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In Francia un serial killer fa strage di gatti neri. Sette felini uccisi o scomparsi in residence, denuncia abitanti

04/08/2015

Giallo estivo in un complesso residenziale nell’est di Marsiglia, dove da qualche settimana un misterioso killer ha preso di mira i gatti neri della numerosa colonia felina che popola il giardino.
“Abbiamo ritrovato un gatto letteralmente tagliato in due, un secondo squartato da colpi di carabina in testa e due altri schiacciati – racconta al quotidiano Le Parisien Rene’e, una residente che insieme a una decina di altri si prende cura della ventina di felini del giardino comune – E poi, una gatta di cui mi occupavo ha fatto cinque gattini, e i tre che erano neri sono spariti”. L’ultimo macabro ritrovamento e’ stato venerdi’, quando una coda mozzata e’ stata trovata in una delle ciotole usate per nutrire gli animali.
Le misteriose uccisioni hanno creato grande inquietudine tra gli abitanti del residence, una struttura dall’aspetto curato in un quartiere tranquillo e verdeggiante di Marsiglia, tanto che la societa’ di gestione ha deciso di sporgere denuncia, sostenuta da un’associazione per la tutela degli animali. “Penso che sia certamente qualcuno che vive nel complesso, ma e’ impossibile avere sospetti precisi, qui vivono centinaia di persone – racconta ancora Rene’e – forse e’ qualcuno che non ama gli
animali, che crede ci siano troppi gatti. O forse una persona molto superstiziosa”. 


Categorie: News dal Mondo

Come insegnare a un cane a non aver paura dell’acqua e fare belle nuotate

03/08/2015

Mentre continuano a moltiplicarsi le spiagge che accolgono i cani facilitando la vita a chi va in vacanza con il proprio quattrozampe, i problemi potrebbero venire proprio dal nostro amico. Pregustiamo una giornata al mare, al lago o al fiume immaginando il nostro cane nuotare e divertirsi in acqua ma arrivati sul posto scopriamo che ha paura dell’acqua o semplicemente, “non gradisce.
Prima di rinunciare a fargli superare la diffidenza per regalargli invece un grande piacere nelle giornate torride ecco alcuni consigli su come provare ad insegnargli a nuotare. Chi lo ha fatto afferma che non è per niente difficile e che, una volta imparato, nuotare diventerà per lui del tutto naturale. Non solo: insegnargli questa attività potrà essere un ulteriore modo per intensificare la comunicazione tra voi e approfondire la fiducia reciproca.
Innanzitutto: non forzate o costringete mai il cane in nessun modo.
All’inizio portatelo in un luogo tranquillo e appartato, dove non ci siano troppi elementi che potrebbero innervosirlo. Per esempio: la presenza di molti altri cani. Utilissima, invece, è la presenza di un altro cane (ma uno solo) che abbia già dimestichezza con l’acqua. Gliela renderà, con il suo esempio, più familiare e meno temibile e gli motiverà, in qualche modo, questa nuova esperienza. Naturalmente, se possibile, entrate in acqua con lui.
Assicuratevi che l’acqua sia bassa e che la profondità aumenti gradatamente. Quindi, meglio iniziare da fondali dove “c’è piede” (o “zampa”, è il caso di dire!…). E assicuratevi anche che l’acqua abbia una giusta temperatura. 
Portate un lungo guinzaglio e non lo staccate mai, almeno fino a quando non siete certi che il cane sia autonomo e responsabile. Uno dei rischi più ricorrenti con i cani e che questi, per così dire, “ci prendano gusto” e inizino a nuotare in linea retta andando sempre più a largo e senza più rispondere al comando. Dovesse accadere, e il cane fosse privo di guinzaglio, i casi sono due: o nuotate al suo inseguimento o aspettate, ansiosi, che si stanchi e ritorni da solo.
Alcuni esperti consigliano di portare con sé almeno un paio dei suoi giocattoli preferiti, in ogni caso: innanzitutto per stimolarlo, all’inizio, ad andarlo a prendere, lanciandoglielo sempre più vicino all’acqua. In secondo luogo, dovesse allontanarsi troppo, servirebbe a richiamare la sua attenzione a riva, gettandoglielo vicino a voi.
Un altro consiglio importante: più che mai in questo caso, è necessario un giubbotto di salvataggio per cani. Tali accessori sono sempre dotati di un manico: sarà un ottimo strumento sia per guidarlo, sollevarlo ecc. sia per farlo sentire più sicuro e farlo stancare meno.
Naturalmente: all’inizio non pretendete da lui che si tuffi da un trampolino, dal bordo di una piscina o da una roccia…
L’ultima cosa: dopo il bagno (in piscina, al lago, in mare…) sarebbe opportuno sciacquarlo con acqua fresca, per eliminare i batteri o eventuali elementi chimici. Come noi, così lui.


Categorie: Curiosità

Linciaggio mediatico per il killer statunitense del leone Cecil ma le doppiette assassine sono anche italiane, il Governo metta al bando il turismo venatorio

03/08/2015

Mettere fuori legge il turismo venatorio internazionale. E’ questo, secondo l’Enpa, il solo modo per evitare il ripetersi di tragedie come quella del povero leone Cecil, ieri simbolo di una natura maestosa e libera, oggi di milioni di animali massacrati “per divertimento” in tutto il mondo. E il fatto che nel caso del “Re Leone” a sparare sia stato un presunto bracconiere, una persona cioè che avrebbe agito in modo illegale, non cambia i termini della questione, ma, soprattutto, non deve rappresentare un “alibi” per i sostenitori della caccia, che si tratti di quella ai leoni o alle piccole allodole. Se veramente vogliamo preservare il nostro fragilissimo patrimonio di biodiversità, è necessario disarmare le “doppiette”, a cominciare proprio dalla possibilità di sparare oltreconfine, nei Paesi le cui normative vengono spesso erroneamente considerate dai cacciatori occidentali meno rigorose e più vulnerabili.
«E’ proprio tale convinzione – spiega Annamaria Proccaci, consigliere nazionale di Enpa – che dà a costoro l’illusione di poter colpire a piacimento, sfogando quelli istinti distruttivi che nei Paesi di origine vengono tenuti a freno non solo da regole e norme avvertite come più stringenti, ma anche dalla riprovazione sociale espressa con forza dall’opinione pubblica». Quello del turismo venatorio purtroppo è un fenomeno che riguarda da vicino il nostro Paese. «Anche noi abbiamo i nostri Zimbabwe. E per arrivare a destinazione – prosegue Procacci – non è neanche necessario percorrere migliaia di miglia, ma è sufficiente una notte di traghetto per attraversare l’Adriatico».
In Albania, la distruzione della fauna selvatica, di cui è stata responsabile anche l’Italia con le sue “doppiette in trasferta”, ha raggiunto livelli di devastazione tali da spingere le autorità locali ad una moratoria generale della caccia per una durata di due anni. La vicina Romania, poi, ha pagato prezzi altissimi ai fucili italiani, nei cui carnieri sono finiti soprattutto i piccoli uccelli, le allodole ma anche animali rari come le linci. «Quello che non possono più fare in Italia, a causa di normative divenute più restrittive anche grazie al lavoro delle associazioni, molti cacciatori nostrani lo fanno altrove – aggiunge Procacci – spesso con abbattimenti massicci citati dalle cronache dei giornali, che finiscono così per gettare discredito sull’immagine del nostro Paese. Un massacro, questo, entrato perfino nelle aule parlamentari con una interrogazione presentata dalla senatrice di Sel Loredana De Petris».
La biodiversità non ha confini né barriere: ogni danno si ripercuote su scala globale. Per questo l’Enpa, che torna a chiedere la creazione di un’istituzione competente a giudicare sui crimini internazionali contro gli animali, sollecita il nostro Governo, a cominciare dal premier Renzi, a fare la sua parte sia potenziando i controlli sia portando avanti la messa la bando di tale attività che spesso si rivela deleteria anche per l’immagine dell’Italia all’estero.


Categorie: News dal Mondo

Ucraina, iniziata la ricostruzione del rifugio di Andrea Cisternino dato alle fiamme dove morirono 75 cani

03/08/2015

Se Andrea Cisternino, il volontario che lo scorso aprile si è visto dare alle fiamme il rifugio da lui gestito in Ucraina, ha potuto “ricominciare da capo” e ricostruire la struttura, il merito è anche delle circa 44mila firme raccolte da una petizione promossa sulla piattaforma “change.org”. Quarantaquattromila voci in tutta Europa che hanno spinto il Governo ucraino a sostenere l’iniziativa di Cisternino in favore dei randagi e che hanno convinto moltissimi cittadini ucraini, colpiti da quanto accaduto ai poveri animali morti nell’incendio, ad appoggiare anche economicamente la costruzione del nuovo rifugio. L’auspicio di Andrea e di tutti gli attivisti che collaborano con lui è che fatti come quelli di aprile non si ripetano mai più e che ai trovatelli ucraini sia finalmente data la possibilità di vivere in pace l’attesa di una famiglia.


Categorie: News dal Mondo

Wwf, lancia in Sicilia progetto per fermare traffico rapaci protetti. Mercato illegale ha raggiunto i 23 miliardi di dollari all`anno

03/08/2015

Aquila del Bonelli (nella foto), Lanario, Pellegrino, Capovaccaio, Aquila reale: specie particolarmente rare e dunque protette sono da anni le vittime predilette del prelievo e commercio illegale di rapaci in Sicilia. I piccoli vengono ancora oggi prelevati illegalmente dai nidi e venduti sui mercati europei o, ancora più lucrosi, su quelli mediorientali: il giro di affari globale del mercato illegale di `natura` ha raggiunto i 23 miliardi di dollari all`anno.
Per decenni le popolazioni di queste specie sono state oggetto di interesse da parte di collezionisti e commercianti senza scrupoli, tanto che tutte queste specie sono a serio rischio con poche decine di coppie oramai presenti di Aquila del Bonelli, 5/6 coppie di Capovaccaio, non più di 60/70 coppie di Lanario in tutto il vasto territorio siciliano. L`Aquila del Bonelli, uno dei rapaci più rari del Mediterraneo, è orami presente solo in Sicilia con 20/30 coppie ed è qui in questo territorio che si svolge la intera sfida perchè l`Italia ne conservi una popolazione vitale. L`isola è anche fondamentale per il Capovaccaio che altrove ha visto ridursi drasticamente gli spazi vitali non contando più di 3-4 coppie in tutta la penisola e 5/6 in Sicilia. Questi animali sono stati quasi portati all`estinzione dallo stravolgimento dei loro habitat, dalle modifiche radicali che ha subito il territorio: il prelievo dei piccoli dai nidi rischia di dare la botta finale, di portarli all`estinzione anche perché un pulcino sul mercato illegale può fruttare anche decine di migliaia di euro.
Per questa ragione il WWF, che da anni in Sicilia sta cercando di contrastare il fenomeno con i colleghi della LIPU, del Gruppo Tutela Rapaci e gli agenti del CFS , ha promosso uno specifico progetto LIFE insieme alla Regione Sicilia ed ai suoi Dipartimenti Ambiente e Foreste e con la collaborazione del GREFA (Grupo de Rehabilitacion de la Fauna Autoctona y su Habitat, partner spagnolo di rinomata esperienza). L`obiettivo è di applicare un`attenta vigilanza del territorio, in particolare delle aree comprese nella Rete Natura 2000 che ancora ospitano le specie `bersaglio` e svelare alcuni importanti aspetti ancora sconosciuti della loro vita.


Categorie: News dal Mondo

Udin, piccolo orango strappato alla sua mamma nelle foreste del Borneo, ritrova cure e affetto

03/08/2015

Storia a lieto fine del cucciolo: portato via dalla foresta pluviale da bracconieri senza scrupoli, rinchiuso in una gabbia e abbandonato, il piccolo è stato salvato da morte certa dal Centro protezione animali.
Strappato al suo ambiente naturale e a mamma orango, uccisa dai bracconieri, il piccolo orango-tango Udin è stato messo in salvo in Borneo dal Centro internazionale protezione animali del Paese, dopo essere stato recuperato in condizioni disperate. Il cucciolo era stato rinchiuso in una gabbia piccola e scura e abbandonato, ormai destinato a morire.
Dopo aver ucciso la madre nella foresta pluviale del Borneo, i bracconieri lo avevano portato via per venderlo a un contadino locale. E, una volta arrivato al Centro protezione animali, Udin era malnutrito e disidratato, ma rifiutava cibo e acqua. Adesso le sue condizioni sono migliorate, ma Udin ha ancora bisogno di cure e di trattamenti medici. E il suo non è un caso isolato. Al Centro Protezione Animali del Borneo ci sono oggi 86 orango-tango con alle spalle tristi storie, molto simili a quella del piccolo Udin. 
Molti cuccioli di orango restano orfani a causa dell’uccisione dei genitori da parte degli uomini dello società produttrici di olio di palma alla base della deforestazione indiscriminata del loro habitat naturale.
Ma ora esiste un’alternativa sostenibile alla coltivazione convenzionale dell’olio di palma che permette di preservare l’ambiente, le foreste pluviali e l’habitat di numerose specie animali, garantendo allo stesso tempo un’equa remunerazione dei lavoratori e delle comunità locali: è l’olio di palma certificato Rspo.
La Rspo (Roundtable on Sustainable Palm Oil) è un’organizzazione non governativa multi stakeholder fondata nel 2004 per minimizzare gli impatti ambientali e sociali derivanti dalla coltivazione di olio di palma, attraverso l’introduzione di uno standard di sostenibilità composto da 38 diversi parametri sociali, economici e ambientali.
Il recente dibattito emerso anche in Italia sui temi che riguardano la sostenibilità ambientale dell’olio di palma ha spinto la Rspo a prendere posizione, mostrando la possibilità di coltivare palma da olio salvaguardando l’ambiente, attraverso l’utilizzo di terreni che non sono stati direttamente oggetto di deforestazione e, allo stesso tempo, garantendo l’approvvigionamento a quella che è diventata una delle principali fonti per la domanda globale di olii e grassi vegetali.


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Concerto live per mucche e il latte cambia 'tono' (video)

03/08/2015

Tre musicisti di fama internazionale e un concerto per sole mucche in una stalla. E’ l’Happy Cow Concert, esperimento andato in scena a Cremona – città che è al contempo capitale italiana della produzione di latte e il più importante distretto liutario mondiale – al quale si sono prestati i pianisti Andreas Kern e Roberto Prosseda insieme al violinista Fabrizio Von Arx. Obiettivo: dimostrare gli effetti positivi della musica classica anche sugli animali. Secondo uno studio dell’università britannica di Leicester, infatti, le mucche allietate da buona musica producono anche un latte migliore.
“Si tratta – ha affermato Prosseda – di un esperimento assolutamente serio che nasce dalla nostra convinzione che la musica sia un patrimonio da condividere anche nella natura, e che può avere benefici effetti anche in chi non ha la cultura per avere un ascolto consapevole come, appunto, le mucche”.
“Di solito mi rifiuto di suonare per un pubblico che mangia durante l’ascolto – ha scherzato il tedesco Kern – ma per le mucche posso fare un’eccezione. Tanto più che non parlano durante il concerto“. (Adnkronos)


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Il “Pettirosso” ha effettuato 2.000 soccorsi in 6 mesi. Il lavoro dei volontari consente il reinserimento dell’80% degli esemplari

01/08/2015

Quasi 2.000 animali soccorsi, a cui si aggiungono 264 richieste di intervento da parte delle Forze dell’ordine e 54 interventi di cattura di animali selvatici in proprieta’ private, scuole, asili o lungo le strade. Sono i numeri dell’attivita’ nei primi sei mesi del 2015 dei volontari del “Centro fauna selvatica ‘Il Pettirosso'” di Modena. Nella struttura di via Nonantolana sono tuttora ospitati circa 1.500 animali selvatici in cura in attesa di essere liberati, tra cui 25 caprioli e un daino in allattamento. Buona parte degli interventi scaturisce dalle segnalazioni dei cittadini.
Spiccano gli interventi per salvare i caprioli in difficolta’, che sono stati 160; salvati pure tre daini, un cinghiale, ma soprattutto 208 uccelli rapaci. Anche nel 2014, spiega Piero Milani, responsabile del Centro, “gran parte degli animali e’ stata curata nella sede del Centro per poi essere liberata con una percentuale di reinserimento dell’80%, grazie al lavoro di oltre 30 volontari e 30 veterinari”. L’associazione opera sulla base di una convenzione con la Provincia.


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Baby giraffa Kipenzi muore per incidente nello zoo di Dallas. Famosa per la sua nascita trasmessa in streaming

01/08/2015

Lutto allo zoo di Dallas, negli Usa, per la morte improvvisa della piccola Kipenzi, cucciolo di giraffa diventato “famoso” perche’ la sua nascita fu trasmessa in diretta streaming su un popolare sito dedicato agli animali. A darne notizia e’ lo stesso zoo americano con un post su Facebook in cui spiega che la piccola giraffa e’ morta sul colpo per un tragico incidente.
Il cucciolo di tre mesi, correndo, avrebbe sbattuto il collo sul bordo del fienile in cui e’ ospitata mentre erano in corso le operazioni di spostamento della mandria di giraffe nella zona di alimentazione. Kipenzi si e’ rotta tre vertebre morendo sul colpo, scrive lo zoo di Dallas. I veterinari hanno permesso alla madre Kate di “salutare” la piccola prima di rimuoverne il corpo. 
Kipenzi era nata il 10 aprile diventando subito una star: la sua nascita fu trasmessa in diretta streaming sul sito di Animal Planet. Il suo nome in Swahili significava “amata”. L’attenzione mediatica che il cucciolo aveva suscitato, spiega lo zoo su Facebook, aveva contribuito a raccogliere oltre 35mila dollari di fondi per la conservazione dalla specie.


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