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A spasso per Hammamet 3 tigri del circo Togni. Nessuno si era accorto della fuga

01/03/2013

Hammamet è un’affrascinante cittadina della Tunisia che richiama moltissimi turisti da tutto il mondo ma tra le sue attrazioni non ci sono di certo le tigri, grandi felini del continente asiatico. Immaginate quindi la sorpresa degli agenti di una pattuglia delle forze di sicurezza in servizio lo scorso sabato notte ad Hammamet che si sono trovati davanti, in un giro di routine per le strade del centro turistico tunisino, tre grosse tigri che stavano tranquillamente passeggiando. I tre grossi felini erano fuggiti dalle gabbie del circo di Lidia Togni senza che i loro guardiani se ne accorgessero.
In breve si è risaliti alla loro provenienza e, grazie alla perizia della polizia e del personale del circo, senza complicazioni, sono stati catturati e riportati nelle loro gabbie. Certo, l’episodio suscita qualche perplessità sulla tutela degli animali e non solo.


Categorie: News dal Mondo

Ultimo saluto a Benedetto XVI : per i fedeli, l'importanza di esserci...anche con cane al seguito

01/03/2013

E’ importante esserci. E’ un dovere.Questo l’imperativo tra la gente che si è assiepata in piazza San Pietro per l’ultimo saluto a Papa Benedetto XVI. Oltre ai passeggini, bimbi portati in braccio o accoccolati nei marsupi c’e’ anche chi porta il cane per farlo partecipe dell’evento.
Naturalmente i fedeli con cane al seguito non entrano dentro la piazza, ma si sistemano subito dietro e seguono l’udienza dai video posizionati lungo via della Conciliazione. I cani, tutti al guinzaglio, non sembrano per nulla intimoriti dalla folla.
“Non potevo lasciarla sola a casa”, confida all’AGI una fedele che ha portato qui il suo beagle. “Anche loro sono creature di Dio”, commenta un’altra ragazza. 


Categorie: Eventi e Appuntamenti

In Cina mastino tibetano muore durante un intervento di lifthing facciale. Insorgono gli animalisti

01/03/2013

Se a pubblicare il fatto non fosse il The Telegraph, si potrebbe pensare a una notizia fantasiosa tanto è assurda, ma la demenza umana sembra superare ogni limite.
Un cinese, allevatore e appassionato di mastini tibetani ha fatto causa a una clinica veterinaria per la morte di uno dei suoi cani chiedendo un risarcimento di circa 105.000 euro. Fino a qui tutto normale e giustissimo solo che il cane sarebbe morto durante un intervento di lifthing facciale.
Nelle intenzioni dell’uomo ha la speranza che l’intervento di chirurgia plastica, pagato € 162, potesse far diventare il suo cane molto più bello agli occhi degli altri proprietari in cerca di un cane per una monta con la propria mastina.
“Se il mio cane è più bello, i proprietari di esemplari femmine pagheranno un prezzo maggiore quando vorranno incrociare il loro cane col mio” ha dichiarato al Global Times l’allevatore.
Purtroppo la vita del mastino e i sogni dell’uomo sono finiti sul tavolo operatorio dove il cuore del cane ha cessato di battere  in seguito a un arresto cardiaco che potrebbe essere collegato all’anestesia.
L’allevatore chiede ora alla clinica veterinaria un risarcimento di oltre 100.000 di euro pari al prezzo che dichiara di aver pagato per acquistare il cane.
L’allevamento dei mastini tibetani  – rinomati per la loro intelligenza ma noti soprattutto per la ferocia –  è diventato un grosso business in Cina. Nel 2011 un magnate del carbone ha sperperato la folle somma di 10 milioni di yuan – quasi1.100.000 euro – per aggiudicarsi uno di questi cani, senza dubbio tra i più costosi al mondo.
Secondo il milionario allevatore di cani Li Yongfu, capo della  principale agenzia di stampa – la Xinhua – il mastino tibetano è diventato un ambito status symbol in Cina.
“Se sei ricco, puoi facilmente acquistare una grande casa o una Lamborghini. Ma possedere un mastino Tibetano puro è tutta un’altra faccenda. Rappresenta l’evidenza più solida del tuo benessere, potere e buon gusto, ed è uno dei migliori regali per i tuoi clienti o partner” – sostiene Li Yongfu.
Il proprietario del povero cane sacrificato in nome del lucro e che gestisce un allevamento a Pechino, è stato duramente attaccato dagli attivisti per i diritti animali per aver sottoposto il suo cane a un intervento chirurgico.
“È ingiusto. Incontra il solo desiderio estetico del proprietario, il quale ignora completamente i diritti e gli interessi del cane” ha dichiarato al Global Times Qin Xiaona,  capo dell’associazione  a tutela degli animali di Pechino.


Categorie: News dal Mondo

Dietro il simbolismo di giaguari e cani precisi messaggi politici. Animali spesso utilizzati nella simbologia araldica e politica

01/03/2013

Da ‘vecchia volpe’ a ‘topo di Palazzo’. Fino ai piu’ recenti cagnolini di Mario Monti e Silvio Berlusconi e al vero e proprio must del ‘giaguaro’ da smacchiare, cavallo di battaglia di Pier Luigi Bersani: gli animali e il ‘bestiario’, per ricordare la lezione di Alfredo Cattabiani, vengono costantemente presi a prestito nel linguaggio politico, soprattutto in campagna elettorale. ‘Gli animali sono molto presenti nella simbologia araldica e per conseguenza anche politica. Dietro il loro uso, ‘ci sono codici che indicano precisi messaggi’, spiega all’Adnkronos Claudio Bonvecchio, docente di Filosofia delle scienze sociali all’Universita’ dell’Insubria ed esperto di simboli.
‘Il giaguaro -spiega lo studioso- e’ il simbolo dell’astuzia e della velocita’. Smacchiare l’animale, come spesso ha detto Bersani, vuol dire toglierli la forza. Il cane, invece, nel lessico animal-politico indica la famiglia. Il cane, che non tradisce, e’ un messaggio agli elettori. I politici dicono: siamo come voi. Quello adottato dal Cavaliere e’ un bastardino, astuto e intelligente come il nuovo padrone, mentre il premier Monti si e’ portato a casa un animale con pedigree e anche questo e’ nel personaggio’.
Quanto al gatto, ‘ha una valenza misteriosa e incontrollabile.
Difficile che i politici si facciano raffigurare con un gatto in braccio, come il capo della Spectre in James Bond’. E se scegliessero uccelli, ‘prenderebbero l’immagine di un pettirosso, mai un corvo o un pellicano. Se dicessero che versano il loro sangue per i figli, come fa il pellicano che secondo la credenza popolare si lacera il petto per sfamare i piccoli, non prenderebbero un voto perche’ nessuno gli crederebbe’.


Categorie: Curiosità