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Cavallino disabile con tanta voglia di vivere, guarisce e torna a camminare

31/07/2014

Roozer Brewz, un cavallino in miniatura nato nel 2011 con gravi patologie a tutte e quattro le zampe, ha vinto la sua battaglia contro la malattia e riesce a camminare. Subito dopo la sua nascita, Christine Clark, la sua proprietaria, ha notato che Roo non riusciva a stare in piedi e quindi a mangiare. Così ha deciso di nutrirlo artificialmente, tirando il latte alla mamma.
Dopo alcune visite veterinarie, Christine ha scoperto che il cavallino in miniatura soffriva di una grave deformità alla ossa e ai tendini delle zampe e aveva bisogno di cure molto speciali. Così la Clark ha portato Roo in una clinica veterinaria specializzata in cavalli nel Missouri.
Dopo averlo sottoposto a diverse radiografie, il veterinario ha chiesto l’intervento di un maniscalco e insieme hanno disegnato e realizzato degli stivaletti speciali da fare indossare a Roo e una sedia a rotelle su misura, per permettergli di camminare. Dopo una decina di giorni di pratica con sue scarpe nuove, il cavallino in miniatura riusciva a stare in piedi e le sue zampe si erano rafforzate.
Ma l’entusiamo è durato poco perchè dopo appena due settimane, Christine ha notato una strana protuberanza nello scroto di Roo. Un’ernia intestinale che doveva essere rimossa d’urgenza e che implicava anche la castrazione. Purtroppo dopo l’operazione, Roo ha avuto delle serie complicazioni ed è stato necessario trasferirlo alla clinica veterinaria dell’università del Missouri dove il cavallino in miniatura è stato sottoposto a una massiccia terapia antibiotica che fortunatamente ha avuto gli effetti sperati.
Benché Roo si fosse ripreso, le sue condizioni cliniche generali non erano buone, così il suo veterinario aveva consigliato a Christine di abbatterlo. Ma la donna non si è arresa perché sapeva che il suo piccolo amico non si sarebbe mai arreso e che stava lottando per sopravvivere. Dopo aver fatto ulteriori ricerche, la donna ha scoperto che esisteva un intervento chirurgico che avrebbe potuto cambiare le cose.cavallino_320x200
Christine non ha avuto nessun dubbio e Roo è stato operato nell’aprile del 2013. L’intervento costava circa 2000 euro per zampa, e doveva essere eseguito su tutti e quattro gli arti. Ma non solo, dopo l’operazione era necessario un lungo periodo di degenza seguito da speciali cure post-operatorie per un costo totale di circa 25mila euro. Mentre Christine cercava di racimolare il denaro necessario, si occupava giornalmente di Roo. Il cavallino in miniatura andava a casa della sua padrona tre volte al giorno, per essere medicato e coccolato.
Mangiava, si godeva le spugnature per mantenere il suo manto pulito e guardava la TV. Per riuscire ad aiutarlo, la Clarks ha fatto un appello sui social media, chiedendo alla gente di dare un contributo e creando un conto corrente particolare in una banca di Kansas City che ha chiamato Roozer Brewz Donation. E le donazioni sono cominciate ad arrivare, accompagnate da lettere di solidarietà e affetto.
Roo è stato operato e l’intervento è andato meglio del previsto. Adesso il cavallino in miniatura sta perfettamente sulle zampe e cammina senza l’aiuto di niente e di nessuno. “Roo meritava l’intervento, era come se desiderasse guarire a tutti i costi. Mi ha insegnato un sacco di cose, a non mollare mai e ad affrontare le prove difficili, e spesso gravi, che ci impone la vita col cuore sempre pieno di fiducia. E’ un grande maestro”, ha dichiarato Christine.

Fonte: NonSoloAnimali


Categorie: Curiosità

Uk, cresce il numero di gatti e cani neri da adottare. Anche i bianchi scartati perché non sono fotogenici….

31/07/2014

Le supestizioni verso i gatti neri sono dure a morire e se poi ci si mettono anche le nuove tecnologie i pregiudizi rischiano di peggiorare la situazione.
Nei rifugi del Regno Unito è vero boom di cani e gatti neri trovatelli che nessuno vuole adottare. L’incredibile motivazione del rifiuto è stretttamente legata a una moda del momento i selfie.  Gli animali scuri non sarebbero fotogenici perché non vengono bene nelle foto da postare sui social network. E’ quanto ha scoperto uno studio dalla RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals), l’ente britannico contro la crudeltà sugli animali, che ha constato che il 70% degli oltre 1.000 gatti in cura nei centri di soccorso del Regno Unito sono di colore nero o bianco e nero.
Se per gli animali bianchi la fotogenia sarebbe l’unica mancanza, per i gatti neri c’è anche il retaggio delle antiche suspestiziosi. Ancora oggi a certa gente nonvedono di buon occhio un gatto nero, e così vengono bistrattati o abbandonati. Lo stesso discorso vale per i cani neri, poiché anche la loro figura non risulta bene in evidenza nelle foto.
Il proprietario di un centro di soccorso per gatti di Nottingham ha dichiarato al Telegraph che la propria struttura “sta quasi per scoppiare” per via della enorme quantità di gatti scuri aggiungendo: “Abbiamo ricevuto tantissimi gatti neri quest’anno, alle persone non piacciono”. I gatti neri soffrono di un problema di immagine fin dal Medio Evo, quando erano associati alla stregoneria. La maggior parte dei britannici li considera ormai quasi portafortuna, ma la loro poca fotogenicità è un limite inaccettabile.
“Nella tradizione folkloristica del Regno Unito, i gatti neri simboleggiano la buona sorte, ma purtroppo in realtà, loro non sono così fortunati”, ha detto un portavoce della RSPCA. Lo stesso discorso, sottolinea l’associazione, vale per i cani neri, poiché anche la loro figura non risulta ben evidenziata nelle foto. Di evidente c’è solo una ingiustificata emarginazione di alcuni poveri cuccioli in cerca di qualcuno a cui donare il proprio amore. Un legame del cuore che un selfie non può fotografare.


Categorie: Curiosità

“Festa dell’amore” a Lapio: l’Enpa partecipa all’evento dell’amore per la terra e gli animali con i trovatelli in cerca di casa

31/07/2014

Ci saranno anche i volontari dell’Enpa di Avellino alla festa dell’Amore in programma dal 1° al 3 agosto a Lapio, nell’Avellinese. E ci saranno anche – quale migliore occasione di un evento dedicato all’amore per la terra e per gli animali? – le foto di tantissimi trovatelli che aspettano solo di trovare una famiglia pronta ad amarli. L’appuntamento con la festa dell’Amore, organizzata dalla Pro Loco di Lapio è per il primo fine settimana di agosto. Tre giorni d’amore per la terra e per gli animali … insomma, amore per amore!
Chiaramente ci saranno anche tantissimi gadget…
Per il ricco pprogramma dell’evento visitare la pagina facebook della sezione Enpa di Avellino


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Bambini, animali domestici e fauna selvatica a rischio per i veleni “supertossici” usati contro i topi a New York. Animalisti ne chiedono abolizione e metodi alternativi

31/07/2014

Un gruppo di associazioni ambientaliste ha presentato un’istanza legale per sollecitare lo Stato di New York a bandire l’uso di veleni per topi ”supertossici” e ”responsabili dell’avvelenamento indiscriminato di bambini, animali domestici e fauna selvatica” incluso il ‘Pale Male’, la poiana della Giamaica che vive a Central Park, nella citta’ di New York. L’istanza, depositata presso il Dipartimento per la conservazione ambientale, cita rapporti governativi e studi scientifici che documentano l’avvelenamento di oltre 30 specie di fauna selvatica, dall’aquila reale alla volpe.
”Non c’e’ motivo di lasciare sul mercato il peggiore dei veleni. In commercio ci sono alternative sicure e convenienti, che non uccidono la fauna selvatica e non avvelenano le famiglie”, ha detto Jonathan Evans del Center for Biological Diversity, una delle associazioni che ha presentato l’istanza.
Gli studi, ha spiegato Evans, hanno riscontrato nel 70% della fauna selvatica testata la presenza di questi veleni, che hanno causato oltre 160 casi gravi di avvelenamento di cani e gatti l’anno nell’ultimo decennio. Stando ai dati forniti dall’Agenzia ambientale Usa, inoltre, circa 10mila bambini ogni anno sarebbero esposti accidentalmente in casa a veleno per topi.
”Chiediamo allo Stato di New York di aprire la strada – ha sottolineato Cynthia Palmer dell’American Bird Conservancy – all’uso di alternative sicure ed efficaci per il controllo dei roditori”. (ansa).


Categorie: News dal Mondo

In piazza a Milano tra sdraio, asciugamani, e secchielli. L’impegno Oipa perchè le vacanze a 6 zampe si possono fare

31/07/2014

Anche quest’anno i volontari dell’Oipa Italia Onlus hanno animato Piazza Castello a Milano con sdraio, asciugamani, secchielli, salvagenti e tanti cani per sensibilizzare sul fenomeno dell’abbandono che, come ogni anno, si intensifica in estate e ricordare che portare i proprio
animali in vacanza non solo e’ possibile, ma e’ anche divertente.
Gli slogan dell’evento ‘Portalo con te!’ e ‘R-Estate insieme!’ puntano a sponsorizzare un concetto di vacanza che non deve essere considerato utopico. L’Oipa ha infatti stilato appositamente un vademecum, distribuito in piazza dai volontari e scaricabile dal sito http://www.oipa.org/italia/randagismo/vacanzea6zampe.html, con tanti suggerimenti utili per gestire al meglio la partenza, dai documenti per il viaggio alla scelta della meta e al mezzo migliore per trasportare il proprio animale.
“Notiamo spesso con disappunto che, pur definendo il proprio amico a quattro zampe come membro della famiglia siano ancora molte le persone che non li includono nelle attivita’ piu’ piacevoli e gratificanti- osserva Massimo Comparotto, Presidente Oipa Italia- Non e’ forse vero che le vacanze estive sono il periodo dedicato al relax, al tempo per se’ e per la propria famiglia, a fare quello che piace e che e’ impossibile fare durante il resto dell’anno? Quindi, perche’ il vostro animale domestico dovrebbe essere escluso da tutto questo?”.
Al fianco dei volontari Oipa anche i City Angels, volontari di strada d’emergenza che aiutano uomini e animali in 17 citta’ italiane e che quotidianamente intervengono per recuperare animali abbandonati. “Anche quest’anno purtroppo ci e’ capitato di ritrovare cani abbandonati in tutta Italia- sottolinea Mario Furlan, Presidente dei City Angels- Soprattutto nelle periferi delle citta’ in cui siamo presenti e lungo tangenziali e circonvallazioni. Ma anche nei parchi, soprattutto quelli piu’ grandi e fuori mano”.


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Ubriaco prende a calci il suo cane e manda all’ospedale un poliziotto intervenuto, denunciato

31/07/2014

La violenza verso gli animali è solo la punta dell’iceberg di un’aggressività verso il prossimo, a quattro o due zampe. Un tunisino completamente ubriaco, ha rovesciato sedie e rotto bicchieri in un bar, poi ha preso a calci il cane che era con lui. E’ successo alla periferia di Bologna, dove la polizia
ha denunciato un i 29enni per danneggiamento, maltrattamento di animale, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
A chiamare il 113 e’ stata la titolare del bar alle prese con il cliente che era arrivato gia’ brillo nel locale e aveva dato in escandescenze, per poi spostarsi in una gelateria poco lontano e fare altrettanto. L’uomo se l’e’ presa anche con i poliziotti (uno e’ finito al pronto soccorso con 5 giorni di
prognosi) e con il cane che aveva con se’, sferrandogli diversi calci. Tramite il microchip che gli era applicato, il cane e’ risultato essere di una conoscente del 29enne. Gli agenti hanno preso in consegna l’animale, molto spaventato, e lo hanno affidato alle cure di un veterinario. Il tunisino aveva gia’ vari precedenti di polizia, anche insieme all’italiana proprietaria del cane.
Si dice che “in vino veritas”: l’uomo è un violento, pericoloso verso gli uomini e gli animali ma questi ultimi non possono difendersi o denunciare.


Categorie: News dal Mondo

Negli ultimi due anni adottati oltre 2.000 cani grazie alla pagina facebook di Enpa: svuotati dieci canili di piccole dimensioni

30/07/2014

Più di 3.600 segnalazioni pubblicate in due anni, oltre 2.000 “trovatelli” dati in adozione con un tempo medio di “attesa” di circa tre settimane. Sono questi i numeri del “rifugio virtuale” gestito dall’Ente Nazionale Protezione Animali attraverso la propria pagina Facebook che proprio in questi giorni ha superato la soglia dei 500 mila “like”; una “struttura digitale” che non ha né fondamenta né pareti, ma che ha dimostrato di saper adempiere al proprio compito con grande efficacia.
«La nostra forza – spiega la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi – è quella di essere riusciti a costruire una comunità affiatata e fortemente motivata, unita dalla profonda sensibilità per gli animali, ma, soprattutto disponibile ad impegnarsi in prima persona per garantire un futuro migliore ai “senza famiglia”. Ed anche quando i membri della community non sono in grado di accogliere un “trovatello”, sono comunque pronti ad attivarsi come moltiplicatori d’informazione promuovendo un efficacissimo passaparola, a partecipare ad una raccolta fondi per aiutare i più bisognosi o a sottoscrivere petizioni in difesa degli animali.»
Insomma, ragionando sempre in termini virtuali, negli ultimi due anni l’Enpa, grazie a queste preziosissime sinergie è riuscita a svuotare completamente, ed a costo zero, l’equivalente di dieci canili di piccole dimensioni. Ma c’è anche un altro dato che dà la misura di quanto la community Facebook dell’Enpa abbia aiutato gli animali: molte di queste adozioni sono “casi del cuore”, vale a dire animali malati o anziani che hanno probabilità minori, se non del tutto nulle, di trovare una famiglia.
«C’è il caso della cagnetta che ha perso l’uso delle zampe e che riesce a muoversi solo con l’ausilio  di un carrellino, del cane con la leishmania che ha bisogno di cure continue, del gatto malato che richiede attenzioni costanti – prosegue Rocchi -. Ma ci sono anche tantissimi animali come furetti, conigli, e pappagalli che hanno altrettanto bisogno di aiuto e per i quali riusciamo a trovare una famiglia.»
Tutto questo è reso possibile dal web che ha consentito alla Protezione Animali di connettere in rete e di attivare forti sinergie tra i membri della community, associazioni e realtà spesso molto diverse tra loro. E, naturalmente, dalla straordinaria solidarietà di tutte le persone che si sono fatte carico di uno stallo o di una staffetta. Inoltre, chi decide di adottare un quattro zampe attraverso la pagina Facebook di Enpa, è al riparo da quelle truffe e da quei raggiri che purtroppo negli ultimi tempi sono cresciuti in maniera esponenziale sulla rete.


Categorie: News dal Mondo

Per la zebra, il singolare mantello è una corazza impareggiabile contro predatori e insetti

30/07/2014

Le zebre, oltre alla naturale simpatia che suscitano in chi le osserva, sono decisamente animali controcorrente. Simili per la struttura del corpo a quella dei loro “cugini” asini e cavalli, fedeli aiutanti dell’uomo, le zebre hanno invece un’indole indomita, i molti tentativi di addomesticarle si sono dimostrati  inutili perché quest’animale non sopporta avere pesi sulla groppa.
Ma a rendere veramente speciale una zebra è il suo mantello, la disposizione delle strisce bianche e nere è unica per ogni individuo e ne permette l’identificazione (una sorta di impronta digitale).
Se la maggior parte degli animali selvatici cerca di mimetizzarsi, con colori del pelo o della pelle simili a quelli dell’ambiente in cui vivono per essere nascondersi ai predatori, le zebre con il loro mantello bianco e nero ben visibile a distanza, sembrano voler fare l’esatto contrario. Ma non è come sembra.
Una ricerca ha mostrato che se è vero che pattern cromatici come quello della zebra sono facilmente visibili a distanza quando l’animale è fermo, rendono però il “bersaglio” più difficile da catturare quando è in movimento: le righe confondono infatti l’osservatore, rendendo più arduo pianificare l’aggressione.
Le strisce hanno lo scopo mimetico di confondere la sagoma dell’animale. Creano un’illusione ottica dato che i contorni risultano discontinui e la sagoma del corpo deformata. Confonde il predatore inducendolo a errori di calcolo nel salto.
La fitta striatura del mantello abbaglia il predatore quando si trova vicino a una zebra in galoppo impedendogli di concentrarsi su un singolo animale. Nel gruppo in fuga il predatore con difficoltà capisce dove inizia un animale e dove finisce l’altro.
Grazie alla loro livrea, le zebre sono in grado di riconoscere facilmente anche a distanza gli individui della stessa specie e riconoscere il proprio gruppo.
Il mantello striato serve da “repellente” naturale contro mosche tse-tse e altri parassiti ed è un eccellente meccanismo di raffreddamento: le strisce bianche riflettono i raggi mentre quelle nere li attraggono, portando un effetto rinfrescante.
Si fa presto a dire strisce, quelle della zebra zono veramente speciali!


Categorie: Curiosità

Cane ucciso a sassate e bastonate di fronte ad un bambino nel bresciano. Forse già incastrati i tre autori dell’aggiacciante esecuzione

30/07/2014

Un cane nero e marrore di media taglia è stato preso a bastonate, lapidato e finito, dopo un’agonia durata più di venti minuti, con una pietra, sotto gli occhi di un ragazzino, a Breno, in Valcamonica.
Un’esecuzione compiuta da tre uomini con un rituale raccapricciante e crudele aggravato dal fatto che la povera bestiola sarebbe appartenuta ad uno dei killer. Questo orrendo crimine, avvenuto il 18 luglio scorso, è venuto alla luce grazie ad un escursionista di passaggio che ha scattato una sequenza di foto inviandole poi al quotidiano BreciaOggi. Il giornale sta seguendo l’evolversi dei fatti con molto interesse e proprio oggi ha pubblicato che grazie alla qualità degli scatti e all’approfondita conoscenza del territorio teatro dell’episodio, i carabinieri di Breno hanno già individuato i tre presunti responsabili. L’animale ucciso appartiene ad uno dei killer, ma non è chiaro cosa abbia fatto esplodere quell’onda di violenza nei confronti di una creatura inerme. I tre dovranno rispondere ora dell’uccisione di animale senza necessità e con crudeltà. L’agenzia “Ansa”, invece, fa sapere che i militari dell’Arma hanno identificato e denunciato soltanto due persone, padre e figlio, entrambi allevatori: denunciati per uccisione di animali un 80enne di Breno (Brescia) e il figlio 49enne. Dalla caserma hanno ricordato che la pena prevista per questo reato è fino a un anno e mezzo.
Il sindaco di Breno, Sandro Farisoglio, ha commentato: “Sono disgustato di fronte ad immagini aberranti, di una crudeltà disumana. Mi conforta sapere che il gesto non resterà impunito. Un’azione di tale efferatezza, compiuta poi di fronte ad un ragazzino, è uno sfregio nei confronti dell’intera comunità. Quando saranno chiariti ruoli e responsabilità delle persone coinvolte, valutereremo le misure da adottare”.
“La crudeltà inaudita e documentata dalle foto ci ha lasciato esterrefatti e sconvolti, come lo sono i tanti cittadini che ci stanno scrivendo per esprimere la loro indignazione – spiega Ilaria Innocenti responsabile Lav, settore Cani e gatti -. Ci auguriamo che le indagini chiariscano anche se il ragazzo presente all’orribile scena sia figlio di uno di loro. In tal caso ci appare evidente la necessità di misure per allontanarlo da un contesto di simile violenza e ferocia”.
La Lav è già al lavoro “affinché i colpevoli siano perseguiti con il massimo rigore. L’episodio – chiarisce Innocenti – conferma la necessità di una riforma della legge 189/2004, sia per rendere più severe le pene sia per varare una sorta di Daspo a vita che impedisca ai responsabili di simili orrori di possedere un animale”.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato una denuncia alla procura della Repubblica in merito all’orrendo crimine compiuto da tre inqualificabili personaggi  A rendere questo crimine ancor più brutale e ripugnante, la circostanza che esso è stato compiuto davanti agli occhi di un minore. Per questo, nella denuncia, l’ufficio legale della Protezione Animali ha contestato non soltanto i reati di maltrattamento e uccisione di animali (articoli 544 bis e ter del codice penale) ma anche quelli relativi all’abuso psicologico ed alla violenza assistita su minore (articolo 572 codice penale).
«Sono certa che l’autorità giudiziaria e gli inquirenti faranno il possibile per identificare, attraverso il materiale fotografico disponibile, questi delinquenti – dichiara la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi -. I quali non hanno avuto alcuna esitazione nel costringere un minorenne ad assistere alla loro esibizione di ferocia e crudeltà gratuita. Nel chiedermi se tali personaggi posseggano ancora un senso morale o briciolo di umanità, non posso fare a meno di pensare al povero animale e ai danni psicologici causati al ragazzo. Danni che non potranno essere riparati neanche con una auspicata condanna esemplare dei tre criminali.»


Categorie: News dal Mondo

Nonna tartaruga, 80 anni, a spasso sulla superstrada di Avezzano. Accompagnata al “pensionato” dalla Forestale

30/07/2014

Una grossa tartaruga lunga quasi 50 centimetri e di circa 80 anni d’età camminava tranquilla in mezzo alla superstrada del Liri ad Avezzano quando un automobilista di passaggio l’ha vista e messa in salvo anche per il pericolo che poteva rappresentare per le auto che avrebbero dovuto inchiodare per evitare di travolgerla. L’uomo ha avvertito il commissariato di Avezzano che ha chiesto l’intervento del Corpo forestale dello Stato che le ha prestato i primi soccorsi.
Il rettile e’ risultato in buone condizioni e oggi gli operatori del Corpo forestale lo hanno portato presso un’area protetta più adatta a questa anziana “signora” vagabonda.
Se la tartaruga si sia allontanata spontaneamente o sia stata abbandonata, gli abbandoni di questi animali sono in aumento, non si sa ma quasi certamente viveva in cattività. Le e’ stato riscontrato un foro nella parte bassa del carapace in prossimita’ della coda che potrebbe far pensare che la tartaruga fosse stato legata dal proprietario, per questo motivo una visita veterinaria piu’ approfondita consentira’ di accertare l’effettivo stato di salute della tartaruga


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Per difendere l’habitat dell’orso bianco, Greenpeace mette in campo un’esercito di mattoncini Lego (video)

30/07/2014

Sono proprio gli omini Lego a protestare traformandosi in paladini della difesa dell’Artico dove vivono, sempre più a rischio estinzione, orsi, volpi artiche, renne, caribù, foche, trichechi, lupi. A lanciare la campagna di protesta Greenpeace che ha usato i “mattoncini” contro l’accordo Lego-Shell.
“Shell ha stipulato con Lego un contratto pubblicitario a livello internazionale. Questo contratto- spiega l’associazione ambientalista- fa parte di una strategia di marketing accurata per ‘comperare’ amici che possano associare la compagnia petrolifera a valori positivi e rendere più accettabili i suoi piani di trivellazione nell’Artico”.
Lego, infatti, “ha messo il marchio Shell su alcuni dei suoi giocattoli. Così facendo, consente alla compagnia petrolifera di costruire un forte vincolo di fedeltà con milioni di bambini: la nuova generazione di consumatori”, conclude Greenpeace.
Ma gli omini Lego, a cui sta a cuore il futuro dei bambini, sono disgustati per aver scoperto che la loro azienda si è coalizzata con Shell. Il gigante del petrolio vuole trivellare l’Artico e usa Lego per ripulire la sua immagine.
Greenpeace ha realizzato un video per spingere l’azienda danese dei mattoncini a rompere la sua partnership con la Shell e lanciato una petizione. Nel video si mostra l’Artico realizzato con i celebri mattoncini. Ma l’atmosfera idiliaca iniziale viene rotta dall’arrivo delle trivelle e dai “cattivi” rappresentati da un omino in gessato che fuma un sigaro.Lego_320x200
Il petrolio comincia a fuoriuscire e tutto viene sommerso. Poi compare la scritta: “Shell sta inquinando l’immaginazione dei nostri bambini.
Ma la distruzione dell’Artico per un disastro petrolifero non è un gioco… Una volta compromesso, questo importante ecosistema, fondamentale per il clima dell’intero Pianeta, non potrà certo essere ricostruito mattoncino su mattoncino!


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Casalinga 64enne trasforma la recinzione del suo giardino in una vera trappola da bracconiere. Denunciata

30/07/2014

Si è giustificata affermando che la corrente elettrica inserita nella recinzione del giardino intorno alla sua abitazione era una necessità per difendersi dagli animali vaganti ma gli uomini della Forestale non le hanno creduto denunciandola anzi per bracconaggio e pericolo per gli uomini.
Una casalinga di 64 anni e’ stata denunciata per avere elettrizzato la recinzione del giardino.
“Volevo difendermi dagli animali selvatici” e’ stata la difesa della donna, ma secondo gli agenti del Corpo Forestale il collegamento ad oltre 220 volt era attivita’ di bracconaggio e ha messo a rischio i passanti. L’abitazione e’ sulle alture di Pra’.
Dopo una serie di appostamenti e controlli anche con l’ ausilio di speciale attrezzature, gli agenti della forestale hanno verificato come all’interno di quei fili sistemati davanti alla casa della donna scorresse energia elettrica. Alla casalinga, è stato contestato il reato di bracconaggio ma a suo carico potrebbe anche scattare un imputazione per aver messo a rischio la salute dei passanti. Secondo quanto ricostruito dagli agenti una trappola del genere serviva per catturare cinghiali, tassi e caprioli e la scarica di energia prevista, 220 volt, era molto piu’ potente del necessario e secondo l’esperienza della Forestale, era stata sistemata a triangolo appositamente per incastrare gli animali e non per tenerli lontani.


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