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In Calabria la nursery delle caretta caretta. E’ stata una stagione riproduttiva record

28/11/2016

Con la schiusa dell’ultimo nido, avvenuta a Brancaleone lo scorso 18 novembre, si è conclusa in  Calabria la stagione riproduttiva 2016 della tartaruga marina Caretta caretta. Stagione particolarmente ricca con ben 41 nidi accertati di cui 35 rinvenuti direttamente dal personale dell’associazione Caretta Calabria Conservation, durante il regolare monitoraggio degli arenili, e sei segnalati da privati cittadini, o da altri enti.
Tremila il totale delle uova deposte e 2.120 i piccoli nati e assicurati al mare. L’eccezionale risultato caratterizzato da numeri mai raggiunti prima d’ora riflette un aumento generale dei nidi registrato in tutto il Mediterraneo ma è anche frutto di un maggiore sforzo di monitoraggio da parte dell’associazione, nonchè di una nuova e più efficace campagna di divulgazione e sensibilizzazione della popolazione locale.
Con 41 nidi, più del 60% di quelli deposti sull’intero territorio nazionale, la Calabria si conferma come più importante area di riproduzione italiana di Caretta caretta. L’imponente estensione costiera e le particolari condizioni climatiche fanno di questa regione una vera culla per la tartaruga marina, specie simbolo per una più corretta gestione della costa da parte degli organi competenti.  
L’utilizzo di ‘fat bike’ a pedalata assistita, insieme a ricognizioni aeree in autogiro, hanno consentito di triplicare i chilometri di spiaggia ispezionati e di rinvenire nidi in località altamente potenziali per la riproduzione di Caretta caretta limitrofe alle zone di regolare nidificazione accertate in passato. La pubblicazione di un nuovo sito web  (www.carettacalabriaconservation.org) insieme alla promozione della propria pagina Facebook (più di 6mila followers raggiunti nei mesi estivi) e alla distribuzione di opuscoli e locandine su tutto il  territorio regionale, hanno reso più visibile l’attività della Onlus e facilitato il suo contatto per segnalazioni di tracce o nidi.
La pagina facebook in particolare, Ë risultata utile per la segnalazione dei nidi di tartaruga marina ”aperti al pubblico” e per fornire puntuali indicazioni per il raggiungimento delle spiagge in cui poter osservare l’emersione delle piccole tartarughe, evento ormai caratteristico dell’estate calabrese.
Caretta Calabria Conservation è un’associazione Onlus fondata nel 2012 da esperti naturalisti proprio per la tutela dei nidi di tartaruga marina in Calabria. Il personale dell’associazione, autorizzato dal ministero dell’Ambiente, opera su tutto il territorio regionale senza aver beneficiato, sino ad ora, di alcun finanziamento pubblico.
L’associazione ha basi operative a Palizzi e Brancaleone, lungo la costa ionica della provincia di Reggio Calabria, dove si concentra la maggior parte dei nidi. Nel resto della regione sono dislocati nuclei operativi di volontari pronti ad accogliere tempestivamente ogni segnalazione.
Caretta Calabria Conservation collabora attivamente con le altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio e con i comuni rivieraschi annualmente interessati dalla riproduzione di Caretta caretta. Per alcuni aspetti scientifici, si avvale della collaborazione dell’Universit‡ della Tuscia e della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.


Categorie: News dal Mondo

Condannato (solo) a 6 mesi per 'uccisione volontaria' cacciatore di Massa. Maltrattò e lasciò morire di fame il suo cane non più abile a cacciare

28/11/2016

Si e’ chiuso con una condanna a 6 mesi di carcere, per “uccisione volontaria”, il processo a carico del proprietario di Zeus, un Breton di 10  anni, deceduto dopo una vita di stenti. Il tribunale di Massa ha condannato un ex cacciatore residente nella provincia, dopo aver accertato, durante il processo, che l’uomo aveva curato il cane fino a quando era stato abile alla pratica venatoria, per poi lasciarlo chiuso in una gabbia per uccelli, esposto alle intemperie, legato con una catena, senza dargli da mangiare. Zeus è solo una delle tante vittime della caccia, cani lasciati dai loro proprietari  a un destino terribile quando non più utili a cacciare.
Dopo la denuncia della Lndc, la Lega nazionale del cane, e il sequestro, Zeus fu preso in custodia dalla sezione massese in fin di vita, ma mori’ dopo cinque giorni. L’ex cacciatore dovra’ anche risarcire l’Associazione che nel processo si era costituita parte civile. Secondo l’avvocato Michele Pezone, Responsabile diritti animali Lndc: “e’ una sentenza storica: ci sono state infatti altre sentenze di condanna per maltrattamenti e conseguente morte – spiega – ma non per ‘uccisione volontaria’ come stabilito nel caso di Zeus dal tribunale di Massa”. Il presidente della Lega del cane Apuania, Roberto Guelfi, si dice “amaramente soddisfatto”. (ANSA).


Categorie: News dal Mondo

“25 grammi di felicità”: ..Quell'animaletto non aveva più nessuno al mondo. C'ero solo io, ad aiutarlo. … Non ti abbandonerò, piccolino…

26/11/2016

“25 grammi di felicità” è una storia straordinaria, fatta di emozioni. Massimo Vacchetta,, veterinario di bovini incontra per caso Ninna, una riccetta spettinata. E la sua vita cambia. Una storia vera, scritta dall’accattivante penna di Antonella Tomaselli.
«Te ne potresti occupare tu per questi due giorni?» Inizia più o meno così l’amicizia tra il veterinario Massimo e un riccetto orfano. Il cucciolo ha pochi giorni, è tutto rosa, e ha sul dorso una corona di aculei bianchi e morbidi, un po’ scomposti. Pesa solo 25 grammi e pigola piano: ha fame, o freddo, o forse si sente solo. Un pianto tanto disperato che scalfisce la corazza di abitudini e apatia che Massimo si è costruito. È così che Ninna – sì, perché il riccetto spettinato si rivela una femmina – stravolge la sua vita con la forza della sua personalità (video).
È curiosa e appena «annusa» novità si affaccia dal suo rifugio; è giocherellona, e si diverte a rovesciare con il naso la ciotola dell’acqua; è affettuosa e lo lecca pazza di gioia dopo una lunga assenza. Però è anche un animale selvatico e reclama la sua libertà: la gabbia le va sempre più stretta e la sua felicità è fuori nei boschi… In questo libro, Massimo Vacchetta racconta lo straordinario incontro che lo ha aiutato a uscire da un periodo buio e gli ha dato un nuovo scopo: creare un centro di recupero per i ricci, una specie minacciata dalla nostra disattenzione, e aiutare gli esemplari in difficoltà. Come Trilly l’impenitente dongiovanni, o la fragile Lisa che ha conquistato tutti con il suo sguardo, o Zoe che ha saputo resistere a ogni colpo. Animaletti feriti, maltrattati, indifesi, ma in grado di trasmettere una grande voglia di vivere.
Antonella Tomaselli collabora con il settimanale Confidenze tra amiche (Mondadori) e con il blog letterario animalista ioleggoconjoy.com. Animali e natura sono le sue passioni. Cinofila da sempre, ha curato la regia e scritto i testi di vari documentari sull’argomento. Si occupa attivamente della sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali d’affezione (Allegra Yes I Am). È presidente onorario della Società Italiana Amatori Yorkshire Terrier. Ha scritto numerosi libri su diverse razze canine e articoli pubblicati su riviste del settore.
Massimo Vacchetta vive a Novello, in provincia di Cuneo. Da oltre vent’anni esercita la libera professione di veterinario nel settore dei bovini. Due anni fa ha aperto il Centro di Recupero Ricci «La Ninna», sezione staccata del CRAS di Bernezzo. Massimo è presidente dell’Associazione «La Casa dei ricci», che ha lo scopo di tutelare il riccio e la natura.(www.lacasadeiricci.org)


Categorie: Animali e Cultura

Come eravamo: una mostra felina d’ altri tempi, ecco i più bei gatti del 1956 (video)

26/11/2016

Losanna, anno 1956, dagli archivi federali è saltato fuori un filmato su un “festival felino” una mostra sui gatti più belli di altri tempi svoltasi 60 anni fa a Losanna.
«Il Festival è una primizia sul Continente e raggruppa 14 campioni» annuncia euforico lo speaker dell’epoca.
La mostra, presentata con enfasi, si è svolta a marzo 1956 a Losanna. I giudici erano chiamati a giudicare 14 gatti di razza dai nomi più strani. Si passa dai «calmi ma poco cordiali» “Desirée du Léman” e “Bulabamba della Via Mala” all’«elegante e contento» “Leo Donneray”.
Conosci tutti i protagonisti del concorso, guardando il video.


Categorie: Curiosità

Violenza contro le donne: un maltrattatore di animali è un futuro femminicida

25/11/2016

Esiste un collegamento, un link, in termini di predicibilità, tra i maltrattamenti animali e ogni altro reato. E’ stato cioè dimostrato, prima negli Stati Uniti e oggi finalmente in Italia, che chi compie reati in danno agli animali (maltrattamento, uccisione) è incline a ripetere tali atti criminali anche sulle persone, soprattutto sulle categorie più fragili quali donne e bambini.
Se ad esempio si considera la violenza domestica, negli Stati Uniti dagli anni 70 ad oggi, più del 70% delle donne vittime di abusi ha denunciato che i loro aguzzini avevano compiuto atti di crudeltà sugli animali o avevano minacciato di compierli e che più del 30% delle madri maltrattate ha segnalato analoghi comportamenti messi in atto a danno degli animali domestici. Nel nostro Paese, soltanto nel 2016, Link Italia e il Nirda del Corpo Forestale dello Stato (Nucleo Intervento Reati in Danno agli Animali) hanno accertato ben 942 casi di correlazione tra reati contro gli animali, crimini contro le persone e crimini di varia altra natura.
Questo significa che il maltrattamento e l’uccisione di animali rappresentano importanti spie d’allarme, e che attraverso la prevenzione e la repressione di questi reati, non si garantisce soltanto la necessaria tutela degli esseri senzienti non umani, ma si proteggono «Fortunatamente – spiega la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi – l’orientamento giurisprudenziale di questi anni, anche grazie alle nostre iniziative giudiziarie, è cambiato profondamente e i crimini contro gli animali non vengono più considerati “minori”. Ciononostante incontriamo ancora incomprensibili sacche di resistenza, come dimostra l’incredibile caso del pastore di Irgoli».
«Per questo rinnoviamo il nostro appello alla magistratura e a tutte le forze di polizia – conclude Rocchi – affinché ogni singolo caso di animalicidio o di maltrattamento venga affrontato con la massima considerazione. Fermare oggi un maltrattatore di animali, potrebbe fermare domani un femminicida».

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Categorie: Eventi e Appuntamenti

Parte oggi “Scrivi il lieto fine”, un sms solidale per gli animali in difficoltà, contro l’abbandono e il randagismo (video)

25/11/2016

“Scrivi il lieto fine di una storia triste. Basta un piccolo gesto per regalare una nuova vita ad un animale abbandonato”. E’ l’appello dell’on. Michela Vittoria Brambilla, fondatrice e presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, e promotrice della campagna solidale contro il deplorevole fenomeno dell’abbandono e del randagismo: dal 25 novembre al 4 dicembre 2016, si potranno donare 2 euro con ciascun sms inviato da cellulare al numero 45528 oppure 2 o 5 euro chiamando da rete fissa.
Lo spot televisivo della campagna propone immagini di animali da compagnia costretti a cavarsela da soli ed invita gli spettatori non abbandonarli per la seconda volta. La loro vita, infatti, non ha nulla di ciò che ingenuamente le attribuisce la visione romantica del “randagio”: è un incubo vissuto da creature deboli e dimenticate, senza affetti, senza casa, ignorate quando va bene, maltrattate ed abusate se va male. Abbandonare un cane vuol dire, nel novanta per cento dei casi, condannarlo a morte. Il ricavato del sms solidale servirà appunto per combattere l’abbandono e il randagismo e per soccorrere gli animali in difficoltà. “Nessuno sa esattamente – commenta l’on. Brambilla – quanti siano gli animali vittime dell’abbandono e della riproduzione incontrollata. Di certo sono tantissimi, centinaia di migliaia, soprattutto cani e gatti, e  vivono una vita miserabile, fatta di fame, di sofferenze, di pericoli continui. Questa è la realtà. Ben la conosce chi, come noi della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, lavora sul campo per assistere gli animali, promuovere le adozioni, educare alla responsabilità i proprietari, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, contrastare i traffici illegali”.
Oltre allo spot televisivo, che sarà trasmesso sulle reti nazionali e accessibile sul canale YouTube dell’associazione, a supporto della campagna è stato realizzato anche uno spot radiofonico. Un altro modo per trasmettere il messaggio contro il randagismo della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente è diffondere e condividere su internet lo spot e la locandina della campagna.


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Giudice argentina riconosce a scimpanzé lo status di soggetto non umano portatore di diritti

25/11/2016

Lo scorso 3 novembre, la Terza Corte di Garanzia di Mendoza (Argentina) ha stabilito che lo scimpanzé Cecilia, un primate di 30 anni rinchiuso all’interno di una gabbia nello zoo di Mendoza, è un “soggetto non umano” portatore di diritti fondamentali. La sentenza è arrivata a seguito di un ricorso presentato dall’Afada (associazione dei funzionari e degli avvocati per i diritti degli animali).
In particolare, l’associazione sosteneva che, poiché Cecilia era stata rinchiusa in una piccola gabbia di cemento, soggetta a temperature elevatissime d’estate e rigidissime d’inverno e senza la compagnia di suoi simili (malgrado gli scimpanzé siano animali estremamente socievoli,) con il solo scopo di esibirla al pubblico, essa era stata schiavizzata e privata illegittimamente ed arbitrariamente della libertà di movimento e del diritto di vivere in maniera dignitosa. Inoltre, visto che gli scimpanzé hanno un codice genetico simile al nostro per il 99,4%, per l’A.F.A.D.A. Cecilia è una “persona non umana”, che da innocente è stata condannata a passare la propria esistenza in una prigione. Prigione nella quale è stata reclusa per decisione arbitraria delle autorità dello zoo senza che abbia commesso alcun delitto e senza avere un previo processo legale e valido.
Non è però il primo caso in Argentina, c’è un precedente dove i giudici hanno riconosciuto l’orango Sandra come “persona – non umana” e, in quanto tale, le avevano dato il diritto di essere liberata, in quanto “illegittimamente tenuta prigioniera”, dopo 29 anni passati in uno zoo.
Per continuare ad approfondire l’argomento trattato dall’avvocato Manuela Giacomini cliccare qui.


Categorie: News dal Mondo

Tortorella ferita soccorsa dagli scolari viene uccisa a calci dal professore di scienze che doveva curarla

25/11/2016

Non ci sono parole per commentare il gesto di un professore che ha ucciso a calci una tortorella soccorsa dai suoi allievi e che avevano confidato in lui perché li aiutasse a salvarla. I ragazzi hanno riposto fiducia nella figura del docente, in particolare se insegnante di scienze.
Per i ragazzini di una scuola media della Bassa friulana è stata una triste lezione di vita e una grande delusione. L’insegnante infatti, invece di soccorrere una tortorella in difficoltà, l’ha uccisa schiacciandola con i piedi davanti agli studenti, che sono rimasti sconvolti. I genitori, informati tempestivamente dai figli presenteranno la loro protesta al dirigente dell’istituto comprensivo di cui la scuola fa parte.
«Noi insegniamo ai nostri figli l’esatto contrario – dicono – e poi accadono queste cose. Non doveva succedere e il dirigente sarà opportunamente informato dell’accaduto».
Con profonda amarezza raccontano la scena svoltasi durante la ricreazione nel cortile della scuola e raccontata loro dai ragazzi.
E’ un momento quello dell’intervallo in cui i ragazzi sciamano e giocano nel giardino della scuola. Un gruppetto di loro si accorge che a terra, tra il verde, c’è una tortorella che sembra ferita e bisognosa di cure. Immediatamente vanno a chiedere aiuto a un professore, in particolare quello di scienze, ritenendolo la persona più adatta per dare indicazioni su come agire. Questi, a quanto pare piuttosto seccato, arriva nel giardino, guarda il volatile ferito e con il piede schiaccia con violenza prima la testa della tortorella e in seguito lo stomaco, uccidendolo. Poi in malo modo rimanda tutti in classe.
Gli studenti restano sconvolti, c’è chi piange, qualcuno pare abbia anche vomitato per la crudeltà della scena vista. C’è anche chi racconta con ribrezzo ai genitori che si sono sentite scricchiolare le ossa dell’animale. Tutti però sono turbati dal gesto e dopo un momento di totale disagio, immediatamente lanciano un tam tam su WhatsApp per informare le famiglie dell’accaduto. I genitori subito si contattano, si confrontano.
Tutti si chiedono se «è questo l’insegnamento che si ritiene opportuno dare a bambini che fanno parte di una nuova generazione». «È questo – si domandano – il mondo in cui vogliamo farli vivere? Un professore che dovrebbe educare invece si rende protagonista di gesti violenti contro un animale indifeso.
Quanto successo è assurdo. Siamo sconvolti e sconfortati per la totale mancanza di sensibilità sia verso l’animale ferito, sia verso i ragazzi e di questo parleremo anche nelle prossime riunioni a scuola, ma la cosa non finisce così».
l dirigente dell’Istituto comprensivo, sorpreso, afferma di non sapere nulla di questa tristissima vicenda, si riserva però di verificarne l’attendibilità, rimarcando anche che se tutto questo è vero il professore rischia oltre che a qualche nota negativa a livello professionale, anche di essere accusato del reato di maltrattamento agli animali. Una storia penosa che lascia l’amaro in bocca a tutti. (fonte:  messaggeroveneto.gelocal.it)


Categorie: News dal Mondo

Disattesi gli impegni di cambiamento della Sindaca Raggi per la tutela degli animali. Delusi dalle parole dell'assessora Muraro sul Bioparco, nulla sembra cambiare

25/11/2016

Abolizione delle botticelle con riconversione delle licenze e tutela dei cavalli: e’ stato uno degli impegni che i principali candidati alla poltrona di sindaco di Roma avevano promesso all’unisono in campagna elettorale. Tra loro naturalmente anche l’attuale sindaco Virginia Raggi.
Il programma della Raggi prevedeva  impegni precisi per la tutela degli animali, tra i quali anche lo stop alla costruzione dell’acquario al laghetto dell’Eur, la dismissione del Bioparco, il potenziamento del volontariato e dei canili pubblici anche per favorire l’adozione dei trovatelli. A elezione avvenuta la prima cittadina di Roma Capitale e la sua giunta sembrano aver perso la memoria e in qualche caso addirittura pronti a fare il contrario di quanto promesso con lo sconcerto di quanti avevano sperato di vedere a Roma un cambio di tendenza sulle politiche di tutela degli animali.
«Prendiamo atto delle parole pronunciate ieri dall’assessora Muraro sul Bioparco e sul progetto di farne un fiore all’occhiello della città. All’amministrazione comunale, all’assessora e alla Sindaca Raggi che in campagna elettorale sugli animali si era espressa con ben altri toni, vorremmo ricordare che a Roma, come nel resto del Paese, l’”eccellenza” non può e non deve passare per le strutture di cattività. Parlare di benessere per animali privati della loro naturale libertà è, né più né meno, un’ossimoro». Lo dichiara la Sezione Enpa di Roma, che prosegue: «Dalle botticelle al soccorso degli animali, passando per la tutela della biodiversità, purtroppo non vediamo altrettanto zelo nell’affrontare i numerosissimi nodi critici della città, sui quali la sindaca in campagna elettorale impegnata in prima persona».
«E’ evidente che i problemi sul tappeto non si risolvono nel giro di pochi mesi, tuttavia – conclude la Protezione Animali capitolina – è sconfortante notare che a cinque mesi dall’elezione di Virginia Raggi tali temi non siano neanche entrati nell’agenda politica. E che quando sono finiti al centro del dibattito pubblico, come nel caso delle parole dell’assessora Muraro, sono stati affrontati perpetuando le dinamiche del passato».


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Ritirata installazione con un solo pesce in acquario esposta alla 16esima Quadriennale nel Palazzo delle Esposizioni a Roma

25/11/2016

La sede romana della Lav Lega Anti Visezione esprime “soddisfazione per l’esito della vicenda che ha visto involontario protagonista un piccolo pesce nero della specie Betta Splendens, detenuto all’interno di un’installazione con acquario firmata da Natália Trejbalová e intitolata Dekorativne With a Sustainable Solution, esposta alla 16esima Quadriennale nel Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale.
In una lettera inviata a Lav Roma i Direttori Generali Ilaria Della Torre e Fabio Morosi per la Fondazione Quadriennale di Roma e l’Azienda Speciale Palaexpo hanno comunicato che il piccolo animale acquatico è stato tolto dalla installazione e messo in sicurezza”. Lav Roma, “a seguito della segnalazione di una cittadina, aveva provveduto a effettuare un sopralluogo per verificare e documentare questa installazione con animale acquatico e inviato una formale diffida all’ente organizzatore, facendo presente che quella installazione era gravemente lesiva delle caratteristiche etologiche e dei diritti dell’animale acquatico, che violava il Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali del Comune di Roma e chiedendo alla Quadriennale il ritiro dell’installazione e la messa in sicurezza del suo malcapitato ospite. È risultato che l’acquario, di dimensioni assai ridotte, non aveva alcuna protezione rispetto ai visitatori, che potevano facilmente toccarne i vetri e l’acqua, ed era costantemente illuminato da una luce molto intensa, di colore viola e blu, senza che vi fossero al suo interno spazi che permettano al pesce di ripararsi da tale luce. Inoltre, nella medesima sala si trovavano anche numerosi schermi che proiettavano filmati a volume molto alto”.
“Siamo soddisfatti dell’esito della vicenda che testimonia della bontà delle nostre argomentazioni e della nostra azione e vorremmo, se possibile per gli organizzatori, dare noi una nuova e sicura casa al pesce – dichiara David Nicoli, responsabile della Sede Lav di Roma – Causare sofferenza psico-fisica a un animale costretto in condizioni estreme e innaturali non è arte e ci auguriamo che per il futuro si eviti di legittimare altre forme di sfruttamento e maltrattamento di animali per improbabili fini ‘artistici’. Per quanto ci riguarda, vigileremo attentamente per evitarlo. Gli animali non umani non sono oggetti di cui si può fare ciò che si vuole ma sono esseri senzienti protagonisti di una vita e in quanto tali hanno dei diritti che vanno affermati e rispettati” conclude la LAV.


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L’agnellino Sandro, appena nato, è rimasto sulla strada. Soccorso da Guardia di Finanza ed Enpa. Presto l'adozione

24/11/2016

Lo hanno dimenticato poche ore dopo la nascita su una strada della Rustica, alla periferia di Roma, oppure è scappato da un camion che lo trasportava, aveva ancora il cordone ombelicale. Esposto al freddo, senza il conforto della mamma e senza cibo, l’agnellino Sandro non sarebbe sopravvissuto se questa mattina non fosse stato soccorso dagli agenti della Guardia di Finanza, i quali, senza un attimo di esitazione, lo hanno preso e portato al caldo della vicina caserma. Ma un agnellino, soprattutto se appena nato e bisognoso di cure, è molto difficile da gestire. E così i finanzieri di via Boglione hanno chiesto aiuto alla Sezione Enpa di Roma, che è intervenuta immediatamente con le Guardie Zoofile. Il cucciolo, chiamato Sandro in onore del veterinario che lo sta seguendo, è stato recuperato e portato presso una clinica veterinaria di Roma dove sta ricevendo tutte le cure che la sua giovane età richiede.
«Nel complesso, il piccolino sta bene anche se presenta una leggera ipotermia e ha una gran fame, ma non si è ancora abituato al biberon. Una volta ricevuta la necessaria assistenza, Sandro sarà pronto per un’adozione del cuore; per una casa dove dimenticare la brutta avventura e vivere in serenità il resto della sua vita», racconta Martelli, che prosegue: «Desidero ringraziare di cuore gli agenti della guardia di Finanza che hanno compiuto un gesto di straordinaria sensibilità: se ora Sandro è al sicuro, lo deve a loro».
Quello di Sandro purtroppo non è un episodio isolato. Lo scorso marzo, pochi giorni prima di Pasqua, l’Enpa di Roma aveva prestato assistenza all’agnello Lamberto, abbandonato in zona Settecamni anch’esso poco dopo la nascita. Un anno fa, poi, la Sezione capitolina della Protezione Animali aveva adottato un altro cucciolo appena nato, Nico, che, investito da un’autovettura, non era stato soccorso dall’automobilista (in violazione del Codice della Strada). In quell’occasione Nico fu aiutato da una pattuglia dei Carabinieri.
In nessuno di questi casi si è avuto né l’intervento del Comune né della Asl. 


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I cani ricordano come gli umani, fissano nella memoria emozioni ed eventi del passato

24/11/2016

I cani ricordano emozioni ed eventi del passato, anche lontani, in modo da costruire nella loro memoria una sorta di autobiografia fatta di ricordi, in modo simile a quanto fa l’uomo. A scoprire che i cani organizzano le esperienze che vivono in una memoria episodica e’ la ricerca pubblicata sulla rivista Current Biology e coordinata dall’italiana Claudia Fugazza, del Gruppo di Etologia comparata Mta-Elte, dell’universita’ ungherese di Budapest.
“In una prospettiva evolutiva questo implica che la memoria episodica non e’ una prerogativa dell’uomo e degli altri primati, ma e’ molto piu’ comune nel regno animale di quanto si creda”, ha osservato la ricercatrice. “I cani – ha aggiunto – sono tra le poche specie considerate ‘intelligenti’ e nonostante questo continuiamo a sorprenderci se una ricerca rivela che i cani e loro proprietari potrebbero condividere alcune abilita’ mentali, a dispetto della distanza sulla scala evolutiva”.
L’esperimento, condotto su 17 cani, si e’ basato sulla tecnica di addestramento nella quale si invitano i cani a ripetere un’azione appena fatta dall’uomo. Tuttavia il fatto che i cani ripetano regolarmente le azioni che vedono fare all’uomo non puo’ essere considerato la prova che abbiano una memoria episodica.
Per questo i ricercatori hanno compiuto un’azione molto semplice, come dare un colpetto con la mano a un ombrello aperto, in un momento in cui i cani erano rilassati e non avevano assolutamente la percezione di partecipare a un addestramento, ne’ si aspettavano una ricompensa. Quando, improvvisamente, e’ stato chiesto loro di ripetere l’azione, i cani hanno ripetuto il gesto al quale avevano assistito, anche se non avevano un motivo particolare per ricordarla. (ANSA).


Categorie: Curiosità