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Una raccolta firme su Change.org per modificare l’attuale legge con pene più appropriate contro chi commette violenza sugli animali

09/11/2016

La rete è invasa da video e foto di persone che fanno del male agli animali. Ma in Italia chi commette violenza sugli animali rischia pene minime. Giovanna Nina Palmieri, giornalista de Le Iene, ha lanciato un appello per modificare l’attuale legge con pene più appropriate:
Presidente del Consiglio @MatteoRenzi: Fermiamo la violenza sugli animali,#controlaviolenzasuglianimali
Modifica del titolo IX bis del codice penale, non più rubricato come “Dei delitti contro il sentimento per gli animali” ma come “Dei delitti contro gli animali” – Introduzione di modifiche volte a dare maggiore efficacia concreta alle norme al fine di prevenire e reprimere episodi di crudeltà contro gli animali – Previsione di norme che puniscano la pubblicazione in rete di immagini ritraenti scene di violenza o maltrattamento contro gli animali – Richiesta di introduzione nel pacchetto sicurezza 2016.
I recenti fatti di cronaca che, attraverso dei video pubblicati in internet, hanno mostrato le sevizie e l’uccisione del cane Angelo e della cagnolina Pilù, hanno scatenato una reazione collettiva di rabbia che in molti casi è degenerata in violenze verbali e minacce gravi rivolte nei confronti degli aguzzini ed estesa anche a chi non ha avuto nessun legame con quei reati.
Nonostante gli apprezzabili sforzi del legislatore che nel 2004 ha finalmente introdotto nel codice penale un titolo autonomo “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”, e nel 2010 ne ha alzato le pene fino a due anni di reclusione, tali fatti di cronaca sembrano mostrare l’inadeguatezza anche dell’attuale assetto normativo.
Crediamo, infatti, che le espressioni di rabbia intensa e a tratti furiosa che tali fatti hanno generato possano costituire un messaggio per il Parlamento e il Governo italiano.
Non possiamo condividere, ma non possiamo non comprendere, che il diffuso impulso verso forme di “giustizia fai da te” sia sintomo di un altrettanto diffuso senso di ingiustizia e di un diritto che non rispecchia l’intenso sentimento di amore e di rispetto che gli italiani nutrono verso gli animali.
Che la legge sia ancora lontana dalla coscienza sociale è dimostrato dal fatto che nel diritto italiano gli animali sono ancora relegati nel rango delle cose.
Anche l’attuale titolo del codice penale nel quale sono inseriti i reati di crudeltà verso gli animali la dice lunga: la legge tutela il sentimento per gli animali e non la loro vita!
E invece vorremmo vedere scritto in una legge che gli animali sono «autonomi esseri viventi, dotati di sensibilità psicofisica, e capaci di reagire agli stimoli del dolore», e non che sia tutelato il nostro sentimento nei loro confronti.
Ci chiediamo soprattutto se la pena prevista nel massimo per l’uccisione di animali in 24 mesi possa costituire uno strumento efficace per prevenire e reprimere episodi di crudeltà contro gli animali.
E inoltre, se per le persone che compiono tali crudeltà e che molti studi reputano anche socialmente pericolose non possano essere previste nuove modalità di esecuzione della pena che abbiano finalità rieducative e risocializzanti.
Ci chiediamo infine se, visti gli attuali impulsi voyeristici di parte della popolazione di riprendere e pubblicare in rete qualsiasi momento della vita, non sia il caso di sanzionare in modo autonomo la videoregistrazione e la pubblicazione di qualsiasi comportamento di violenza o maltrattamento contro gli animali (salvo che a limitati fini di informazione scientifica e di denuncia sociale), assegnando al Giudice strumenti idonei ad oscurare i video in rete in tempi brevi.
Considerato quanto è accaduto e sta accadendo, e vista la necessità ed urgenza di intervenire, chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Parlamento che tali modifiche vengano inserite nel pacchetto di sicurezza in corso di approvazione, unitamente ad altre misure che rendano finalmente efficace e concreta la tutela della vita degli animali.
Per firmare la petizione cliccare su change.org


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E’ morto Umberto Veronesi, oncologo di livello mondiale e scienziato rispettoso della vita di tutti gli esseri viventi

09/11/2016

Umberto Veronesi, medico e ricercatore di livello mondiale, si è spento ieri nella sua casa di Milano. Le sue condizioni di salute erano ormai gravi e ha affrontato, a 91 anni, la morte circondato dall’affetto della sua famiglia.
Lo studioso aveva dedicato la vita allo studio e alla cura dei tumori, in particolare del carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna con innovative alle terapie conservative per i tumori del seno. E’ stato Ministro della Sanità e Senatore del Parlamento Italiano. Ha dato vita alla Fondazione Veronesi, di cui era Presidente. Direttore Scientifico Emerito dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano ha creduto fermamente che la scienza potesse migliorare il mondo in cui viviamo.
Per Veronesi, gli animali, meritano di essere trattati  con pari dignità e gli stessi diritti che spettano a tutti gli esseri viventi. Non si riteneva un “animalista” ma semplicemente uno come tanti che amava gli animali. Rispettava i diritti degli animali di cui non mangiava la carne ritenendola anche pericolosa per la nostra salute. Vegetariano da sempre per ragioni filosofiche, aveva il massimo rispetto della vita di chiunque, specie di chi non può far valere le proprie ragioni. Riconosceva al movimento animalista molti meriti tra cui quello di aver imposto precisi limiti alla sperimentazione animale, di aver promosso lo sviluppo di metodi di studio (su modelli matematici, su colture cellulari e altri ancora) che oggi sono un punto fermo a livello internazionale.
Nel 2010, insieme con l’allora ministro Michela Vittoria Brambilla, ha dato vita al movimento “la coscienza degli animali” assicurando il suo autorevole contributo di scienziato e di intellettuale alle “giornate nazionali” di riflessione organizzate dal movimento. “Noi pensiamo – disse a Milano in occasione della prima giornata – che nella scala evolutiva c’è una progressiva evoluzione del dolore, una progressiva evoluzione della sofferenza e gli animali evolvendo nelle varie condizioni arrivano a un tipo di situazione neuropsichica molto vicina a quella dell’uomo. Certo, gli animali non possono parlare, ma c’è un linguaggio, un linguaggio non verbale, con cui riusciamo a capire la loro gioia, il loro dolore, la loro sofferenza, la loro gelosia, il loro senso di abbandono, il loro bisogno di affetto. Quindi, possiamo dire che gli animali ormai, o una parte degli animali, sono molto vicini a noi come sensibilità e quindi è giusto che noi trasferiamo a loro gli stessi diritto dell’uomo”.


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Avere un gatto in famiglia è un toccasana per i bambini ad alto rischio asma, bronchiolite e polmonite

09/11/2016

Non sempre le convinzioni popolari sono vere. Se avete un bimbo neonato o poco più che mostra una certa predisposizione all’asma non allontanate il gatto di casa, non è lui il colpevole anzi, potrebbe essere un valido aiuto per il tuo piccolo. Una ricerca apparsa sul Journal of Allergy and Clinical Immunology rivela che avere un gatto in casa sin dalla nascita li protegge dalla malattia, come pure li difende da altre pericolose patologie cui sono piu’ vulnerabili come la bronchiolite e la polmonite. Lo studio e’ stato condotto presso l’Universita’ di Copenaghen da JakobStokholm e coordinato da HansBisgaard. L’idea consolidata e’ che tra le cause dell’asma vi sia la sensibilizzazione allergica al pelo di alcuni animali tra cui il gatto. Gli esperti hanno tenuto sotto osservazione dalla nascita fino a 12 anni di eta’ 377 bambini di cui una parte ad alto rischio di asma perche’ portatori sul proprio Dna della alterazione genetica che piu’ di tutte si collega alla malattia. Tutte le diagnosi di asma intercorse fino al 12/imo compleanno sono state registrate. Gli esperti hanno visto che convivere sin dalla nascita con un gatto aiuta a prevenire la malattia in questi bimbi a alto rischio e che maggiore e’ la quantita’ di allergene del gatto (quindi il pelo e altri residui dell’animale) in prossimita’ del lettino nel primo anno di vita, minore il rischio di ammalarsi. Anche la presenza di un cane in casa e’ risultata in grado di sortire un’azione protettiva ma meno evidente, ovvero non si riscontra una relazione con la quantita’ di allergene presente al letto del bambino. La presenza del gatto e’ risultata protettiva anche rispetto a polmonite e bronchiolite che sono due malattie cui sono suscettibili i bambini a rischio di asma. parte 


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Scappati dalla Siria, dopo un anno riabbracciano Fox, la loro cagnetta rimasta in patria (video)

09/11/2016

La guerra senza fine, le bombe che avevano cancellato la loro città, Aleppo, hanno costretto una famiglia siriana a fuggire quando anche la loro casa  era stata distrutta da un missile. La fuga precipitosa aveva messo questa famiglia così duramente colpita davanti a scelte dolorose. Affrontare il lungo e pericoloso viaggio verso la libertà non era possibile per il papà disabile, la nonna troppo anziana e il loro cagnetta. La presenza della piccola meticcia Fox in quelle circostanzeavrebbe ulteriormente complicato il viaggio, senza contare il rischio di perderla nei trasbordi. L’avevano salutata insieme al resto della famiglia con il cuore a pezzi convinti di non rivederla mai più ma, a un anno dalla fuga, è successa una cosa meravigliosa e hanno potuto riabbracciare il loro quattrozampe.
A rendere possibile questo happy end uno dei ragazzi della famiglia che, una volta ottenuto lo stato di rifugiati in Canada, ha inviato via email alla SPCA international questo messaggio:  “Sono fuggito dalla Siria con mia madre e mio fratello, ma abbiamo lasciato papà e nonna ad Aleppo. Con loro c’è Fox, la nostra cagnetta amatissima. Mia madre piange sempre. Per favore aiutateci a portare qui almeno la nostra Fox.” L’associazione ha organizzato il lungo e complicato viaggio attraverso gran parte del Medio Oriente e dell’Europa, alla fine Fox  è approdato oltreoceano, in Canada, dove ha ritrovato i suoi umani increduli.
Un video toccante mostra il commovente incontro tra la famiglia e Fox all’aeroporto di Montreal.


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Affido condiviso per Spot, cane di una coppia di ex conviventi. Lo decide il giudice in attesa di una legge

09/11/2016

Una sentenza innovativa è stata pronunciata da un giudice monocratico a Roma. Due ex conviventi hanno portato in tribunale la questione dell’affidamento del loro cagnolino Spot, un meticcio di nove anni conteso dai due ex conviventi arrivati alle vie legali.  Spot aveva vissuto con tutti e due durante la loro convivenza durata tre anni, all’anagrafe canina era stato registrato a nome di lei.
Per decisione del giudice monocratico della capitale adesso il cane vivrà sei mesi con l’uno e sei mesi con l’altra «con facoltà per la parte che nei sei mesi non lo avrà con sé, di vederlo e tenerlo due giorni la settimana, anche continuativi, notte compresa». Il giudice ha inoltre stabilito che cibo, cure mediche e «quanto altro eventualmente necessario al benessere» del cagnolino conteso deve essere pagato a metà da ciascuno dei due padroni.  Insomma un affido condiviso, esattamente come avviene nelle coppie con figli minori. Un affido che non lascia scontenti né i due ex conviventi né il cucciolo desideroso di attenzioni ed affetto (?).
Spot vivrà per i primi sei mesi con la donna che per tre anni non l’ha più avuto dopo che il suo ex compagno lo aveva “rapito” durante le vacanze di Natale del 2011. Per aver privato la ex di «un affetto fortemente percepito e privandone lo stesso cane, l’uomo è stato condannato a pagare tutte le spese della causa. Il giudice onorario di Roma ha ritenuto che l’affidamento condiviso «sia applicabile anche se le parti non erano sposate» dal momento che la proposta di legge `giacente´ «estende la competenza del Tribunale a decidere dell’affido dell’animale anche alla cessazione della convivenza more uxorio» e dato che ormai, anche se «con ritardo», si tende sempre più «ad equiparare la famiglia di fatto a quella fondata sul matrimonio». «Ma ciò che più rileva – scrive il verdetto reso noto dal sito di informazione giuridica Cassazione.net e riportato dall’Agenzia Ansa – è che dal punto di vista del cane, che è l’unico che conta ai fini della tutela del suo interesse, non ha assolutamente alcuna importanza che le parti siano state sposate o meno: il suo legame ed il suo affetto per entrambe prescinde assolutamente dal regime giuridico che le legava». 


Categorie: News dal Mondo

Diabete veterinario piu' rischi per barboncini, labrador e animali in età avanzata

08/11/2016

Prevenire il diabete anche nei cani e nei gatti. In occasione delle iniziative per la Giornata mondiale del diabete, che si celebra il 14 novembre, anche i proprietari di questi animali sono invitati a tenere gli occhi bene aperti sul diabete veterinario.
In Italia “si stima che il diabete di cani e gatti colpisca da un animale su 500 fino a uno su 100”, ha spiegato Marco Melosi, presidente Anmvi (Associazione nazionale  medici veterinari italiani). La patologia può riguardare animali di qualsiasi età, indipendentemente dal sesso o dalla razza. Ma alcune corrono più rischi di altre. E la malattia compare con maggiore frequenza in cani e gatti di età media o avanzata.
In particolare, nel cane si è osservata una predisposizione genetica al diabete in alcune razze come barboncini,  yorkshire, golden retriever, labrador e i pastori tedeschi. Da evidenziare inoltre una più alta incidenza nelle femmine non  sterilizzate. Nel gatto, invece, a essere più colpiti sono gli animali in sovrappeso, in età avanzata, quelli sedentari e i maschi non sterilizzati. Quest’anno – ricordano gli esperti – grazie al  patrocinio di Anmvi e Fnovi (Federazione nazionale Ordini veterinari italiani) e al supporto non condizionante di Msd Animal Health, si celebra il ‘Mese del diabete del cane e del gatto’, curata da Mco International Group. Per tutto il mese di novembre sono organizzate dai medici veterinari, in ambulatori e cliniche, numerose iniziative: incontri informativi rivolti ai proprietari di animali sulla patologia, sui sintomi, sulla diagnosi e sulla prevenzione.
Il calendario Ë disponibile sul sito www.giornatadeldiabete.it (nella sessione ‘La mia piazza’). Proprio “una tempestiva diagnosi e una terapia insulinica, accompagnate da stili di vita e alimentari corretti – sottolineano gli specialisti – permettono all’animale diabetico di vivere una vita normale”.


Categorie: Curiosità

Terremoto, cucciolo di border collie salvato a Castelluccio di Norcia, diventerà un cane da soccorso delle unità cinofile

08/11/2016

È un cucciolo di border collie di Castelluccio di Norcia. Un cucciolo che ha conosciuto la paura del terremoto ma da grande diventerà un cane da soccorso per aiutare magari altri terremotati.
I Vigili del Fuoco delle Unità cinofile con le quali anche a Norcia, come ad Amatrice a settembre, Enpa collabora salvando centinaia di animali, hanno deciso (in particolare il Nucleo Cinofilo dei VVF della Toscana) di adottare un cucciolo di Castelluccio di Norcia, paese isolato che abbiamo raggiunto dopo tentativi durati due giorni a causa dell’impraticabilità delle strade. È un cucciolo di proprietà che, salvato, il detentore ha deciso di cedere a Enpa e noi ai Vigili del Fuoco affinché possa diventare un cane da soccorso. I “cinofili” dovranno decidere se chiamarlo come lo ha chiamato il detentore, e cioè “Terremoto”.
È, questa, un’altra storia a lieto fine per gli animali, che arriva dal “cratere” del terremoto del 31 ottobre dopo quella del carabiniere di Perugia che ieri ha portato a casa Luna. Luna è una micia di colore bianco: si trovava in una cantina al buio senza cibo, salvata con altri due mici venerdì sera dai volontari Enpa. Sua sorella è stata trovata con la testa incastrata in un barattolo di pet food nella ricerca di un po’ di cibo. Il proprietario non aveva neppure segnalato la loro presenza ai volontari o ai vigili del fuoco.


Categorie: News dal Mondo

"A spasso con Bob”, la meravigliosa amicizia tra un giovane chitarrista squattrinato e un’incredibile gatto rosso nei cinema dal 9 novembre

08/11/2016

Quando James Bowen trova davanti alla porta del suo alloggio popolare un gatto rosso, rannicchiato in un angolo, indifeso e ferito, non immagina quanto la sua vita stia per cambiare. James, ventisette anni, non ha un lavoro né una famiglia su cui contare. Vive alla giornata per le vie di Londra, e raccoglie qualche spicciolo suonando la chitarra davanti a Covent Garden e nelle stazioni della metropolitana. L’ultima cosa di cui ha bisogno è un animale domestico. Eppure non resiste a quella palla di pelo, che subito battezza Bob. Pian piano James riesce a farlo guarire, e a quel punto lascia il gatto libero di andare per la sua strada, convinto di non rivederlo più. Ma Bob è di tutt’altro avviso: per nulla al mondo intende separarsi dal suo nuovo amico e lo segue ovunque. Instancabile. Finché a James non rimane che arrendersi. E’ l’inizio di una meravigliosa amicizia e di una serie di singolari, divertenti e a volte pericolose avventure che trasformeranno la vita di entrambi. Per sapere come va a finire…andate al cinema.


Categorie: Eventi e Appuntamenti

In Val di Non (Trento) all'opera un avvelenatore seriale di orsi. Accertate tre morti per avvelenamento

08/11/2016

Ora è ufficiale: in bassa valle di Non c’è un killer degli orsi, responsabile probabilmente della morte di almeno tre plantigradi. La prova è arrivata dagli esami di laboratorio effettuati dall’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie sulla carcassa di orso rinvenuta dai forestali lo scorso 12 ottobre nei boschi di Lover. L’animale – sono riusciti a stabilire gli esperti – è morto per avvelenamento e il principio attivo risultato presente nell’organismo è l’Endosulfan, cioè un pesticida il cui uso è vietato in tutta l’Unione Europea dal 2012 a causa della sua pericolosità per la salute pubblico. Non solo, lo stesso prodotto sarebbe stato utilizzato per confezionare i bocconi avvelenati che hanno provocato la morte di altri due plantigradi proprio nella stessa zona: il primo venne ritrovato morto il 28 marzo del 2015, il secondo il 21 marzo di quest’anno. Ormai è certo: in Val di Non (Trento) in azione un avvelenatore seriale di orsi.
Clicca qui per continuare ad approfondire.


Categorie: News dal Mondo

Spara al cane del vicino che addenta le sue galline. Denunciato a Velletri 45enne proprietario del pollaio

08/11/2016

Uccide a colpi di fucile da caccia il cane del vicino che aveva azzannato alcune delle sue galline. E’ accaduto a Velletri. L’uomo, un italiano di 45 anni, quando si è accorto che alcuni cani del vicinato, entrati sul suo terreno stavano rincorrendo e mordendo le galline, ha preso un fucile e ha esploso 5 colpi centrando in pieno e uccidendo uno dei cani. Quando sul posto sono arrivati gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Velletri, il cui intervento era stato richiesto da un testimone che aveva udito gli spari, l’uomo ha cercato di dissuadere i poliziotti ad entrare nella sua proprietà riferendo che probabilmente a sparare erano stati alcuni cacciatori della zona. Gli agenti, non convinti, hanno chiesto di entrare comunque nel terreno per verificare quanto fosse accaduto e a quel punto l’uomo, ormai alle strette, ha confessato l’accaduto consegnando loro un fucile nascosto all’interno della camera da letto e 5 cartucce inesplose. Più tardi, i poliziotti all’interno di un secchio in un piccolo magazzino degli attrezzi agricoli, hanno rinvenuto altre 140 munizioni dello stesso calibro. Dalle successive indagini è risultato che l’arma apparteneva al defunto padre dell’uomo che l’aveva illegalmente detenuta. A terra, fuori dall’abitazione, gli agenti hanno rinvenuto 5 cartucce esplose, alcuni  polli a terra senza vita e, poco distante, il cane morto, un meticcio di colore nero, privo di microchip. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Scientifica per i rilievi nonché il veterinario della Asl. Il 45enne è stato accompagnato negli uffici di Polizia dove è stato denunciato all’autorità giudiziaria per l’uccisione del cane e per detenzione illegale di armi e munizioni. Il fucile e le cartucce sono state sequestrate.


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Varano passeggia tra il curioso stupore della folla in Via Barberini a Roma

07/11/2016

E’ vero che intorno a palazzo Chigi, a Roma, si aggirino parecchi strani personaggi, ma quello che venerdì mattina avanzava un po’ incerto lungo un marciapiede di Via Barberini ha suscitato lo stupore e la curiosità dei passanti. Si trattava di un varano, un rettile che vive abitualmente in ben altri climi, essendo principalmente sviluppato in Australia ed in diversi Paesi asiatici.
Il lucertolone, in questo caso non più lungo di 30 centimetri, ha comunque meravigliato per la sua presenza. Potrebbe essere stato abbandonato da chi lo aveva imprudentemente preso come pet, salvo poi pentirsi e decidere di metterlo in libertà in un habitat con lui incompatibile. Non si esclude che possa essere fuggito da qualche struttura apposita o da qualcuno che lo aveva in casa, come spesso accade per animali esotici di cui ci si intrattiene per il vezzo di possederne uno.Dopo i primi minuti di disorientamento, i cittadini hanno avvertito immediatamente le forze dell’ordine, che sono intervenute catturando l’animale ed affidandolo agli organi competenti. da qualche struttura apposita o qualcuno che lo aveva in casa, come spesso accade per animali esotici di cui ci si intrattiene per il vezzo di possederne uno.


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In mostra da domani a Milano il calendario LAV 2017 che celebra anche i 40 anni di vita della associazione

07/11/2016

Martedì 8 novembre alle ore 18.00 a Milano, presso la Expowall Gallery (via Curtatone 4), sarà presentato in anteprima il calendario LAV 2017. Gli scatti sono stati realizzati dal fotografo naturalista Simone Sbaraglia e sono dedicati agli sguardi intensi, penetranti e teneri degli animali che abbiamo salvato. I dodici scatti, che raccontano storie straordinarie e testimoniano l’impegno della Lav  per il diritto di ogni singolo animale a libertà, dignità e vita, saranno poi in mostra da mercoledì 9 novembre a sabato 12 novembre (ore 10.00-18.00), negli spazi della galleria.
Il ricavato dei Calendari e delle Agende LAV 2017, oltre che delle foto in esposizione, acquistabili nel corso della mostra, verrà devoluto alla cura e al mantenimento degli animali protagonisti dei dodici scatti, ospiti del Centro di recupero per animali esotici ed animali selvatici di Semproniano, in Maremma.
Inaugurazione martedì 8 novembre ore 18.00
Apertura al pubblico da mercoledì 9 a sabato 12 novembre, orario continuato 10.00-18.00
Via Curtatone, 4 – Milano
02 87287961
Per maggiori info: 06 4461325


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