causa alla base del randagismo.
L’Ente Nazionale Protezione Animali, con la propria Sezione di Palermo, chiede di sospendere la procedura e di aprire un confronto con le associazioni.


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Salvati 11 capretti di pochi giorni detenuti irregolarmente e pronti alla macellazione. Intervento di Enpa e Carabinieri

27/03/2017

Durante lo svolgimento di una serie di servizi volti alla ricerca di allevamenti abusivi, le guardie dell’Enpa di Salerno ed i Carabinieri di Torchiara guidati dal Comandante di Stazione Giuseppe Gambina e diretti dal Capitano Francesco Manna hanno provveduto a salvare alcuni animali pronti ad essere venduti per la macellazione e commercializzazione della carne in occasione dell’imminente periodo Pasquale.
Tali esemplari di tenera età (meno di trenta giorni) erano barbaramente detenuti all’interno di gabbie anguste di ristrette dimensioni, tali da non consentire agli stessi la libertà di movimento, inoltre vi erano casi di sovraffollamento, e le gabbie risultavano conformi alla detenzione di specie più piccole quali conigli o polli. Tali tecniche vengono ancora oggi crudelmente usate in quanto l’animale non avendo molta libertà di movimento tende ad accumulare peso più facilmente. Ne risulta quindi un mero scopo economico, un sistema in cui la Vita degli animali conta solo come fonte di reddito.
Gli accertamenti condotti anche dal servizio veterinario competente chiamato successivamente, oltre al veterinario dell’ENPA presente sul posto, ha consentito di accertare numerose anomalie amministrative otre a quelle di natura penale e pertanto il responsabile è stato immediatamente deferito all’autorità giudiziaria competente che ne ha disposto l’immediato sequestro degli esemplari oggetto di maltrattamento per i quali l’ENPA si adopererà per la loro futura sopravvivenza.
“Ringraziamo i Carabinieri di Torchiara ed il personale ASL per la loro competenza e professionalità – commenta la Protezione Animali di Salerno – e con l’occasione ricordiamo a tutti i cittadini che gli agnelli sono soltanto bambini di un’altra specie, e come tali, vorrebbero stare con le loro madri e crescere liberi, non finire nei nostri piatti. I servizi di questo tipo proseguiranno fino alle festività su tutta la provincia”.


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Violenza in famiglia coinvolti i cani.Gettati dalla finestra solo uno sopravvive

27/03/2017

Storie di animali maltrattatie uccisi Torino dove sabato sera un mix chihuahua è stato lanciato dal terrazzo di una palazzina, pare al culmine di una lite tra un uomo e la moglie proprietaria del cane.
Forse l’unica colpa del povero animale, come pubblicato da torinoggi è stata quella di essersi messo ad abbaiare, probabilmente spaventato dalle urla dei due coniugi, coinvolti nella discussione. Una scatto d’ira, un momento di lucida follia e il cane è stato gettato nel vuoto. Il povero animale è stato prontamente soccorso da un veterinario, che però non ha potuto che constatarne il decesso. E ora sull’episodio indagano i carabinieri Un’altra brutta storia è successa sempre a Torino, ma almeno qui il finale non è stato tragico. Secondo quanto riferito dalla Lida, un pitbull sarebbe rimasto ferito dopo esser stato lanciato da un alloggio al quarto piano: sul caso la polizia sta lavorando per cercare di ricostruire la vicenda. Il cane, ricoverato alla clinica universitaria veterinaria, ha un polmone bucato ma è vivo, nonostante il volo dall’altezza del quarto piano.


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Dalla UE non solo euro e austerity. Enpa: bene contributo tutela animali e ambiente, ma ancora molto da fare nel segno diritti

27/03/2017

Sono state giornate in cui si è molto parlato di Europa e per la salvaguardia degli animali è emersa la necessità di una maggiore integrazione tra i Paesi membri e una migliore applicazione delle normative comuni, non certo “meno Europa”. E’ ciò di cui oggi, a sessant’anni dalla firma dei Trattati di Roma, continuano ad avere bisogno gli animali e la natura del nostro Continente. Sessant’anni nei quali abbiamo compiuto un lungo cammino, non sempre lineare ma comunque scandito da direttive e regolamenti fondamentali che, nati sull’onda di una grande mobilitazione popolare, hanno a loro volta contribuito a cambiare non solo la nostra consapevolezza circa le tematiche ambientali, ma il diritto stesso degli Stati. Le colonne di questo percorso sono state le due “direttive madri”, quella sulla conservazione degli Uccelli selvatici (la 409/1979, novellata nel 2009) e la numero 43/1992, nota come direttiva Habitat.
La prima, la celebre “direttiva Uccelli”, ha posto come misura inderogabile l’obbligo di mantenere in uno stato soddisfacente di conservazione le popolazioni di avifauna, ha vietato – tra l’altro – la cattura massiva (l’uccellagione), ha posto un freno al bracconaggio, ha escluso tutta una serie di specie dall’attività venatoria. Soprattutto ,ha vietato gli spari nelle fasi biologiche fondamentali della migrazione prenuziale, della nidificazione, della dipendenza dei piccoli dai genitori. Ma una tappa essenziale per il mantenimento della biodiversità è anche stata quella segnata dalla direttiva relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, con il regime di tutela che essa assegna a ecosistemi e territori fondamentali per la sopravvivenza di tanti esseri viventi.
Su questi due pilastri si è poi sviluppato un ampio corpo di norme ”protezioniste” che ha toccato il suo momento più alto con il riconoscimento agli animali dello status di esseri senzienti avvenuto con il Trattato di Lisbona del 2007 e che per certi versi ha fatto dell’Europa una comunità all’avanguardia nella loro tutela. Dal bando alla sperimentazione animale per fini cosmetici al divieto di commercio e di importazione delle pellicce di cane e gatto, dai tentativi di garantire condizioni minime di benessere agli animali negli allevamenti fino ad arrivare alle norme sui trasporti a lunga distanza, la normativa europea ha fatto passi avanti, spesso importanti, in diversi ambiti.
Tuttavia per rendere l’Unione Europa realmente animal friendly molto resta ancora da fare, a partire dallo stop ai finanziamenti alla corrida o dalla creazione di un’anagrafe europea degli animali d’affezione. Così come è necessario puntare sull’incentivazione della ricerca scientifica senza animali e sull’estensione ,a tutti i Paesi membri, del divieto di uccidere i randagi.
In questo contesto, per l’Italia, che pure può vantare eccellenze normative, come nel caso del particolare regime di protezione accordato agli animali d’affezione, l’Europa ha rappresentato uno stimolo al progresso. E se oggi siamo tutti più sensibili e attenti alla tutela dell’ambiente e degli animali, il merito – in fondo – è anche di Bruxelles. Per questo, è inconcepibile che una ricorrenza di così alto valore sia celebrata con lo smantellamento della legge sui parchi naturali, facendoci tornare indietro di sessant’anni, a quel periodo in cui la natura era considerata solo merce da sfruttare e non un patrimonio condiviso che ogni Stato deve proteggere.  (Uff.Stampa Enpa)


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Chiude l’ultimo cinodromo di Londra, buona notizia per i levrieri sfruttati e uccisi da questo "sport"

27/03/2017

Con la chiusura dell’ultimo cinodromo per le corse dei levrieri a Londra, l’unico rimasto dei 20 cinodromi londinesi esistenti fino a qualche annofa, si mette fine ad una barbara tradizione, quella delle corse, che va avanti da decenni. Spacciato come come un momento di mondanità tra gentiluomini inglesi amanti delle scommesse nasconde un grosso giro d’affari neppure troppo puliti che non si fermano davanti alle sofferenze dei cani pur di tutelare il guadagno di chi gestisce le corse.
L’industria dei levrieri comporta ogni anno l’uccisione di migliaia di cani fatti nascere appositamente per essere poi uccisi in giovane età, quando non dimostrano di possedere le caratteristiche necessarie per essere impiegati nelle corse.
E miglior sorte non tocca ai “fortunati” che risultano “adeguati” per la corsa. Vengono spesso drogati, per poi essere uccisi al primo incidente o quando non sono più in grado di far guadagnare i loro proprietari. Ogni anno sono decine di migliaia di cuccoli e cani adulti (intorno ai 2 anni) che subiscono questa sorte.
Il cinodromo non è stato chiuso solo per le proteste degli animalisti e il costante calo degli spettatori ma anche per il boom delle scommesse on line.Ci sono alcune associazioni che si prodigano per salvare questi cani, dolcissimi e affettuosi, che vengono riscattati con estrema fatica da canili o da altre situazioni drammatiche.
Di estrema importanza è il lavoro degli attivisti, le indagini sotto copertura, i presidi informativi portati avanti per anni, ogni settimana, davanti a questi stadi, e le proteste in occasione delle convention delle associazioni “del settore”.Tutto questo lavoro sta dando i suoi frutti e sempre piu’ persone rifiutano questa forma barbara di divertimento.


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