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Per Duncan, boxer con due zampe, la felicità è una corsa in spiaggia con gli amici

01/04/2014

Duncan Lou Who è un cucciolone di boxer che ha saputo vincere alla grande la sua battaglia contro la malattia e vivere felice. Duncan è nato con una grave malformazione alle zampe posteriori che i veterinari hanno dovuto amputargli. Del cucciolo sfortunato si sono presi cura al Panda Paws Rescue di Vancouver, un centro specializzato per il recupero di cani con handicap molto gravi. Dopo un percorso riabilitativo a Duncan è stato fornito un carrellino per deambulare che di fatto però, non usa quasi mai visto che ha trovato un modo per trotterellare tutto suo.
Infatti durante la permanenza nel centro, Duncan ha recuperato un buon equilibrio e la capacità di muoversi da solo anzi, di correre e giocare. Di A distanza di tempo, gli attivisti hanno trasmesso un suo video che sta facendo commuovere il mondo. Si vede il cucciolo, per la prima volta al mare, correre lungo una spiaggia con altri cani e il suo amico umano. E’ vero ha solo due zampe ma per Duncan quello che traspare dalle immagini è la sua gioia, la grande voglia di vivere, perché per essere felici possono bastare anche solo due zampe…. se si è amati


Categorie: News dal Mondo

Daini alle terme ma senza autorizzazione. In buone condizioni, saranno destinati a strutture idonee

01/04/2014

Cinque esemplari di daino, tra cui un maschio di grosse dimensioni, detenuti senza autorizzazione, sono stati sequestrati dalla forestale all’interno di un parco termale in Toscana. Denunciato l’amministratore unico della societa’ proprietaria degli animali. I daini sono animali bellissimi, splendidi ornamenti di parchi, ma pur sempre fauna selvatica da tutelare e per loro stessi e per gli umani.
La scoperta – secondo quanto riferito dal Cfs – e’ stata fatta dagli agenti grazie alla segnalazione di un cittadino, preoccupato per la sorte degli animali nell’eventualita’ della vendita della societa’ delle acque minerali, proprietaria dei terreni. I daini, presenti nel sito da almeno dieci anni, erano in buone condizioni, accuditi da un dipendente della societa’, mentre il recinto era di adeguate dimensioni ed efficacemente ombreggiato da piante di alto fusto. Mancava pero’ – ha accertato la forestale – l’autorizzazione della Provincia di Terni, necessaria in quanto la specie di daino e’ tra quelle ritenute potenzialmente pericolose per la salute e l’incolumita’ pubblica.
L’amministrazione provinciale dovra’ emettere ora un provvedimento di confisca degli animali, per i quali si sta cercando una sistemazione idonea presso qualche struttura attrezzata.


Categorie: News dal Mondo

La Corte dell'Aja ordina al Giappone di fermare la caccia alle balene. Un verdetto rivoluzionario!

01/04/2014

La Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ha deciso che la caccia alle balene sostenuta dal Giappone nell’oceano Antartico “è illegale” e, non riconoscendo i fini scientifici, ha disposto la sospensione. Lo ha riferito la tv pubblica Nhk.
La Corte dell’Aja dell’Onu ha così risolto il duro contenzioso sollevato nel 2010 dall’Australia che aveva citato il Giappone in giudizio chiedendo una pronuncia sulla caccia alle balene ritenuta “mera attività commerciale”. L’accusa, infatti, era di aggirare con la scappatoia della ricerca scientifica il divieto di caccia alle balene del 1986. “Il Giappone deve revocare i permessi, le autorizzazioni o le licenze già rilasciate nell’ambito del Jarpa II (il piano sulla ricerca, ndr) e di non concedere eventuali nuove licenze nell’ ambito dello stesso programma”, ha detto il giudice Peter Tomka, nel corso dell’udienza al Palazzo della Pace all’Aja.
Il Giappone, pur notando rammarico e delusione, si atterrà alla sentenza della Corte internazionale di giustizia dell’Aja sullo stop e il carattere illegale della caccia alle balene in quanto “Stato che pone grande importanza all’ordinamento giuridico internazionale e allo Stato di diritto come fondamento della comunità internazionale”.
«Quello della Corte dell’Aja è un verdetto rivoluzionario – commenta il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – che boccia “senza se e ma” l’assurdo pretesto usato dagli Stati balenieri, in primis il Giappone, per aggirare la moratoria alla caccia approvata nel 1986.» Naturalmente, come hanno precisato in seno alla stessa Commissione Internazionale Baleniera ricercatori e cetologi internazionali, la caccia per “motivi scientifici” non ha nulla di scientifico. Si tratta dunque di un ossimoro che negli ultimi venticinque anni è costato la vita a più di 10mila cetacei.


Categorie: News dal Mondo

Regina, la gatta che non faceva le fusa, impara grazie all’amore dei suoi umani

01/04/2014

Una storia raccontata con malcelato affetto e un pizzico di ironia per spiegare come l’empatia con un animale non sempre sia “un colpo di fulmine”
Regina aveva poco meno di un anno quando venne raccolta per strada. Aveva un pelo perfetto ed era in ottima salute. Dopo settimane di ricerche, in cui nessuno stranamente rispose ai vari appelli (è un autentico birmano ), mio marito decise di prenderla con noi. I colori della gatta non mi piacevano: pur essendo bellissima, non ho mai avuto particolare simpatia per i siamesi, ma era morta da poco la mia gattina e volevo che mia figlia crescesse con un gatto.
La micia si installò, dopo pochi secondi dal suo ingresso, nel centro del divano, dimostrando immediatamente un bel caratterino. Non sopportava la piccola, che come molti neonati urlava spesso e volentieri, aveva una tendenza a graffiare e mordere, che dopo 4 anni non ha ancora perso del tutto. Capimmo subito che era stata oggetto di maltrattamenti, perché alcuni gesti, per noi normali, la spaventavano.
Ad ogni modo, dopo i primi giorni in cui cercavamo di instaurare un legame con la nuova arrivata, ci accorgemmo di tre particolari: miagolava in modo stranissimo, come se non sapesse farlo; non faceva le fusa; non faceva il “pane”. In compenso mi saliva sulla pancia mentre ero sdraiata e si metteva col suo muso di fronte alla mia faccia, a pochi millimetri di distanza.
Ci sono voluti due anni di pazienza, coccole, ma anche determinazione educativa, perché la gatta cominciasse a sentissi parte della famiglia. Un bel giorno, all’improvviso, ci siamo accorti che aveva cominciato a fare le fusa. Da qualche mese aveva già deciso che poteva fidarsi e cominciare a fare il pane.
Il miagolio era migliorato già nei primissimi mesi di permanenza. Tra la nostra pazienza e il confronto costante con i gatti del vicinato, la micia ha ritrovato una sua dimensione felina e ripreso i tipici comportamenti dei gatti. Le è rimasta quell’altezzosità da gatto di razza a pelo lungo, mista con l’irascibilità siamese. Ma ci stiamo lavorando. (passionepergatti.org)


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